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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 2:20 pm 
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Iscritto il: sab set 16, 2006 2:41 pm
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Località: London
cometa rossa ha scritto:
Si, che sono fondi di magazzino quasi invendibili. Ma, ripeto, basta saperlo e ad un acquirente possono comunque andare benissimo anche se sono modelli superati.


non sempre, anzi. è capitato che unieuro regalasse il "bimbi" della moulinex lanciato da 2 settimane sul mercato.
sottocosto sono spesso prodotti molto appetibili invece, perchè il mercato dei rottami interessa fino a un certo punto (e tanto poi il sottocosto ha stock limitato e via discorrendo)

poi chiaro, c'è chi considera un samsung s7 un rottame perchè è uscito l'8. (o chi snobba già l'8 perchè c'è il note). Parliamone.

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non posso aspettar l'Ateca... :mrgreen:


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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 2:32 pm 
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Iscritto il: gio feb 13, 2014 11:58 am
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Località: Salzburger Land
Non ricordo più che promo fosse ma oramai 5 o 6 anni fa feci fare a mio padre un affare assurdo al mediaworld: Tv Samsung 55" led blabla + impianto Bose sorround con 2 casse e subwoofer...il totale fu di meno della metà dei prezzi del nuovo,prodotti assolutamente in linea all'epoca e non roba da soffitta.
A volte ci sono davvero offerte interessanti,bisogna scandagliare e aver un pizzico di fortuna.

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Life is tough,but it's tougher if you're stupid


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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 2:33 pm 
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Iscritto il: dom mar 12, 2006 7:02 pm
Messaggi: 35608
Località: Ovunque ci sia una birra ghiacciata
Insomma.... che non tutti siano prodotti superati lo convengo, ma nessuno ha interesse a mettere in promo un prodotto recente (sempre che le promo non siano state ottenute gonfiando il listino e poi applicando il grosso ribasso, altro trucchetto usato più facilmente di quanto si pensi).
Ovvio che non parlo di prodotto obsoleto, ma, appunto di modelli superati dal modello più recente o vecchi di un paio di generazioni.


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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 2:41 pm 
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Iscritto il: mar apr 08, 2008 1:42 pm
Messaggi: 13836
Località: Sardinia
Phoeny ha scritto:
é un argomento molto delicato,personalmente mi è capitato solo una volta di provare un prodotto in negozio per finire poi ad acquistarlo online (risparmio di oltre 50% su circa 850 euro di valore)...mi sono sentito talmente da schifo che non l'ho più fatto!
Poi si può discutere sull'etica,la concorrenza ecc.

Inizio OT.

Ragazzi, è sempre la solita storia. Se avessi un RAL tale da non dovermi sbattere, andrei in negozio, sceglierei, pagherei e farei portare a casa.
Siccome non posso, devo sempre far i conti con tutto, anche al centesimo. Quindi le cose son due: o non faccio nulla di ciò che vorrei, oppure mi adeguo e viaggio con Ryanair piuttosto che Ethiad, prenoto su booking.com piuttosto che chiamando l'hotel, compro online/piuttosto che in catena/negozio.
Io mi sentirei una merda se rubassi ed ora mi sento una merda solo quando vedo una persona onesta andare a fare l'elemosina/dover rinunciare a ristrutturare casa per mandare i figli all'università, etc, ma non mi sento affatto una merda quando acquisto qualcosa con i soldi del mio stipendio (regolarmente guadagnato) in un posto dove costa la metà.
Bisogna anche scendere a compromessi, gli stessi compromessi che noi "generazione mille euro" accettiamo quando dobbiamo comprare la casa/auto a rate con interessi del 6/7 % solo perchè prima di averli in contanti, dovremmo aspettare 5 anni (a piedi, aggiungo).
Non mi risulta che gli istituti di credito si sentano merde a pignorare case già ampiamente pagate, solo perchè non è stato estinto in toto il debito, quindi non vedo perchè debba sentirmi da schifo a comprare dove costa meno. E' il mercato, non l'ho voluto io, il regime di concorrenza.

Fine OT.

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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 3:14 pm 
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Iscritto il: mar set 26, 2006 4:08 pm
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Località: Monza
paolocabri ha scritto:
prenoto su booking.com piuttosto che chiamando l'hotel


A dire il vero quando chiamando l'albergo direttamente ho sempre avuto delle condizioni migliori che con booking.. tipo camera migliore o un qualche pacchetto compreso nel prezzo. L'importante è non dire che lo si è conosciuti tramite booking. :okk

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"Scusi, ma lei ha preso la patente di guida veloce?"


