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 Oggetto del messaggio: L'auto del Tenente Colombo....
MessaggioInviato: lun ott 04, 2010 3:20 pm 
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Iscritto il: ven mar 26, 2010 11:16 am
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Giuro non lo sapevo che fosse una Peugeot... :piangi2 :diablo :bboni: :ciao
Con il modello 403 Peugeot entra nel segmento europeo delle automobili di classe media, avvia la lunga collaborazione con la carozzeria Pininfarina, e per la prima volta vede un suo modello superare il milione di esemplari prodotti (ovvero 1.214.100 unità)
La 403 nasce come una berlina a tre volumi caratterizzata da un originale mascherina ovale e fari circolari ed è poi proposta anche nelle versioni cabriolet e station wagon.
La convertibile fu frutto della collaborazione tra il centro studi Peugeot ed il carrozziere francese Pourtout, che monterà anche i primi dieci esemplari.
Apprezzata soprattutto per l'affidabilità, la 403 diventa una valida e più economica alternativa alla Citroen DS.., che peraltro appartiene ad un segmento superiore..
Il motore tipo TMD della 403 è il primo diesel montato su una Peugeot prodotta in serie ed uno dei primi utilizzati dall'intera industria automobilistica..
è un 4 cilindri in linea di 1816 cc che sviluppa 47 Cv e raggiunge una velocità di 120 km/h.Viene utilizzato anche sulla Renault Frégate e sui furgoni Citroen HY
La 403 era disponibile con tre motorizzazioni: la prima era un 4 cilindri da 1468 cc: tale propulsore, siglato TN3, era un'evoluzione del motore da 1.3 litri già montato sulla 203 e del quale il pubblico aveva già potuto saggiare le doti di affidabilità. Abbiamo quindi anche in questo propulsore la testata emisferica in alluminio. Questo propulsore arrivava ad erogare 58 CV a 4900 giri/min e consentiva alla 403 di raggiungere i 135 km/h di velocità massima. Il secondo propulsore utilizzato era nientemeno che lo stesso 1.3 della 203, disponibile sulla 403 solo a partire dal 1960. La 403/7, versione che utilizzava tale propulsore, disponeva di 46 CV a 4500 giri/min e raggiungeva i 125 km/h di velocità massima. Ma la vera novità era il nuovissimo 4 cilindri a gasolio da 1816 cc, che arrivava a 47 CV di potenza massima. La velocità massima era di poco più di 120 km/h.
Here are some examples of how Peugeot advertised itself in those days:
"One of the 7 best made cars in the world," the 403 was marketed as a "Sportsedan". The 403 was not touted as extravagant looking or flamboyant -- rather, the ads boast of "no fins, no excessive trim, no strange shapes".
Columbo's car, the Peugeot 403, was introduced in 1955, selling in England for 1,129 pounds. It was an immediate best seller.
Most of the 403s were 4-door sedans, and a station wagon was also available.
The 2-door convertible was far more rare -- according to "Parade" magazine,
only 504 were manufactured in 1959. When Columbo claims that his car is
"very rare," that is the truth. No wonder information about the convertible is so hard to come by -- but it was basically the same car as the sedan.
The Peugeot's nickname is The Indestructible.
What more is there to say?"
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Carpe diem!


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MessaggioInviato: lun ott 04, 2010 3:30 pm 
non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo...non gli rispondo... :piangi2 :piangi2 :piangi2 :piangi2 :piangi2 :piangi2 :piangi2


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MessaggioInviato: lun ott 04, 2010 3:36 pm 
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Iscritto il: mar set 26, 2006 4:08 pm
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Località: Monza
Peter Michael Falk (New York, 16 settembre 1927) è un attore e produttore cinematografico statunitense.

Biografia

Il successo arriva a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta, quando recita in diverse serie televisive tra cui Alfred Hitchcock Presenta, e Naked City. Nel 1961 viene ingaggiato per uno dei ruoli più importanti della sua carriera, in Angeli con la pistola, in cui impersona un "simpatico" mafioso, a fianco del boss Glenn Ford e di Bette Davis.

Il particolare sguardo dell'attore, che ha contribuito al successo del personaggio, è dovuto alla protesi oculare che porta da quando, all'età di tre anni, gli è stato rimosso l'occhio destro a causa di un tumore.

La consacrazione arriva per il suo ruolo della serie televisiva Colombo, a partire dal 1968, nella lunga serie di film tv.

Tolti i panni del tenente Colombo, partecipa ad alcune pellicole cinematografiche come Una moglie a fianco di Gena Rowlands del 1974, Quando passi da queste parti del 1976, Una strana coppia di suoceri, commedia nella quale recita a fianco di Alan Arkin, vincitore dell'Oscar 2007 e, interpretando il ruolo di se stesso, Il cielo sopra Berlino del regista tedesco Wim Wenders (1987).

Molto apprezzato anche per le sue brillanti performance in commedie o in film, come Invito a cena con delitto (1976).

Nel 2007 fa una breve apparizione nel film Next con Nicolas Cage (uscito in Italia nel 2008).

La malattia
Nel 2008 gli viene diagnosticato il morbo di Alzheimer[1]. La figlia adottiva Catherine ne ha chiesto e dapprima ottenuto la tutela legale, scontrandosi con la prima moglie Shera alla quale l'attore, prima che le sue condizioni di salute degradassero, aveva dato mandato di gestire la sua salute e i suoi affari[2], salvo perderlo recentemente a favore della seconda moglie, con una successiva sentenza[3].

Doppiatori abituali
Nella serie Colombo l'abituale doppiatore fu Giampiero Albertini, dopo la sua morte fu sostituito nella IX° stagione da Antonio Guidi, in un solo episodio (Riscatto per un uomo morto) fu doppiato anche da Ferruccio Amendola, per una versione cinematografica dell'episodio. Al cinema si ricordano fra le altre, Il tassista scatenato di Questo pazzo pazzo pazzo pazzo mondo e il Carmelo de La grande corsa entrambi con la voce di Oreste Lionello.

Curiosità
Harry Cohn della Columbia Pictures rifiutò Falk durante un casting, dicendogli: «Per gli stessi soldi posso avere un attore con due occhi».
Appare alla fine del video musicale di Ghostbusters di Ray Parker Jr..
Nonostante spesso abbia interpretato personaggi italo-americani, l'attore non ha origini italiane: la madre era russa e il padre di origine ungherese, polacca e boema [4].
L'ormai noto impermeabile che indossa il Tenente Colombo è stato acquistato dallo stesso Falk a New York nel 1968, prima di girare l'episodio "pilota", Prescrizione: assassinio.

Filmografia parziale
Cinema
Il paradiso dei barbari - (Wind Across the Everglades) (1958)
Sparate a vista - (Pretty Boy Floyd) (1960)
Sindacato assassini - (Murder, Inc.) (1960)
Il mistero dello scoglio rosso - (The Secret of the Purple Reef) (1960)
Angeli con la pistola - (Pocketful of Miracles) (1961)
La scuola dell'odio - (Pressure Point) (1962)
Il balcone - (The Balcony) (1963)
Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo, mondo - (It's a Mad Mad Mad Mad World) (1963)
I 4 di Chicago - (Robin and the 7 Hoods) (1964)
Italiani brava gente (1964)
La grande corsa - (The Great Race) (1965)
Too Many Thieves (1966)
Penelope, la magnifica ladra - (Penelope) (1966)
Luv vuol dire amore? - (Luv) (1967)
Lo sbarco di Anzio - (Anzio) (1968)
Gli intoccabili (1968)
Ardenne '44, un inferno - (Castle Keep) (1969)
Rosolino Paternò soldato (1970)
Mariti - (Husbands) (1970)
Una moglie - (A Woman Under the Influence) (1974)
Invito a cena con delitto - (Murder by Death) (1976)
Mikey e Nicky - (Mikey and Nicky) (1976)
La sera della prima - (Opening Night) (1977)
A proposito di omicidi... - (The Cheap Detective) (1978)
Pollice da scasso - (The Brink's Job) (1978)
Una strana coppia di suoceri - (The In-Laws) (1979)
The Great Muppet Caper (1981)
California Dolls - (...All the Marbles) (1981)
Il grande imbroglio - (Big Trouble) (1986)
Il cielo sopra Berlino - (Der Himmel über Berlin) (1987)
Un'idea geniale - (Happy New Year) (1987)
La storia fantastica - (The Princess Bride) (1987) 1987
Il segreto della piramide d'oro - (Vibes) (1988) 1988
Cookie - (Cookie) (1989)
Due donne e un assassino - (In the Spirit) (1990)
Zia Julia e la telenovela - (Tune in Tomorrow...) (1990)
Così lontano, così vicino! - (In Weiter Ferne so Nah) (1993)
Cops n Roberts (1995)
Un adorabile testardo - (Roommates) (1995)
Una scommessa di troppo - (Vig) (1998)
Lakeboat (2000)
Enemies of Laughter (2000)
Made - Due imbroglioni a New York (2001)
Corky Romano - Agente di seconda mano - (Corky Romano) (2001)
3 Days of Rain (2002)
Undisputed - (Undisputed) (2002)
Shark Tale (2004) (doppiatore)
Checking Out (2005)
The Thing About My Folks (2005)
Next (2007)
American Cowslip (2009)
Televisione
Gli intoccabili - (The Untouchables) (1960-1961) - serie televisiva
Cry Vengeance! (1961)
The Million Dollar Incident (1961)
Alfred Hitchcock Presenta - (Alfred Hitchcock Presents), episodio Gratitude (1961) - serie televisiva
Ai confini della realtà - (The Twilight Zone) (1961) episodio Lo specchio - serie televisiva
L'ora di Hitchcock - (The Alfred Hitchcock Hour) (1962) episodio Pioggia indiscreta - serie televisiva
Il dottor Kildare - (Dr. Kildare) episodio The Balance and the Crucible (1963) - serie televisiva
Brigadoon (1966)
Prescrizione Omicidio - (Prescription: Murder) (1968)
A Hatful of Rain (1968)
A Step Out of Line (1971)
Riscatto per un uomo morto - (Ransom for a Dead Man) (1971)
Quando passi da queste parti... - (Griffin and Phoenix: A Love Story) (1976)
The Dean Martin Celebrity Roast: Frank Sinatra (1977)
I ragazzi irresistibili - (The Sunshine Boys) (1995)
Pronto - (Pronto) (1997)
From Where I Sit (2000)
A Storm in Summer - Temporale d'estate - (A Storm in Summer) (2000)
A Town Without Christmas (2001)
Il mondo perduto (2001)
Wilder Days - (Wilder Days) (2003)
Finding John Christmas (2003)
When Angels Come to Town (2004)
Doppiatori italiani
Giampiero Albertini in: Tenente Colombo (1a voce), Invito a cena con delitto, A proposito di omicidi
Antonio Guidi in: Tenente Colombo (2a voce), Temporale d'estate, Pronto, Luci nel cuore, Corky Romano - Agente di seconda mano
Ferruccio Amendola in: Colombo (episodio Riscatto per un uomo morto), Pollice da scasso, Una strana coppia di suoceri, Radio Days, Il segreto della piramide d'oro, Una moglie, Zia Julia e la telenovela, Un adorabile testardo
Carlo Sabatini in: La storia fantastica
Oreste Rizzini in: Next
Oreste Lionello in: Angeli con la pistola, La grande corsa
Manlio De Angelis in: Mariti
Ennio Coltorti in: Giallo in casa Muppet
Michele Gammino in: Cookie
Da doppiatore è sostituito da:
Franco Chillemi in: Shark Tale

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"Scusi, ma lei ha preso la patente di guida veloce?"


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 Oggetto del messaggio: Re: L'auto del Tenente Colombo....
MessaggioInviato: lun ott 04, 2010 3:48 pm 
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Iscritto il: mer giu 07, 2006 8:04 am
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Località: Sofia, oltre la Cortina di Ferro
Fantomas72 ha scritto:
Giuro non lo sapevo che fosse una Peugeot...

sdegno totale!!! :sdentato

Mio nonno ebbe una 403, sulla quale mio padre mosse i suoi primi metri alla guida.
A me piace ma non tanto come le sua erede, ancor bellissima oggi.

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 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: lun ott 04, 2010 6:41 pm 
FANTOZZI
Paolo Villaggio

PREMESSA

Io non so scrivere in italiano. Nel parlare mi arrangio, anche perché astutamente sposto sempre la discussione su cinque argomenti già collaudati: il passaggio dal socialismo al comunismo, nuovi esempi di cinema underground americano, il secolo di Luigi XIV, magia e ipnotismo, sud-est asiatico. Non sono ancora “franato” sull'astrologia, ma una volta ho parlato per un'intera sera di Godard, ma sinceramente l'ho fatto solo quella volta, ed ero quasi ubriaco.
Nei cinque argomenti “collaudati” sono magnifico. Riesco ad intrappolare salotti romani, tavolate di ristoranti milanesi alla moda, settori interi di D.C. 9 voli AZ Roma-Milano, sulle condizioni di vita degli operai della catena di montaggio della Ducati o sulla rivoluzione culturale. Uso tecniche raffinate. Si parla di vacanze a Porto Rotondo? Beh, il passaggio alla catena di montaggio della Ducati è di una facilita irrisoria. Ecco la tecnica. Si lascia partire il più indifeso e meno importante dei presenti che si lamenta della scomodità della toilette su uno yacht tipo “ISCHIA” (queste tecniche non vanno mai usate coi potenti coi quali vi consiglio di essere vischiosi, servili e sempre d'accordo anche su posizioni “fasciste”) e poi all'improvviso gli si fa con un sorriso sarcastico la domanda: “Lei sa quanto tempo ha per andare al cesso un operaio della catena di montaggio della Ducati?”.
Questo un caso facile, ma una volta sono riuscito a portare al sud-est asiatico uno che mi stava spiegando come si fa un babà al rum. Ma non va dimenticato che io sono di una intelligenza mostruosa e di una abilità rivoltante. Però non so scrivere. Soprattutto non conosco l'uso del punto e virgola. Quando si usa? Non lo sa nessuno!
Gli italiani non sanno scrivere. Ho visto dei funzionari “tentare” delle lettere e insabbiarsi su una serie di premesse, di coordinate e subordinate dalle quali non sono più usciti.
I poveracci cominciano le lettere con dei: “A conoscenza, ed essendo ed avendo avuto notizia, nonostante che noi fottimo già da tempo dell'avviso...” qui molti strappano il foglio piangendo.
Un'esperienza poi agghiacciante e fare una semplice denuncia di smarrimento patente ad un commissariato di polizia. Si comincia con “Il sottoscritto tal dei tali” e si arriva dopo quattro ore fatalmente a “avendo stato lo scrivente quanto sopra già...” e qui si viene arrestati per oltraggio alla bandiera o per bestemmia in luogo pubblico.
Io uso lo stile dei commissariati di PS e quando l'Editore Rizzoli mi ha proposto di scrivere un “libro” su Fantozzi ero in malafede prima di accettare con entusiasmo. Poi mi hanno mandato un anticipo. Ed ecco il libro. Ma non è un libro assolutamente, e solo la raccolta delle storie di Fantozzi che ho scritto per L'Europeo, con qualche punto e virgola in più, buttato giù a caso. Scrivere non sarà mai il mio mestiere, è una cosa fatta per gioco.
Con Fantozzi ho cercato di raccontare l'avventura di chi vive in quella sezione della vita attraverso la quale tutti (tranne i figli dei potentissimi) passano o sono passati: il momento in cui si è sotto padrone. Molti ne vengono fuori con onore, molti ci sono passati a vent'anni, altri a trenta, molti ci rimangono per sempre e sono la maggior parte. Fantozzi è uno di questi.
Nel suo mondo il padrone non è più una persona fisica, ma un'astrazione kafkiana, e la società, il mondo. E di questa struttura lui ha paura sempre e comunque perché sa che è una struttura-società che non ha bisogno di lui e che non lo difenderà mai abbastanza. Questo per lo meno qui da noi. Ma questo rischia di diventare un discorso politico troppo serio per uno “scherzo” quale deve essere tutta questa faccenda del “libro” e mi fermo qui. Mi rendo anche sinistramente conto che stavo andando verso uno dei cinque argomenti “collaudati”...


Roma, luglio '71


FANTOZZI VA A PASSEGGIO
CON LA SIGNORINA SILVANI

In fondo, a Fantozzi, la signorina Silvani, che lavorava su in contabilità, piaceva abbastanza. Non era certo una bellezza, anzi a voler essere un po' severi era un “mostrino” di gamba corta all'italiana, denti da coniglietto e capelli tinti, ma certo più viva di sua moglie signora Pina, della quale lui odiava la rassegnazione nel subire il loro tragico ménage matrimoniale senza speranze, ma soprattutto più giovane.
Ecco l'idea di avere a che fare con una donna che aveva dodici anni meno di lui lo solleticava molto.
Domenica pomeriggio la invitò per una passeggiata e lei aveva accettato.
Aveva cominciato a intrigare con la Pina già da venerdì sera, dicendole che domenica pomeriggio c'era una partita che lo interessava e che ci sarebbe andato con i colleghi. Gli intrighi di questo tipo con sua moglie erano un po' inutili, perché lei avrebbe “bevuto” con occhio spento qualunque balla.
Si era comperato per l'occasione una bottiglietta di profumo dal tabaccaio sotto casa, e quando all'una e trenta di domenica salutò sua moglie, questa fiutò l'aria e disse: “Ti profumi per andare alla partita?” lui sobbalzò e tentò: “Chi? Io profumarmi? Ma cosa dici... È il dopobarba nuovo”. La signora Pina non fece commenti e sembrava una statua di sale, lui la guardò mentre scendeva la prima rampa di scale e la vide orrenda, e si sforzò di ricordare, senza riuscirvi, perché diavolo si era innamorato di quel curioso animale domestico.
L'appuntamento con la signorina Silvani era alle due sotto casa di lei. Era già pronta che l'aspettava con un abitino verde con la gonna molto corta. Aveva sbagliato il trucco dell'occhio destro e sembrava un po' strabica. Lui le aprì cavallerescamente (cosa che con sua moglie non faceva da quindici anni) la porta della macchina, la fece accomodare sul sedile e si richiuse violentemente la portiera sul pollice. Cominciò a bussare disperatamente sul vetro con la mano libera per farsi aprire, ma più bussava e più la signorina Silvani, credendo che fosse un modo affettuoso di salutarla, bussava anche lei con le nocche sorridendo. Quando lui svenne lei scese dalla macchina e aiutata da alcuni passanti lo coricò sul sedile. Dopo un'ora lui si riprese e con tono eroico disse: “Non è nulla! Dove vuole andare?”. “Alla città vecchia,” fece lei trillante “i bassifondi li trovo molto affascinanti.” Lui posteggiò la macchina vicino al quartiere malfamato e scesero. Mentre si avvicinavano all'epicentro della malavita, lui le spiegava che nulla gli faceva paura, che l'aveva ben visto lei nell'episodio di poco prima, che lui sopportava benissimo il dolore fisico e che non aveva paura di nulla. Il dito intanto era diventato un dito da “marina” e gli faceva un male da urlare.
Passarono vicino a un gruppo di giovinastri. Uno disse forte: “Che cesso quella donna con quell'imbecille!”. Tutti risero e lui sperò che la signorina Silvani non avesse sentito, anzi per precauzione alzò ancora di più la voce. “Guarda che dice a te, sai,” incalzò un altro giovinastro “e ti dice che la tua amichetta è un cesso!”. E questa volta glielo urlò quasi in faccia.
“La prego, dica qualcosa!” fece la signorina Silvani. A lui tremavano le ginocchia e aveva 680 pulsazioni al secondo. “Ripeta se ha il coraggio!” e la voce gli uscì per caso dalla gola. E quello: “Siete due cessi e tu un gran vigliacco!!”. E gli mollò un pugno tremendo sul labbro superiore che subito cominciò a sanguinare. “Badi come parla!” disse Fantozzi. E il giovinastro: “Ma io non parlo imbecille, io ti spacco la faccia!”. E gli sparò un secondo tremendo pugno sulla ferita. “Guardi che se osa alzare le mani io la...” Non finì la frase perché il giovinastro gli strappò la manica della giacca e la gettò sghignazzando al gruppo che la accolse con applausi. “Cerchiamo di parlare” disse Fantozzi con la vista annebbiata, e il giovinastro gli prese il naso con due dita e glielo cominciò a girare lentamente come una vite. “Provi a mettermi le mani addosso e le faccio vedere” disse Fantozzi con un fil di voce, e quello gli strappò tutta la parte anteriore della giacca e la buttò per terra, poi con sadica lentezza gli strappò la camicia in quattro pezzi, gli sputò in faccia, gli diede un calcio tremendo all'osso sacro e gli urlò dietro, mentre lui si allontanava: “Vai, fila prima che ti ammazzi di botte!”. Lui riprese la passeggiata con la signorina, continuando con un leggero tremito nella voce il discorso interrotto, senza commentare l'episodio.
Lui era ormai una maschera di sangue ed era quasi in mutande con dei brandelli di vestito addosso. Si accorse che aveva anche perso una scarpa e che la gente lo guardava esterrefatta. Tornarono alla macchina e lui la riaccompagnò a casa.
Erano le quattro del pomeriggio. La signora Pina gli domandò che partita aveva visto. Lui cadde in alcune contraddizioni e lei capì che non era stato allo stadio. Più tardi la sentì singhiozzare in cucina. Lui corse verso camera sua e chiuse con violenza la porta sul dito che si era maciullato in macchina. Non urlò neppure, ma pare (e questo è solo un pettegolezzo a livello portineria) che abbia pianto in silenzio con grande dignità.


FANTOZZI VA IN PALESTRA

Era dai primi di novembre che i colleghi d'ufficio avevano cominciato, incontrando Fantozzi nei corridoi, a dargli delle maligne pacche sullo stomaco: “Si mette su pancia eh!”.
Fantozzi contraeva gli addominali e, siccome gli dava un gran fastidio sentirsi mettere le mani addosso, era tentato ogni volta di reagire con un ceffone così violento tra nuca e collo del collega da scaraventarlo a pavimento.
In realtà lo esasperava quel pubblico e spietato riconoscimento di un suo possibile decadimento fisico. Poi da ogni parte cominciarono a piombargli addosso macigni del tipo: “Ma sai che sei un po' ingrassato!” e ancora: “Ma lei è molto ingrassato!”.
Lui non ci aveva fatto caso finché un giorno la Pina sua moglie non gli aveva fatto il discorso serio. “Non che tu sia molto grasso, ma sai... Anche per il lavoro, adesso leggo che quelli che vogliono fare carriera devono essere un po' più “ben conservati”.” Quello era stato il campanello d'allarme.
Lui decise allora di provvedere, ma erano i primi di dicembre e rimandò ogni progetto a dopo le feste. Le feste sono la grande moratoria, la dilazione di ogni cambiale e impegno. D'altronde l'idea di dover rinunciare alle orge di polli d'allevamento, tacchini di plastica e vini sofisticati lo metteva in uno stato di grande ansia. Ma quando si presentò al lavoro dopo l'Epifania la prima cosa che gli disse il portiere della ditta fu: “Ma guardi che lei è ingrassato in un modo spaventoso!” in ufficio poi fu tutto un coro di: “Siamo scoppiatelli!... Si invecchia eh!”. Così, consigliato dal solito Fracchia, decise per la formula “anno nuovo vita nuova” e si recò, con il timore del novizio, alla palestra “Giovani in un mese”.
Lo colpì uno strano odore di disinfettante misto a sudore e il continuo passaggio di giovani muscolatissimi: delle autentiche montagne umane. C'era un clima un po' ambiguo, dovuto alla viscida gentilezza del gestore che lo ricevette nella saia di entrata, dove era stata piazzata una scrivania. Gli disse i prezzi: dodicimila mensili, che comprendevano due ore alla settimana di pesi in palestra sotto la sorveglianza di istruttori qualificati e poi la famosa sauna finlandese.
Il vischioso titolare lo fece poi denudare in una saletta dove c'erano una bilancia e un misuratore di statura e prese nota delle sue misure: altezza 1,68, peso 81 chili, spalle 12 centimetri, torace 80, ventre 129!
“Vedrà,” disse il “misuratore” con una fastidiosa pacca sulla pancia “in quattro settimane la rimetteremo in sesto... mi dia dodicimila d'anticipo e l'aspetto lunedì prossimo alle 20!” Fantozzi versò la quota. Il lunedì successivo si presentò alla palestra.
Gli assegnarono un armadietto e subito si trovò completamente nudo in mezzo a una ventina di muscolatissimi ragazzotti sui vent'anni. Aveva le infernali scarpe da tennis della sua infanzia, mutandoni di lana sapientemente cuciti sul davanti dalla signora Pina e un maglione: non se l'era sentita di sobbarcarsi l'onere della spesa di una tuta regolare. Entrò nella palestra e l'istruttore lo mise in fila con i ragazzi. “Venti giri di corsa” ordinò e il gruppo dei ragazzi partì al galoppo sotto la sferza di un fischietto implacabile.
Al terzo giro a Fantozzi si annebbiò la vista. Al quarto sbandò leggermente, ma nessuno ci fece caso. Sentiva solo il ritmo feroce del fischietto trapanargli il cervello. Al quinto giro andò a sbattere contro la parete e lo portarono a braccia in sauna. Era una sauna di fortuna: un vecchio forno di una pizzeria (perché prima della palestra c'era un negozio che faceva pizze e il forno era rimasto) nel quale lo infilarono attraverso uno stretto sportello. Dentro c'erano altri due sciagurati nudi.
Fantozzi cominciò a respirare a fatica e le pulsazioni gli salirono a trecento al minuto. Dopo quattro minuti uno degli “infornati” cominciò a suonare il campanello che gli avevano mostrato per usarne in caso di bisogno. Poi, non ottenendo risposta, cominciò a gridare: “Aiuto!”. Gridarono allora tutti e tre disperatamente e alla fine furono salvati.
“Si sente meglio ora?” domandò il vischioso titolare della palestra a Fantozzi che veniva rianimato da alcuni giovinastri. Lo pesarono: aveva perso un etto e mezzo. Quando uscì bevve due litri di minerale ghiacciata che quasi lo stroncarono e mangiò tre chili di polenta bollente.
Quando tornò a casa la signora Pina gli chiese: “Ma cosa hai? Ti senti male?”. “Mi sono sentito poco bene in ufficio” rispose Fantozzi. Decise di perdere le dodicimila lire della palestra-pizzeria e si rassegnò a invecchiare come tutti quelli che non hanno i soldi di Agnelli.


