Per me resterà sempre IL pilota del Cavallino sulla 312 T.
Idolo ed eroe della mia infanzia, quello che visse due volte, quello che ebbe il coraggio di sbattere la porta in faccia al Vecchio che non voleva pagarlo quanto lui pensava di valere, quello che si ritirò, fondò una compagnia aerea, la fece fallire, tornò, vinse di nuovo e di nuovo salutò tutti per dedicarsi più seriamente agli aerei.
Onesto fin dall'inizio e fino in fondo, con sé stesso prima che con gli altri, capì che non era più il caso e abbandonò la Brabham di Ecclestone dopo poche gare perché un novellino venuto dal Brasile gli diede la paga in prova.
Pilota poco spettacolare, anzi per niente, non avrebbe mai rischiato un sorpasso se ciò poteva significare perdere un punto in classifica, ma bravo come nessun altro nella storia nel mettere a punto le vetture.
Si narra di una sessione di prove al Castellet dove scommise il suo ingaggio col proprietario della BRM: "Se faccio un decimo meno di Regazzoni, il sedile me lo paga lei, ci sta?"
L'inglese - SIr Alfred Owen - accettò e ci rimise un sacco di soldi (per quell'epoca): Lauda girò infatti 7 decimi più veloce di Regazzoni che era già un pilota affermato.
Era attaccato ai soldi, pur facendo parte di una ricca famiglia di banchieri viennesi, ed anzi proprio per quello non accettò mai un dollaro di meno di quella che pensava fosse la cifra giusta per correre: padre e nonno lo avevano praticamente diseredato in quanto preferiva le corse alla scrivania di in ufficio.
Di aneddoti su Lauda ce ne sono a decine, ci vorrebbe un forum apposta per raccontarli tutti.
Con lui se ne va uno degli ultimi Cavalieri di un'epoca memorabile della F.1.
Ciao Niki e grazie per avermi fatto sognare.