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 Oggetto del messaggio: Alfa Romeo Montreal
MessaggioInviato: mar mar 16, 2010 10:28 am 
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http://it.wikipedia.org/wiki/Alfa_Romeo_Montreal

Cita:
L'Alfa Romeo Montreal è un'autovettura sportiva a due posti più due, costruita dalla casa milanese dal 1970 al 1977.

Prototipo

Nel 1967, Centenario della Federazione Canadese, tutte le nazioni del mondo parteciparono all'Esposizione Universale di Montreal presentando le migliori realizzazioni nei vari campi della scienza e della tecnica. Come unica casa automobilistica ad essere invitata, l'Alfa Romeo si presentò con una dream car, definita testualmente "la massima aspirazione dell'uomo in fatto di automobili".

Nelle iniziali intenzioni dell'Alfa Romeo, si trattava di una mera operazione d'immagine. I due prototipi inviati all'Expo canadese, commissionati alla Carrozzeria Bertone su meccanica della "Giulia", sarebbero dovuti rimanere una sorta di "prova d'artista", da esporre nei vari saloni, per poi essere conservati nel museo aziendale.

In quegli anni, l'Alfa Romeo godeva di grande prestigio presso il pubblico americano e l'eleganza della vettura suscitò un vivo interesse che, contrariamente alle previsioni, non si spense nei mesi successivi. Le richieste dei concessionari canadesi e statunitensi furono tanto pressanti e reiterate da costringere l'azienda del Portello a decidere la produzione del prototipo.

Per tener fede all'idea originale della presentazione, la vettura venne dotata di un motore derivato dall'otto cilindri a V a carter secco della Alfa Romeo 33 Stradale che, nonostante la riduzione di potenza specifica da 125 a 80 CV/litro, si dimostrò surdimensionato rispetto alle caratteristiche di rigidità del telaio.

Produzione in serie

Così nel 1970 venne presentata al Salone dell'automobile di Ginevra la versione definitiva della "Montreal". Le consegne iniziarono nei primi mesi del 1972 al prezzo di L. 5.700.000 e con la possibilità di arricchirla con accessori pensati per un maggior comfort, quali gli alzacristalli elettrici (L. 100.000), la vernice metallizzata (L. 140.000) ed il condizionatore d'aria (L. 290.000). La gamma di colori disponibili variava dalle tinte normali blu medio, verde, grigio, rosso, arancio e nero, alle tinte metallizzate marrone, argento, arancio, oro e verde.

Esteticamente la vettura risultò leggermente più alta e con il cofano più ingombrante per accogliere l'otto cilindri. Il motore, pur derivando da quello da corsa Tipo 33, venne sostanzialmente modificato al fine di renderlo più "docile" e adatto all'uso stradale. La cilindrata definitiva è 2593cc, l'albero motore ha la disposizione delle manovelle a 90 gradi anziché a 180, i pistoni perdono il cielo convesso tipico della vettura sport, è diversa la fasatura ed è diversa l'iniezione meccanica, ora SPICA derivata dalle vetture a quattro cilindri esportate in America anziché Lucas. Il gruppo propulsore fu abbinato ad un raffinato cambio ZF invertito, quanto di meglio disponibile all'epoca, anche in considerazione del fatto che in Alfa non era disponibile una trasmissione in grado di gestire la poderosa coppia del V8 - e i bassi numeri non ne rendevano conveniente la messa in produzione-. La visione d'insieme della vettura dà più l'idea di una velocissima e confortevole gran turismo anziché di una derivata dalle corse strettamente sportiva. Infatti, a fronte di un motore esuberante quale il V8 di Arese, l'autotelaio si dimostrava inadeguato per una sportiva: la base della Giulia mostrava, infatti, tutti i limiti connessi allo schema "ruote anteriori indipendenti e ponte posteriore rigido". Il risultato era tutt'altro che disprezzabile, anzi, ma alla prova dei fatti la Montreal soffriva di un marcato rollio in curva - che consente, però, di apprezzare l'approssimarsi dei limiti dei tenuta del mezzo e, comunque, non inificiava l'efficacia nel seguire la traiettoria impostata -. L'impianto frenante, a dischi autoventilanti di produzione Girling, su tutte le ruote, forniva prestazion i in linea con le gt dell'epoca e, sebbene non sia un punto forte della Montreal, ancora oggi, se ben mantenuto, garantisce spazi d'arresto di tutto rispetto.

Le prestazioni, come si può immaginare, sono di prim'ordine: 200 cavalli a 6500 giri, 24kgm di coppia a 4750 giri, oltre 220 km/h di velocità massima e 28 secondi per percorrere il chilometro con partenza da fermo.

Ovviamente è un'automobile destinata ad una clientela di un certo rango ed anche il prezzo di listino lo dimostrava, così come i molti equipaggiamenti disponibili in opzione.

Nel 1972 la rivista Quattroruote organizzò, per sondare le doti di resistenza ed affidabilità della Montreal, una tirata da Reggio Calabria fino a Lubecca impiegando poco meno di venti ore. Considerando che il percorso misurava ben 2.574 km i tester riuscirono a percorrerlo, soste e rifornimenti compresi, ad una velocità media di 130 km/h circa.


Andate anche a vedere l'articolo di Ruoteclassiche e vedete il confronto con la Porsche 911 2.4 S


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MessaggioInviato: mar mar 16, 2010 10:39 am 
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una delle mie passioni da sempre.

Se trovo un po del materiale che mi ero salvato lo allego....