CURA DIMAGRANTE PER FANTOZZI

Fantozzi è entrato in clinica per una cura dimagrante.
Entrò alla clinica “Le Magnolie” alle 7 del pomeriggio di un sabato. Versò subito un anticipo terrificante e lo misero in una cella. La clinica in realtà era una vecchia galera asburgica e i pazienti venivano chiusi nei loro loculi e per quanto battessero sui muri o urlassero non gli veniva portato per i 10 giorni della cura né da mangiare né da bere.
Fu svegliato in piena notte da tremendi urli e lamenti: “Assassini, datemi da bere... pietà...” Erano gli altri carcerati. Ad un tratto Fantozzi credette quasi di impazzire quando sentì distintamente un odore micidiale di spaghetti alla carbonara e risotto ai funghi, che il direttore del carcere immetteva nell'impianto dell'aria condizionata.
Sentì poi nel corridoio un cigolio: era un inserviente con una gigantesca e fumante spaghettata ai 4 formaggi. Dagli spioncini tutti i ricoverati tendevano le mani con i soldi. Pagavano e ricevevano in cambio una porzione di spaghetti. Quando l'inserviente guardò dentro il suo spioncino Fantozzi domandò: “Quanto?”. “28.000 lire la porzione” rispose. “Non ho contanti” disse Fantozzi e l'inserviente da sotto il carrello gli passò una penna con una cambiale già compilata.
Nelle prime tre notti Fantozzi firmò circa 190 mila lire di cambiali a scadenza 1 mese. Poi perse il conto di tutto: delle cambiali e dei giorni che doveva stare ancora in clinica.
Al mattino del quarto giorno, visto che non calava di peso, il megaprofessore de “Le Magnolie” lo mandò, previo pagamento di 20.000 lire per volta, a fare la sauna.
Fantozzi entrò in sauna senza sapere neppure che cosa fosse: nel suo intimo sperava che fosse un ristorante dal nome esotico. Si trovò completamente nudo in una stanzetta in legno con una temperatura sui 100 gradi. C'erano molti altri clienti, pure nudi e molto imbarazzati. Fantozzi respirava a fatica.
L'altoparlante annunciò: “I signori che vogliono lasciare la sauna e buttarsi nella piscina gelata, a destra, possono uscire!”. Fantozzi uscì con la vista annebbiata, mentre cominciava a sentire “le voci” come Giovanna d'Arco. Svoltò (invece che a destra) a sinistra e si gettò nella piscina senz'acqua. Si schiantò sul fondo maiolicato sotto gli occhi esterrefatti di due suore. Cercò di bluffare nuotando a rana sul fondo, poi gli cedettero i nervi e cominciò a piangere disperatamente.
Fu recuperato con una audace manovra da alcuni inservienti e riportato in cella, dove trovò una nota di demerito, firmata dal megaprofessore in persona, per il suo “indecoroso comportamento in piscina”. La nota concludeva che, poiché era incensurato e data la buona condotta, per questa volta la direzione de “Le Magnolie” si limitava a comminargli una forte multa: 80 mila lire. Allegata c'era una cambiale già compilata.
Quella stessa notte Fantozzi firmò una cambiale gigante e comperò la chiave della sua cella. Alle 4 e mezzo fuggì nudo attraverso i mille meandri della ex-galera. Alle 5 e I5 scavalcò un muro di cinta e sfuggì miracolosamente alle fucilate delle guardie. Lo cercarono fino alle 6 con i riflettori e i cani, ma riuscì a seminarli rimanendo immerso per più di due ore in uno stagno ghiacciato.
Alle 11 del mattino lo fermò la stradale mentre attraversava l'autostrada del Sole coprendosi con una foglia di quercia. Ora è al neurodeliri in una camicia di forza.


LA VOLTA CHE FANTOZZI ANDÒ A CAVALLO

Qualcuno di voi forse non è mai montato in sella ad un cavallo. Quel qualcuno stenterà quindi a capire tutto quello che è successo a Fantozzi. Ma, questo è un consiglio valido per tutti: se avete dei nemici, se volete ferocemente vendicarvi di qualche pericoloso rivale, consigliategli “una domenica pomeriggio a cavallo” e la sua distruzione fisica e morale sarà definitiva.
In Italia l'equitazione è uno sport per élite, e quindi Fracchia e Fantozzi ne erano del tutto esclusi per una serie di ragioni economiche.
Fracchia ha notizia che nell'entroterra c'è un tale che affitta dei cavalli ad ore. Trova l'idea così seducente che convince Fantozzi: e domenica partono tutti e due, attrezzati per una gita a cavallo.
Attrezzatura di Fracchia: stivali Iª guerra mondiale, giganteschi pantaloni alla zuava ascellari, casco coloniale, giacca blu prima comunione a doppio petto e guanti da violinista.
Attrezzatura Fantozzi: scarpe chiodate da montagna modello 1906, calze corte, calzoncini da mare scozzesi, giacca da frac a coda di rondine, elmo tedesco residuato di guerra. Guanti da violinista. (Questa attrezzatura era stata giudicata da Fracchia “un po' insufficiente”, ma non c'era di meglio al momento.)
Partirono con l'utilitaria di Fracchia e subito, su errata indicazione di un segnalatore specializzato dell'ANAS, anziché il tunnel dell'autostrada infilarono un tunnel ferroviario, facendo un frontale con l'Orient-Express che li riportò subito in centro città.
Evitarono allora prudentemente l'autostrada e arrivarono al maneggio un po' in ritardo sulla tabella di marcia, quando i cavalli erano quasi tutti fuori. Per fortuna il custode del maneggio riuscì a scovare nel fondo delle scuderie due vecchissimi esemplari equini, dei quali non ricordava l'esistenza. Vedendoli ne ricordò però subito i nomi: “Si chiamano uno Fracchia e l'altro Fantozzi!” disse l'affitta-cavalli. Ci fu un leggero smarrimento dei nostri per quel curioso caso di omonimia, ma poi faticosamente montarono in sella. Dico faticosamente perché ogni volta che infilavano il piede sinistro nelle staffe per salire i cavalli si spostavano e loro finivano a terra sullo slancio. In un momento di miracolosa immobilità dei cavalli ce la fecero: Fantozzi su Fracchia, Fracchia su Fantozzi.
Ci fu nella prima mezz'ora un po' di confusione a causa dell'omonimia, però senza gravi inconvenienti. Un po' di suspense si ebbe quando Fantozzi diede una tremenda scudisciata a Fracchia (il collega, non il cavallo). Fracchia (sempre il collega) partì al galoppo con un nitrito fra il grande stupore dei cavalli, ma poi tornò e fu molto comprensivo.
Quando i cavalli andavano al passo tutto funzionava, ma quando cominciavano a trottare era un dramma: rimbalzavano e ricadevano. rimbalzavano e ricadevano sulle selle, non riuscivano ad andare a tempo e prendevano dei contraccolpi che gli squassavano le cervella e le budella.
Nell'attraversamento di Belmonte, al semaforo si schiantò a terra senza preavviso per stanchezza il cavallo Fracchia. Fantozzi fu abilissimo nel cercare di convincerlo a continuare la gita: gli disse della sua misera situazione di impiegato, gli fece presente che il tassametro correva ugualmente. Alla fine con uno zuccherino la spuntò.
E qui nacquero le prime polemiche.
Fracchia sosteneva che gli animali andavano trattati col pugno di ferro a frustate, Fantozzi era per un metodo montessoriano tutto a base di zollette di zucchero, non senza qualche appello alla coscienza professionale dei cavalli.
Si fermarono ad una trattoria rustica e legarono i cavalli ad un olivo. Dalla finestra videro l'olivo senza i cavalli, che si erano immediatamente slegati. “Vado fuori a dargli una lezione” disse Fracchia che era il sostenitore del sistema della violenza. “No, la prego,” fece Fantozzi il montessoriano “li convincerò io con gli zuccherini, lasci fare a me.” Uscì, parlò amorosamente ai cavalli e gli offrì il solito zuccherino. Forse schifati per il troppo zucchero (ma soprattutto, penso, esasperati per tutti quei discorsi noiosissimi), i cavalli adottarono loro il sistema della violenza e Fantozzi (il cavallo) “partì” con una terrificante doppietta in natica al suo omonimo. Questo rientrò a bomba dalla finestra e planò davanti al bar dove si ordinò al volo un cognac. “Funziona?!” gli domandò Fracchia. “A meraviglia!” rispose Fantozzi, bianchissimo, pur senza riuscire a nascondere i segni dei ferri.
Rimontarono in sella e i cavalli ripresero un infernale e squassante trotto polemico. I nostri non osavano parlare, anche perché in un tentativo di: “Che bella idea questa dei cav...”, Fracchia subì un contraccolpo e si amputò la lingua.
Ballavano muti un ritmo infernale, senza poter governare le bestie. I due cavalli decisero a questo punto di organizzarsi la giornata: vollero far colazione in un posticino tranquillo, che loro solo conoscevano a un centinaio di km. di distanza. Dopo pranzo dormirono due ore, quindi via al trotto più diabolico. Essendo amanti delle cose belle vollero visitare il museo di Storia patria di Torino e imposero ai cavalieri un bagno gelato nella Beresina. Riattraversarono trottando a notte fonda, con i tassametri fumanti, Belmonte. I cavalieri urlavano invano: “Passo, andate al passo, figli di puttana!...”.
Al maneggio i due dovettero pagare la corsa e furono scaricati brutalmente. Senza salutarsi andarono a dormire.
Da terra Fantozzi, che aveva subìto uno spostamento generale degli organi interni, si tolse un rene dall'orecchio e domandò furtivamente: “È stata sua, Fracchia, l'idea della passeggiatina a cavallo?”. Non attese risposta, gli balzò sulle spalle e urlò: “Al galoppo ora!”. E lo frustò selvaggiamente, ormai convertito lui pure al sistema della violenza.


IL GIORNO CHE FANTOZZI VISITÒ LA FIERA DI MILANO

Nel mese di maggio ha luogo la famosissima Fiera Campionaria di Milano.
Giunse notizia alla società che c'era la possibilità di visitarla, a condizioni economiche favorevolissime. Decisero allora di organizzare una spedizione di impiegati.
Partenza in pullman alle cinque del mattino, quattro gradi sotto zero! Sotto una pioggia torrenziale e con qualche nevicata isolata. Si erano attrezzati tutti contro quel tempaccio: fiaschi di vino. Tutti si ripetevano: “Beva, che fa sangue!” Si levarono subito i primi tristissimi canti della montagna, e al casello dell'autostrada il pullman fu anche investito da alcune valanghe. I canti erano così belli che per il vino e per il grande impegno interpretativo e per il freddo molti avevano le lacrime agli occhi. Gli italiani quando sono in due si confidano segreti, tre fanno considerazioni filosofiche, quattro giocano a scopa, cinque a poker, sei parlano di calcio, sette fondano un partito del quale aspirano tutti segretamente alla presidenza, otto formano un coro di montagna.
Si esaurì subito il repertorio dell'arco alpino e dopo una breve carrellata di canti abruzzesi si passò a canti armeni. All'autogrill scese a prendere un caffè un branco di avvinazzati. E qui il dottor Lucidi dell'ufficio personale, che era stato assunto per una sua bellissima tesi di laurea dal titolo “L'orientamento professionale dei giovani”, perse completamente l'orientamento, causa vino, sbagliò scala e salì su di un pullman sulla corsia di ritorno: alle nove del mattino di quella domenica era già di ritorno a casa completamente distrutto e in uno stato di ubriachezza molesta, guardato con diffidenza dai vicini che cominciarono a pensarlo un debosciato perdinotte.
Il pullman venne posteggiato ai parcheggi più vicini, e cioè a trenta chilometri dal recinto della fiera. In quattro ore di marcia arrivarono ai cancelli, ed ecco l'ordine di arrivo: I° Filini 4 ore e 16', 2° Semenzi a 6', 3° Fantozzi a 12', che era stato in testa per tutta la gara ed era poi crollato clamorosamente nel finale. Furono classificati a pari merito tutti gli altri, tranne Leone e Mughini dell'ufficio sinistri, arrivati fuori tempo massimo (quando avevano già tolto il traguardo).
All'ingresso Fantozzi radunò il gruppo e disse: “Stiamo sempre uniti!”. Ed entrarono... Persero immediatamente i contatti. Fantozzi, che era entrato in testa, fu subito travolto da una nuvola di giapponesi (saranno stati un centinaio, erano tutti raggruppati in un metro quadrato. In quell'occasione Fantozzi capì che Tokio non è la città più grande del mondo, ma sono i giapponesi che sono piccoli) e portato al padiglione della scienza e della tecnica che aveva giurato che non avrebbe mai visitato.
Filini, che aveva affidato il portafoglio alla moglie, intorno a mezzogiorno fu costretto all'accattonaggio più umiliante per un tozzo di pane.
Molti approfittarono di quell'occasione per lasciare definitivamente la famiglia e fuggirono nella lontana Erzegovina.
Ogni tanto c'erano dei commoventi incontri con le famiglie, con abbracci e scene di entusiasmo, ma in due o tre minuti quei poveracci avevano nuovamente perso i contatti. Le visite ai padiglioni si facevano più che altro nella disperata ricerca della famiglia e del proprio gruppo.
Fantozzi entrò con un gruppo di agenti segreti valacchi nel padiglione dei vini. La cosa gli fu fatale, uscì dopo due ore con un gruppo aziendale di Sesto S. Giovanni: erano tutti in mutande e cantavano a pieni polmoni canti di protesta del 1848. I protestatari entrarono nell'attiguo padiglione spagnolo dove tutti comperarono delle gigantesche sciabole di Toledo. Ed è qui che il gruppo di Fantozzi si scontrò all'arma bianca con un gruppo di Pescara: fu uno scontro brevissimo e fortunatamente incruento, ma una scena terrificante.
All'uscita del padiglione dei vini c'era una mostra di scavatori grandi come dinosauri e Fantozzi, che era in uno stato di grande euforia, fu qui ritrovato dalla moglie mentre trattava l'acquisto di una gru da trecento milioni.
L'altoparlante incominciava a pregare i visitatori di andare a ritrovare nel padiglione rumeno i bambini perduti, credo fossero cinquemila, e all'interno si sentivano già i rumori degli spari delle molte esecuzioni sommarie.
Il ragionier Filini entrò in un grande padiglione in vetro dove si teneva una tavola rotonda. Certamente equivocando cercò di ordinare ai severi signori in riunione una pizza. Ci vollero due ore per spiegare a Filini la differenza che corre fra una tavola rotonda e una tavola calda. Quando Filini trovò finalmente un self-service fu subito catturato dai solerti inservienti portato nelle cucine e fatto alla livornese: Filini assomiglia tragicamente a una triglia. Fu servito quasi subito in un piatto di cellofan a un gruppo di esterrefatti colleghi. Aveva due ciuffi di prezzemolo sotto le ascelle, un limone in bocca, e gli avevano pietosamente risparmiato la carota. Alla prima forchettata alle natiche fece dei curiosi gridolini.
Fantozzi ubriaco come una bestia, entrò nella rotativa del padiglione del giornalismo e venne stampato e letto con curiosità dalla moglie.
Alla sera nessuno ritrovò il proprio pullman. Solo il venticinque per cento dei partiti fece ritorno in città a piedi sotto una pioggia battente inseguiti anche da branchi di lupi che da 150 anni non facevano la loro comparsa in quelle zone.
L'indomani tutti in ufficio: era ricomparso il sole. I megapresidenti partirono allora per la Costa Smeralda.


FANTOZZI SI OCCUPA
DI RELAZIONI PUBBLICHE

Da molto tempo la società di Fantozzi versava in gravi condizioni. Ma ultimamente una fioca speranza: forse arrivava un investimento da una potentissima società tedesca.
Le delicatissime trattative erano state portate avanti dallo stesso Direttore Generale. Era stata un'operazione lentissima durata quasi un anno, ma alla fine della quale, se le cose fossero andate a buon fine, sarebbero arrivati i soldi e con questi si salvava il pane a tutti i millecinquecento dipendenti.
Tutti gli impiegati avevano seguito atterriti la manovra. A livello Fantozzi arrivavano notizie ora confortanti, ora terribili, ma per tutti a dir il vero, anche a livello direzionale, gli ultimi tre mesi erano stati pieni di paure e di incubi notturni.
Venerdì finalmente la grande notizia: arrivava da Düsseldorf il prof. Otto Kraus-Kollman con i fondi! La vita di tutti era salva! In società si festeggiò l'evento con molti brindisi e molti avevano deciso di andare in pellegrinaggio a piedi fino alla Madonna del Monte.
Il prof. Kraus-Kollman arrivava all'aeroporto domenica mattina, c'era quindi il problema di fargli passare delle ore liete fino a lunedì mattina. Il Direttore Generale fece domandare dai suoi segretari chi poteva essere l'uomo ad hoc e che soprattutto sapesse parlare in tedesco.
L'indagine aveva dato esito negativo: nessuno o quasi. Quei pochi che parlavano altre lingue non avevano osato avanzare la loro candidatura: i rischi erano troppi. Il Direttore Generale era disperato e non sapeva più dove battere la testa, quando Fantozzi disse a Fracchia (erano le 6 di quel drammatico venerdì pomeriggio): “Ma veramente io un po' di tedesco alle commerciali l'ho studiato!”. Fracchia sobbalzò sulla sedia: “la sua grande occasione, tutti gliene saranno grati, le aumenteranno lo stipendio, lo faccia per i nostri figli...”. Fantozzi era irremovibile: non se la sentiva, anzi si fece giurare da Fracchia che non avrebbe fatto trapelare la notizia. Ma Fracchia lo tradì e lo disse al caposervizio Montorsoli. Come una folgore la notizia rimbalzò di tavolo in tavolo, di telefono in telefono fino al Direttore Generale. Questi chiamò Fantozzi e gli disse semplicemente: “Siamo nelle sue mani... vada all'aeroporto domenica mattina e ce lo porti qui sano e salvo lunedì per il consiglio”.
Fantozzi fu mandato con la macchina della società a casa a riposare e si mise in salotto con una grammatica tedesca in mano. Era terrificato, aveva freddo e ogni tanto gli girava la testa. Passò una notte tremenda. La giornata di sabato mangiò solo un brodo tiepido, ma vomitò subito. Il Direttore Generale gli telefonò a casa e lo rincuorò. Domenica mattina alle 4 era già all'aeroporto, completamente distrutto. L'aereo da Dusseldorf arrivò a mezzogiorno. La direzione gli aveva dato un foglietto con una descrizione sommaria del professore. “Nome: Otto. Tipo da tedesco” ed era tutto! Scesero dall'aereo 40 “tipi da tedeschi”. Fantozzi aspettava dietro le transenne del pubblico. Vide il gruppo minaccioso che si avvicinava. Tentò il tutto per tutto: “Otto!” gridò (era il nome più diffuso in Germania!). Su 40 venti alzarono la testa. Si affidò alla fortuna, si diresse verso l'“Otto” più vicino e gli baciò la mano e gli chiese in dialetto armeno: “Venga... professore, ho qui la macchina”. Salirono in macchina. Lo portò a casa sua, e “Otto” mangiò tre piatti di spaghetti, una bistecca, bevve mezza bottiglia di Chianti e si addormentò. Gli calarono lentamente le serrande e lo lasciarono dormire due ore. Si svegliò con una fame tremenda, e Fantozzi scese di volata dal portinaio e si fece prestare sei uova. Alle 7 di sera, Otto in perfetto italiano disse: “Beh! Me ne vado a casa... abito qui vicino, vi ringrazio tanto, mi chiamo Ottonelli”. Fantozzi non cercò neppure di ucciderlo e si scaraventò all'aeroporto. Qui c'era un “tipo da tedesco” di nome Otto che stava cercando di accoltellare i funzionari dell'Alitalia. Fantozzi vomitò alla toilette e carponi gli si avvicinò. Lo pregò di salire in macchina. Otto diede una tremenda coltellata a un barista e docilmente si avviò verso l'auto. Salirono in macchina, fecero cento metri e Fantozzi si accorse che aveva una gomma a terra. Si scusò in dialetto romagnolo e fece un tragico cambio di ruota.
Il prof. Kraus-Kollman rimaneva seduto in macchina e pesava una novantina di chili. Fantozzi si sporcò anche le orecchie di grasso, si squarciò la giacca nuova e si portò via quasi un occhio con la chiave avvitabulloni. Partì dimenticandosi la ruota cambiata e gli attrezzi, partì ma non osò tornare indietro.
Disse a Otto in sloveno: “Vuole visitare la città?”. Il prof. Otto Kraus-Kollman fece di sì con la testa. Girarono per tre ore senza che il prof. Otto Kraus-Kollman dicesse una parola né desse un segno di approvazione o disapprovazione. Passarono vicino alla stazione di monta taurina. “Cosa è questo?” domandò il professore in tedesco. Fantozzi capì: “Voglio vedere questo!”. Scesero ed entrarono. Subito all'ingresso il prof. Kraus-Kollman si chinò fino a terra per decifrare una oscura iscrizione nel pavimento finemente mosaicato. In quel preciso istante Gorgo, il più grosso toro colà ospitato si faceva sulla porta e certamente equivocando usava al professore lunga quanto atroce pubblica violenza.
Risalirono in macchina e Fantozzi si accorse che il prof. Otto Kraus-Kollman era disorientato. Passarono vicino al tendone del Gran Circo Tonbai. “Ridere? Vuole ridere?” propose Fantozzi. Il prof. Kraus-Kollman fece di sì con la testa ed entrarono. Erano vicini alla pista, e al professore cadde il fazzoletto: si chinò fino a terra per raccoglierlo. In quel preciso istante Urus, il più grande rinoceronte del circo, da 12 anni in astinenza, partiva dalle lontane scuderie.
Il prof. Kraus-Kollman partì con l'aereo della sera per Düsseldorf, non senza aver prima accoltellato un tassista. Fantozzi non osò neppure telefonare in ufficio, e dopo due settimane lo trovarono sulle colline che predicava e aveva allineato sull'erba dei pani e dei pesci e prometteva ad una folla inesistente che li avrebbe moltiplicati.