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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 3:19 pm 
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Bisogna distinguere Paolo
Se domani, per restare o.t., io mi faccio un bel mutuo ipotecando casa e quant'altro per aprire un negozio, mi metto la merce in casa facendo debiti, pago tasse, inps e quant'altro e poi mi entra uno che mi chiede di visionare della merce ( che è li solo ed esclusivamente perchè io ho fatto debiti e sto rischiando la casa) e mi chiede dei consigli sfruttando le competenze che io ho accumulato studiando/lavorando e via dicendo, e poi con quello va sul suo pc e compra in un negozio online, permetti che non è che mi girano, di più. Perchè mi ha sfruttato e preso in giro per risparmiare, approfittando delle mie competenze e dei miei sacrifici. Fenomeno poco diffuso? No, per nulla, tanto che ho appunto due amici che adesso chiedono soldi anche solo per fare un preventivo.

Ma il caso di cui parliamo è di chi compra online per risaparmiare. Che è del tutto legittimo ( e lo faccio pure io quando non ho voglia di alzare il culo e andare qui vicino in un negozio, pagando posteggio, perdendo tempo e quant'altro). Ma poi se quel negozio chiude non lamentiamoci. Se i 5-10 dipendenti vanno a casa e cominciano a gravare sulle casse dello stato non lamentiamoci; se smettono di consumare perchè non hanno più reddito non lamentiamoci. Se negli anni la mia posizione peggiora perchè ho meno clienti a causa di tutti quelli che hanno perso il lavoro non devo lamentarmi. Se poi peggiora pure la tua perchè io non vengo da te a farmi fare un lavoro o una consulenza perchè ho meno redito, avendo meno clienti, non lamentarti nemmeno tu. Se poi io perdo il lavoro e dopo lo perdi pure tu, non lamentiamoci in due. Tutto qui ;)


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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 3:20 pm 
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Paolo hai fatto un po' un minestrone...io dico solo che se entro in un negozio per provare qualcosa (un casco da moto,una scarpa ecc.) poi la compero lì se mi piace il prezzo ecc.; personalmente non trovo molto corretto far perder tempo ad un negoziante e poi lasciarlo con le pive nel sacco,forse perchè mi metto dalla parte di chi deve far quadrare i conti del negozio (tasse,costi fissi,personale..).
Altrimenti vado direttamente su amazon e compero,se sbaglio la taglia apro la procedura per il reso e amen. Tutto qua.

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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 3:21 pm 
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Iscritto il: ven lug 13, 2007 3:17 pm
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Consentitemi una breve replica a Paolo, perché sono stato proprio io a introdurre questa riflessione OT sugli acquisti on line. Non mi permetto assolutamente di giudicare e nemmeno di fare qualsivoglia apprezzamento sul canale di acquisto scelto da chicchessia. La mia considerazione voleva essere un'altra: posto che pian piano anche da noi tutti andranno ad acquistare in rete, con conseguente moria dei canali tradizionali, dove andremo a toccare con mano i prodotti?
Altra considerazione: oggi le catene tradizionali, da quanto capisco e deduco, si difendono con i finanziamenti (credito al consumo) perché è più semplice fare la pratica in negozio che on line (se non altro per la questione dell'identificazione fisica). I tassi sono generalmente "zero", ma in realtà il margine lordo sta in una parte della differenza tra prezzo in negozio e prezzo in rete. Prima o poi anche gli store virtuali troveranno il modo di vendere facilmente le rate, ed a quel punto scompariranno i punti vendita fisici. I nuovi oligopolisti saranno liberi di alzare i prezzi, tanto gli investimenti per riaprire una filiera tradizionale saranno troppo elevati per consentire una concorrenza seria. Idem per eventuali nuovi negozi virtuali, perché quelli "storici" saranno gli unici a poter garantire ai produttori gli elevati volumi di acquisto cui li hanno abituati.


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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 3:29 pm 
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mauro65 ha scritto:
Consentitemi una breve replica a Paolo, perché sono stato proprio io a introdurre questa riflessione OT sugli acquisti on line. Non mi permetto assolutamente di giudicare e nemmeno di fare qualsivoglia apprezzamento sul canale di acquisto scelto da chicchessia. La mia considerazione voleva essere un'altra: posto che pian piano anche da noi tutti andranno ad acquistare in rete, con conseguente moria dei canali tradizionali, dove andremo a toccare con mano i prodotti?
Altra considerazione: oggi le catene tradizionali, da quanto capisco e deduco, si difendono con i finanziamenti (credito al consumo) perché è più semplice fare la pratica in negozio che on line (se non altro per la questione dell'identificazione fisica). I tassi sono generalmente "zero", ma in realtà il margine lordo sta in una parte della differenza tra prezzo in negozio e prezzo in rete. Prima o poi anche gli store virtuali troveranno il modo di vendere facilmente le rate, ed a quel punto scompariranno i punti vendita fisici. I nuovi oligopolisti saranno liberi di alzare i prezzi, tanto gli investimenti per riaprire una filiera tradizionale saranno troppo elevati per consentire una concorrenza seria. Idem per eventuali nuovi negozi virtuali, perché quelli "storici" saranno gli unici a poter garantire ai produttori gli elevati volumi di acquisto cui li hanno abituati.



