La Casa svedese decise, alla fine degli anni cinquanta di mettere in produzione una coupé, dato che nella propria gamma era assente una vettura sportiva. Dopo aver fatto esperimenti con prototipi dotati di carrozzeria in vetroresina, venne presa la decisione di utilizzare una convenzionale scocca in acciaio e di basare la nuova vettura sulla collaudata meccanica della berlina 120 Amazon. Il disegno della linea venne invece affidato alla Frua di Torino, che realizzò un originale coupé a tre volumi dotato di ampie pinne posteriori.
Dal punto di vista tecnico, l'impiego del pianale (accorciato nel passo) e della meccanica della 120 Amazon, implicava soluzioni molto classiche: trazione posteriore, motore anteriore longitudinale e retrotreno ad assale rigido. I plus tecnici della nuova nata erano i 4 freni a disco ed il cambio manuale a 4 rapporti Borg-Warmer con overdrive elettrico. Anche il motore, un classico 4 cilindri con albero a camme laterale di 1778cc era lo stesso della 120 Amazon, ma grazie all'alimentazione con 2 carburatori SU era in grado di erogare 96cv.
Per la produzione la Casa svedese si rivolse inizialmente alla Karmann che, per il veto di Volkswagen (per conto della quale assemblava la Karmann Ghia), dovette rifiutare la commessa. La produzione venne allora affidata alla Jensen, che assemblava le scocche ed i pannelli della carrozzeria prodotti dalla Pressed Steel. Grossi problemi vennero dalla scadente qualità degli stampaggi delle lamiere della Pressed Steel rendendo lenti e difficoltosi gli assemblaggi alla Jensen. Così la Volvo decise di trasferire in Svezia l'assemblaggio della vettura ampliando un'ala del proprio stabilimento di Goteborg. Nel 1963 la produzione passò così dalla Jensen alla Volvo che cambiò nome diventando 1800S ( perdendo la "P" iniziale e guadagnando la "S" ).
La P1800 ES con la nuova codaNel 1966, grazie ad alcune modifiche ai condotti di scarico e di aspirazione la potenza crebbe a 103cv. Contemporaneamente vennero migliorate anche la risposta delle sospensione e le caratteristiche dello sterzo. Nel 1969, contemporaneamente ad un leggero restyling (mascherina nera opaca anziché cromata, griglie laterali più ampie e verniciate di nero, ritocchi agli interni), il motore, la cui cilindrata crebbe da 1778 a 1986cc, beneficiò dell'adozione di un impianto di iniezione meccanica, che contribuì ad elevarne la potenza a 118cv. La vettura si chiamava ora 1800 E.
Nel 1971 la coupé svedese iniziava a sentire il peso degli anni e occorreva un restyling sostanzioso. Con la collaborazione della Frua venne trasformata da coupé 3 volumi a hatchback con portellone posteriore (in vetro). Il frontale era invece identico a quello della 1800 E che rimaneva in produzione. Grazie all'adozione dell'iniezione elettronica al posto di quella meccanica la nuova Sport Estate, denominata 1800 ES, disponeva di 126cv.
La 1800 E uscì di listino nel 1972, mentre la 1800 ES, rimase in produzione fino al giugno 1973