FANTOZZI PORTA LA FIGLIA
AL CONCORSO

Domenica pomeriggio Fantozzi ha accompagnato sua figlia Mariangela a un concorso di bellezza.
In fondo lui non ce la voleva portare e anche la signora Pina era contraria: la bimba era troppo piccola (11 anni appena) e loro in linea di massima avevano sempre disapprovato le gare di quel tipo, ma le molte insistenze dei colleghi d'ufficio e quella sua maledetta incapacità a dire di no alla gente l'avevano travolto. Era successo questo: la direzione del personale della sua società aveva bandito il concorso “Bimbi belli”, al primo classificato si offriva un soggiorno di una settimana in un albergo di 3ª categoria a San Martino di Castrozza accompagnato da uno dei genitori, al secondo una bicicletta Graziella e al terzo l'abbonamento per il 1971 a Famiglia Cristiana. Il primo premio faceva gola a molti, e i colleghi gli descrissero le meraviglie di San Martino di Castrozza col sole.
Ora Mariangela era un po' piccolina per la sua età, aveva gli occhi molto sporgenti, i dentini da roditore e un gran naso. Era decisamente una gran brutta bambina dal colorito giallastro, ma per Fantozzi e la Pina era l'unica figlia, tutta la loro vita e la più bella creatura del mondo.
Si prepararono al concorso con molta cura. La signora Pina non voleva affrontare la spesa di un abito nuovo, ma lui stravedeva per la bimba e andarono tutti e tre alla Rinascente sabato pomeriggio.
“Abiti per bambini, per favore” chiese lui timidamente all'ingresso. “Primo piano” rispose imperiosamente la ragazza delle informazioni. “Prenda la scala mobile!” Presero la scala mobile in discesa e arrancarono per quasi mezz'ora. Poi, visto che la bimba era in difficoltà e stava per tornare a piano terra, lui se la prese sulle spalle e con uno sforzo tremendo attaccò una disperata volata in salita. La signora Pina intanto aveva ceduto di schianto ed era ritornata alla partenza. Una gran folla di curiosi intanto si era radunata ai piedi della scala per assistere allo spettacolo. Si sentirono già i primi risolini quando lui inciampò. Fece appena in tempo a buttare Mariangela al primo piano e tornò giù lentamente, a pelle di leone. La signora Pina, senza fare commenti, lo aiutò a rialzarsi. Lui rimase aggrappato a una colonna, col cuore che gli si spezzava, a riprendere fiato. Quando si riprese, salirono con la scala giusta al primo piano. Si era persa la bimba tra la folla! La fecero chiamare con l'altoparlante e alla fine la trovarono che piangeva in un cesto di rifiuti.
Il commesso del reparto confezioni per bambini li accolse con tono vischioso e chiese subito: “È per questa bella bimba l'abito? Quanto ha questo tesoro, tre anni?”. “Undici” rispose Fantozzi con lo sguardo duro. “Ah, ah” rise il commesso, e fece alla bimba un buffetto sulla guancia con le mani sudate. Per la scelta del vestito litigarono un po'. La signora Pina voleva un vestito classico color vino, lui era per un genere beat, anticonformista. Vinse lui e comperarono a Mariangela un completino da marinaretto col fischietto e cordoncino.
Domenica mattina lui la portò dalla parrucchiera sotto casa, e mentre le “cotonavano” i capelli, lui rimase in un angolo a guardare, incuriosito.
Nel pomeriggio si recarono al teatro “Frescobaldi” per il concorso. C'erano già un 300 bambini e una gran confusione di genitori e di organizzatori. Un altoparlante pregò i genitori di scendere in platea e lasciare i bimbi soli. A Mariangela appuntarono sul braccio un cartoncino col numero 100.
Lui tra la calca si sbracciava per farsi vedere, ma la bimba era accecata dai riflettori e molto intimidita. “Tieni su la testa, Mariangela!” urlava lui da fondo sala, ma veniva zittito dagli altri genitori. I bambini venivano fatti sfilare davanti al tavolo della commissione e raggruppati in un altro lato del palco.
Erano arrivati al numero 95, quando dal fondo della sala entrò un gruppo di “ricchi”. Andavano tutti nella villa in campagna di loro amici a passare la domenica pomeriggio. Una delle signore, bionda e molto bella ed elegante, aveva avuto l'idea di entrare per “farsi due risate”. Era stata attirata dal cartellone “Bimbi belli”.
“Ecco” disse Fantozzi alla moglie “ancora un numero e poi c'è Mariangela!” E gli sudavano le mani dall'emozione. Alle sue spalle si era assestato il gruppetto dei “ricchi” (quelli che hanno solo figli biondi, molto belli e tutti uguali come i figli di Paola di Liegi). “Mariangela Fantozzi!” chiamò l'altoparlante “il numero cento!” A Fantozzi balzò il cuore in gola. “Numero cento, come cesso!” urlacchiò il più “povero” dei “ricchi”, che appunto per questo doveva essere il più cattivo e il più spiritoso. Il teatro scoppiò in una fragorosa risata. Mariangela si fermò a metà palcoscenico. Da un palco gridarono: “Ma quella non e una bambina, è una scimmia!”. Le risate e i clamori si fecero assordanti. “Signori, per favore, silenzio!” pregò l'altoparlante.
Nel silenzio tremendo Fantozzi ora fendeva la folla con decisione. Salì sul palco, prese sua figlia per mano e la portò lentamente verso l'uscita. Si era formato un corridoio di gente che lo guardava con grande rispetto. Stava per scomparire dietro le porte di velluto e tutti allora applaudirono.
Quando salì in macchina non si accorse neppure che gli avevano “rigato” il parafango appena riverniciato.
Fuori c'era ancora un po' di sole, che si posò sui capelli color topo e lui la vide bellissima.


FANTOZZI CHIEDE
L'INDENNITÀ DI VOLO

Fantozzi una mattina in ufficio si accorse che sapeva volare.
Erano circa le 11 e faceva un gran caldo, aveva deciso di rimandare tutto il lavoro al pomeriggio e se ne stava lì con una pratica “fantoccio” aperta davanti agli occhi. Stava pensando a quello che poteva fare sua figlia a scuola: la pensò tutta impegnata in un faticoso dettato, con le mani sporche di penna biro, la testina china sul quaderno e un pezzetto di lingua fuori. Si sentì un po' intenerito e si buttò all'indietro sbadigliando. Aprì le braccia e si stirò languidamente, finì lo sbadiglio con un mugolio e lo accompagnò con un battito delle braccia, quasi come fossero le ali di un gabbiano, e con sua grande meraviglia si sentì sollevare dalla sedia. Rimase immobile senza crederci. Poi ci riprovò, ed ecco che sentì come una forza misteriosa che lo faceva quasi galleggiare sopra la scrivania. Gli cominciò a battere il cuore, si toccò il polso, ma non era spaventato, solo molto, tremendamente stupefatto. Nella stanza non c'erano i suoi due colleghi di lavoro: erano alla toilette a leggere la pagina sportiva, e lui era di guardia. Sporse la testa in corridoio: nessuno. Rientrò, si mise al centro della stanza, e questa volta agitò con forza le braccia. Si sollevò leggermente a un metro da terra, rimanendo immobile, poi si accorse che con una piccola sforbiciata delle gambe poteva virare lentamente. Diede un colpetto più deciso con le mani e fece, aiutandosi anche con le gambe, un giro intorno al lampadario. Diminuì il battito delle braccia e andò a sedersi dolcemente sulla scrivania di Fracchia. Respirava a fatica. Rientrarono i suoi compagni di stanza.
La campana delle 12,30 suonò prima del solito e Fantozzi nella pausa di colazione andò a casa. Sua moglie era dalla suocera con la bambina. Volò dalla cucina al bagno, dal bagno alla stanza da pranzo per quasi un'ora, alla fine si diresse velocemente verso la stanza da letto, si fermò di colpo e si lasciò cadere a corpo morto sul letto.
Decise di andare in ufficio volando di tetto in tetto a piccoli balzi. Entrò dalla finestra della stanza del quinto piano. Quando Fracchia e Filini, alle 14,30, entrarono gli chiesero: “Già qui, ma a che ora ha timbrato?”. Si era dimenticato di timbrare il cartellino e corse giù al quarto piano e marcò “rosso”.
Cominciò allora per Fantozzi una nuova vita. Andava in ufficio regolarmente con la sua utilitaria, timbrava e aspettava. Aspettava le ore morte del mattino, verso le 11. I colleghi erano di “riposo” e lui solo nella stanza: apriva la finestra e spiccava il volo.
Per la prima settimana faceva dei piccoli svolazzi sui tetti. Una volta arrivò addirittura alla campana della cattedrale e si stupì molto nel vedere tutti quei nidi di rondine nella cella campanaria.
Poi prese coraggio e cominciò ad avventurarsi sul mare, illuminato dal sole, a volo radente. Una volta si riposò sull'albero di un grande transatlantico in rotta per chissà dove: l'Australia, l'Atlantide forse.
Ritornava nella sua stanza verso mezzogiorno. Aveva scoperto un passaggio dai tetti, un vecchio archivio, dove nessuno lo avrebbe potuto vedere. Alle 12,30 timbrava e tornava a casa in macchina.
Nel pomeriggio volava sempre in collina e la cosa che lo esaltava di più era buttarsi giù in picchiata e sfiorare le piante di menta di cui sentiva il profumo. Una sera, tornando in ufficio quando il sole era tramontato, si sentì molto felice.
Una volta fece tardi e rientrò direttamente dalla finestra della sua stanza. Fracchia rimase a bocca aperta. “Ero sul cornicione a... prendere un po' di sole” tentò Fantozzi. “Ma quale cornicione?” domandò Fracchia, che ben sapeva che non c'era alcun cornicione. “Ma lei sa volare!” incalzò Fracchia, e lui dovette confessare.
La notizia rimase circoscritta al suo ufficio, e i colleghi cominciarono a usarlo per piccoli servizi. Qualcuno lo mandava a fare il bollo della macchina, chi a imbucare una raccomandata. Poi cominciarono a usarlo per commissioni esterne della ditta. Era diventato per il suo capufficio un uomo prezioso. La cosa durò un po' di tempo, poi un giorno Fracchia gli chiese: “Ma lei perché non chiede l'indennità di volo? Ne ha diritto, sa?”. Lui allora fece domanda scritta su apposito modulo al capo del personale. Questi rimase stupito, e non osando assumersi alcuna responsabilità domandò consiglio al direttore centrale che si consigliò col Megapresidente.
Il Megapresidente volle subito sapere il nome di questo impiegato che sapeva volare e pensando già dì farne il suo segretario lo volle mettere alla prova.
La “prova” gliela fissarono un venerdì mattino pieno di sole. Gli avevano preparato davanti ai parcheggi delle macchine una piccola pedana di legno di due metri, da dove si doveva buttare. Lui era già pronto alle 8,30 con l'abito blu e una cravatta nuova verde a pallini bianchi.
Alle 11 arrivarono tutti i dirigenti con il Megapresidente e presero posto su delle sedie affittate in una chiesa vicina.
Fantozzi aveva le mani sudate e il cuore gli batteva molto forte. Il Megapresidente fece un gesto imperioso con la mano. Lui attese un attimo e poi si buttò.
Si ruppe la tibia destra. Lo portarono all'ospedale. Il capo del personale lo andò a trovare e gli disse che il presidente era molto seccato per quella farsa, ma che comunque, visto che aveva una figlia, non lo avrebbe licenziato.
Tornò in ufficio appoggiandosi a un bastone e chiese di parlare con il suo direttore. Lo pregò di domandare a Fracchia, a Filini e a tutti i colleghi che lo avevano visto volare e si erano anche serviti di lui se lo consideravano un ciarlatano e lo pregò dì assicurare al Megapresidente che non si trattava di una montatura. Ma con suo grande stupore seppe che tutti, interrogati in merito, avevano già giurato di non averlo mai visto in volo, anzi seppe che qualcuno aveva fatto anche dei commenti negativi sulla sua poca serietà professionale.
Fracchia lo consigliò di farsi vedere da uno psichiatra. Il medico gli spiegò che il fatto era dovuto a superlavoro e gli prescrisse delle pillole. Passò un po' di tempo, e lui stesso cominciò a pensare che tutto fosse frutto della sua immaginazione.
Una mattina, verso le 11, quando tutti erano a “leggere”, si mise al centro della stanza, agitò le braccia e si sollevò, anche se aveva la gamba ingessata.
Tornò al suo posto sorridendo e non disse mai più nulla a nessuno.


LA VOLTA CHE FANTOZZI
GIOCÒ A BOCCE

Domenica è stata una giornata infernale con pioggia a dirotto fino a sera, ma la scampagnata con il direttore dell'ufficio acquisti, conte dottor Mughini, era stata programmata da tempo.
L'appuntamento era alle 4 del mattino sotto la casa del conte. Fantozzi alle 3 e venti era già in attesa, stravolto dal sonno. Non aveva dormito per paura di non svegliarsi e aveva due borse sotto agli occhi che gli arrivavano fino alla vita. Il conte si presentò a mezzogiorno in punto: “Mi scusi, mi ero assopito”. Partirono; volle guidare il conte. Dopo tre ore tremende di macchina lungo una strada tutta a curve, nella quale Fantozzi vomitò anche il polmone sinistro, arrivarono alla “Trattoria del cacciatore”: un posto tragico, su una curva pericolosissima, con continuo passaggio di macchine lanciate a folle velocità. Ogni 26 minuti un'utilitaria usciva di strada: ed entrando dalle cucine raggiungeva la sala ristorante e falciava il novanta per cento degli avventori. Ma c'era una tale ressa, in piedi ad aspettare, che gli investiti venivano subito rimpiazzati da nuovi clienti. Fantozzi e il conte aspettarono ventitré minuti esatti. Poi, dopo il dodicesimo incidente, presero posto. Era finito tutto e mangiarono solo una squallida spaghettata al burro.
“Venga,” il direttore si alzò dandogli una tremenda manata sulle spalle, che gli fece ingoiare l'ultima capsula d'oro, “andiamo a farci la partita di bocce.”
Fantozzi non aveva osato dirlo al conte Mughini, ma non aveva mai preso una boccia in mano in vita sua. Quando venne il suo turno si fece un grande silenzio nella valle, le tribune si riempirono di spettatori. “Venga adagio qui sul pallino!” gli ordinò il conte. Fantozzi giocò così debolmente che la boccia fece solo due giri e si fermò a dieci centimetri dalla linea di partenza.
Fantozzi era nervoso e gli sudavano le mani. “Cosa fa, dorme?” gli urlò il conte facendolo sobbalzare. “Tocca a lei, sa, giochi le sue bocce!” Questa volta Fantozzi giocò con grande violenza e colpì netto una tibia di un giocatore, che lasciò la partita ululando. Per farsi coraggio, tracannò una bicchierata di vino che lo travolse, e partì. Veniva giù dalle colline in un silenzio orrendo. Quando fu a un chilometro dal campo inciampò in un arbusto, e fece un volo di dodici metri in un cespuglio spinato. Si distrusse completamente l'abito della domenica (era una pesantissima “grisaglia” che nei suoi piani gli doveva durare quindici anni). Lacero e sanguinante si alzò, il vino stava facendo il suo effetto. Entrò ansimando e con la vista annebbiata in campo e da quattro metri sparò una cannonata terrificante: la pesantissima boccia di metallo di 42 chili centrò in piena nuca il suo direttore, che aveva accostato alle labbra in quel momento un bicchiere di vino ristoratore.
Fantozzi non si fermò neppure a chiedere scusa ma si diede alla macchia sulle montagne. Cominciò allora una delle più feroci cacce all'uomo degli ultimi centovent'anni. Parteciparono alla ricerca cani-poliziotto e feroci molossi napoletani, mescolati ai quali c'erano moltissimi impiegati ruffiani che si erano offerti come cani da riporto per segnalarsi presso la direzione sperando in un aumento. Dopo tre giorni e tre notti di drammatica caccia tra gli acquitrini, Fantozzi fu circondato da un gruppo di colleghi abbaianti, tenuti al guinzaglio da alcuni feroci dirigenti. Ora si trova nel canile municipale di Montezemolo in attesa di processo. I molossi napoletani lo guardano con disprezzo.


FANTOZZI VA ALLA FESTA
DELLA CONTESSA

La contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare ha inaugurato la sua nuova casa di via Fleming, giovedì sera.
Aveva così evitato la banalità di un party al sabato. Anche cosi la contessa aveva saputo distinguersi, dando, se era ancora necessario, un'altra prova di essere una delle più degne rappresentanti del jet-set della sua città.
Anche Fantozzi fu invitato alla serata. La contessa aveva una fortissima partecipazione azionaria nella ditta per la quale lui lavorava e con ambiguo spirito democratico invitava sempre molti dipendenti di basso grado per stupirli con il lusso di questi grossi avvenimenti mondani.
Ci saranno stati circa 300 invitati: esponenti del mondo dell'industria, del teatro, del cinema, della televisione, giocatori di calcio e belle donne. Fantozzi si presentò in un tragico tre bottoni blu scuro di lana pesantissimo. Aveva bevuto sconsideratamente in apertura di serata tre cocktail che poi si rivelarono tre pozioni per aumentare la temperatura corporea. Sudava come una bestia e non riusciva a stringere la mano di un invitato senza che questa gli schizzasse via come una trota.
Quando fu pronta la cena in piedi, la casa venne invasa da camerieri avventizi di ogni taglia che servivano un risotto fumante e riempivano bicchieri di vino con viscidi sorrisi. C'era una tavola imbandita in maniera teatrale, che rivelava la megalomania di fondo della contessa: frutti di ananas interi, un pavone e una porchetta arrosto e un grosso dentice bollito, con limone in bocca, che somigliava incredibilmente alla padrona di casa.
Tutti gli invitati mangiucchiarono un po' di risotto distrattamente, non degnarono di un'occhiata la tavola imbandita: ma, divisi in piccoli gruppi, parlavano con aria divertita e distaccata di libri, vacanze e amori. Fantozzi invece non rifiutò mai il vino che gli offrivano i vischiosi avventizi, mangiò due piatti di risotto, un cosciotto di porchetta, una trancia di dentice, insalata e frutta. Aveva una fetta di arrosto sulla camicia ed un'antenna di aragosta tra i capelli: ed era, naturalmente, ubriaco.
Cominciò poi una discussione tra giovani sulla contestazione studentesca e l'intervento americano in Vietnam. Fantozzi credeva di essere nel covo della reazione: ma con suo grande stupore si accorse che più quei gran signori erano bardati con orologi Cartier e brillanti (con uno solo dei quali lui avrebbe vissuto senza patemi il resto dei suoi giorni) più erano su posizioni maoiste. La maggior parte, giudicò Fantozzi, era a sinistra del partito comunista cinese.
Si avvicinò al tavolo della porchetta per bere, completamente disorientato, alzò il bicchiere all'indirizzo del severissimo e vecchio maître in giacca nera e gridò: “Viva Mao!”.
Il maître lo guardò con tale disprezzo da incenerirlo. “Ma lei come la pensa?” domandò allora Fantozzi che era nel pallone più completo. “Liberale” rispose il servo con fierezza. “Sono in lista nel partito liberale! Perché, se cambiano le cose qui, mi dice lei come faccio a vivere?” Fantozzi uscì un attimo sul poggiolo a prendere un po' d'aria. Quando rientrò non c'era più nessuno, erano usciti tutti improvvisamente: andavano a cena in ristoranti costosissimi.
Era uscita anche la padrona di casa e gli avventizi stavano sbranando la porchetta. Fantozzi si preparò due panini con l'arrosto, da portare a casa a sua moglie, bevve un ultimo bicchiere di vino e scese in strada senza salutare nessuno. l'indomani mattina lui “timbrava” alle 8: pensando a quei giovani sovversivi che si sarebbero svegliati a mezzogiorno, gli si confondevano le idee.


FANTOZZI E FRACCHIA
AL BALLO MASCHERATO

Il capufficio conte Gavazzeni, prima di estendere a Fantozzi e Fracchia, l'invito al gran ballo in maschera della contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare, li fece soffrire dolorosamente fino all'ultima ora: poi improvvisamente li invitò entrambi.
Era il conte un uomo maligno, non brutto, però con le mani sempre sudaticce e grande mangiatore di gelati anche in pieno inverno, ma soprattutto bugiardissimo, la qual cosa molto disorientava i suoi subalterni che lo odiavano decisamente.
“E ricordate” disse il Gavazzeni “che la festa è fissata per sabato alle ventuno precise nella villa in collina della contessa.” Per Fantozzi l'emozione fu sconvolgente. Per tutto il giorno in cui gli fu comunicato l'invito non riuscì a concentrarsi nel lavoro. Andrò al ballo della contessa! Andrò al ballo della contessa! pensava, e per tutta la giornata non combinò un accidente. Fracchia di fronte a lui, da tre ore immobile, con lo sguardo vetrizzato forse era già al ballo mascherato perché lo portarono via rigido le donne delle pulizie. Tutto questo accadde giovedì: la festa sabato. Il tema era “la pittura preraffaellita inglese dell'800”.
Sull'argomento i due non si consultarono neppure, ma quando la signora Pina domandò a Fantozzi consiglio lui prima domandò tempo, poi si dichiarò disperato. Telefonarono a Fracchia in casa del quale stavano consultando una vecchia enciclopedia per ragazzi, ma con scarsi risultati. Chiedere direttamente al conte Gavazzeni? Era troppo bugiardo e diffidavano. Fantozzi domandò allora lumi ad un rappresentante di vernici col quale aveva avuto degli sporadici incontri al bar e questi li fece orientare sulla pittura fosforescente.“Roba da fantascienza” disse Fantozzi riattaccando la cornetta del telefono. “Ci vestiremo da astronauti, però, con delle vernici speciali.”
L'ingresso alla festa delle due coppie fu allucinante. La gente non rideva neppure perché capiva che non era uno scherzo, ma una tragedia dovuta alla mancanza della Treccani in casa di Fracchia.
Gli astronauti avanzarono fra due ali di nobildonne e baronetti inglesi vittoriani, il colpo d'occhio era stupendo sembrava di essere alla Esposizione universale di Londra del 1851 organizzata dal principe Alberto a Crystal Palace.
Per colmo di jella quando a Fantozzi stavano per presentare la contessa Serbelloni che era per forza anche zia del megapresidente, la signora Pina in un moto di giovanile entusiasmo gli sparò una manciata di coriandoli. Lui stava proprio sbadigliando per darsi un tono distaccato e quando cercò di parlare con la contessa era già cianotico e respirava a fatica con un fischio. I balli erano d'epoca. Nessuno faceva ballare le astronaute, ma Fracchia prese una iniziativa eroica: invitò la moglie di un grande avvocato che indossava uno stupendo e costosissimo costume confezionato per l'occasione. l'orchestra attaccò subito uno sfrenato galop. Quando la dama secondo le regole si fermò di colpo con la musica per rifare la sala in senso inverso, Fracchia preso in contropiede volò in strada dalla finestra aperta accompagnato dall'urlo dell'intera sala. Poi si fece un grande silenzio di quattro minuti esatti, nei quali Fracchia rientrò dalla porta principale col morale un po' a terra. Pensò di invitare un'altra dama, ma gli rifiutarono tutti i balli. Fantozzi come sempre si ubriacò e cominciò a trovare la gente molto simpatica e dimenticò anche il suo costume da astronauta. Sul finire della festa segnalò a Fracchia due dame velate che ammiccavano e occhieggiavano da un po' di tempo.
Intrigarono per rispedire le astronaute a casa in taxi, poi rimasti soli cominciarono a ballare con le dame misteriose dei “lenti”. l'orchestra aveva abbandonato i balli d'epoca e le luci erano state abbassate da una sapiente regia. Ballarono stretti e voluttuosi per una mezz'ora, alle tre in punto improvvisamente le dame velate fuggirono con dei curiosi gridolini nell'oscurità del parco. E i due dietro. Le raggiunsero vicino a degli oleandri e qui Fantozzi cercò di baciare la sua dama. Le strappò il velo e si trovò faccia a faccia con il rag. Fonelli dell'ufficio legale che aveva fama di noto omosessuale. Da dietro un cipresso Fracchia uscì con un velo in mano, era pallidissimo: aveva baciato un giovane artificiere del genio, l'amico notorio del rag. Fonelli.
Lunedì in ufficio ai colleghi che domandavano se avevano fatto conquiste alla festa, i due rispondevano molto evasivamente.