Un bell'esempio non completamente inerente al tuo discorso ma esaustivo del discorso reale-virtuale. Blockbuster vs Netflix. Netflix, che ho pure io ( soddisfatissimo) ha fatto fallire Blockbuster; in Italia 780 persone se ne sono andate a casa, senza contare tutte le tasse che lo stato ed i comuni ricavavano da dipendenti e store. Con Netflix ricavano ben poco. E l'esempio si può applicare a decine di esempio di reale vs virtuale.
Ripeto, l'acquisto online non è sbagliato e sarà sempre più utilizzato. Ma le conseguenze le vedranno i nostri figli


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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 3:34 pm 
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Io questo processo lo vedo sempre più inesorabile e si manifesta in modo evidente nei negozi al dettaglio di attrezzatura sportiva: due attività storiche specializzate in sci/abbigliamento moto sono davvero in difficoltà,svendite frequenti non fanno certe bene alle casse se non forse per svuotare i magazzini di roba invenduta.
Onestamente non biasimo chi acquista online,lo faccio pure io a volte,ma non mi sento di abbandonare il negoziante "sotto casa"...sono un nostalgico Don Chisciotte :mrgreen:

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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 3:46 pm 
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cometa rossa ha scritto:
mauro65 ha scritto:
Consentitemi una breve replica a Paolo, perché sono stato proprio io a introdurre questa riflessione OT sugli acquisti on line. Non mi permetto assolutamente di giudicare e nemmeno di fare qualsivoglia apprezzamento sul canale di acquisto scelto da chicchessia. La mia considerazione voleva essere un'altra: posto che pian piano anche da noi tutti andranno ad acquistare in rete, con conseguente moria dei canali tradizionali, dove andremo a toccare con mano i prodotti?
Altra considerazione: oggi le catene tradizionali, da quanto capisco e deduco, si difendono con i finanziamenti (credito al consumo) perché è più semplice fare la pratica in negozio che on line (se non altro per la questione dell'identificazione fisica). I tassi sono generalmente "zero", ma in realtà il margine lordo sta in una parte della differenza tra prezzo in negozio e prezzo in rete. Prima o poi anche gli store virtuali troveranno il modo di vendere facilmente le rate, ed a quel punto scompariranno i punti vendita fisici. I nuovi oligopolisti saranno liberi di alzare i prezzi, tanto gli investimenti per riaprire una filiera tradizionale saranno troppo elevati per consentire una concorrenza seria. Idem per eventuali nuovi negozi virtuali, perché quelli "storici" saranno gli unici a poter garantire ai produttori gli elevati volumi di acquisto cui li hanno abituati.



Un bell'esempio non completamente inerente al tuo discorso ma esaustivo del discorso reale-virtuale. Blockbuster vs Netflix. Netflix, che ho pure io ( soddisfatissimo) ha fatto fallire Blockbuster; in Italia 780 persone se ne sono andate a casa, senza contare tutte le tasse che lo stato ed i comuni ricavavano da dipendenti e store. Con Netflix ricavano ben poco. E l'esempio si può applicare a decine di esempio di reale vs virtuale.
Ripeto, l'acquisto online non è sbagliato e sarà sempre più utilizzato. Ma le conseguenze le vedranno i nostri figli


Non credo che in molti (anche tra di noi) abbiano pensato la stessa cosa quando hanno iniziato a non comprare più la carta stampata in favore del giornale online ed a effettuare le ricariche direttamente nelle banche\siti internet invece che in edicola.
E lo dico da figlio di ex edicolante.

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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 4:01 pm 
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Leon83 ha scritto:
Non credo che in molti (anche tra di noi) abbiano pensato la stessa cosa quando hanno iniziato a non comprare più la carta stampata in favore del giornale online ed a effettuare le ricariche direttamente nelle banche\siti internet invece che in edicola.
E lo dico da figlio di ex edicolante.


