L’UE apre una procedura d’infrazione contro l’Italia per emissioni FCA. Delrio: “Deludente”
L’Italia ha due mesi di tempo per chiarire se su alcune vetture di Fca sono state usate “defeat devices” illegali
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Pace con la Germania, ma non con l’Europa. Come anticipato ieri dal quotidiano economico finanziario tedesco Handelsblatt, la Commissione Europa ha avviato oggi una procedura d’infrazione contro l’Italia per violazione delle norme Ue sull’omologazione degli autoveicoli, in particolare per quanto riguarda le emissioni. L’Italia ha due mesi di tempo per chiarire se su alcune vetture di Fca sono state usate “defeat devices” (ossia sistema di abbattimento delle emissioni) illegali o meno, e se sono stati presi rimedi sufficienti per le auto in circolazione.
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio è stato in contatto ieri con la Commissaria UE per il mercato interno Elzbieta Bienkowska, telefonicamente e attraverso comunicazioni scritte, e ha sottolineato “che non si condividono i presupposti su cui è stata proposta alla Commissione di avviare una procedura di infrazione al Governo italiano per Fca”. Così una nota del Mit diffusa nella mattinata di oggi. “Mi è spiaciuto apprendere che nonostante tutte le informazioni dettagliate fornite alla Commissione e alla Germania, intendiate aprire la procedura d’infrazione. Ciò è particolarmente deludente”, afferma il ministro.
La tecnologia FCA è stata oggetto di un contenzioso tra Berlino e Roma, dopo la denuncia da parte del ministro federale dei trasporti Alexander Dobrindt di una funzione giudicata “non giustificabile tecnicamente” a bordo di modelli del gruppo. L’Italia aveva evitato l’apertura di una procedura d’infrazione alla fine del 2016, quando - in seguito al dieselgate scatenato dal software installato su 11 milioni di veicoli del gruppo Volkswagen a livello planetario - l’Europa aveva mosso contestazioni a sette Paesi per non aver fornito informazioni o per essersi mosse con una certa “pigrizia” e senza prevedere sanzioni. La pratica era stata aperta nei confronti di Germania, Gran Bretagna, Spagna, Grecia, Lussemburgo, Lituania e Repubblica Ceca.
Secondo Handelsblatt, le accuse mosse all’Italia dalla Commissione europea sarebbero sostanzialmente le stesse. Come gli altri stati membri, anche l’Italia potrà presentare una propria memoria “difensiva”. Nel mirino ci sarebbero sempre le emissioni del crossover italiano, Fiat 500X equipaggiata con il diesel da 2.0 litri. Evidentemente la mediazione di Bruxelles non si era esaurita il 14 marzo scorso, dopo l’intesa tra i governi di Berlino e Roma, perché la Commissione resta “guardiana dei Trattati” e ha diritto di intervenire “se e quando ha ragione di ritenere che la legislazione Ue non sia correttamente applicata”.
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http://www.lastampa.it/2017/05/17/motor ... agina.html
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