FANTOZZI VA DAL SARTO
IN TRANSILVANIA

Su consiglio del rag. Fonelli, Fantozzi decise di trascorrere i quattro giorni di ferie che gli restavano dall'anno scorso vicino al Passo Nero in Transilvania.
Era questo un paese aspro e inospitale, ricoperto di fitti e scuri boschi di abeti e pini candelabri, in una regione ricca di argentee cascate che le notti di luna illuminavano tetramente. Una sera Fantozzi decise di lasciare l'albergo “Postarich” (Hotel della Posta) dove alloggiava, in una linda stanzetta tutta in legno con stufa di ceramica e catinella e brocca per l'acqua, per incontrare al di là del Passo Nero un suo vecchio compagno di scuola, certo Folchignoni, un italo-bulgaro che faceva l'avvocato civilista nella cittadina di Pec oltre i monti Tenìbres.
Viaggiò tutta notte e arrivò a Pec, una tipica cittadina valacca, alle 10 del mattino. Folchignoni lo accolse sulla soglia di casa con un caldo abbraccio: “Vieni,” disse “accompagnami fin dal mio sarto, devo fare una prova”. Fantozzi l'accompagnò di buon grado, ma durante il tragitto in carrozza si accorse che l'amico appariva nervoso e spaventato. Il Folchignoni gli spiegò brevemente che il sarto si chiamava Gólam ed era potente e crudele: lui purtroppo era costretto ad andarci anche se era pieno di vestiti e mantelli di ogni tipo. Per Fantozzi era una situazione poco chiara, ma internamente si fece beffe dei timori dell'amico.
Entrarono con la carrozza nel recinto del castello del sarto. C'era un'aria strana e fredda. Un domestico a testa bassa li portò nella grande sala prove del 3° piano.
Mai aveva veduto tante meraviglie del Rinascimento italiano radunate in una sola stanza! E poi una statua in legno nero del Bustolón raffigurante uno schiavo dalmata, specchi veneziani e cristalli di Boemia, il tutto illuminato da una curiosa luce che filtrava attraverso delle grandi vetrate di alabastro.
Rimase muto ed estatico, mentre Folchignoni teneva gli occhi bassi. D'un tratto si udì uno squillo di trombe d'argento risuonare dai piani inferiori per tutto il castello e preceduto da un applauso registrato e da quattro valletti in camicia bianca e calzoni verdi comparve Gólam il sarto. Era un uomo di straordinaria statura e vigoria fisica. Folchignoni si chinò fino a terra e gli baciò l'anello scuro di onice che quello gli porse tenendolo con due dita. Il suo amico questa volta si faceva preparare un paio di calzoni alla zuava che gli erano stati imposti dal Gólam. Durante la prova Fantozzi ammirava le grandi scaffalature sulle quali erano infilate migliaia di pezze di stoffa multicolori. Ne stava palpando una quando avvertì alle sue spalle la mole del Gólam, il quale con una voce dolcissima gli chiese: “Vuole questo vestito, vero, signor Fantozzi?”. Lui rimase esterrefatto, sia per la musicalità della voce che usciva da quella montagna umana sia perché il sarto mostrava di sapere il suo nome benché nessuno li avesse ancora presentati. Dopo un attimo di smarrimento rispose: “No, grazie... Semmai in un altro momento”. Il volto del Gólam fu attraversato da un cortese sorriso.
Quando uscirono Folchignoni gli afferrò il braccio e lo implorò: “Ti prego, fatti fare quell'abito, fallo per me!”. Fantozzi rispose un po' stupito che non aveva soldi e che non aveva bisogno di un abito. Vista però la faccia disperata dell'avvocato lo pregò di riportarlo dal sarto. L'amico lo lasciò tutto solo al portale d'ingresso del castello e si allontanò frustando i cavalli.
Ora l'atmosfera era più ostile e l'aria scura era molto fredda. Fantozzi domandò al maggiordomo che gli aprì la porta: “Il Gólam?”.
“È su in bagno.” “Aspetto” disse lui.
“No, è in bagno che sta bagnando il suo abito, ha deciso di metterlo in prova. Ricordi, signore, la prima prova è venerdì sera, al crepuscolo!“Fantozzi ritornò in città a piedi.
Era una bella sera di maggio e Pec era tutta illuminata dagli ultimi raggi di sole, era allegro e passeggiò a lungo per le strade del centro, guardando le ragazze e i mandorli in fiore. Aveva però dei cupi presentimenti.
La sera del giovedì venne un messo dal castello con una lettera perentoria del Gólam, che gli ricordava la prova dell'indomani al crepuscolo. Nella notte Fantozzi dormì poco. La giornata di venerdì la passò a leggere De consolatione philosophiae di Boezio e a bere yogurt bulgaro.
A sera, con un calesse a noleggio, si recò al castello. Quando entrò nella sala prove un incendio di cento soli al tramonto filtrava attraverso le vetrate di alabastro.
Attese senza timore, poi uno scoppio di trombe d'argento si propagò per tutto il castello fin dalle fondamenta, ed ecco, preceduto da venti valletti e da un lungo applauso registrato, il Gólam. Abbracciò Fantozzi secondo la moda balcanica e lo invitò a sedersi al suo fianco su un divano di broccato.
Un valletto portò del rosolio verde smeraldo. Il Gólam alzò il bicchiere e disse con voce dolcissima: “Al suo nuovo abito!”.
Fantozzi bevve il liquore di smeraldo e sentì una fitta dolorosa allo stomaco: era fortissimo!
Il Gólam urlò all'improvviso: “Si metta in mutande e calze!”.
Fantozzi aveva le calze bucate e arrossì violentemente quando i venti valletti in camicia bianca e pantaloni verdi vedendo i buchi risero sommessamente.
Lo portarono alla grande specchiera veneziana a quattro ante orientabili. Il Gólam batté le mani e dal fondo della sala avanzarono quattro inservienti che portavano il suo abito imbastito.
Il Gólam durante la prova era distratto. Guardava la luce del tramonto alle vetrate di alabastro e beveva liquore verde.
Fantozzi intanto “andò in nuca”.
Andare in nuca significa mettersi ad ammirare la propria nuca perché questa è l'unica occasione che avete di vederla: dal sarto!
Ad un tratto il Gólam fissò una manica di quell'abito rosso a foggia strana che gli stavano approntando e si levò una voce tremenda - non che non fosse dolce, ma perché carica di minaccia -: “Chi ha fatto quella manica?”.
“Il numero sei, Sire!” rispose un valletto.
Il Gólam fece un gesto per dire “chiamatelo qui”. Si sentì una serie di voci che scendeva dalla scala di marmo fino giù, nei profondi sotterranei del castello dove c'erano i laboratori... “Il sei... il sei... il sei... il seiiii...”
Arrivò il sei. Era vestito da lavorante, mani guantate e grembiulone di cuoio. Teneva la testa bassa. Il Gólam gli chiese con grande dolcezza: “Secondo te questa manica è ben fatta?”. Il sei scosse la testa in segno di diniego. Il Gólam fece un gesto. I valletti legarono il sei ad una specie di trapezio di avorio e si misero da parte. Fantozzi guardava incuriosito. Il Gólam avanzò con una frusta di cuoio rosso e cominciò a percuotere ferocemente il lavorante mentre tutti i valletti ridevano ritmicamente.
Il sei tornò in laboratorio umiliatissimo.
Appena la prova ricominciò il Gólam si distrasse e guardò la finestra ancora rossa per il tramonto e bevve liquore verde. A un tratto si udì la sua voce: “Chi ha fatto quel colletto?”. E un valletto: “Il sei”... Cenno del Gólam. “Il sei... il sei... il sei” e il numero sei fu richiamato dai laboratori sotterranei. Entrò e si legò da solo al trapezio di avorio e il Gólam questa volta lo frustò con urla e rincorsa.
Il sei venne riportato nei laboratori a braccia.
Il Gólam lasciò cadere la frusta e triste si mise sul divano di broccato a bere liquore verde verso il tramonto.
Un inserviente distratto, intanto, andò in nuca. Vale a dire cominciò a guardarsi la nuca nella grande specchiera. Aveva una giacca di confezione dei grandi magazzini di Pec


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MessaggioInviato: lun ott 04, 2010 7:08 pm 
La signora in giallo
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La signora in giallo

Titolo originale: Murder, She Wrote
Paese: Stati Uniti d'America
Anno: 1984-1996
Formato: serie TV
Genere: giallo, poliziesco
Stagioni: 12 + 4 film TV; (1997, 2000, 2001, 2003)
Puntate/episodi: 264
Durata: 45 min (episodio); 90 min (film TV)
Lingua originale: inglese
Caratteristiche tecniche
Aspect ratio:
Colore: colore
Audio:
Crediti
Ideatore: Peter S. Fischer, Richard Levinson, William Link
Interpreti e personaggi
Angela Lansbury: Jessica Fletcher
Tom Bosley: sceriffo Amos Tupper
William Windom: dottor Seth Hazlitt
Ron Masak: sceriffo Mort Metzger,
Michael Horton: Grady Fletcher
Richard Paul: sindaco Samuel Booth
Ruth Roman: Loretta Spiegel
Jerry Orbach: Harry McGraw
Len Cariou: Michael Hagarty
Doppiatori e personaggi
Alina Moradei: Jessica Fletcher
Leo Gavero: Seth Hazlitt (1ª voce)
Bruno Alessandro: Seth Hazlitt (2ª voce)
Mario Milita: Amos Tupper (1ª voce)
Alvise Battain: Amos Tupper (2ª voce)
Elio Pandolfi: Amos Tupper (3ª voce)
Gino Pagnani: Mort Metzger
Roberto Del Giudice: Grady Fletcher
Gino Pagnani: Samuel Booth (1ª voce)
Silvio Anselmo: Samuel Booth (2ª voce)
Gianfranco Bellini: Samuel Booth (3ª voce)
Anna Teresa Eugeni: Loretta Spiegel (1ª voce)
Marzia Ubaldi: Loretta Spiegel (2ª voce)
Michele Kalamera: Harry McGraw
Walter Maestosi: Michael Hagarty
Produttore esecutivo: Angela Lansbury - Stagioni 9, 10, 11, 12
Prima visione
Prima TV Stati Uniti d'America
Dal: 30 settembre 1984
Al: 19 maggio 1996
Rete televisiva: CBS
Prima TV in italiano (gratuita)
dal: 1º giugno 1988
al: 9 aprile 1997
rete televisiva: Rai Uno, Rai Due
Prima TV in italiano (pay TV)
dal: 18 settembre 2006
al: in corso
rete televisiva: FoxCrime
Premi
2 Golden Globe per la miglior serie drammatica 1985 e 1986
Si invita a seguire le linee guida del Progetto:Fiction TV.
(Guida alla compilazione della tabella)
La signora in giallo (titolo originale Murder, She Wrote) è una serie televisiva statunitense gialla, con Angela Lansbury nel ruolo della protagonista Jessica Fletcher. Andò in onda settimanalmente sulla CBS dal 1984 al 1996, e continuò con diversi film per la televisione, fino al 2003. In Italia è stata trasmessa su Rai Uno a partire dal 1988 in prima serata, mentre dal giugno 1989 è andato in onda nella sua fascia tradizionale, all’ora di pranzo. La serie è stata replicata con varia regolarità sul primo canale nel periodo estivo da giugno alle prime due settimane di settembre fino al 2010. Dal 13 settembre 2010 La signora in giallo viene replicata su Rai Due.
La serie fu nominata più volte nella categoria Miglior Serie Drammatica, totalizzando due premi ai Golden Globe su sei candidature, ma nessuna vittoria agli Emmy Award, nonostante due candidature.
Angela Lansbury fu nominata per un totale di dieci Golden Globe e dodici Emmy Award per la sua interpretazione ne La signora in giallo, detenendo tutt'oggi il record per il maggior numero di nomination nelle categorie Miglior attrice (Golden Globe) e Migliore serie drammatica (Emmy Award).
Dopo la conclusione della serie, nel 1996, vennero girati quattro film TV, messi in onda fra il 1997 e il 2003. La serie rivive oggi nella serie di romanzi scritti da Donald Bain e nel gioco per PC rilasciato nel 2009 dalla Legacy Interactive.
Indice [nascondi]
1 Storia
1.1 Origini
1.2 Trama
1.3 Conclusione
2 Personaggi
2.1 Cast permanente
2.2 Cast ricorrente
3 Episodi
4 Edizioni home video
5 Curiosità
6 Note
7 Collegamenti esterni
Storia [modifica]

Origini [modifica]
La signora in giallo nacque dall’idea dei produttori Richard Levinson e William Link, che, dopo il fallimento della prima stagione di Ellery Queen, decisero di riproporre l’idea dello scrittore di bestseller della letteratura gialla che nel tempo libero si dedica alla risoluzione di omicidi reali. Grazie alla collaborazione con Peter S. Fischer i due produttori decisero di modificare il protagonista, trasformandolo in una signora vedova di mezz’età residente in un piccolo borgo peschereccio del Maine.
La serie fu inizialmente pensata come la versione americana di Miss Marple, ma i possessori dei diritti del personaggio di Agatha Christie non lo permisero. Fischer, Levinson e Link decisero quindi di affidare il ruolo di Jessica Fletcher all’attrice Angela Lansbury, che nel 1980 aveva interpretato il ruolo di Miss Marple nel film Assassinio allo specchio. La puntata-pilota debuttò sulla CBS il 30 settembre 1984, prima di dodici anni di successi.
Anche il titolo originale della serie (Murder, She Wrote) trae origine dal personaggio di Miss Marple: l’adattamento cinematografico del 1961 del romanzo 4.50 da Paddington portava infatti il titolo "Murder, She Said".
Trama [modifica]
La serie si svolge raccontando la vita quotidiana di un’insegnante d'inglese in pensione, Jessica Fletcher, che, dopo essere rimasta vedova intorno ai cinquant’anni del marito Frank, diventa quasi per caso una scrittrice di successo. Nonostante la fama e la fortuna ottentute, Jessica continua a vivere una vita semplice e salutare, risiedendo nel piccolo paese di Cabot Cove, sulla costa del Maine, e coltivando le sue vecchie amicizie, che la portano spesso in giro per il mondo. La trama della serie è caratterizzata dal continuo verificarsi di assassinii ed omicidi che risvegliano l’insaziabile curiosità della protagonista, portando Jessica a risolvere i casi dalla più varia natura. Nella maggior parte degli episodi Jessica collabora con detective e sceriffi, i quali, molto spesso, intendono arrestare l’individuo più facilmente sospettabile. La polizia viene puntualmente smentita dalla Fletcher, che, intuendo l’innocenza dell’arrestato, riesce ad individuare mediante indagini, prove e astute domande l’identità del colpevole.
Il rapporto di Jessica con le forze dell’ordine varia, però, in relazione al luogo in cui avviene l’omicidio. Entrambi gli sceriffi di Cabot Cove, Amos Tupper e Mort Metzger, sono rassegnati ad avere la consulenza di Jessica durante le indagini. In altri casi detective e commissari di polizia rifiutano l’aiuto di Jessica e la sua presenza sulla scena del crimine, ma solo fino al momento in cui le deduzioni della scrittrice non li convincono a desistere. Altri ancora reagiscono in modo positivo fin dall’inizio delle indagini, spesso in quanto appassionati dei romanzi della Fletcher. Durante le varie stagioni, Jessica stringe importanti amicizie con i commissari di polizia di molte città americane, tra cui New York, e con molti uffici di polizia di Scotland Yard.
Nel 1991 David Moessinger e J. Michael Straczynski entrarono a far parte del progetto come produttori esecutivi. A loro si deve la ventata di novità che colpì la serie, in cerca di un aumento degli ascolti. Tra le varie novità, lo spostamento delle indagini di Jessica a New York e la sua nuova professione di insegnante di criminologia. La serie risalì dalla 35º posizione alla top-ten degli ascolti.
A partire dalla stagione 1991-1992, Angela Lansbury divenne produttrice esecutiva della serie, dopo che la casa di produzione controllata da ella stessa e dal marito acquistò i diritti di maggioranza de La signora in giallo dalla Universal Television. Negli anni 90 La signora in giallo divenne la più longeva serie televisiva gialla della storia.
Conclusione [modifica]
Dalla fine dell’undicesima stagione, andata in onda fra il 1994 e il 1995, Angela Lansbury inziò a considerare la conclusione del progetto, vista anche la sua età avanzata. Fu comunque la CBS a farsi carico della decisione finale. Dopo undici anni di messa in onda la domenica sera, la serie fu spostata al giovedì sera, entrando in competizione con serie in ascesa come Friends, sul canale NBC. La conclusione de La signora in giallo fu la diretta conseguenza della perdita di apprezzamento nella fascia demografica 18-49 anni.
Nonostante le proteste di molti appassionati, la CBS rifiutò un’ulteriore messa in onda, visto il successo non solo di Friends, ma anche di The single guy e Boston common su altre reti. L’ultima stagione andò in onda fra il 1995 e il 1996 [1] e vide la serie uscire dalla classifica dei cinquanta programmi più apprezzati. Per alleggerire la cancellazione, la CBS accettò di girare dei film TV con protagonista Jessica Fletcher, che si concretizzarono negli anni a seguire.
Personaggi [modifica]

Cast permanente [modifica]
Per approfondire, vedi le voci Jessica Fletcher e Personaggi de La signora in giallo.
Jessica Fletcher (interpretata da Angela Lansbury), ex insegnante d'inglese e vedova di Frank, ora è una famosa autrice di romanzi gialli, insegnante di criminologia e studiosa di applicazione della legge. L'amore per la giustizia e un intuito infallibile sono le sue armi, uniti a una grande tenacia nel dimostrare le sue tesi e a un sano buon senso. Quando il suo primo libro diventa in poco tempo un best seller, la scrittrice si ritrova catapultata dalla provinciale Cabot Cove al jet-set. Nonostante ciò, Jessica non perde la testa e rimane legata ai suoi amici di un tempo, pur facendosene di nuovi in tutto il mondo e in tutti gli ambienti. Grazie alla sua semplicità e spontaneità riesce infatti ad accattivarsi le simpatie di molte persone, anche di quei poliziotti che sulle prime insistono per considerarla soltanto una discreta investigatrice dilettante.
Amos Tupper (interpretato da Tom Bosley), è un uomo alla buona, che ama la pace e la tranquillità e non si trova a suo agio fra malfattori e assassini. Non esita a riconoscere che il merito della risoluzione di casi complicati è spesso di Jessica, anzi, è felice quando la Signora Fletcher accorre in suo aiuto. Dopo essere andato in pensione saluterà gli amici di Cabot Cove e si trasferirà per andare a vivere con la sorella.
Seth Hazlitt (interpretato da William Windom), medico di Cabot Cove ed è senza dubbio il migliore amico di Jessica Fletcher. Il suo lavoro di medico a Cabot Cove lo porta a conoscere a fondo la natura umana e molte volte questo gli torna utile quando si trova ad aiutare Jessica nelle sue indagini. Nasconde la sua sensibilità dietro a un atteggiamento burbero e brontolone che riesce a ingannare quasi tutti, ma non gli amici più cari. È un medico molto abile e scrupoloso, un po' all'antica, che all'occasione sa sostituire una medicina con una buona chiacchierata.
Grady Fletcher (interpretato da Michael Horton), è figlio di un fratello di Frank Fletcher, il compianto marito di Jessica, Grady è senz'altro il suo nipote preferito. Non solo perché è grazie a lui se la Signora Fletcher è diventata una scrittrice famosa in tutto il mondo, ma anche a causa della sua innegabile sfortuna che lo porta sempre a scegliere fidanzata o lavoro sbagliati e ad essere accusato di omicidio ogni volta che la sua amata zia è nelle vicinanze. Dopo molti fidanzamenti falliti, troverà finalmente la felicità con Dana che poi sposerà.
Mort Metzger (interpretato da Ron Masak), sceriffo di Cabot Cove e successore di Amos Tupper. Stanco dei troppi pericoli e della violenza che regnano nelle strade di New York, Mort Metzger chiede ed ottiene il trasferimento. Convinto di potersi finalmente rilassare, lo sceriffo Metzger giunge nella piccola Cabot Cove per sostituire Amos Tupper. Sua moglie Adele apprezza molto la vita di comunità e si lascia coinvolgere nelle mille iniziative cittadine, mentre il marito vede svanire i suoi sogni di tranquillità e scopre che i ladri e gli assassini si danno da fare anche in provincia. All'inizio mal sopporta le ingerenze di Jessica Fletcher nelle indagini, ma con il tempo imparerà ad apprezzare il suo intuito.
Cast ricorrente [modifica]
Harry McGraw (1985-1991, interpretato da Jerry Orbach), è un investigatore privato alla vecchia maniera che stringe amicizia con Jessica. La popolarità dell’interpete garantì nel 1987 la creazione della serie ‘’The Law & Harry McGraw’’ (‘’La legge & Harry McGrow’’)
Michael Hagarty (1985-1992, interpretato da Len Cariou), è un agente inglese dell’MI6 d’origine irlandese che appare nei casi più pericolosi affrontati da Jessica.
Sam Booth (1986-1991, interpretato da Richard Paul), sindaco di Cabot Cove la cui principale promessa elettorale è quella di non fare alcunché.
Eve Simpson (1987-1993, interpretata da Julie Adams), agente di proprietà di Cabot Cove con un grande interesse per gli uomini, single o sposati, e l’hobby del gossip.
Dennis Stanton (1988-1993, interpretato da Keith Mitchell), ex ladro di gioielli diventato investigatore assicurativo. Risolve i suoi casi utilizzando metodi inusuali, di cui poi invia una copia all’amica Jessica.
Charlie Garrett (1993-1995, interpretato da Wayne Rogers), investigatore privato malfamato che spesso necessita dell’aiuto di Jessica per uscire dai guai.


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MessaggioInviato: lun ott 04, 2010 7:09 pm 
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Che c'entra Fantozzi?

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Toyota Prius XW50 (05/2022) - 1898cc/90hp (2ZR-FXE) + 60kW + 42kW - Immagine Immagine

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“No one is going to pay a $15,000 premium for a car that competes with a Corolla. So there are not enough idiots who will buy it.” Johan de Nysschen, Presidente AUDI U.S.A.


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ragazzi mi fate morire :ridi


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The Tramp ha scritto:
Che c'entra Fantozzi?


anfatti.


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The Tramp ha scritto:
Che c'entra Fantozzi?
Hai capito al volo ... :mrgreen:

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October 2010 + October 2011 + May & October 2012 + May & October 2013 + August 2014 + July 2015 + June & October 2016 + July 2018 Trip to Nuerburgring Nordschleife
***************************************
Gli inglesi hanno invaso le nostre terre anni fa…hanno bruciato le case dei nostri avi…hanno violentato le nostre donne e rubato i nostri cavalli….Stasera giochiamo contro di loro.


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l commissario Montalbano
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Il Commissario Montalbano)
Disambiguazione – Se stai cercando il personaggio letterario di Andrea Camilleri, vedi Salvo Montalbano.
Il commissario Montalbano
Paese: Italia
Anno: 1999- in produzione
Formato: serie TV
Genere: poliziesco
Stagioni: 7+
Puntate/episodi: 18+
Durata: 100 min (episodio)
Lingua originale: italiano
Caratteristiche tecniche
Aspect ratio:
Colore: colore
Audio: stereo
Crediti
Interpreti e personaggi
Luca Zingaretti: commissario Salvo Montalbano
Cesare Bocci: Mimì Augello
Peppino Mazzotta: Fazio
Angelo Russo: Catarella
Davide Lo Verde: Galluzzo
Marcello Perracchio: Dottor Pasquano
Katharina Böhm: Livia Burlando
Isabell Sollman: Ingrid Sjöström
Roberto Nobile: Niccolò Zito
Giovanni Guardiano: Jacomuzzi
Marco Cavallaro: Tortorella
Carmelinda Gentile: Beba
Giacinto Ferro: questore Bonetti Alderighi
Francesco Stella: Gallo
Pietro Biondi: questore di Montelusa
Corrado Invernizzi: Lattes
Francesco Sineri: Don Balduccio Sinagra
Casa di produzione: Palomar per Rai Fiction e Sveriges Television
Prima visione
Prima TV Italia
Dal: 6 maggio 1999
Al: 17 novembre 2008
Rete televisiva: Rai 2 (ep.1-6)
Rai Uno (ep.7-18)
Premi
Efebo d'oro 2000
Si invita a seguire le linee guida del Progetto:Fiction TV.
(Guida alla compilazione della tabella)
Il commissario Montalbano è una serie televisiva trasmessa dalla Rai, tratta dai romanzi di Andrea Camilleri con protagonista il commissario Salvo Montalbano. La regia è di Alberto Sironi.
Indice [nascondi]
1 Descrizione
2 Cast artistico
3 Episodi
4 All'estero
5 Critica
6 Luoghi
7 Comicità
8 Note
9 Voci correlate
10 Altri progetti
11 Collegamenti esterni
Descrizione [modifica]

Dato il grande successo di pubblico dei romanzi con protagonista il commissario siciliano, la RAI dal 1999 ha prodotto insieme alla tv pubblica svedese Sveriges Television e trasmesso i riadattamenti televisivi di gran parte dei romanzi e dei racconti che lo vedono protagonista. D'altronde lo stesso Camilleri fu un celebre sceneggiatore televisivo, e non ha mai negato che i suoi romanzi avessero una struttura ottima per la trasposizione sul piccolo schermo. Ogni puntata della fiction riprende - abbastanza fedelmente - la trama delle opere, in alcuni casi unendo più racconti brevi; la regia è stata curata in tutta la serie da Alberto Sironi, che ha effettuato le riprese in gran parte nella provincia di Ragusa; le trasmissioni sono avvenute sul canale Rai Uno, e adesso sono visibili integralmente e gratuitamente sul sito di Rai Click e sul sito ufficiale di Palomar Sulle tracce di Montalbano. Il protagonista è interpretato da Luca Zingaretti, che ha dovuto adeguare la sua parlata al siciliano essendo di origine romana. Tra l'altro, è da ricordare che Camilleri era stato docente dell'attore capitolino quando quest'ultimo frequentò l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio d'Amico.
Cast artistico [modifica]

Luca Zingaretti è il commissario Salvo Montalbano
Cesare Bocci è Mimì Augello, vice di Montalbano
Katharina Böhm è Livia Burlando
Angelo Russo è Catarella
Peppino Mazzotta è Fazio
Isabell Sollman è Ingrid Sjostrom
Marco Cavallaro è Tortorella
Francesco Stella è Gallo
Giacinto Ferro è il questore Bonetti Alberighi
Roberto Nobile è Niccolò Zito
Davide Lo Verde è Galluzzo
Giovanni Guardiano è Jacomuzzi
Marcello Perracchio è il dottor Pasquano
Pietro Biondi è il questore di Montelusa
Corrado Invernizzi è Lattes
Episodi [modifica]

Per approfondire, vedi la voce Episodi de Il commissario Montalbano.
Tra il 1999 e il 2008 vennero trasmessi in prima visione 18 episodi in totale, suddivisi in 7 diverse stagioni.
Stagione Episodi Prima TV
Prima stagione 2 1999
Seconda stagione 2 2000
Terza stagione 2 2001
Quarta stagione 4 2002
Quinta stagione 2 2005
Sesta stagione 2 2006
Settima stagione 4 2008
Ottava stagione 4 2010
Un'ottava serie con quattro nuovi episodi è in corso di lavorazione; la loro trasmissione dovrebbe avvenire nell'autunno 2010[1]


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MessaggioInviato: lun ott 04, 2010 7:17 pm 
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Iscritto il: lun mar 13, 2006 8:37 am
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Finlandia


La Finlandia (in finlandese Suomi, in svedese Finland), ufficialmente Repubblica di Finlandia (in finlandese Suomen tasavalta, in svedese Republiken Finland) è uno Stato membro dell'Unione Europea situato nell'Europa settentrionale con capitale Helsinki. Ha una superficie di 337.030 km² e una popolazione di 5.336.458 abitanti (al 2009).[4] Confina a nord-ovest con la Svezia, a nord con la Norvegia, a est con la Russia ed è bagnata dal Mar Baltico – in particolare dal Golfo di Botnia a ovest e dal Golfo di Finlandia a sud.