Tutto vero. Infatti le edicole si sono riciclate con le macchinette mangiasoldi, altrimenti solo con tabacchi e giornali non campi più. Ma un negozio che ha la concorrenza di uno virtuale chiude senza poter mettere macchinette o altro

Ripeto, non c'è nulla di male a farlo, basta sapere a cosa si va incontro. Anche perchè dopodomani anche il nostro lavoro, fosse anche un lavoro d'intelletto e non la vendita di un bene fisico, può essere soppiantato dal virtuale.


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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 4:08 pm 
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Leon83 ha scritto:
Non credo che in molti (anche tra di noi) abbiano pensato la stessa cosa quando hanno iniziato a non comprare più la carta stampata in favore del giornale online ed a effettuare le ricariche direttamente nelle banche\siti internet invece che in edicola.
E lo dico da figlio di ex edicolante.
Vero, ho iniziato a pensarci dopo, ed ora cerco di preferire il negozio fisico a meno che la differenza non sia eclatante (e spesso non lo è, ricambi auto innanzi a tutto ... ) o che il prodotto ricercato sia reperibile solo in rete (questo spesso accade per accessori e dotazioni particolari nel settore elettronico)


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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 4:09 pm 
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Iscritto il: mar apr 08, 2008 1:42 pm
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Phoeny ha scritto:
Paolo hai fatto un po' un minestrone...io dico solo che se entro in un negozio per provare qualcosa (un casco da moto,una scarpa ecc.) poi la compero lì se mi piace il prezzo ecc.; personalmente non trovo molto corretto far perder tempo ad un negoziante e poi lasciarlo con le pive nel sacco,forse perchè mi metto dalla parte di chi deve far quadrare i conti del negozio (tasse,costi fissi,personale..).
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Momento. Io non ho fatto nessun minestrone. Tutto ciò che è abbigliamento, ad esempio, non lo prendo online. Ho preso solo un paio di scarpe in tutta la mia vita, e nemmeno mi andavano. Stop. Io parlo di tutto ciò che se preso online è sostenibile, ma se preso in negozio no.
Parli con uno che mette sullo stesso piano elettrodomestici (si, anche la TV) con le stesse caratteristiche. Se voglio un Tv 50", prendo quello che costa meno, tanto ci guardo gli stessi film, per gli stessi 20' prima di addormentarmi (in quanto stanco).
Se voglio una lavatrice, idem.
Non ha senso, per me, spendere il 200% in piu per lo stesso identico prodotto. Pensa che io leggo solo le recensioni, nemmeno ci vado in negozio a vedere le robe.
Pensa ad esempio, per i ricambi auto, che se non sono certo al 101% di un ricambio, lo prendo in negozio.

@cometa: il lavoro muta. Chiudono i negozi? Certamente. Apriranno molti più corrieri, punti di ritiro, etc etc.
Il lavoro muta. Punto e basta. Altrimenti, se dovessimo seguire le tue stesse motivazioni, dovremmo avere ancora le miniere aperte in Sardegna, a esempio.
PS: le persone a casa, non le hanno lasciate i negozietti che hanno chiuso, ma le grandi realtà (in ultimo, basti pensare a cosa sta succedendo all'Ilva) che si son fottute i soldi, la salute, e la dignità delle persone. Ma mi rendo conto che sia un argomento troppo vasto per essere trattato in 4 righe.

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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 4:22 pm 
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Iscritto il: mar apr 08, 2008 1:42 pm
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cometa rossa ha scritto:
mauro65 ha scritto:
Consentitemi una breve replica a Paolo, perché sono stato proprio io a introdurre questa riflessione OT sugli acquisti on line. Non mi permetto assolutamente di giudicare e nemmeno di fare qualsivoglia apprezzamento sul canale di acquisto scelto da chicchessia. La mia considerazione voleva essere un'altra: posto che pian piano anche da noi tutti andranno ad acquistare in rete, con conseguente moria dei canali tradizionali, dove andremo a toccare con mano i prodotti?
Altra considerazione: oggi le catene tradizionali, da quanto capisco e deduco, si difendono con i finanziamenti (credito al consumo) perché è più semplice fare la pratica in negozio che on line (se non altro per la questione dell'identificazione fisica). I tassi sono generalmente "zero", ma in realtà il margine lordo sta in una parte della differenza tra prezzo in negozio e prezzo in rete. Prima o poi anche gli store virtuali troveranno il modo di vendere facilmente le rate, ed a quel punto scompariranno i punti vendita fisici. I nuovi oligopolisti saranno liberi di alzare i prezzi, tanto gli investimenti per riaprire una filiera tradizionale saranno troppo elevati per consentire una concorrenza seria. Idem per eventuali nuovi negozi virtuali, perché quelli "storici" saranno gli unici a poter garantire ai produttori gli elevati volumi di acquisto cui li hanno abituati.