Per il momento, posto il collegamento ad un Video che misi 4 anni fa...oramai: https://www.live2drive.net/forum/viewtopic.php?t=3090

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Sai che cosa diceva quel tale? In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos' hanno prodotto? Gli orologi a cucù.( O.Welles)


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MessaggioInviato: mar mar 16, 2010 10:56 am 
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Iscritto il: lun mar 13, 2006 11:56 pm
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Come linea, almeno in foto, non mi fà impazzire...
Tra l'altro, parte di quel motore finì sotto il cofano (di carbonio) della 155 TI. A metà stagione 1996, la 155 venne equipaggiata con un nuovo e più potente motore V6 con angolo tra le bancate di cilindri di 90°, infatti l'Alfa Romeo interpretando al meglio il regolamento tecnico che prevedeva per il motore oltre che una cilindrata massima di 2.500 cc, la derivazione da un'unità di serie della marca rispettando solo l'angolo della V e la distanza d'interasse tra i cilindri, riprese lo schema del motore V8 montato a suo tempo sulla Montreal opportunamente decapitato di una coppia di cilindri. La nuova unità offriva il vantaggio di una struttura semplificata dell'albero motore, mentre nella precedente versione a V di 60° vi era un perno di biella per ogni cilindro, nel nuovo erano invece affiancate a due a due sul medesimo perno di manovella, l'albero motore risultava quindi più semplice, più corto di 7 cm, leggero e quindi con meno sollecitazioni torsionali. Il nuovo motore raggiunse la potenza massima di 490 CV, il peso scese a 96 kg, queste nuove innovazioni contribuirono ad una serie di 6 vittorie consecutive


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MessaggioInviato: mar mar 16, 2010 11:04 am 
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Qui il SITO dedicato alla Montreal...... Credo sia uno dei più completi, dettagliati e maniacali siti a tema Automobilistico che ho mai avuto modo di visitare.

http://www.alfamontreal.com/

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MessaggioInviato: mar mar 16, 2010 7:33 pm 
Splendida.


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MessaggioInviato: mer mar 17, 2010 8:17 pm 
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Conosco uno che ce l'ha; è un sogno di macchina... :D

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MessaggioInviato: mer mar 17, 2010 11:29 pm 
Splendida è una parola un pò grossa, all'epoca la linea venne criticata perchè troppo pesante e zeppa di prese d'aria finte in stile marocchino dal norauto e io mi trovo abbastanza d'accordo. Però è vero che ha carattere da vendere ed è anche interessante sotto molti aspetti tecnici.


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MessaggioInviato: gio mar 18, 2010 1:27 pm 
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Iscritto il: mar giu 06, 2006 4:00 pm
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Alastor ha scritto:
Splendida è una parola un pò grossa, all'epoca la linea venne criticata perchè troppo pesante e zeppa di prese d'aria finte in stile marocchino dal norauto e io mi trovo abbastanza d'accordo. Però è vero che ha carattere da vendere ed è anche interessante sotto molti aspetti tecnici.


Sinceramente la sapevo un po diversa....
L'auto quando venne presentata in forma di prototipo ( e tale sarebbe dovuto restare) nel 1967 riscosse talmente tanti ed ampi consensi che l'Alfa decise di metterla in produzione realmente.

La genesi fu travagliata parecchio, visto che l'originale non era altro che una "maquette" su base Giulia... mentre nella versione definitiva, adottarono il motore derivato dalla 33 stradale seppur depotenziato.... ( sempre i suoi bei 200cavallini aveva....che per l'epoca erano tanta roba).

Il problema più grande, se vogliamo era l'autotelaio con ponte rigido al posteriore che tradiva la provenienza dal "desueto" impianto Giulia....mentre già si lavorava sul futuro con l'Alfetta e le ruote indipendenti.
Altro problema a posteriori l'iniezione meccanica SPICA che provocò ( e provoca ancora attualmente....se non di più) svariati grattacapi ai suoi Owners....al punto che non son orari i casi di persone che hanno l'hanno sostituita con una batteria di Dell'orto.....


Una curiosità.... si mormora che alcune Montreal, verso la fine della produzione, in piena crisi petrolifera, vennero equipaggiate con una versione 3 litri ( direttamente presi dal reparto corse Autodelta) del V8 per mancanza dei normali 2.6....

Tornando alle prese d'aria, ce n'è una tipo Naca sul cofano anteriore.....finta, che spesso e volentieri è stata modificata dai proprietari aprendola.

Le feritoie laterali nel prototipo erano funzionali alla ventilazione dell'abitacolo.....ma nel modello di produzione pur svuotate della funzione primigenia vennero lasciate per non rovinare l'estetica originale.

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MessaggioInviato: gio mar 18, 2010 1:38 pm 
Dannatio ha scritto:
Alastor ha scritto:
ed è anche interessante sotto molti aspetti tecnici.



Il problema più grande, se vogliamo era l'autotelaio con ponte rigido al posteriore che tradiva la provenienza dal "desueto" impianto Giulia....

Altro problema a posteriori l'iniezione meccanica SPICA che provocò ( e provoca ancora attualmente....se non di più) svariati grattacapi ai suoi Owners....al punto che non son orari i casi di persone che hanno l'hanno sostituita con una batteria di Dell'orto.....


Infatti mi riferivo a queste cose qui. Sull'estetica, la maggioranza della critica di allora la stroncò e io concordo nel trovarla oggettivamente troppo carica nel design, se vuoi ti copioincollo la prova di 4r, in seguito come prevedibile è stata soggetta ad un recupero d'immagine (alla fine è una "supercar" Alfa prodotta in una vera serie, caso più unico che raro).


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MessaggioInviato: gio apr 01, 2010 11:26 am 
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Iscritto il: mar gen 23, 2007 3:06 pm
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Località: Ginevra
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