La Finlandia è una repubblica facente parte dei Paesi nordici. La presidente della repubblica è Tarja Halonen e il primo ministro Mari Kiviniemi. Le lingue ufficiali sono il finlandese e lo svedese; in Lapponia esiste una minoranza di circa 6000 sami, la cui lingua è legalmente tutelata insieme alla lingua rom e alla lingua dei segni finlandese.

Indice [nascondi]
1 Geografia
1.1 Morfologia
1.2 Idrografia
1.3 Clima
2 Popolazione
2.1 Etnie
2.2 Religioni
2.3 Lingue
3 Storia
4 Ordinamento dello stato
4.1 Suddivisioni storiche e amministrative
4.2 Città principali
4.3 Istituzioni
4.3.1 Ordinamento scolastico
4.3.2 Sistema sanitario
4.3.3 Forze armate
5 Politica
6 Economia
6.1 Trasporti
6.2 Esportazioni
6.3 Importazioni
6.4 Feste nazionali
7 Ambiente
8 Arte
8.1 Architettura
8.2 Pittura e scultura
8.3 Letteratura
8.4 Cinema
8.5 Musica
9 Note
10 Voci correlate
11 Altri progetti
12 Collegamenti esterni

Geografia [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Geografia della Finlandia.

Morfologia [modifica]
Il territorio della Finlandia, collocato nella parte orientale della regione geografica chiamata Fennoscandia, è compreso fra i 60° e i 70° di latitudine, oltre un terzo del territorio è a nord del Circolo Polare Artico ciò fa del paese uno degli stati più settentrionali al mondo.

Fa parte della Regione biogeografica boreale.

La morfologia del territorio è conseguenza di intensi movimenti glaciali, ne risulta un territorio perlopiù pianeggiante e cosparso da circa 187.888 laghi[5] di origine glaciale e di ogni dimensione spesso collegati fra di loro e con numerose isole.

A nord del fiume Oulujoki il territorio cambia di aspetto, dirigendosi verso nord si incontrano dapprima numerosi rilievi collinari fino a giungere, nella parte nord-occidentale del paese al versante orientale delle Alpi Scandinave (punto più elevato è il monte Haltiatunturi, 1.328 m s.l.m.), nella parte nord-orientale del paese si estende la Lapponia, la terra della tundra, abitata, oltre che dai finlandesi, da una minoranza Sami, la cui principale attività è l'allevamento di renne.

La costa del paese, pur essendo generalmente bassa, è frastagliata, la fronteggiano numerosissime isole.

È bagnata a sud dal Golfo di Finlandia e a ovest dal Golfo di Botnia.

Le foreste, l'86%[6] del territorio, costituiscono la maggiore risorsa del paese, che è un importante esportatore di legno e pasta di legno utilizzata per produrre carta.

Idrografia [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Laghi finlandesi.

Il fiume più lungo del paese è il Kemijoki che sfocia nel Golfo di Botnia nei pressi della città di Kemi. Nella parte sud-orientale del paese vi sono numerosissimi laghi (decine di migliaia, spesso comunicanti fra loro).

Clima [modifica]
Il clima della Finlandia appartiene alla fascia climatica temperata fredda, data la latitudine. Esso ha un forte carattere di "transizione" tra i climi continentali delle vaste plaghe russo-siberiane e i climi oceanici delle regioni atlantiche ad ovest: questo soprattutto durante l'inverno, quando la direzione di provenienza del vento influenza enormemente la temperatura.

Il regime pluviometrico, come in tutte le terre boreali poste ad elevata latitudine (e con clima non "oceanico"), è caratterizzato da un picco massimo nella tarda estate (ad inizio agosto in Lapponia, a settembre nella zona meridionale) e da un inverno tendente al secco tanto più si va a nord. La quantità di pioggia annua è relativamente scarsa, soprattutto in Lapponia (dove si scende anche al di sotto dei 400 millimetri, specie nella zona di Ivalo).

Le temperature medie del mese più caldo (luglio) sono comprese tra i 12-14 gradi delle colline della Lapponia (ma si scende anche al di sotto dei 10 nelle zone più elevate) ed i circa 18° della fascia meridionale.

Le temperature medie del mese più freddo (gennaio) variano tra i -5 °C della fascia costiera sudoccidentale ed i -14 °C delle zone più fredde della Lapponia (in particolare nei dintorni di Ivalo e nelle valli collinari vicino al confine svedese). I valori minimi annuali scendono frequentemente al di sotto dei -30°, ed in Lapponia le prime gelate autunnali si fanno sentire già tra settembre e ottobre.

In certe annate la Finlandia conosce escursioni termiche molto elevate nel medio periodo. Ad esempio nell'inverno 2006/07, quando tra dicembre e gennaio a causa del dominio delle correnti oceaniche le temperature furono simili a quelle della Pianura Padana e a febbraio un'ondata di gelo fece scendere il termometro anche sotto i -35°. Oppure nel caldo giugno del 2006, quando un'alta pressione atlantica "fuori rotta" fece salire il termometro a 35° sulle regioni meridionali ed a 30° in Lapponia per diversi giorni (grazie anche al lungo giorno boreale del solstizio d'estate). Inoltre i valori di "temperatura media" tendono ad avere valore solo se considerati nel lungo periodo, dato che possono variare di parecchio da anno ad anno.

Popolazione [modifica]
La Finlandia ha circa 5.290.158 abitanti, con una densità di 15,5 abitanti per km². Questo fa di essa, insieme con la Norvegia e l'Islanda, uno dei paesi europei più scarsamente popolati. La popolazione si è sempre concentrata nel sud del paese, sia per ragioni climatiche che di comunicazione con le altre nazioni.

La Finlandia detiene anche il primato di nazione con la più scarsa percentuale di immigrati: solo il 2,5% della popolazione. I principali immigrati comunque sono tutti di origine europea, con maggioranze russe, svedesi ed estoni.

La Finlandia possiede la più alta percentuale di suicidi con arma da fuoco in Europa e la seconda più alta nel mondo dopo gli Stati Uniti,[7] mentre la percentuale generale di suicidi è in linea con quella estone e belga, che equivale a circa il triplo di quella italiana.[8]

Etnie [modifica]
La grande maggioranza della popolazione finlandese (il 90,95% al 2008) appartiene al gruppo etnico e linguistico finlandese, di ceppo ugro-finnico.

La minoranza più significativa è quella di lingua svedese (5,44%), seguita da quelle russa (0,5%) ed estone (0,42%)[9]. Nel nord del Paese vive la comunità sami, composta da circa 6000 persone.

Religioni [modifica]
Secondo i dati dell'Istituto finlandese di statistica le religioni professate dalla popolazione finlandese sono:[10]:

luterani 80,4%;
atei e agnostici 16,9%;
ortodossi 1,1%;
Altre religioni 1,3%.
Lingue [modifica]
Secondo la costituzione finlandese le lingue nazionali sono il finlandese e lo svedese. Il 91,7% della popolazione è di madrelingua finlandese e il 5,5% di lingua svedese. I madrelingua svedese sono concentrati nella costa meridionale della nazione, nella regione dell'Ostrobotnia e nell'arcipelago delle Åland. In Finlandia sono anche parlate tre lingue sami: il sami di Inari, il sami settentrionale e il sami skolt (per un numero complessivo di 1750 locutori di lingue sami). Come conseguenza dell'immigrazione degli ultimi decenni, in Finlandia vengono parlate 23 lingue da almeno 1000 locutori.

La seguente tabella riassume le prime 20 lingue parlate in Finlandia (statistiche al 31 dicembre 2005) compreso il linguaggio dei segni finlandese (statistica al 19 dicembre 2006)[11]:

Posizione Lingua Numero locutori Posizione Lingua Numero locutori
1. finlandese 4.819.819 11. lingua dei segni finlandese 5 000
2. svedese 289.675 12. vietnamita 4.202
3. russo 39.653 13. tedesco 4.114
4. estone 15.336 14. turco 3.595
5. inglese 8.928 15. persiano 3.165
6. somalo 8.593 16. thailandese 3.033
7. arabo 7.117 17. spagnolo 2.937
8. curdo 5.123 18. francese 2.071
9. albanese 5.076 19. sami 1.752
10. cinese 4.613 20. polacco 1.445

Storia [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Storia della Finlandia.

La Finlandia fu abitata da gruppi di Lapponi e successivamente invasa da Finni (da cui il nome).

Il 1154 segna l'inizio del dominio svedese, durato quasi 7 secoli e che cominciò con l'introduzione del Cristianesimo da parte del re svedese Eric. Lo svedese divenne la lingua dominante, benché il finlandese sia riuscito a riprendere il dominio durante il XIX secolo con le spinte nazionaliste finlandesi che sono seguite al racconto nazional-epico finlandese, il Kalevala.

Nel 1809 la Finlandia venne conquistata dalle armate dello Zar Alessandro I, e rimase un granducato autonomo collegato all'Impero russo fino al 1917.


Finlandia 1920-1940Il 6 dicembre 1917, poco dopo la rivoluzione d'Ottobre in Russia, la Finlandia dichiarò la propria indipendenza. Dopo un breve tentativo di stabilire una monarchia, nel 1918 il Paese fece l'esperienza di una breve ma sanguinosa guerra civile che avrebbe caratterizzato la politica locale per molti anni. Il 1919 vide la nascita dell'attuale repubblica finlandese.

Durante la seconda guerra mondiale, la Finlandia combatté contro l'Unione Sovietica due volte: durante la Guerra d'inverno (1939-1940) e poi dal 1941 al 1944 nella cosiddetta Guerra di continuazione. A questa seguì la Guerra di Lapponia (1944-1945) nella quale la Finlandia combatté contro la Germania nazista. I trattati firmati nel 1947 e 1948 con l'Unione Sovietica prevedono sia obbligazioni e restrizioni per la Finlandia nei confronti dell'U.R.S.S. che concessioni territoriali a quest'ultimo di ulteriori territori finlandesi (tra cui lo sbocco al Mare di Barents).

La Finlandia divenne membro dell'Unione Europea nel 1995 ed è l'unico Paese scandinavo ad aver adottato l'euro come moneta, in sostituzione del marco finlandese.

Presidenti della Repubblica della Finlandia
Primi Ministri della Finlandia
Ordinamento dello stato [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Parlamento finlandese.

La Finlandia è fondamentalmente un sistema parlamentare, sebbene anche il Presidente della Repubblica abbia notevoli poteri. Il potere esecutivo è principalmente affidato al governo, capeggiato dal primo ministro. Gli affari relativi alla sicurezza nazionale sono divisi tra il presidente ed il primo ministro. Il governo condivide la responsabilità degli affari esteri con il presidente.




Suddivisioni storiche e amministrative [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Suddivisioni della Finlandia.


Suddivisioni amministrative della Finlandia al 2008. In confini rossi corrispondono alle regioni, quelli neri ai comuniAttualmente la Finlandia è divisa in:

Sei province (in finlandese lääni, in svedese län)
le province sono a loro volta suddivise in 20 regioni (in finlandese maakunta, in svedese landskap) che non detengono poteri amministrativi, bensì caratterizzano le varie parti della Finlandia da un punto di vista storico e culturale.
le regioni sono divise in 74 sotto-regioni (in finlandese seutukunta, in svedese ekonomisk region)
le sottoregioni sono suddivise in 432 comuni (in finlandese kunta, in svedese kommun).
Province
Prima della riforma del 1997, le province (lääni, pl. läänit) erano 12, attualmente sono sei, di cui una a statuto autonomo:

1.Finlandia meridionale
2.Finlandia occidentale
3.Finlandia orientale
4.Oulu
5.Lapponia
6.Åland (provincia a statuto autonomo)
Ogni provincia ha potere, in congiunzione con i ministeri del governo centrale, nei seguenti ambiti:

sanità pubblica e stato sociale
educazione e cultura
gestione delle forze di polizia
protezione civile
amministrazione del traffico
competizione e tutela del consumatore
amministrazione giudiziaria
Città principali [modifica]

Helsinki
Tampere
TurkuCittà Abitanti
Helsinki 576.632
Turku 286.756
Espoo 241.565
Tampere 209.552
Vantaa 195.397
Oulu 137.061
Jyväskylä 128.028
Lahti 100.080
Kuopio 91.959
Kouvola 88.436
Pori 76.403
Joensuu 72.433
Lappeenranta 70.313
Hämeenlinna 66.131
Rovaniemi 59.353
Vaasa 58.597
Seinäjoki 56.211
Salo 54.777
Kotka 54.694
Mikkeli 48.676

Fonte: Ente statistico finlandese (Dati di dicembre 2008)

Istituzioni [modifica]
Ordinamento scolastico [modifica]
La Finlandia ha un tasso di alfabetizzazione del 100% ed è uno dei paesi al mondo con il più alto tasso di acquisto di libri e quotidiani pro capite.

Nel 1998 la spesa per l'istruzione ammontava al 6,2 % del PIL contro una media del 5,3% degli altri paesi dell'OCSE.

La scuola dell'obbligo inizia all'età di 7 anni e prevede 9 anni di frequenza divisi in un primo ciclo di sei anni, nei quali gli alunni hanno un solo insegnante e un secondo ciclo di tre anni nei quali hanno un insegnante per materia. La scuola è gratuita, gratuiti sono anche i libri di testo, i materiali necessari per l'attività didattica, il pasto e il trasporto per distanze superiori ai 5 km. La competenza del servizio scolastico spetta ai comuni. Tra le materie obbligatorie vi sono le due lingue ufficiali e un'altra lingua straniera.

Finita la scuola dell'obbligo si pone la scelta fra una scuola superiore generalista, organizzata in modo molto individuale nella quale si frequentano alcuni corsi obbligatori e corsi a scelta dello studente e la formazione professionale nella quale alla lezioni di teoria si affiancano periodi di apprendistato o affiancamento.

La formazione superiore è divisa fra università e politecnici. Esistono 20 università in tutta la Finlandia; sono gestite e finanziate dallo stato, e quindi gratuite, e l'accesso avviene tramite esame di selezione. I politecnici sono invece gestiti dai comuni o da enti privati e si caratterizzano per un tipo di formazione più orientata ai fabbisogni del mondo del lavoro e meno alla ricerca.

Sistema sanitario [modifica]
Fin dalla seconda metá degli anni 80 la Finlandia possiede un alto standard sanitario in tutto il territorio del paese. La nazione si è portata al passo coi tempi e coi suoi vicini scandinavi (Svezia, Danimarca e Norvegia). È tra i sistemi sanitari più efficienti del mondo. Sin da allora ha fatto notevoli progressi, per esempio nell'area pediatrica, dove ha il primato come paese con minore mortalitá infantile al mondo. Con la Tessere Europea di Assicurazione Malattia (TEAM) -che si richiedere alla ASL di appartenenza in Italia- tutti i cittadini europei hanno diritto all'assistenza sanitaria pubblica gratuita in Finlandia. Le farmacie finlandesi, chiamate in suomi (è il nome della lingua parlata) Apteekki, sono reperibili facilmente dovunque e sono molto ben fornite, inoltre alcune nelle città più grandi (come Helsinki, Turku, Tampere, Oulu e altre) prestano servizio 24 ore su 24.

Forze armate [modifica]
Le forze militari finlandesi sono suddivise in esercito, marina, aviazione e guardia di frontiera. Quest'ultima dipende dal Ministero degli interni, ma può essere fatta confluire nell'esercito in caso di conflitto.

Le forze armate hanno un personale complessivo di circa 16.900 persone, tra cui 8.600 soldati professionisti; il numero di soldati pronti a una eventuale mobilitazione è 35.000, mentre il numero complessivo di riservisti ammonta a circa 350.000.

Sebbene non membro dell'Alleanza Atlantica, la Finlandia ha aderito al programma della NATO "Partnership for Peace", mettendo a disposizione le proprie forze militari per le missioni di pace. Attualmente la Finlandia ha schierato 70 soldati in Afghanistan che collaborano con le altre forze internazionali.

La ferma è obbligatoria, di durata variabile, 185, 290 o 367 giorni, a scelta del prescritto. È possibile in alternativa effettuare il servizio civile, organizzato dal Ministero del lavoro, e la cui durata è al 2007 fissata a 395 giorni, circa 13 mesi. La discrepanza tra la durata del servizio civile e la durata minima della ferma di leva (circa la metà), ha suscitato critiche a livello politico sia nazionale che internazionale[12].

Politica [modifica]

Eduskunta Per approfondire, vedi la voce Politica della Finlandia.

La politica della Finlandia è inquadrata in una struttura basata su una repubblica democratica a rappresentanza parlamentare, con un sistema di governo semipresidenziale ed un sistema multipartitico. Il potere esecutivo è principalmente affidato al governo, capeggiato dal primo ministro. Gli affari relativi alla sicurezza nazionale sono divisi tra il presidente ed il primo ministro. Il governo condivide la responsabilità degli affari esteri con il presidente. Prima della riscrittura della costituzione, completata nel 2000, il presidente aveva ancora più poteri esecutivi.

Economia [modifica]
Questa sezione sull'argomento economia è solo un abbozzo. Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia e i suggerimenti del progetto di riferimento.

La Finlandia, in termini economici, è simile agli altri paesi dell'Europa Occidentale. La sua economia è altamente industrializzata ed è orientata ai principi del libero mercato. Il suo reddito pro capite è circa uguale a quello di altri paesi come la Germania, la Francia, il Belgio o il Regno Unito, il che rende il paese molto competitivo ed avanzato in proporzione agli altri paesi dell'Europa Occidentale, considerato l'esiguo numero di abitanti rispetto agli altri. Il livello di vita dei finlandesi è alto.

Con l'ingresso della Finlandia nell'UE il 1º gennaio 1995 sono diminuite le imprese gestite dallo stato e sono aumentate quelle private.

Un ruolo chiave è rivestito dall'industria. I settori più sviluppati sono quelli del legno, la metallurgia, la cantieristica, la progettazione, oltre all'industria elettronica e delle telecomunicazioni (famosa in tutto il mondo la Nokia). È in crescita anche il settore del turismo.

Per quanto riguarda l'agricoltura si produce soprattutto grano e altri cereali (avena, orzo e segale), nelle regioni più a nord orzo e patate. Si allevano bovini e suini; è importante anche l'allevamento di animali da pelliccia.[senza fonte] In Lapponia riveste una notevole importanza l'allevamento della renna.

Trasporti [modifica]
La rete stradale è sviluppata; meno articolate le autostrade e le ferrovie, queste ultime gestite dalle VR. Importanti per la navigazione sono le acque interne, usate anche per la fluitazione del legname, per questo motivo sono presenti numerosi porti. La compagnia di bandiera per il trasporto aerao è la Finnair, che offre molti voli intercontineantali da e per Helsinki.

Esportazioni [modifica]
Il commercio con l'estero è molto sviluppato e le esportazioni rappresentano circa un quarto del PIL.

Importazioni [modifica]
A parte il legname e pochi minerali, la Finlandia dipende largamente dalle importazioni per il suo fabbisogno di materie prime, energia e diversi componenti industriali.

Feste nazionali [modifica]
Le feste nazionali sono:

Itsenäisyyspäivä: festa dell'indipendenza, 6 dicembre;
Vappu: festa del 1º maggio;
Joulu: il Natale in Finlandia.
Juhannus: festa dell'estate, la notte tra il venerdì e il sabato, tra il 20 giugno e il 26 giugno[13]
Ambiente [modifica]
La superficie complessiva delle aree protette appartenenti allo stato è pari a 14.961 km², altri 1.220 km² sono terreni privati. Le aree protette comprendono i parchi nazionali, le riserve naturali e altre aree. La gestione del patrimonio di aree protette è affidata all'Ente finlandese parchi e foreste (Metsähallitus), due dei 35 parchi nazionali sono gestiti dall'Istituto finlandese per la ricerca forestale.

Le aree protette sono:

Parchi nazionali della Finlandia (Kansallispuisto) - 8,170 km²
Riserve nazionali della Finlandia (Luonnonpuisto) - 1,530 km²
Aree paludose protette (Soidensuojelualue) - 4,490 km²
Aree forestali e prative protette (Lehtojensuojelualue) - 13 km²
Foreste "antiche" protette (Vanhat metsät) - 100 km²
Aree di protezione delle foche grigie (Hylkeidensuojelualue) - 190 km²
Altre aree protette su territorio dello stato - 468 km²
Al di fuori delle aree protette il "diritto di ogni individuo"[14] permette a chiunque di accedere liberamente alle terre ed alle acque, di raccogliere bacche e funghi.


Il lago Pielinen visto da una collina nel Parco nazionale di Koli. Arte [modifica]
Questa sezione sull'argomento arte è solo un abbozzo. Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia e i suggerimenti del progetto di riferimento.

Architettura [modifica]
Tra i monumenti architettonici più antichi vi sono alcuni castelli di epoca medievale (Savonlinna, Hämeenlinna) e una settantina di chiese di pietra situate nella parte meridionale del paese prevalentemente lungo la costa, la combinazione fra lo scarso successo ottenuto dallo stile gotico e la prevalenza del legno come materiale da costruzione diede vita ad uno stile proprio di cui rimangono numerose chiese di legno, anch'esse situate nella parte meridionale del paese (Kerimäki, Petäjävesi). Dagli inizi del XIX secolo, quando la Finlandia divenne un granducato russo iniziò un'influenza di stili orientali. Nella progettazione del centro di Helsinki e di molti edifici che vi si trovano l'architetto Carl Ludwig Engel si ispirò a San Pietroburgo. In seguito all'insofferenza per la dominazione russa nacque un movimento neo-romantico finlandese il cui esponente più noto fu Lars Sonck, seguì l'epoca dell'Art Nouveau con Eliel Saarinen e Josef Stenbäck. In seguito all'indipendenza dalla Russia si affermarono il razionalismo e il funzionalismo, di cui l'esponente di gran lunga più noto è stato Alvar Aalto. Tra gli architetti finlandesi di fama si ricordano Juha Leiviskä, Aino Aalto, Reima Pietilä, Pekka Helin, Timo e Tuomo Suomalainen.

Pittura e scultura [modifica]
La pittura e la scultura è scarsamente diffusa ed è in prevalenza concentrata nel Sud, raramente Centro e praticamente assente nel Nord della Finlandia. Un'opera importante nell'arte finlandese è L'arresto di Gustavo IV Adolfo di Svezia. Le chiese e gli edifici antichi della Finlandia sono spesso in legno, ciò rende le decorazioni sui muri molto rare. I pittori finlandesi di maggior successo sono: Albert Edelfelt, Akseli Gallen-Kallela , Tove Jansson... Gli scultori invece: Raimo Heino, Wäinö Aaltonen...

Letteratura [modifica]
Opera principale della letteratura finlandese è considerata l'opera epica, composta da Elias Lönnrot e pubblicata nel 1835 dal titolo Kalevala. Significativo per la formante nazione finlandese fu anche l'autore in lingua svedese Johan Ludvig Runeberg (I racconti dell'alfiere Stål, 1848-60). Nel 1939 fu conferito il Premio Nobel per la letteratura a Frans Eemil Sillanpää. Il libro più venduto in Finlandia, insieme alla Bibbia, è il romanzo Croci in Carelia di Väinö Linna pubblicato nel 1954. Uno degli autori viventi più noti internazionalmente è Arto Paasilinna.