Un bell'esempio non completamente inerente al tuo discorso ma esaustivo del discorso reale-virtuale. Blockbuster vs Netflix. Netflix, che ho pure io ( soddisfatissimo) ha fatto fallire Blockbuster; in Italia 780 persone se ne sono andate a casa, senza contare tutte le tasse che lo stato ed i comuni ricavavano da dipendenti e store. Con Netflix ricavano ben poco. E l'esempio si può applicare a decine di esempio di reale vs virtuale.
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Ed è qui che si deve andare ad intervenire. Non è pensabile che aziende come Facebook, Amazon, Ebay, Netflix, o chi per loro, non paghino le tasse in Italia, semplicemente perchè fisicamente non ci lavora nessuno (che poi, bisogna vedere nel dettaglio, perchè alcuni, di dipendenti, ne hanno eccome..). Il nostro Stato, deve darsi una sveglia e legiferare a riguardo.
Però, ora consentimi una piccola vena polemica: hai citato i 780 licenziamenti di blockbuster, in quanto chiuso. E dei licenziamenti delle aziende che delocalizzano, invece, che mi dici?
E non parlo solo delle fabbriche, sia chiaro. Parlo anche delle aziende che spostano i customercare in paesi tipo Albania, India, etc etc.

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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 4:26 pm 
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paolocabri ha scritto:
@cometa: il lavoro muta. Chiudono i negozi? Certamente. Apriranno molti più corrieri, punti di ritiro, etc etc.
Il lavoro muta. Punto e basta. Altrimenti, se dovessimo seguire le tue stesse motivazioni, dovremmo avere ancora le miniere aperte in Sardegna, a esempio.
PS: le persone a casa, non le hanno lasciate i negozietti che hanno chiuso, ma le grandi realtà (in ultimo, basti pensare a cosa sta succedendo all'Ilva) che si son fottute i soldi, la salute, e la dignità delle persone. Ma mi rendo conto che sia un argomento troppo vasto per essere trattato in 4 righe.


Vere entrambe le cose, ovvero che è un argomento che non si può liquidare in 4 righe e che il lavoro muta.
Però se prima c'erano 5 negozietti che davano lavoro a 30 persone, poi arriva al catena che fa chiudere i negozi e da lavoro a 15 persone, poi arriva il negozio virtuale online che fa chiudere la catena e da lavoro a 3 persone. A parte i numeri che mi son oinventato, quello che intendo è che le persone non possono essere riassorbite tutte, perchè la catena impiega meno personale ( non solo per un discorso di efficienza, ma anche perchè esternalizza alcune parti del processo, magari qualcuna affidandola ad una sede estera) ed il negozio virtuale impiega ancora meno personale della catena.

Provate a vedere qual è la regione, anzi, provincia ( così vi aiuto) italiana col più basso tasso di disoccupazione; sarà un caso, ma è quella con un solo centro commerciale ed un solo outlet in tutta la provincia, dove le grandi catene hanno preso piede relativamente poco. Non ho dati sul virtuale, ma già evitando i grandi centri commerciali si sono mantenuti aperti i piccoli negozi (anche se lo scop, in realtà, è stato evitare lo spopolamento della montagna). Ah, è pure la provincia con il più alto reddito pro capite d'Italia, quasi il 15% in più della Lombardia. Ovviamente non sono dati facilmente confrontabili, ma dire che grosse catene e centri commerciali = benessere e reddito elevato per i cittadini (che risparmiano sugli acquisti) non è una cosa così automatica


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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 4:34 pm 
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paolocabri ha scritto:
Ed è qui che si deve andare ad intervenire. Non è pensabile che aziende come Facebook, Amazon, Ebay, Netflix, o chi per loro, non paghino le tasse in Italia, semplicemente perchè fisicamente non ci lavora nessuno (che poi, bisogna vedere nel dettaglio, perchè alcuni, di dipendenti, ne hanno eccome..). Il nostro Stato, deve darsi una sveglia e legiferare a riguardo.


se ne sta parlando, in effetti. Ipotesi mia? Non accadrà nulla, perchè farlo è praticamente impossibile. Se io uso facebook o Netflix perchè gli stessi mi permettono di accedere ai loro server in America invece di dover mettere i server in Italia mica ci possiamo lamentare. In caso di Netflix lo stato guadagna, presumo, sul costo dell'abbonamento, nel senso che si incassa l'iva (perlomeno me lo auguro). Nel caso di Fb ricaverà l'iva dalle aziende italiane che fanno pubblicità sulla piattaforma. Ma sul resto vedo poche chance di ottenere qualcosa; è la rete, bellezza



Cita:
Però, ora consentimi una piccola vena polemica: hai citato i 780 licenziamenti di blockbuster, in quanto chiuso. E dei licenziamenti delle aziende che delocalizzano, invece, che mi dici?
E non parlo solo delle fabbriche, sia chiaro. Parlo anche delle aziende che spostano i customercare in paesi tipo Albania, India, etc etc.


