Phaeton ha scritto:
Io ho appena intrapreso la carriera universitaria e sono al primo anno di medicina, e devo ammettere che è pesante, non ti puoi rilassare un attimo, che le pagine si accrescono e la data dell'esame si avvicina. E' vero che ti puoi gestire tu, ma fino ad un certo punto, perchè se studi bene e hai intenzione di non farci le radici non ti puoi prendere una giornata che te la riporti sempre dietro come lavoro fatto in meno. D'altro canto non ho mai lavorato, ma sto studiando per cercare di fare un lavoro che mi piace, quindi forse meglio studiare e poi lavorare: non so con un diploma al giorno d'oggi cosa si può trovare!
Mi inserisco qui, visto che Phaeton è un mio collega. Per me, decisamente è meglio studiare. Io tra l'altro all'inizio ho fatto un errore nella scelta della facoltà (dopo il liceo mi ero iscritto a lingue), quindi ho perso un anno, ed è morto mio padre una decina di giorni prima del mio primo esame. Durante l'università ho avuto parecchie difficoltà per la situazione che si era creata proprio per la morte di mio padre, talvolta il senso di colpa per il fatto che io continuavo a studiare mentre mio fratello (che però era abbondantemente fuori corso come studente di ingegneria) aveva dovuto abbandonare, mi rendeva le cose ancora più difficili. Vedo che ora chi si laurea in medicina il lavoro lo trova molto prima di allora, grazie al fatto che c'è il numero chiuso e quindi meno laureati, ma io, laureato nel 1987, un posto di ruolo l'ho avuto nel 1998, anche se dal 1992 in poi ho sempre lavorato con incarichi a tempo determinato e poi nel 1994, già specialista in chirurgia, sono dovuto venire in provincia di BS a fare la guardia medica
. Qui poi, sono passato dalla GM a fare altri incarichi provvisori, fino al concorso vinto nel 98. Avendo cambiato tanti ospedali e conosciuto tanta gente, posso dire che nel mio ambito, sono pochissimi quelli contenti del lavoro che fanno. Sono veramente pochi quelli che riescono a realizzare quello in cui hanno sperato. Ho potuto constatare, veramente senza differenze tra nord e sud, come le carriere italiane, in certi ambiti, siano solo "pilotate". Ho conosciuto dei colleghi molto bravi ostacolati in tutti i modi dai loro primari. Come ha già detto qualcuno, quando studi se un giorno non ti va, nessuno ti dice nulla, certo magari andrai fuori corso, ma è un prezzo che uno sceglie di pagare. Ma i momenti di spensieratezza, di felicità o di incoscienza non te li ridà poi nessuno. Dopo non hai più tregua, non esiste Natale o Pasqua o ferragosto, notte o giorno, le ore che lavori in più (a parte quelle in cui sei di guardia o reperibile) non ti vengono pagate ecc. Io ho l'aggravante di avere anche la moglie che fa il medico di base, loro sono liberi professionisti convenzionati con l'ASL, quindi non hanno ferie, ma devono trovare uno che li sostituisca. Non so ancora se riuscirò ad andare in ferie a metà luglio perchè mia moglie non ha ancora trovato un sostituto. Preferisco decisamente lo studio........