Oggigiorno la rivista Settentrione si occupa dello scambio interculturale tra Finlandia e Italia, con traduzioni della letteratura italiana in finlandese e lo studio delle reciproche influenze letterarie.

Cinema [modifica]
I registi più noti sono i fratelli Aki e Mika Kaurismäki che si occupano prevalentemente di cinema realista e hanno ottenuto riconoscimenti in diversi festival internazionali.

Musica [modifica]

Jean Sibelius (1889)Nel campo della musica classica, il compositore finlandese più noto è Jean Sibelius, che in vita fu un vero e proprio idolo del suo paese, soprattutto per il suo Poema Sinfonico "Finlandia", dove racconta il suo popolo oppresso dalla dominazione Russa.

Nell'ambiente rock e metal la Finlandia ha prodotto band con sonorità molto melodiche (in genere di matrice gothic metal, death metal, power metal e folk metal), spesso cantato in lingua locale, e usando talvolta strumenti del posto e sonorità locali (ad esempio gli Amorphis). La Finlandia è difatti anche terra prospera per gruppi puramente folk.

Alcuni tra i gruppi più famosi sono Loituma, Amorphis, Catamenia, Kalmah, Hanoi Rocks, The 69 Eyes, Sentenced, Ensiferum, Stratovarius, Turisas, Children of Bodom, HIM, The Rasmus, Nightwish, Sonata Arctica, Moonsorrow, Lordi, Finntroll, Korpiklaani, gli Apocalyptica, Leningrad Cowboys, Eläkeläisete Alamaailman Vasarat.

Per quanto riguarda la musica da ballo esistono il tango finlandese (una variante più malinconica del tango argentino), l'humppa e il jenkka. Il gruppo humppa più famoso sono gli Eläkeläiset, i quali riprendono canzoni internazionali reinterpretate in chiave humppa, servendosi di testi demenziali. Dal jenkka fu sviluppato il letkajenkka, che nel 1965 diventò un ballo alla moda sotto il nome letkiss. Tra gli autori ed interpreti più celebri vi sono Georg Malmstén, Unto Mononen, Toivo Kärki, Olavi Virta e Tapio Rautavaara.

Al giorno d'oggi in Finlandia sono molto diffusi i gruppi di industrial metal, genere divenuto molto popolare soprattutto nei paesi scandinavi. Tra i più importanti si ricordano i Turmion Kätilöt ed i Ruoska.

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October 2010 + October 2011 + May & October 2012 + May & October 2013 + August 2014 + July 2015 + June & October 2016 + July 2018 Trip to Nuerburgring Nordschleife
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Gli inglesi hanno invaso le nostre terre anni fa…hanno bruciato le case dei nostri avi…hanno violentato le nostre donne e rubato i nostri cavalli….Stasera giochiamo contro di loro.


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MessaggioInviato: lun ott 04, 2010 7:44 pm 
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Ho conosciuto la 403 perché ne parlavano i protagonisti di Gone in 60 Seconds (quello con Nicolas Cage e Angelina Jolie) durante il quiz automobilistico che si sparavano via radio mentre facevano la ricognizione per sapere dove fossero le auto da fùttere. :allegria
Wikipedia ha scritto:
Papa Giovanni Paolo II, nato Karol Józef Wojtyła[?·info] (in latino: Ioannes Paulus II; Wadowice, 18 maggio 1920 – Città del Vaticano, 2 aprile 2005), è stato il 264° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica (il 263º successore di Pietro) e sovrano dello Stato della Città del Vaticano (accanto agli altri titoli connessi al suo ruolo). È stato eletto papa il 16 ottobre 1978. A seguito del processo di canonizzazione, ancora in corso, gli è stato conferito il titolo di servo di Dio il 2 aprile 2007 ed è stato proclamato venerabile il 19 dicembre 2009.
Primo papa non italiano dopo 455 anni, cioè dai tempi dell'olandese Adriano VI (1522 - 1523), è stato inoltre il primo pontefice polacco, e slavo in genere, della storia.
Giovanni Paolo II intraprese sin dal principio del suo pontificato una vigorosa azione politica e diplomatica contro il comunismo e l'oppressione politica, ed è considerato uno degli artefici del crollo dei sistemi del socialismo reale, già controllati dall'ex Unione Sovietica. Combatté la Teologia della Liberazione, intervenendo ripetutamente in occasioni di avvicinamenti di alcuni esponenti del clero verso soggetti politici dell'area marxista. Stigmatizzò inoltre il capitalismo sfrenato e il consumismo, considerati antitetici alla ricerca della giustizia sociale, causa di ingiustificata sperequazione fra i popoli e, per taluni effetti, lesivi della dignità dell'uomo. Nel campo della morale, si oppose fermamente all'aborto e confermò l'approccio tradizionale della Chiesa sulla sessualità umana, sul celibato dei preti, sul sacerdozio femminile.
I suoi più di 100 viaggi in tutto il mondo videro la partecipazione di enormi folle (tra le più grandi mai riunite per eventi a carattere religioso). Con questi viaggi apostolici, Giovanni Paolo II coprì una distanza molto maggiore di quella coperta da tutti gli altri papi messi assieme. Questa grande attività di contatto (anche con le generazioni più giovani, con la creazione delle Giornate Mondiali della Gioventù) fu da molti interpretata come segno di una seria intenzione di costruire un ponte di relazioni tra nazioni e religioni diverse, nel segno dell'ecumenismo, che era stato uno dei punti fermi del suo papato.
Sul piano dei rapporti con l'Italia, i viaggi sottolinearono l'intenzione di separare l'aspetto politico da quello religioso, come il Pontefice stesso tenne a sottolineare, due anni dopo la revisione del Concordato, nel 1986, a Forlì, ricordando che il precedente papa a visitare quella città era stato Pio IX, in veste anche di capo di Stato: "Da allora, la situazione politica è profondamente mutata, ed è stata come tale ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa".
Papa Wojtyła beatificò e canonizzò molte più persone di ogni altro pontefice: si calcola che le persone da lui beatificate (all'11 ottobre 2003) siano state 1338[3] e canonizzate (sempre ad ottobre 2003) circa 482[4], mentre i predecessori nell'arco dei quattro secoli precedenti hanno proclamato soltanto 300 santi[3].
Il 14 marzo 2004 il suo pontificato superò quello di Leone XIII come terzo pontificato più lungo della storia (dopo quello di Pio IX e quello tradizionalmente attribuito a Pietro apostolo).


E con ciò, vinco io. :ridi :ridi

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Vincitore zio Snù con la Finlandia, sto schiattando... ahahahahahah :allegria :allegria :allegria

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Il fagiolo (Phaseolus vulgaris L., 1758) è una pianta della famiglia delle leguminose originaria dell'America centrale. Fu importato, a seguito della scoperta dell'America, in Europa dove esistevano unicamente fagioli di specie appartenenti al genere Vigna, di origine subsahariana: i fagioli del genere Phaseolus si sono diffusi ovunque soppiantando il gruppo del mondo antico, in quanto si sono dimostrati più facili da coltivare e più redditizi (rispetto al Vigna la resa per ettaro è quasi doppia).

Il fagiolo viene coltivato per i semi, raccolti freschi (fagioli da sgranare) o secchi, oppure per l'intero legume da mangiare fresco (i fagiolini). Le varietà a ciclo vegetativo più lungo, nelle regioni temperate sono seminate in primavera, quelle a ciclo più breve in estate. Nel caso dei fagioli rampicanti è necessaria la collocazione di sostegni.

Varietà di Phaseolus vulgaris [modifica]

Principali varietà da seme:

* Bingo
* Blason
* Blu della Valsassina
* Borlotto Lingua di Fuoco e Borlotto Lingua di Fuoco Nano
* Borlotto Suprema dwarf
* Borlotto di Vigevano Nano
* Cannellin Scaramanzin negrèè
* Cannellino o Lingot
* Cantare
* Corona di Spagna
* Giallorino della Garfagnana
* Lamon (Lucian Fejuol)
* Meraviglia di Venezia black
* Romano Pole
* Sossai Extra Large (varietà protetta)
* Stregonta e Stregonta Nano
* Superbo Migliorato

Principali varietà "mangiatutto" (fagiolino, piattone, ecc.):

* Anellino Giallo e Verde
* Beurre de Rocquencourt
* Bobis Bianco
* Bobis a Grano Bianco e Bobis a Grano Nero
* Cornetto Largo Giallo e Cornetto Largo Verde
* Nano Burro mangiatutto
* Nerina mangiatutto
* Prelude dwarf mangiatutto
* Slenderette mangiatutto
* Superpresto mangiatutto
* Trionfo Violetto mangiatutto
* Wade mangiatutto

Avvertenze [modifica]

I semi di fagiolo crudi e anche i frutti acerbi sono spesso causa di avvelenamenti nei bambini, considerato che i fagioli sono conosciuti come sostanza alimentare. Solo tramite una lunga cottura viene distrutta la proteina velenosa (fasina). Alcuni popoli indigeni infatti estrapolano questo principio attivo che è alla base di alcuni veleni, tra cui il più pericoloso e mortale è sicuramente la miscela con il loto. Il fagiolo ben cotto però contiene composti solforati e cromo che contribuiscono a contenere la glicemia e i livelli ematici di colesterolo e trigliceridi e a prevenire l'aterosclerosi e le malattie cardiache.[senza fonte]

Varietà tipiche italiane [modifica]

* Fagiolo di Lamon della Vallata Bellunese IGP
* Fagiolo di Saluggia Prodotto agroalimentare tradizionale
* Fagiolo di Sarconi IGP
* Fagiolo di Sorana IGP
* Fagiolo Scalda Prodotto agroalimentare tradizionale
* Fasóla posenàta di Posina (var. fagiolo di Spagna) Prodotto agroalimentare tradizionale
* Borlotto nano di Levada Prodotto agroalimentare tradizionale
* Fagiolino "Meraviglia di Venezia" Prodotto agroalimentare tradizionale
* Fagiolo di Carìa
* Fagiolo di Negruccio di Biella
* Fagiolo di Atina
* Fagiolo Tondino di Villaricca (NA)


Avversità [modifica]

I funghi che colpiscono il fagiolo sono: l'antracnosi (Colletrotrichum lindemuthianum), la ruggine del fagiolo (Uromyces phaseoli), la peronospora del fagiolo (Phytophthora phaseoli) e il marciume carbonioso (Macrophomina phaseolina). Tra gli insetti nocivi vi sono i miridi Calocoris norvegicus e Lygus campestris, la piralide delle leguminose (Etiella zinckenella) e la mosca grigia dei semi (Delia platura).
Nomi regionali [modifica]
Abruzzo faciuolë, façiòlë
Basilicata fasùlë, fasilë
Calabria suriàca, pòsa, faggiòla, fasòla, fasu´ali, fasòlu
Campania fasule, fasuli
Emilia-Romagna fasòl, fasulén, fasò, fasöl
Friuli-Venezia Giulia fasûl, vuaìne (fagiolino)
Lazio facioli
Liguria faxêu
Lombardia fasoeu, fasoeul
Marche fasciólu, fagiòlu, fagiolettu, faciuolë
Molise fasùlë
Piemonte faseu
Puglia fasùlë, pasulu, pasuli
Sardegna pisu, fasolu, fasou, basolu
Sicilia faciola
Toscana fagiuolo
Trentino-Alto Adige fasòl
Veneto fasól, fasiól, fasiòl, fasolo

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Fiat Panda Hobby - 39 cavalli, sì, ma non per tonnellata :alastio:


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MessaggioInviato: lun ott 04, 2010 8:14 pm 
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Sessualità
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.Vai a: Navigazione, cerca
Disambiguazione – Se stai cercando il film di George Cukor, vedi Sessualità (film).
La sessualità, in ambito umano, è un aspetto fondamentale e complesso del comportamento che riguarda da un lato gli atti finalizzati alla riproduzione ed alla ricerca del piacere, e da un altro anche gli aspetti sociali che si sono evoluti in relazione alle caratteristiche diverse del genere maschile e femminile. L'ambito sessuale investe la biologia, la psicologia, la cultura, riguarda la crescita dell'individuo e coinvolge tutta la sua vita relazionale, oggetto di studio anche dell'etologia umana.

Il termine "sessualità" quindi è riferito più specificatamente agli aspetti psicologici, sociali e culturali del comportamento sessuale umano, mentre col termine "attività sessuale" ci si riferisce più specificatamente alle pratiche sessuali vere e proprie.




Indice [nascondi]
1 Storia
1.1 La consapevolezza della sessualità ed i primi studi storici
1.2 Gli studi più recenti
2 Identità di genere
3 Modelli sociali
4 Educazione sessuale
5 Influenze sociali
6 Esseri umani
7 Tipi di sessualità
8 Elenco di pratiche sessuali
9 Caratteristiche dei rapporti sessuali
10 Sessualità tra gli animali
11 Note
12 Bibliografia
13 Voci correlate
14 Altri progetti
15 Collegamenti esterni

Storia [modifica]
La consapevolezza della sessualità ed i primi studi storici [modifica]
La storia della sessualità è essenzialmente la storia della presa di coscienza da parte dell’uomo di questo aspetto della sua vita. La funzione riproduttiva, per noi imprescindibile, non esaurisce il tema della sessualità. Anche l'aspetto biologico tuttavia, il più evidente, solo oggi è stato analizzato con maggior precisione ed approfondimento. Prima della scoperta della potenzialità riproduttiva dell’atto sessuale comunque non si può parlare di sessualità come noi la intendiamo: detto in altro modo, non si può parlare di sessualità prima della scoperta della paternità. Tale scoperta[1] avvenne molto probabilmente nel neolitico grazie al diffondersi della pratica dell’allevamento degli animali [2]; la sua rilevanza sociale, dovuta alla funzione riproduttiva, fondamentale per la sopravvivenza del gruppo, introdusse nella pratica sessuale una serie di sempre maggiori divieti e tabù[3]. Tali divieti e tabù erano volti a limitare la pericolosa libertà di cui fino ad allora la sessualità, priva di una qualsiasi finalità se non quella del piacere/oliante sociale( vedi bonobo), aveva sempre goduto[4]. L’uomo si vide dunque costretto a regolare in modo drastico la pulsione sessuale, mentre la pulsione della fame proprio in quei secoli veniva più facilmente soddisfatta grazie alla nascita dell‘agricoltura e dell’allevamento degli animali.

La sessualità umana fu inizialmente presa in considerazione, dalla scienza ufficiale, solo in relazione alle malattie ad essa associate. Nel 1886 il neurologo e psichiatra Richard von Krafft-Ebing divulgò l’opera “Psychopatia Sexualis” in cui le patologie sessuali vengono collegate alle patologie psichiatriche.

A partire dal 1905 Freud pubblicò varie opere in cui la sessualità viene posta al centro dell’attenzione relativamente all’influenza che essa può avere sull’insorgenza di alcuni disturbi mentali e le loro manifestazioni polimorfe. La teoria freudiana sull’origine delle nevrosi fu rivoluzionaria per l’epoca, e per questo anche notevolmente avversata, ma costituì una innovativa concezione della sessualità quale elemento preminente e fortemente condizionante la vita degli individui fin dalle prime fasi di vita.

Nel 1948 e nel 1953 fu pubblicato in America il “Rapporto Kinsey”, rispettivamente sul comportamento sessuale dell’uomo[5] e della donna[6]. Con i suoi studi sulle consuetudini sessuali, Kinsey descrisse una realtà sessuale statisticamente documentata con più di 17.000 interviste, condotte fra il 1938 e il 1956, in cui venivano riportati dati particolareggiati (e sconvolgenti per l’epoca) sulle pratiche sessuali di uomini e donne americani.

Il ginecologo William Masters e la psicologa Virginia Johnson pubblicarono il libro “Human Sexual Response”[7] nel 1966 e “Human Sexual Inadequacy”[8] nel 1970, testi in cui viene affrontato in modo approfondito lo studio della fisiologia sessuale umana. Il loro intento, a differenza del report statistico di Kinsey, era quello di considerare l’argomento da un punto di vista clinico-terapeutico. Gli strumenti da loro utilizzati, nell’osservazione delle risposte anatomo-fisiologiche (nella masturbazione e nei rapporti sessuali) di circa 700 volontari, nel corso di 11 anni, comprendevano strumenti di misura delle reazioni fisiologiche e apparecchi fotografici e cinematografici per la registrazione delle aree anatomiche interessate.

Nel 1974, la psichiatra americana Helen Singer Kaplan, con il suo testo “Nuove terapie sessuali”[9], nel 1979 con “I disturbi del desiderio”[10] e successivamente con altre opere sulle alterazioni della sessualità[11][12], propose una nuova visione della sessuologia, più "illuministica" ed aderente alla realtà della moderna scienza sessuologica, oltre ad un insieme di tecniche di intervento per curare le disfunzioni sessuali: metodi di derivazione comportamentistica, affiancati da terapia psicoanalitica.

Gli studi più recenti [modifica]
Recenti studi sulla sessualità hanno messo in luce quanto gli aspetti sessuali siano di fondamentale importanza per la costruzione dell'identità personale e per l'evoluzione in senso sociale dell'individuo:

La sessualità umana non è solo dettata dall’istinto o da una stereotipia di condotte, come accade nell’animale, ma è influenzata da un lato dall’attività mentale superiore e dall’altro dalle caratteristiche sociali, culturali, educative e normative dei luoghi in cui i soggetti sviluppano e realizzano la loro personalità. La sfera sessuale richiede quindi un’analisi fondata sulla convergenza di varie linee di sviluppo, comprendenti l’affettività, le emozioni e le relazioni[13]

Aspetti ancora irrisolti della ricerca scientifica riguardano la spiegazione del perché i comportamenti sessuali siano così vari, perché si passi in un continuum da quelli che possono essere denominati "gusti sessuali" considerati normali, ad altre modalità di comportamento sessuale meno comuni, fino a estremi che vengono considerati aberrazioni, e fino a quanto ciò che è denominato "perversione" è considerato patologia. Gli interrogativi riguardano soprattutto il perché il piacere sessuale sia legato a un comportamento variegato e specifico di ogni singolo individuo. La sessualità umana appare così legata ad una dimensione personale, individuale. La ricerca su tali interrogativi ha chiamato in causa lo studio della neuropsicofisiologia che genera quel particolare tipo di piacere che viene avvertito come "sessuale". Le ricerche in proposito dicono che la qualità di questo piacere non dipende da recettori periferici particolari o da parti del sistema nervoso specifiche, come avviene per altre sensazioni, ma che tutto ciò viene elaborato come tale a livello di sistema nervoso centrale, soprattutto a livello corticale, a partire dalla globalità dell'esperienza individuale, sia sensoriale che interiore. Questo spiega l'aspetto essenzialmente psichico della variabilità individuale della sessualità: nessuno ha un cervello uguale a quello di un altro. La genetica determina la formazione del cervello, ma la sua microstruttura e la sua funzionalità dipendono dall'esperienza: questa è diversa da individuo a individuo. L'ereditarietà infatti, da sola, non spiega l'individuo. La mente si forma partendo da basi biologiche che subiscono l'influenza dell'ambiente, e la sessualità è una dimensione "particolare" della mente umana e quindi diversa da soggetto a soggetto. Così si spiegano tutti i collegamenti con le immagini interiori (l'immaginario erotico) e le memorie che condizionano l'attrazione sessuale, l'innamoramento e l'eccitazione, fino all'orgasmo.

Gli studi neurofisiologici, dimostrando il massiccio coinvolgimento delle zone neurali che elaborano le emozioni, sembrerebbero contraddire questa interpretazione. La sessualità umana sarebbe allora definibile come una emozione, e come tutte le emozioni essa si manifesta anche somaticamente. Peculiarità della emozione sessuale umana, rispetto ad altre emozioni, è la più grande e evidente manifestazione somatica, che concerne i genitali.

Da tali studi derivano inoltre indicazioni per una terapia essenzialmente psicologica delle cosiddette disfunzioni sessuali[14], che verrebbero interpretate più che come reali disfunzioni, originate cioè da qualche causa che ha turbato la funzione normale del sistema cui si riferiscono, come peculiarità funzionali del singolo individuo in relazione alla propria "dimensione sessuale".

Identità di genere [modifica]
Prima che in relazione all'atto sessuale vero e proprio la sessualità dell'individuo comprende tutti quegli aspetti che differenziano i maschi (uomini) dalle femmine (donne). Ogni individuo fin dalla nascita è accolto e trattato anche in base alla sua appartenenza biologica ad uno dei due sessi e crescendo si costruisce un'identità sessuale in base ai rapporti con l'ambiente familiare e culturale in cui è inserito.

Tutte le sue relazioni con gli altri si impostano in base al sesso, anche prima di raggiungere la maturità sessuale[15].

Una divisione basata sull'identità di genere è più complessa di una basata semplicemente sui comportamenti sessuali in quanto l'identità dell'individuo è più difficile da definire ed ogni essere umano ha una concezione diversa della propria identità sessuale e del ruolo di genere che può derivarne.

Si possono distinguere[16]:

maschile
femminile
intersessuale (persone nate con caratteristiche biologiche ibride)
transessuale (persone nate biologicamente con caratteristiche sessuali maschili o femminili ma che hanno compiuto un percorso di transizione verso l'identità di genere del sesso opposto)
transgender (termine ombrello che serve ad indicare tutte le persone la cui identità di genere non rispecchia in tutto o parte il proprio sesso biologico)
genderqueer (persone che preferiscono definirsi o sia maschi che femmine o né maschi né femmine)
La sessualità umana può essere inoltre concepita come una parte della vita sociale degli uomini, governata da regole di comportamento e dallo status quo. Così, si dice, la sessualità influenza le norme sociali e la società per converso influenza i modi in cui la sessualità può essere espressa. Dall'invenzione dei mass media, film e pubblicità hanno dato alla sessualità maggiori opportunità di modificare l'ambiente in cui viviamo.

Modelli sociali [modifica]
Pur partendo sempre dai due generi sessuali, società diverse adottano modelli sociali molto diversi tra loro, per esempio nella gestione della famiglia (patrilinearità o matrilinearità), della società (patriarcato o matriarcato) nella distribuzione del lavoro, ecc.

Tali differenze riguardano il modello stesso di famiglia. A seconda del numero di persone coinvolte nella relazione sessuale, abbiamo:

Monogamia
Poligamia
Poliandria
Poliginia
Educazione sessuale [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Educazione sessuale.

Influenze sociali [modifica]
Il comportamento sessuale umano è in molti individui influenzato, o pesantemente compromesso, dalle regole della cultura in cui l'individuo vive. Esempi di queste norme sono la proibizione di rapporti sessuali prima del matrimonio, o contro l'omosessualità, o altre attività, poiché le religioni proibiscono tali attività (vedi tabù). A volte, se non nella maggior parte dei casi, questi comportamenti indotti culturalmente, non riflettono le naturali inclinazioni sessuali dell'individuo. Coloro che desiderano esprimere una sessualità dissidente sono spesso forzati a formare subculture all'interno della cultura principale. In altri casi, forme di sessualità possono svilupparsi in un feticismo o alternativamente svilupparsi come forma di disordine psichico o parafilia[senza fonte]

Esseri umani [modifica]
Gli impulsi sessuali, negli umani, sono generalmente dovuti a fattori genetici, chimici, comportamentali che producono un desiderio erotico che è spesso frutto di un particolare orientamento sessuale. Il comportamento sessuale dell'uomo non è necessariamente collegato all'orientamento sessuale reale o dichiarato dell'individuo. L'indole umana può, infatti, coinvolgere parti del corpo fisiche, cognitive, emozionali; questo può accadere volontariamente e non; ecco che quindi l'etichetta del tipo di sessualità può essere applicata.

Tipi di sessualità [modifica]
Una prima e relativamente semplice divisione può essere basata sulle inclinazioni sessuali, in primis sul genere sessuale verso cui si prova attrazione:

Asessualità
Bisessualità
Eterosessualità
Omosessualità
Si definisce invece castità l'astinenza sessuale temporanea o definitiva, assunta come forma di impegno di solito dovuto a motivazioni di tipo morale o religioso (ad es. celibato). Questa accezione popolare del termine è in realtà impropria: "casto" si contrappone etimologicamente a "in-castus" da cui deriva il nostro "incesto". Cultura storia e costume hanno volta volta differentemente definito ciò che dovevasi considerare casto, piuttosto che il suo contrario.

Oltre al sesso del partner, molti altri aspetti possono caratterizzare la vita sessuale degli esseri umani. Alcuni comportamenti sessuali sono considerati patologici, altri sono vietati da alcune legislazioni, altri (più o meno bizzarri, più o meno diffusi) costituiscono un esempio della varietà comportamentale umana. Il costume e la cultura definiscono volta volta ciò che viene vietato o permesso, ciò che viene approvato o stigmatizzato come anormale.