E perchè vena polemica? Hai perfettamente ragione. Imho, la globalizzazione è stata una cagata mostruosa che creerà solo danni ( imho, ovviamente). Se un'azienda delocalizza, io mi incazzo con quell'azienda e, se posso e se lo so, evito di comprare il prodotto. Poi c'è ovviamente il rovescio della medaglia, positivo, ovvero aziende estere che aprono in Italia. Però condivido in toto le tue osservazioni.

D'altronde, passando ad un livello superiore della discussione, un pirla come Bill Gates (pirla in senso ironico, nel senso che non è l'ultimo arrivato ed ha perfettamente ragione) afferma che è ora e tempo di tassare i robot che hanno preso il posto degli uomini nelle fabbriche. Tassare i prodotti fatti all'estero non si può (o, meglio, non si vuole), ma io sarei perfettamente d'accordo nel farlo. E sarei d'accordo non perchè mi stanno sulle scatole, ma perchè di produrrre a minor costo dove le tutele ambientali ed umane sono ridotte al lumicino siamo capaci tutti.


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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 4:43 pm 
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mauro65 ha scritto:
Consentitemi una breve replica a Paolo, perché sono stato proprio io a introdurre questa riflessione OT sugli acquisti on line. Non mi permetto assolutamente di giudicare e nemmeno di fare qualsivoglia apprezzamento sul canale di acquisto scelto da chicchessia. La mia considerazione voleva essere un'altra: posto che pian piano anche da noi tutti andranno ad acquistare in rete, con conseguente moria dei canali tradizionali, dove andremo a toccare con mano i prodotti?
Altra considerazione: oggi le catene tradizionali, da quanto capisco e deduco, si difendono con i finanziamenti (credito al consumo) perché è più semplice fare la pratica in negozio che on line (se non altro per la questione dell'identificazione fisica). I tassi sono generalmente "zero", ma in realtà il margine lordo sta in una parte della differenza tra prezzo in negozio e prezzo in rete. Prima o poi anche gli store virtuali troveranno il modo di vendere facilmente le rate, ed a quel punto scompariranno i punti vendita fisici. I nuovi oligopolisti saranno liberi di alzare i prezzi, tanto gli investimenti per riaprire una filiera tradizionale saranno troppo elevati per consentire una concorrenza seria. Idem per eventuali nuovi negozi virtuali, perché quelli "storici" saranno gli unici a poter garantire ai produttori gli elevati volumi di acquisto cui li hanno abituati.


I negozi non moriranno. Semplicemente, secondo me, diventeranno delle "fiere espositive 24/7/365". Tu ci vai, scegli, ordini, e ritiri. Un po' come funziona in certi Ikea, ed un po' come Unieuro e MW stanno già facendo.
Ma pensiamo anche solo un po' all'automotive: in Ren., ad esempio, il magazzino Italia è qualcosa di ridicolo. I magazzini/depositi sono stati tutti accentrati, e qualsiasi cosa (o quasi) ti arriva dal mag. centrale (magari in Belgio o in Francia) in 24/48H, con l'effetto che, anche in Italia, tutti i magazzinieri sono andati a casa.
Vogliamo parlare di Telecom, che ha spostato al call center migliaia di ex tecnici (quelli coi pandini rossi e la scala sopra, per intenderci)? Il lavoro muta, che ci piaccia o no.
Volete sapere un'altra cosa, su quali saranno i lavori del futuro? Lavori socio assistenziali. Ci saranno sempre più vecchi da assistere, persone non autosufficienti (anche soltanto tecnologicamente, dato che non sono nativi digitali), e per avvertire la prima inversione di rotta, dovremo attendere almeno che i nati negli anni 70, compiano 65/70 anni (grossomodo ancora 30 anni).
I servizi saranno sempre più digitali e digitalizzati, e che ci piaccia o no/2, dovremo averci a che fare.
Quindi, secondo me, non ha senso preoccuparsi del negozio che chiude, quanto preoccuparsi di come fare a fare le cose che facciamo oggi quando il negozio sarà chiuso/il contante bandito/etc etc.
Questa è la mia visione a lungo termine. Poi certo, se vogliamo pensare e credere che andremo ancora a benzina (inteso come "utilizzare tecnologie vecchie di 150 anni") per i prossimi 50 anni, siamo liberissimi di farlo, ma ciò non significa che sarà esattamente così.