Elenco di pratiche sessuali [modifica]
Per approfondire, vedi le voci Classificazione delle attività sessuali e Posizioni sessuali.

Masturbazione
Penetrazione
Sesso orale
Sesso anale
Feticismo
BDSM
Caratteristiche dei rapporti sessuali [modifica]
Le caratteristiche dei rapporti sessuali variano in società e periodi storici diversi. Tra i fattori da considerare l'età del primo rapporto sessuale, la prosecuzione dell'attività sessuale in età avanzata, la frequenza dei rapporti sessuali, ecc.

Sessualità tra gli animali [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Etologia.

Note [modifica]
1.^ Jacques Dupuis, Storia della paternità, Edizioni Tranchida, 1996
2.^ Pierre Moussa,”Notre aventure humaine”, Grasset 2005
3.^ Margaret Mead, "Maschio e femmina",Mondadori,1991
4.^ Jacques Dupuis, Storia della paternità, Edizioni Tranchida, 1996
5.^ Kinsey A.F., Pomeroy W.D., Martin C.E., (1948) Sexual Behavior in the Human Male. Saunders, Philadelphia.
6.^ Kinsey A.F., Pomeroy W.D., Martin C.E., Gebhard P.H., (1953) Sexual Behavior in the Human Female. Saunders, Philadelphia.
7.^ Masters W.H., Johnson V.E., (1966) Human Sexual Response. Little Brown, Boston.
8.^ Masters W.H., Johnson V.E., (1970) Human Sexual Inadequacy. Little Brown, Boston.
9.^ Kaplan H.S., (1974) The new sex therapy. Brunner-Mazel, New York.
10.^ Kaplan H.S., (1979) Disorders of desire. Brunner-Mazel, New York.
11.^ Kaplan H.S., Horwith M., (1983) The Evaluation of Sexual Disorders: Psychological and Medical Aspects, Routledge Mental Health, New York. ISBN 0-87630-329-7, ISBN 978-0-87630-329-0
12.^ Kaplan H.S., (1995) The Sexual Desire Disorders, Taylor & Francis Group, New York.
13.^ Boccadoro L., Carulli S., (2008) Il posto dell'amore negato. Sessualità e psicopatologie segrete. Edizioni Tecnoprint, Ancona. ISBN 978-88-95554-03-7
14.^ Antonio Imbasciati, La buona sessualità e le cosiddette disfunzioni sessuali in una prospettiva transgenerazionale. La "salute sessuale" e le "cure materne". Good sexuality and so called sexual disfunction in a transgenerational perspective. "Sexual Health" and "Material care", rivistadipsicologiaclinica.it on line, 2008, 1, 6-19
15.^ Elena Gianini Belotti, Dalla parte delle bambine: l'influenza dei condizionamenti sociali nella formazione del ruolo femminile nei primi anni di vita, Feltrinelli Editore, 1973, ISBN 978-88-07-80961-3
16.^ Elisabetta Ruspini - Marco Inghilleri,
Transessualità e scienze sociali: identità di genere nella postmodernità
, Liguori Editore, 2008, ISBN 978-88-207-4210-2
Bibliografia [modifica]
V. Boncinelli, Le stagioni dell'amore. Filogenesi, ontogenesi e comportamento sessuale umano, Franco Angeli, Milano 2004
Judith Butler, La disfatta del genere, Meltemi Editore srl, 2006, ISBN 978-88-8353-500-0
Alessandro Cellerino, Eros e cervello. Le radici biologiche di sessualità, estetica, amore, Bollati Boringhieri, Torino 2002.
C. Cipolla, C. Sul letto di Procuste. Introduzione alla sociologia della sessualità, Franco Angeli editore, Milano 1996.
Michel Foucault, Storia della sessualità, Feltrinelli Editore, 2002, ISBN 978-88-07-81152-4
Lawrence Stone, La sessualità nella storia, Laterza, Roma-Bari 1995.
Elisabetta Ruspini - Marco Inghilleri, Transessualità e scienze sociali: identità di genere nella postmodernità, Liguori Editore, Napoli 2008
Voci correlate [modifica]
Sessualità infantile
Erotismo
Piacere
Accoppiamento
Masturbazione
Penetrazione
Andrologia
Ginecologia
Donna
Uomo
Identità di genere
Sesso anale
Sesso orale
Sessuologia
Studi di genere
Kama Sutra
Altri progetti [modifica]
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Collegamenti esterni [modifica]
Associazione Italiana Salute Psicosomatica e Sessuale[1]
Il sesso spiegato ai giovani[2]
Glossario di Sessuologia clinica[3]
Approfondimenti sulla sessualità[4]

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vabbè io non volevo andare offtopic...


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Ornithorhynchus anatinus
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Ornitorinco

Ornitorinco (Ornithorhynchus anatinus)
Stato di conservazione

Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio: Eukaryota
Regno: Animalia
Sottoregno: Eumetazoa
Superphylum: Deuterostomia
Phylum: Chordata
Classe: Mammalia
Ordine: Monotremata
Famiglia: Ornithorhynchidae((monotremi))
Genere: Ornithorhynchus
Specie: O. anatinus
Nomenclatura binomiale
Ornithorhynchus anatinus
Shaw, 1799
Areale

Partecipa al Progetto:Forme di vita
L'ornitorinco (Ornithorhynchus anatinus, Shaw 1799), detto anche platipo (mallangong dai nativi australiani), è un piccolo mammifero semi-acquatico endemico della parte orientale dell'Australia. È una delle sei specie ancora esistenti che compongono l'ordine dei monotremi, gli unici mammiferi che depongono uova invece di dare alla luce dei piccoli (le altre cinque sono note complessivamente col nome di echidna). È l'unico rappresentante della sua famiglia (Ornithorhynchidae) e del suo genere (Ornithorhynchus), sebbene siano stati trovati alcuni parenti fossili, alcuni dei quali anche nel genere Ornithorhynchus. Il nome scientifico del genere (come quello comune italiano) è composto da due parole greche: ornis-ornithos (ὄρνις-ιθος), che significa “uccello”, e rynchos (ῥύγχος), che significa “muso”. Il secondo termine del nome scientifico della specie è invece derivato dal termine latino per anatra: anas-atis.
Indice [nascondi]
1 Fisiologia e anatomia
1.1 Il veleno
2 Ecologia e comportamento
3 L'elettrolocazione nell'ornitorinco
4 Biologia da campo dell'ornitorinco
5 Storia scientifica
6 L'ornitorinco nell'evoluzione dei mammiferi
7 Cromosomi sessuali
8 Leggende e curiosità
9 Note
10 Bibliografia
11 Voci correlate
12 Altri progetti
13 Collegamenti esterni
Fisiologia e anatomia [modifica]



Una coppia di ornitorinchi in una stampa
La fisiologia dell'ornitorinco è unica. Il ritmo del metabolismo è considerevolmente basso in confronto agli altri mammiferi, con una temperatura corporea media di 32 °C al posto dei 38 °C tipici dei mammiferi placentati (o Euteri vedi Mammiferi). È incerto fino a che punto questa sia una caratteristica dei monotremi, piuttosto che un adattamento da parte del piccolo numero di specie sopravvissute a dure condizioni ambientali. Il corpo e la larga coda piatta dell'ornitorinco sono coperti di pelliccia marrone. Ha piedi palmati e un largo muso, duro come la gomma, che ricordano più un'anatra che qualsiasi altro mammifero conosciuto. Queste caratteristiche hanno fatto sì che fosse conosciuto come Duck-billed Platypus (ornitorinco a becco d'anatra). I primi coloni Britannici lo chiamavano Water Mole (talpa d'acqua).
La taglia varia molto da meno di un chilo e più di due chili; la lunghezza da 30 a 40 centimetri, e quella della coda da 10 a 15 cm. I maschi sono circa un terzo più grandi delle femmine. C'è una notevole variazione nelle dimensioni medie da una regione all'altra, sebbene stranamente questa variazione non sembri seguire nessuna regola climatica.
I cuccioli hanno molari a tre cuspidi (molari tribosfenici), che sono una delle caratteristiche distintive dei mammiferi, mentre gli adulti sono privi di denti. La mandibola/mascella è costruita diversamente da quella degli altri mammiferi, e il muscolo che la apre è diverso. Come in tutti i veri mammiferi, gli ossicini che portano il suono nell'orecchio interno sono completamente incorporati nel cranio, invece di trovarsi nella mascella come nei cynodonti e in altre sinapsi pre mammiferi. Comunque l'apertura esterna dell'orecchio si trova ancora alla base della mandibola. L'ornitorinco ha delle ossa aggiuntive nella cintura scapolare, tra cui un'interclavicola che non è presente negli altri mammiferi. Ha anche un'andatura da rettile, con zampe poste ai lati del corpo piuttosto che sotto di esso.
Il veleno [modifica]
Il maschio dell'ornitorinco ha, su ognuna delle zampe posteriori, uno sperone cavo, che usa per iniettare un veleno prodotto dalle ghiandole crurali, e che usa per difesa dai predatori o nei combattimenti per il territorio. È una caratteristica unica nel suo genere perché, difatti, l'ornitorinco è l'unica specie di mammifero velenoso conosciuta dopo il toporagno.
Siccome il veleno sembra avere una funzione diversa dai veleni prodotti da specie di non mammiferi, è possibile che contenga peptidi (molecole di peso molecolare inferiore ai 5000 dalton, costituiti da una catena di pochi amminoacidi uniti tra di loro attraverso un legame peptidico o carboamidico) o molecole i cui effetti principali non siano mortali ma tuttavia possano menomare gravemente la vittima. Che possa essere così è evidente dai sintomi dell'avvelenamento da ornitorinco. Per il veleno non esiste ancora un antidoto.
Nell'uomo il sintomo più importante è un dolore immediato e intenso. Presto attorno alla ferita si sviluppa un edema e gradatamente si diffonde nell'arto colpito. Informazioni raccolte da anamnesi e aneddoti mostrano che il dolore si sviluppa in una perdurante iperalgesia che dura giorni o anche mesi. Il veleno non è letale per gli uomini ma può esserlo per i cani e i piccoli animali domestici.
Ecologia e comportamento [modifica]



L'ornitorinco in una rappresentazione d'epoca
L'ornitorinco è notturno e semi-acquatico, abita piccoli corsi d'acqua e fiumi in un vasto habitat dalle fredde regioni montuose della Tasmania e delle Alpi australiane alle foreste pluviali tropicali delle coste del Queensland a nord fino alla base della penisola di Capo York. Nell'entroterra la sua distribuzione non è ben conosciuta: è estinto nel sud dell'Australia (tranne che per una popolazione immessa sull'isola dei Canguri) e non si trova più nella parte principale del bacino del Murray-Darling, probabilmente a causa della qualità dell'acqua in declino causato da un esteso disboscamento e da piani di irrigazione. Lungo i sistemi fluviali costali la sua distribuzione è imprevedibile: sembra che sia assente da fiumi relativamente salubri, e tuttavia mantiene una sua presenza in altri che sono piuttosto degradati (per esempio il basso corso del Maribyrnong).
L'ornitorinco è un ottimo nuotatore e passa molto tempo in acqua. Tiene gli occhi completamente chiusi quando nuota, affidandosi interamente agli altri sensi. Tutti e quattro i piedi sono palmati. Quando nuota si spinge pagaiando con le zampe anteriori. La coda e le zampe posteriori lo aiutano a cambiare direzione ma non nella propulsione.
L'ornitorinco è un carnivoro. Si ciba di vermi e larve di insetti, gamberi d'acqua dolce (freshwater shrimps e freshwater crayfish) che scava nel letto del fiume con il muso o che cattura nuotando, e all'occasione anche piccoli mammiferi. Il suo becco molto sensibile gli consente di cacciare il cibo senza dover usare la vista. È uno dei pochi mammiferi di cui si sa che possiedano un senso di elettrolocazione: localizza la sua preda in parte rilevando la sua elettricità corporea. La sua elettrolocazione è la più sensibile tra i mammiferi (vedi più avanti nell'articolo).
Quando non è in acqua l'ornitorinco si ritira in una corta tana, dritta e di sezione trasversale ovale, quasi sempre nell'argine non molto sopra il livello dell'acqua, e spesso nascosta sotto un groviglio di radici. Per la riproduzione la femmina scava tane molto più grandi e elaborate lunghe fino a 20 metri e bloccate a intervalli con dei tappi. Essa fa il nido alla fine del tunnel con canne come lettiera.
Essendo un monotremo l'ornitorinco non dà alla luce piccoli vivi ma invece depone le uova in un nido. Le uova sono tenute nel corpo per qualche tempo prima di essere deposte e accudite dal genitore. Quando le uova si schiudono dopo un periodo di incubazione di circa 10 giorni i cuccioli privi di pelo si aggrappano alla madre. Come altri mammiferi, la madre produce il latte per i piccoli. L'ornitorinco non ha capezzoli ma secerne il latte da pori nella pelle. I piccoli poppano il latte dal ventre della madre mentre questa giace sul dorso.
L'elettrolocazione nell'ornitorinco [modifica]

Nell'ornitorinco gli elettrorecettori si trovano in file rostro-caudali nella pelle del becco, mentre i meccanorecettori sono uniformemente distribuiti lungo il becco. L'area elettrosensoriale della corteccia cerebrale è contenuta all'interno dell'area somatosensoriale tattile, e alcune cellule corticali ricevono dei segnali sia dagli elettrorecettori che dai meccanorecettori, suggerendo una stretta associazione tra il senso tattile e quello elettrico. L'ornitorinco può individuare la direzione di una sorgente elettrica; lo fa forse comparando le differenze nella forza del segnale attraverso lo strato di elettrorecettori mentre cacciando muove in modo caratteristico la testa da un lato all'altro. La convergenza corticale di segnali elettrosensoriali e tattili suggerisce l'esistenza di un meccanismo per determinare la distanza delle prede che, muovendosi, emettono sia segnali elettrici sia impulsi di pressione meccanici. La distanza potrebbe essere calcolata dalla differenza nel tempo di arrivo dei due segnali. La maggior parte della sua alimentazione deriva dallo scavare il fondo dei corsi d'acqua con il muso. Forse gli elettrorecettori potrebbero essere usati anche per distinguere oggetti animati e oggetti inanimati in questa situazione in cui i meccanorecettori sarebbero continuamente stimolati. Molte di queste sono solo congetture e c'è ancora molto da apprendere sull'elettrolocazione nell'ornitorinco e nel suo compagno monotremo, l'echidna.
Biologia da campo dell'ornitorinco [modifica]



Un ornitorinco all'acquario di Sydney
La biologia da campo dell'ornitorinco fu studiata dapprima da alcuni biologi espatriati che visitarono le colonie australiane per raccogliere campioni nell'Ottocento. Il loro operato fu seguito nella prima metà del novecento da un gruppo di studiosi di storia naturale locali e più avanti da un crescente numero di biologi accademici. Tutti costoro contribuirono molto alla comprensione attuale della biologia da campo di questa unica specie australiana.
L'ornitorinco ha una distribuzione generale quasi simile a quella che aveva prima dell'occupazione europea dell'Australia, tranne che per la sua scomparsa dallo stato dell'Australia Meridionale. Comunque sono documentati cambiamenti locali e frammentazione della distribuzione dovuti alla modifica umana del suo habitat. Attualmente la specie popola l'Australia orientale dai dintorni di Cooktown nel nord alla Tasmania a sud. Sebbene non si trovi nei fiumi che scorrono verso ovest del Queensland settentrionale, abita i tratti superiori dei fiumi che scorrono verso ovest e verso nord delle catene montuose divisorie nel sud dello stato e negli stati del Nuovo Galles del Sud e di Victoria. La sua abbondanza storica e presente è comunque meno ben conosciuta e probabilmente è diminuito di numero sebbene venga tuttora considerato comune in gran parte delle sue zone attuali. La specie è stata cacciata ampiamente per la sua pelliccia fino circa all'inizio del secolo.
L'ornitorinco si nutre soprattutto di notte ed è predominantemente un carnivoro opportunista di invertebrati bentici. La specie è endotermica e mantiene la sua bassa temperatura corporea (32 °C) anche quando si ciba per ore in acque sotto i 5 °C. I requisiti principali del suo habitat comprendono caratteristiche fluviali e riparie che garantiscano un rifornimento di prede di specie bentiche e solide sponde in cui scavare tane per riposare e nidificare. La specie ha una sola stagione riproduttiva: l'accoppiamento avviene nel tardo inverno o in primavera e i piccoli appaiono in acqua dopo 3-4 mesi di allattamento nelle tane.
Le osservazioni naturalistiche, gli studi con marcazione e ricattura e le indagini iniziali sulla genetica della popolazione suggeriscono la possibilità che ci siano membri della popolazione stanziali e altri di passaggio e suggeriscono un sistema di accoppiamento poliginico. I recenti studi sul campo hanno ampiamente confermato e ampliato il lavoro dei primi biologi e naturalisti.
Storia scientifica [modifica]



Ornitorinco a Geelong, Victoria
Quando l'ornitorinco fu scoperto dagli europei alla fine del '700, una pelle fu mandata in Gran Bretagna per essere esaminata dalla comunità scientifica. Gli scienziati inglesi in un primo momento si convinsero che quell'insieme a prima vista bizzarro di caratteristiche fisiche dovesse essere un falso, prodotto da qualche imbalsamatore asiatico.
La maggior parte del mondo venne a conoscenza dell'ornitorinco nel 1939 quando la rivista National Geographic pubblicò un articolo sull'ornitorinco e sui tentativi di studiarlo e allevarlo in cattività. Questa si è rivelata un'impresa molto difficile e solo pochi cuccioli sono stati allevati con successo finora; degni di nota i risultati ottenuti all'Healesville Sanctuary dello stato di Victoria (Australia).
Vedere un ornitorinco in natura è più un fatto di fortuna e pazienza che di difficoltà. Non amano le zone popolate, passano quasi tutto il loro tempo sottoterra o sott'acqua, e sono soprattutto notturni. Comunque non sono particolarmente rari, e, nelle zone adatte, alla maggior parte degli appassionati di pesca o di birdwatching può capitare di vedere un ornitorinco nutrirsi tranquillamente lungo l'argine di un fiume.
Non sembra che l'ornitorinco rischi l'estinzione immediata. Di volta in volta è classificato come al sicuro ma a rischio in futuro o comune ma vulnerabile, soprattutto perché è una specie sensibile all'inquinamento dell'acqua.
L'ornitorinco nell'evoluzione dei mammiferi [modifica]



Scheletro di ornitorinco
Per molti anni l'ornitorinco e gli altri monotremi furono capiti molto poco, e ancora oggi perdurano alcune delle leggende del XIX secolo cresciute attorno ad essi, soprattutto nell'emisfero boreale. Per esempio c'è ancora chi pensa che i monotremi siano 'inferiori' o quasi rettili, e che siano i lontani antenati dei mammiferi placentati 'superiori'. Oggi si sa che i moderni monotremi sono i sopravvissuti di un primo ramo dell'albero dei mammiferi; una ramificazione successiva si pensa abbia condotto ai gruppi dei marsupiali e dei placentali. I più antichi fossili di monotremi (Teinolophos e Steropodon) sono strettamente imparentati con il moderno ornitorinco. In conclusione l'ornitorinco è uno dei parenti più stretti dei mammiferi ancestrali, ma non è lui stesso un collegamento nella catena dell'evoluzione dei mammiferi. Si tratta di un ramo abbastanza separato da tutti gli altri conosciuti.
Cromosomi sessuali [modifica]

Nel 2004 i ricercatori Frank Grützner e Jenny Graves dell'Università nazionale australiana di Canberra hanno scoperto che l'ornitorinco ha dieci cromosomi sessuali, rispetto ai due (XY) che si trovano nella maggior parte degli altri mammiferi (fra le poche eccezioni la scimmia urlatrice del Belize). I maschi hanno cinque copie del cromosoma X e cinque di quello Y in sequenza XYXYXYXYXY (nelle femmine la sequenza è analogamente XXXXXXXXXX).
Il sistema di cromosomi presenta caratteristiche che si trovano nei mammiferi, ma anche quelle che si trovano nel sistema WZ degli uccelli. Per esempio il cromosoma DMRT1, che è da tempo all'attenzione dei genetisti perché si pensa decida il sesso degli uccelli, si trova quasi uguale nell'ornitorinco. L'ipotesi dei ricercatori è che la comparsa dei sessi non sia avvenuta separatamente in uccelli e mammiferi ma che una parte di questa differenziazione sia comune.
Questa scoperta ha ulteriormente evidenziato l'unicità degli ornitorinchi nel regno animale, ed individua un campo per ulteriori ricerche dei legami evolutivi tra mammiferi, uccelli e rettili [1].
Leggende e curiosità [modifica]


Questa sezione contiene «curiosità» da riorganizzare.
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Secondo una leggenda degli aborigeni australiani, l'ornitorinco (da loro chiamato boonaburra) sarebbe il singolare incrocio, avvenuto molto tempo fa, tra un'anatra solitaria e un topo d'acqua che la rapì. L'anatra, dopo la violenza subita, partorì "due cuccioli palmati ma a quattro zampe, con il becco e la pelliccia".
A causa delle sue caratteristiche simili agli uccelli (becco, deposizione delle uova, zampe palmate), l'ornitorinco viene spesso citato in filosofia, logica e altri contesti simili come metafora di un soggetto che complica le classificazioni; un esempio in questo senso è il concetto di platypus filosofico sviluppato da Robert Pirsig. L'ornitorinco, come animale antropomorfizzato, è uno degli interlocutori del dialogo filosofico Kant e l'ornitorinco (1997) di Umberto Eco.
La nave immaginaria che porta Niko Bellic a Liberty City nel videogioco del 2008 Grand Theft Auto IV si chiama "Platypus" (ornitorinco, in Inglese)
Nel cartone animato Phineas e Ferb, vi è un ornitorinco di nome Perry che, nel corso delle puntate, quando non viene visto da altre persone, lavora come agente segreto.
Note [modifica]

^ Lunney, D., Dickman, C., Copely, P., Grant, T., Munks, S., Carrick, F., Serena, M. & Ellis, M. 2008. Ornithorhynchus anatinus. In: IUCN 2010. IUCN Red List of Threatened Species. Versione 2010.1
Bibliografia [modifica]

Burrell, H. The Platypus. Adelaide: Rigby, 1974.
Griffiths, Mervyn. The Biology of the Monotremes. Academic Press, 1978.
Strahan, R. The Mammals of Australia. New South Wales: Reed Books, 1995.
Voci correlate [modifica]

Mammiferi
Monotremi
Tachiglossidi (echidne)
Altri progetti [modifica]

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MessaggioInviato: lun ott 04, 2010 8:35 pm 
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Dannatio ha scritto:
Andate tutti a fare uno squasso di pugnette, va là...... :ridi


A due mani, così fan prima.
E già che siamo in tema...

Bagna Cauda


Ingredienti e dosi per 4 persone:
275 g di olio di oliva, 240 g di acciughe sotto sale,4 teste d'aglio,3 dl di latte



Preparazione:
Sfilettare le acciughe e dissalare i filetti, se sono filetti sott'olio scolare bene l'olio che di solito non è di prima qualità; lavarli e pestarli in poltiglia in un mortaio. Tritare finemente l'aglio e farlo marinare per un paio d'ore nel latte (cio' attutisce il gusto dell'aglio e facilita la digestione, questo passaggio non è necessario se l'aglio è sufficientemente fresco). Far sciogliere l'olio e il burro in un tegame in terracotta (in mancanza smaltato), aggiungere la poltiglia d'acciughe e, a calore appena accennato, farla incorporare; unirvi il trito d'aglio ben sgocciolato dal latte e continuare la cottura, sempre a calore tenue, per una ventina di minuti mescolando di tanto in tanto. Nel mezzo del tavolo piazzare un fornello a spirito (oppure una piastra elettrica), mettervi sopra il tegame con la bagna cauda (deve essere mantenuta ben calda durante tutto il pasto). Sistemare al centro del tavolo anche la terrina con i pezzi di cardi e di peperoni, cipollotti freschi,carote tagliate orizzontalmente,indivia, cavolo tagliato fine, e altre verdure, vanno bene davvero tutte :) . I commensali, un pezzo di pane nella mano sinistra, prendono uno per volta con lo speciale forchettino un pezzo verdura, lo asciugano con la salvietta, lo immergono nel tegame e, ben avviluppato di bagna cauda, lo mangiano. Si procede cosi' sino all'immancabile esaurimento della bagna cauda sorseggiando di tanto in tanto buon vino, appena fatto, che abbia ancora il gusto dell'uva. L'appetito, e' questa la meraviglia, rimane intatto, anzi eccitato ed in progresso. I contadini inventori della bagna cauda sin dal tempo del lumino ad olio, alla fine, per utilizzare l'eventuale intingolo che fosse rimasto, usano rompervi dentro delle uova e strapazzarle.