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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 4:49 pm 
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paolocabri ha scritto:
Ed è qui che si deve andare ad intervenire. Non è pensabile che aziende come Facebook, Amazon, Ebay, Netflix, o chi per loro, non paghino le tasse in Italia
E' difatti un grosso problema a livello comunitario. Va detto che la nostra AdE, na volta tanto, ha ben operato e sta mettendo al tavolo delle trattative tutti questi soggetti (non puoi fare altro che trattare) e li tiene d'occhio. Ma la cosa trovera nua soluzione più decente solo agendo unitariamente come UE

paolocabri ha scritto:
E dei licenziamenti delle aziende che delocalizzano, invece, che mi dici?
E non parlo solo delle fabbriche, sia chiaro. Parlo anche delle aziende che spostano i customercare in paesi tipo Albania, India, etc etc.
Guarda, sfondi porte aperte ... se parlo con il call center Tim dalla Romania o dall'Albania rifiuto di andare avanti (ho già avuto un'esperienza e mi basta), ieri mattina mi sono "alterato" perché. dopo aver carecato disperatamenet di parlare con Microsoft per una questione di account, sono stato preso da un call center ubicato in Romania la cui operatrice, oltre a non aver capito nulla (questa manco sapeva come funzionasse OneDrive, figuriamoci), ad un certo punto è diventata pure sgarbata


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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 5:00 pm 
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paolocabri ha scritto:
I negozi non moriranno. Semplicemente, secondo me, diventeranno delle "fiere espositive 24/7/365". Tu ci vai, scegli, ordini, e ritiri. Un po' come funziona in certi Ikea, ed un po' come Unieuro e MW stanno già facendo.
Negli USA ci hanno provato e gli sta andando molto male. Parlo delle grosse catene eh, figuriamoci i piccoli.

http://www.italiachecambia.org/2017/04/ ... i-consumo/
http://www.corriere.it/economia/cards/d ... pale.shtml

Per carità, sono sistemi differenti, ma l'onda lunga arriva anche qui

paolocabri ha scritto:
Ma pensiamo anche solo un po' all'automotive: in Ren., ad esempio, il magazzino Italia è qualcosa di ridicolo. I magazzini/depositi sono stati tutti accentrati, e qualsiasi cosa (o quasi) ti arriva dal mag. centrale (magari in Belgio o in Francia) in 24/48H, con l'effetto che, anche in Italia, tutti i magazzinieri sono andati a casa.
Anche tutte le altre case, magari tengono un magazzino italua, ma è tutto super automatizzato (e questo in tutti i magazzini). In compenso abbiano una caterva di "padroncini" sottopagati che intasano le nostre strade con i loro furgoni e furgoncini ...


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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 5:23 pm 
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ste79 ha scritto:
paolocabri ha scritto:
prenoto su booking.com piuttosto che chiamando l'hotel


A dire il vero quando chiamando l'albergo direttamente ho sempre avuto delle condizioni migliori che con booking.. tipo camera migliore o un qualche pacchetto compreso nel prezzo. L'importante è non dire che lo si è conosciuti tramite booking. :okk


ci credo. booking applica la commissione del 20% agli hotel.
hanno girato il mancato costo di commissione a te (almeno in parte)

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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 5:56 pm 
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Ed io che pensavo che su Booking ci fossero i #meglioprezzodelweb!!!
Adesso disdico le prenotazioni in teteskia e li chiamo al telefono,se il prezzo non è più basso vi farò avere mie notizie :allegria

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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 8:54 pm 
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Phoeny ha scritto:
Ed io che pensavo che su Booking ci fossero i #meglioprezzodelweb!!!
Adesso disdico le prenotazioni in teteskia e li chiamo al telefono,se il prezzo non è più basso vi farò avere mie notizie :allegria


qualsiasi portale richiede una commissione a chi pubblica, mi pare ovvio. se no di cosa campano? in spagna per 10 giorni booking 1.800€ - pagato 1.200€ direttamente al proprietario di casa.

poi chiaro che è una vetrina sulla quale non ci puoi non essere. ma se conosci già il posto, vale la pena contattarlo direttamente.
la stessa cosa vale con airbnb, ovviamente. il buon host ti lascia il proprio biglietto da visita alla fine :)

--

riguardo al discorso on line. siamo in una fase di transizione, prima o poi le cose si definiranno.
A mio avviso (l'avevo detto per le auto, ma vale per tutto) il futuro è fatto di showroom gestiti direttamente dalle case, stock zero.
si va, si prova, si vede e si valuta, si ordina (on line o su un terminale in showroom) e si riceve a casa.

si annullano i costi di stockaggio in negozio (folli), si evita di duplicare i costi di logistica all'infinito, si rende tutto più efficiente.

il problema attuale è che gli "showroom" gravano su entità private (negozi) che non guadagnano sulle visite ma sul venduto, e si portano appresso anche tutti i costi di cui sopra.

gli showroom dovrebbero essere invece dei centri di costo, spese di marketing, dove esaltare la customer experience e poco altro.

di base i negozi apple sono quello. Imho potrebbero non vendere nulla in negozio, cambierebbe assai poco (se ricevessi a casa in 24ore il prodotto scelto, pagandolo meno).

--

esempio:
tv samsung
samsung lo spedisce a mediaworld
mediaworld lo tiene a magazzino (in un centro commerciale, quindi costo caro)
io lo scelgo, lo compro e pago la consegna a casa
mediaworld intanto paga affitto, stipendi, utenze, ecc ecc (relative al punto vendita e non solo)

stesso tv ordinato sul sito samsung. pagato il 30% in meno. Omaggio consegna a piano e installazione con prima accensione.

il futuro è il secondo caso. Mi sarebbe piaciuto però non vedere il TV da mediaworld, ma in un negozio a spese di samsung.

--

di base il modello a mio avviso corretto è nespresso.

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MessaggioInviato: mar ott 17, 2017 9:44 pm 
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billy079 ha scritto:
Phoeny ha scritto:
Ed io che pensavo che su Booking ci fossero i #meglioprezzodelweb!!!
Adesso disdico le prenotazioni in teteskia e li chiamo al telefono,se il prezzo non è più basso vi farò avere mie notizie :allegria


qualsiasi portale richiede una commissione a chi pubblica, mi pare ovvio. se no di cosa campano? in spagna per 10 giorni booking 1.800€ - pagato 1.200€ direttamente al proprietario di casa.

poi chiaro che è una vetrina sulla quale non ci puoi non essere. ma se conosci già il posto, vale la pena contattarlo direttamente.
la stessa cosa vale con airbnb, ovviamente. il buon host ti lascia il proprio biglietto da visita alla fine :)

--


Però c'è da inserire tutta la serie di garanzie sull'alloggio alternativo, etc che il proprietario di casa non può darti.
Se arrivi lì e l'appartamento non c'è, booking ti trova un'alternativa in tempo zero, e quando sei lontano da casa, non è una cosa di poco conto.

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fritz287 ha scritto:
Se no aspetta Simonluca, che ti consiglierà una Miele che puoi controllare dall'iWatch - e poi manda le cose in tintoria :ridi


Sono capacissimo di farlo da solo.


Comunque grazie a tutti, ho già individuato i modelli, resto in attesa della promo giusta!

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MessaggioInviato: mer ott 18, 2017 10:34 am 
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Zebrone ha scritto:
fritz287 ha scritto:
Se no aspetta Simonluca, che ti consiglierà una Miele che puoi controllare dall'iWatch - e poi manda le cose in tintoria :ridi


Sono capacissimo di farlo da solo.


Comunque grazie a tutti, ho già individuato i modelli, resto in attesa della promo giusta!


Devo capire perché mi tirate sempre in mezzo...
Qundi cosa compri??


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MessaggioInviato: mer ott 18, 2017 10:37 am 
Temprone ha scritto:
Zebrone ha scritto:
fritz287 ha scritto:
Se no aspetta Simonluca, che ti consiglierà una Miele che puoi controllare dall'iWatch - e poi manda le cose in tintoria :ridi


Sono capacissimo di farlo da solo.


Comunque grazie a tutti, ho già individuato i modelli, resto in attesa della promo giusta!


Devo capire perché mi tirate sempre in mezzo...
Qundi cosa compri??

Una Miele, interfacciata con iWatch.


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MessaggioInviato: mer ott 18, 2017 10:40 am 
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modus72 ha scritto:
Una Miele, interfacciata con iWatch.


la tua è tutta invidia perché il minipimer che guidi non si interfaccia con l'apple watch e non ti fa scegliere il programma delicati restando a bordo.


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MessaggioInviato: mer ott 18, 2017 10:41 am 
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Temprone ha scritto:
Qundi cosa compri??



Miele e Sony Bravia :huhu

Ma senza connessione con iWatch perché preferisco gli analogici :ridi

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MessaggioInviato: mer ott 18, 2017 10:43 am 
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Zebrone ha scritto:
Temprone ha scritto:
Qundi cosa compri??



Miele e Sony Bravia :huhu

Ma senza connessione con iWatch perché preferisco gli analogici :ridi


solito 60 4K??? :allegria

La connessione non ti serve. "jessica (o finto nome da filippina) fammi la lavatrice!" :allegria


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