_________________
Non muoio nemmeno se m'ammazzano. G.Guareschi. Lager di Bergen-Belsen, 1943.

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Parlamento
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Il parlamento è il corpo legislativo dello stato, ossia un organo complesso, costituito essenzialmente da uno o più organi collegiali di tipo assembleare (camere), la cui funzione precipua, sebbene non unica, è approvare le leggi. Il nome deriva dalla parola francese parlement, riferita all'azione di parlare: un parlamento è quindi un luogo dove si discute, si dibatte per giungere a delle decisioni. Nelle repubbliche presidenziali il parlamento è tradizionalmente denominato congresso, secondo l'esempio statunitense.

Le federazioni hanno un parlamento federale e uno per ciascuno stato federato. Organi analoghi al parlamento sono spesso presenti anche in altri enti territoriali, ma in questo caso si usano di solito denominazioni diverse (frequentemente consiglio). Negli stati moderni il parlamento rappresenta la componente principale del potere legislativo, che in alcuni ordinamenti coincide con il parlamento dello stato centrale mentre in altri comprende anche i parlamenti degli stati federati o gli analoghi organi delle regioni o di altri enti territoriali dotati di autonomia legislativa.


Il Palazzo di Westminster, sede del parlamento britannico.Indice [nascondi]
1 Breve inquadramento storico
2 Ruolo del parlamento
2.1 Maggioranza e opposizione
3 Struttura
3.1 Camere
3.2 Elezione
3.3 Mandato
3.4 Struttura interna delle camere
3.4.1 Presidenza
3.4.2 Commissioni
3.4.3 Gruppi
4 Funzioni
4.1 Funzioni normative
4.1.1 Leggi ordinarie
4.1.2 Leggi costituzionali e organiche
4.1.3 Regolamenti parlamentari
4.2 Funzioni di indirizzo politico
4.2.1 Rapporto fiduciario con il governo
4.3 Funzioni di controllo
4.3.1 Approvazione del bilancio dello stato
4.3.2 Altre funzioni di controllo
4.4 Funzioni giurisdizionali
5 Rilevanza mediatica
6 Note
7 Voci correlate
8 Altri progetti

Breve inquadramento storico [modifica]

Il parlamento inglese riunito al cospetto del Re, XIV secolo.La parola "parlamento" venne impiegata, per la prima volta, nella Chanson de Roland, sebbene il concetto che esprime - un'istituzione collegiale intermedia tra l'intero popolo costitutivo di una comunità e coloro i quali di questa comunità hanno la direzione - sia un dato comune di antropologia culturale, come testimoniano le assemblee, variamente denominate, delle poleis greche e il Senato Romano.

Nel 1097 a Mazara del Vallo ci fu la prima assise convocata da Ruggero il Gran Conte di un parlamento inizialmente itinerante. Il Parlamento siciliano era costituito da tre rami e precisamente dal Feudale, dall'Ecclesiastico e dal Demaniale. Il ramo feudale era costituito dai nobili rappresentanti di contee e baronie, il ramo ecclesiastico era formato da arcivescovi, vescovi, abati e archimandriti, mentre il ramo demaniale era costituito dai rappresentanti delle 42 città demaniali della Sicilia.

Dal 1130 si riunirà definitivamente a Palermo, nel Palazzo dei Normanni. Primo cambiamento radicale si ebbe con Federico II, che permise l'accesso parziale anche alla società civile; anche per questo il Regno di Sicilia fu considerato il primo stato moderno della storia d'Europa.

Nel 1115, un secolo esatto prima della Magna Charta, i Cistercensi si erano dotati di una Charta Charitatis con la quale conferivano al Parliamentum degli abati la summa potestas del loro ordine [1]. Nel 1248 il termine "parlamento" compare in Inghilterra per designare un'assemblea formata da due rami, uno ecclesiastico (vescovi e abati con il rango di barone) e uno laico (baroni diretti della Corona). A tale assemblea nel 1254 venne assicurata una stabile struttura, facendovi entrare anche i rappresentanti elettivi delle contee. Nel 1297, infine, con lo Statuto de tallagio non concedendo, si confermò il principio per cui ogni contribuzione poteva essere imposta solo dietro assenso comune degli "arcivescovi, vescovi ed altri prelati, conti, sovrani, uomini d'arme, borghesi, ed altri uomini liberi del regno nostro", nonché il diritto dell'assemblea elettiva a controllare la validità delle elezioni, sottraendo quindi agli agenti del Re tale privilegio. Come ben si vede, erano già presenti in nuce i moderni principi della sovranità ed indipendenza del parlamento.

Istituzioni simili al parlamento inglese ma con denominazioni diverse erano sorte anche in altre monarchie europee: si pensi agli Stati generali in Francia e nei Paesi Bassi, alle Cortes castigliane o alle Corts aragonesi. Anche queste erano articolate in più assemblee (tre o quattro) corrispondenti ai vari ordini in cui era divisa la società (ad esempio, in Francia: nobiltà, clero e terzo stato).

Va tenuto presente che nel corso del medioevo e dell'età moderna il termine "parlamento" ha assunto anche altri significati. Così in epoca comunale il parlamento o arengo era l'assemblea che riuniva tutti i cittadini del comune che godevano dei diritti politici; invece in Francia, durante l'Ancien régime, il parlement, sebbene sorto con caratteri non dissimili dal parlamento inglese, finì per diventare un'istituzione non rappresentativa con funzioni prevalentemente giurisdizionali.

Dalla tradizione l'architettura parlamentare ha ricavato la forma dell'aula parlamentare prevalentemente ad emiciclo.

Ruolo del parlamento [modifica]
L'esistenza del parlamento può essere considerata diretta conseguenza del principio di sovranità popolare. In Italia esso è sancito dall'art. 1, secondo comma, della Costituzione: "La sovranità appartiene al popolo". Il suo ruolo è stato efficacemente descritto da Hegel con l'espressione di: "porticato tra lo Stato e la società civile".

Il parlamento nasce come organo in cui viene espresso il consenso o meno all'attività impositiva del sovrano. È significativo, al riguardo, che nasca proprio in Inghilterra: per il diritto germanico, infatti, è attributo degli uomini liberi l'esenzione da ogni tributo, il quale, quindi, deve essere da costoro - o dai loro rappresentanti - autorizzato. Nel tempo i parlamenti hanno esteso le loro competenze e svolgono oggi funzioni di indirizzo politico, legislative, di coordinamento, di controllo e di garanzia costituzionale.

L'esistenza di un parlamento viene usualmente associata alla democrazia, in realtà non mancano regimi non democratici che possiedono un organo così denominato, con struttura e funzioni solitamente non dissimili da quelle dei parlamenti democratici. La differenza sostanziale con questi ultimi è che i parlamenti non democratici, anche quando sono elettivi, non sono eletti nell'ambito di una reale competizione tra più partiti: in certi casi un solo partito è autorizzato a presentare le candidature, in altri casi vi sono più partiti ma le condizioni in cui si svolgono le elezioni sono tali da assicurare la vittoria ad uno solo. In casi come questi il parlamento non è più il portavoce della volontà popolare ma, semplicemente, il luogo dove vengono ratificate le decisioni prese da chi detiene effettivamente il potere (organi del partito unico, giunta militare ecc.): la sottoposizione di tali decisioni al voto parlamentare ha il solo scopo di ostentare una parvenza di democraticità o un fittizio consenso popolare alle scelte del regime.

Maggioranza e opposizione [modifica]
Se l'elezione del parlamento avviene nel contesto di una competizione tra partiti, gli eletti apparterranno molto probabilmente a partiti diversi più o meno contrapposti. In questo caso, di regola, emerge un partito o una coalizione di partiti che controlla la maggioranza dei voti: la maggioranza parlamentare; in contrapposizione ad essa, i rimanenti partiti costituiscono l'opposizione. Va notato che mentre la maggioranza è caratterizzata da una certa omogeneità e unità di azione tra i partiti che la compongono, lo stesso non è necessariamente vero per l'opposizione, che può essere costituita da partiti in netto contrasto tra loro (si pensi ad una maggioranza di centro a fronte della quale l'opposizione è costituita da partiti di destra e sinistra); solo nei sistemi bipartitici o, quantomeno, bipolari l'opposizione presenta un'omogeneità e unità d'azione paragonabile a quella della maggioranza, tanto che in questi sistemi si può configurare il ruolo del leader dell'opposizione.

Nelle forme di governo in cui esiste un rapporto fiduciario tra parlamento e governo, la maggioranza parlamentare coincide tendenzialmente con la maggioranza di governo, ossia con il partito o la coalizione di partiti che sostiene il governo. Ciò non è invece necessariamente vero nelle forme di governo dove detto rapporto fiduciario non esiste: in questo caso è possibile, e fisiologico, che i partiti che costituiscono la maggioranza parlamentare siano diversi da quelli che sostengono il governo.

Se il parlamento è articolato in più camere, è possibile che le maggioranze parlamentari siano diverse. Si tratta di un'evenienza piuttosto rara e, di per sè, fonte di possibili disfunzioni, almeno laddove le camere hanno uguali poteri sovrapposti, ed è questo il caso dell'Italia.

Struttura [modifica]
Camere [modifica]

██ Paesi con parlamento bicamerale

██ Paesi con parlamento monocamerale

██ Paesi senza parlamento
Costituente essenziale del parlamento è un organo collegiale di tipo assembleare detto camera. Si distinguono parlamenti monocamerali, bicamerali e multicamerali secondo che siano costituiti da una, due o più di due camere. I parlamenti multicamerali sono stati molto rari nella storia e attualmente nessuno stato ha un parlamento di questo tipo [2].

Se il parlamento è costituito da due camere, una viene tradizionalmente denominata camera alta, l'altra camera bassa. Nella pratica la denominazione ufficiale attribuita alle camere varia da ordinamento ad ordinamento: per la camera bassa (o per l'unica camera dei parlamenti monocamerali) le denominazioni più utilizzate sono camera dei rappresentanti, camera dei deputati, assemblea legislativa, assemblea nazionale, dieta ecc. e rappresentanti o deputati sono per lo più detti i suoi membri; per la camera alta la denominazione di gran lunga più utilizzata è senato, i cui membri sono detti senatori; in certi ordinamenti federali la camera alta è detta consiglio degli stati e consiglieri i suoi membri.

La camera bassa ha usualmente un centinaio di membri nei paesi con popolazione attorno ai tre milioni di abitanti; raramente ha più di 400-600 membri, anche nei paesi di maggiori dimensioni. In tutti gli ordinamenti, con l'unica eccezione di quello britannico, la camera alta ha un numero minore di membri rispetto alla camera bassa.

Nei parlamenti bicamerali alcune deliberazioni possono essere assunte da un collegio costituito dalle due camere riunite in seduta comune. In particolare, le camere eleggono in seduta comune il presidente della repubblica e le altre cariche dello stato per le quali è prevista l'elezione parlamentare. In alcuni ordinamenti le camere deliberano in seduta comune sulle questioni per le quali si sono già pronunciate separatamente in modo discordante.

Oltre che con la deliberazione in seduta comune, i contrasti tra le camere possono essere risolti con diverse modalità. In alcuni ordinamenti la questione è deferita ad un commissione bicamerale affinché elabori un testo di compromesso, da sottoporre all'approvazione delle due camere; in altri ordinamenti, tra cui quello italiano, la questione è sottoposta reiteratamente al voto delle due camere sinché non si arriva ad una deliberazione concorde (cosiddetta navetta parlamentare).

Elezione [modifica]
Nei parlamenti democratici almeno una delle camere, e precisamente la camera bassa, è eletta direttamente dal popolo. In realtà, negli ordinamenti attuali, con la notevole eccezione della Camera dei Lord britannica e di alcuni stati ex domini britannici, come il Canada[3], anche la camera alta è ormai elettiva, seppur con modalità differenziate rispetto alla camera bassa, ad esempio prevedendo un'età minima più elevata per votare o essere eletti, un diverso sistema elettorale, diversi collegi elettorali. In alcuni ordinamenti (ad esempio in Francia) la camera alta è eletta in modo indiretto, dai cosiddetti grandi elettori, a loro volta eletti dal popolo, mentre in certe federazioni i membri della camera alta sono eletti dai parlamenti degli stati federati.

L'elettorato attivo del parlamento è uno dei principali diritti politici ed è andato col tempo estendendosi in tutti gli ordinamenti: inizialmente, nell'XIX secolo, era limitato ai cittadini che possedevano un certo censo, di solito commisurato all'ammontare dei tributi versati (suffragio censitario), in seguito taluni ordinamenti lo hanno esteso ai cittadini che avevano un certo grado d'istruzione (suffragio capacitario), infine è stato esteso, nel XX secolo, a tutti i cittadini, dapprima di sesso maschile e poi d'ambo i sessi (suffragio universale). Attualmente è adottato quasi ovunque in suffragio universale: l'elettorato attivo è riconosciuto a tutti i cittadini al disopra di una certa età (la maggiore età o, in qualche ordinamento, un'età leggermente superiore); se tale età è differenziata per le due camere, è maggiore quella prevista per la camera alta.

In genere l'elettorato passivo viene riconosciuto a coloro cui spetta l'elettorato attivo, prevedendo tuttavia un'età minima superiore.

Mandato [modifica]
I membri del parlamento sono eletti per un periodo di tempo determinato, per lo più cinque anni, che prende il nome di legislatura. Lo scioglimento anticipato della camera, intervenuto prima di tale termine, ne determina però la decadenza e l'indizione di nuove elezioni. In alcuni sistemi il potere di sciogliere le camere (o anche una sola di esse) è attribuito al primo ministro; in altri spetta invece al consiglio dei ministri o, più frequentemente, al capo dello stato, su proposta del primo ministro o di sua iniziativa; vi sono anche ordinamenti nei quali lo scioglimento è deliberato dalla stessa camera (autoscioglimento). In ogni caso, lo scioglimento è un istituto proprio delle forme di governo in cui esiste un rapporto fiduciario tra parlamento e governo: parlamentare e semipresidenziale; non esiste in altre forme di governo e, in particolare, in quella presidenziale.

Lo scioglimento delle camere può avere due diverse finalità: se in parlamento esiste una maggioranza stabile che sostiene il governo (come avviene, tipicamente, nei sistemi bipartitici), può essere deciso per andare alle elezioni in un momento di congiuntura politica favorevole allo stesso governo, che potrebbe non ripetersi alla scadenza naturale del mandato. Invece, se in parlamento non si riesce a formare una maggioranza in grado di sostenere il governo (come può avvenire nei sistemi multipartitici), lo scioglimento è un modo per superare l'impasse venutosi a creare, sottoponendo le forze politiche al giudizio dell'elettorato nell'auspicio che dalle elezioni emerga una maggioranza.

Un caso particolare di scioglimento del parlamento è quello previsto nelle costituzioni che hanno adottato l'elezione popolare diretta del primo ministro, secondo quella variante della forma di governo parlamentare che alcuni autori hanno denominato neoparlamentare. In questo caso il voto di sfiducia del parlamento nei confronti del governo, se determina le dimissioni di quest'ultimo, determina anche l'automatico scioglimento dello stesso parlamento; d'altra parte, l'elezione simultanea del primo ministro e del parlamento dovrebbe assicurare un certo allineamento politico tra i due organi e prevenire crisi di governo.

Struttura interna delle camere [modifica]
All'interno di ciascuna camera sono istituiti alcuni organi per il suo funzionamento, in particolare:

la presidenza;
le commissioni;
i gruppi.
Presidenza [modifica]
Ciascuna camera elegge tra i propri membri il presidente che nei parlamenti dei paesi anglosassoni, in particolar modo nelle camere basse, è di solito denominato speaker (portavoce). Per l'elezione del presidente è usualmente richiesta una maggioranza qualificata, a sottolineare l'imparzialità che connota il suo ruolo. In molti ordinamenti - ma non in quelli anglosassoni - il presidente è affiancato da vicepresidenti ed eventualmente da segretari e, in alcuni ordinamenti, tra cui quello francese e quello italiano, da questori, anch'essi eletti dalla camera tra i propri membri, che assieme al presidente costituiscono un organo collegiale, l'ufficio di presidenza o praesidium.

Nelle camere non elettive il presidente di solito non è eletto dai membri ma nominato dal capo dello stato. Negli Stati Uniti, così come in altre repubbliche presidenziali, soprattutto latinoamericane, che hanno seguito il modello statunitense, presidente di diritto della camera alta è il vicepresidente della repubblica o, a livello statale, il luogotenente governatore.

Il presidente convoca le sedute della camera e ne dirige lo svolgimento, anche con poteri disciplinari e di polizia, assicurando, in particolare, l'ordinato svolgimento dei dibattiti e delle votazioni, di cui proclama il risultato. Tali funzioni dovrebbero essere svolte in modo imparziale nei confronti di maggioranza e opposizione, a prescindere dalla parte politica nella quale il presidente si riconosce; di fatto, mentre in certi sistemi (ad esempio quello britannico) è richiesta al presidente una rigorosa imparzialità, in altri (come quello statunitense) gli è concesso un ruolo più partigiano.

Dal presidente dipendono gli uffici che supportano il funzionamento della camera, separati dalla pubblica amministrazione e diretti da un alto funzionario che nei paesi anglosassoni è usualmente denominato clerk mentre altrove è per lo più denominato segretario generale.

In vari ordinamenti il presidente, oltre alle funzioni quale organo interno della camera, ne ha altre proprie, ad esempio quella di nominare i titolari di alcuni organi di cui si vuole assicurare l'imparzialità (come le autorità indipendenti). Negli ordinamenti repubblicani i presidenti delle camere hanno funzioni vicarie del presidente della repubblica in mancanza del vicepresidente; in questo caso, se il parlamento è bicamerale, primo in ordine di successione è di solito il presidente della camera alta.

Commissioni [modifica]
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Funzioni attribuite alle Commissioni è solito distinguere:

approvazione di apposite risoluzioni volte a manifestare ordinamenti ed indirizzi su specifici argomenti.
di controllo, attraverso le far valere le responsabilità politiche del Governo.
di tipo consultativo, esercitate ogniqualvolta sia necessario acquisire il parere di una Commissione per gli aspetti di una specifica competenza.
di tipo conoscitivo, esercitata attraverso la promozione di specifiche indagini.
Le commissioni hanno un'organizzazione interna analoga a quella della camera, con un proprio presidente, eventualmente affiancato da un ufficio di presidenza, e possono essere a loro volta articolate in sottocommissioni.

Gruppi [modifica]
Ciascuna camera si articola in 'gruppi' secondo l'appartenenza partitica dei suoi membri: normalmente tutti i parlamentari che appartengono ad un determinato partito costituiscono un gruppo, sicché questo è la proiezione del partito nel parlamento (il cosiddetto parlamentary party dei sistemi anglosassoni). Può anche accadere che più partiti costituiscono un gruppo unico, di solito nell'ambito di una coalizione o come passo verso la fusione.

In molti parlamenti i gruppi hanno una disciplina ufficiale; un'eccezione è rappresentata dai parlamenti anglosassoni, dove i gruppi, pur avendo una rilevanza politica non inferiore a quella di altri parlamenti, non sono ufficialmente previsti dalle norme che disciplinano l'organizzazione e il funzionamento delle camere. Dove i gruppi hanno un ruolo ufficiale è di solito previsto un numero minimo di membri per la loro costituzione; i parlamentari che, per questo motivo, non riescono a costituire un gruppo o che, comunque, non aderiscano ad alcun gruppo, vanno a costituire il gruppo misto.

In certi paesi, tra cui quelli anglosassoni e quelli scandinavi, il ruolo di leader del partito coincide con quello di leader del suo gruppo parlamentare (della camera bassa, se il parlamento è bicamerale), tanto che, spesso, viene eletto da quest'ultimo. Altrove, invece, il gruppo parlamentare elegge un proprio leader (capogruppo o presidente) distinto dal leader del partito.

Funzioni [modifica]
Funzioni normative [modifica]
Leggi ordinarie [modifica]
La funzione legislativa è quella che più tradizionalmente viene associata al parlamento e consiste nella produzione di norme giuridiche generali ed astratte, che vanno a costituire l'ordinamento giuridico, attraverso un apposito atto normativo, la legge,. Tuttavia in certi casi il parlamento esercita funzioni non normative (ad esempio, amministrative) con atti aventi forma di legge: si è di fronte allora a leggi meramente formali, poiché questi atti della legge hanno la forma (e la forza) ma non il contenuto (esempio tipico di legge meramente formale è, in molti ordinamenti, tra i quali quello italiano, la legge di approvazione del bilancio dello stato).

In tutti gli ordinamenti le leggi possono essere proposte dai singoli membri della camera o, in qualche caso, da un certo numero di essi. In molti ordinamenti - con la notevole eccezione degli Stati Uniti e di altre repubbliche presidenziali - le leggi possono inoltre essere proposte dal governo (in alcuni ordinamenti, tra cui quello italiano, con l'autorizzazione del capo dello stato): anzi, laddove la maggioranza parlamentare sostiene il governo, come avviene necessariamente nei sistemi parlamentari, gran parte delle leggi approvate dal parlamento è d'iniziativa governativa[4]. Oltre quelli citati possono esserci altri soggetti cui è attribuita l'iniziativa legislativa, secondo scelte alquanto variabili da ordinamento ad ordinamento: un certo numero di elettori (iniziativa popolare), gli stati o le regioni oppure un certo numero di essi nei sistemi federali o regionali, organi di rappresentanza delle forze economiche e sociali (quale il CNEL italiano) ecc.

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I parlamenti monocamerali non impiegano molto a formulare una legge ed approvarla poiché il tutto si svolge all'interno di una sola Camera. Nei parlamenti con il bicameralismo perfetto, invece, la proposta di legge viene sottoposta a modifiche e votazioni in entrambe le Camere, che, se non trovano un accordo, generalmente convocano una Commissione congiunta con membri di entrambe le Camere a discutere sulla legge per trovare un accordo. Il testo della Commissione viene presentato a una delle due Camere per la votazione e l'invio alla seconda Camera. I parlamenti con bicameralismo imperfetto la situazione varia da ordinamento a ordinamento, in Francia, l'Assemblea Nazionale ha il potere di pronunciarsi definitivamente su un testo di legge, anche senza l'approvazione del Senato. In Germania invece, il Bundestag ha più o meno le funzioni della Camera dei Comuni britannica. Il Bundestag infatti, ha quasi tutto il potere legislativo, che però, a differenza dell'ordinamento britannico, può essere ostacolato dal Bundesrat. Inoltre, alcuni determinati tipi di legge (amministrazione del territorio, controllo di determinati fiumi ecc..) hanno bisogno dell'approvazione di entrambe le Camere. Le leggi passano dal Presidente che può decidere di inviarle nuovamente al Parlamento per una nuova discussione. Nei sistemi parlamentari, se la legge non è stata modificata, il Presidente è obbligato a firmarla, in quelli presidenziali che seguono il modello americano, il Presidente è obbligato a firmarla solo se a maggioranza dei due terzi ad entrambe le Camere.

Leggi costituzionali e organiche [modifica]
Negli ordinamenti a costituzione rigida le leggi sono subordinate, nella gerarchia delle fonti del diritto, alla costituzione e alle leggi che la modificano o integrano (leggi costituzionali). Mentre la costituzione è di solito adottata da un organo ad hoc, l'assemblea costituente, le leggi costituzionali sono di solito approvate dal parlamento con una procedura aggravata rispetto a quella prevista per le leggi ordinarie. Negli ordinamenti a costituzione flessibile, invece, la costituzione è posta allo stesso rango delle leggi, sicché può sempre essere modificata o integrata da queste.

In alcuni ordinamenti (ad esempio in Francia e Spagna) esiste inoltre una fonte di tipo legislativo (legge organica) adottata dal parlamento con procedura aggravata che ha rango gerarchico superiore alla legge ma subordinato alla costituzione e alle leggi costituzionali, alla quale sono riservate determinate materie.

Le leggi costituzionali ed organiche sono adottate secondo procedure analoghe a quelle delle leggi ordinarie, salvi gli aggravamenti previsti dalla costituzione che possono consistere, ad esempio, nella necessità di una maggioranza qualificata (quale quella dei 2/3 o dei 3/4) per l'approvazione oppure di una doppia approvazione.

Va notato che, anche nei sistemi a bicameralismo imperfetto, alle due camere sono generalmente riconosciuti uguali poteri quando si tratta di approvare leggi costituzionali od organiche.

Regolamenti parlamentari [modifica]
Ciascuna camera approva il proprio regolamento, un atto normativo con il quale disciplina la propria organizzazione interna e il proprio funzionamento. Tali regolamenti, a differenza degli omonimi atti adottati dal potere esecutivo, non sono, nella maggioranza degli ordinamenti, subordinati alle leggi nella gerarchia delle fonti del diritto ma posti sullo stesso piano: i rapporti tra legge e regolamento parlamentare non sono, quindi, regolati dal principio di gerarchia ma da quello di competenza, nel senso che la legge non può invadere la sfera di competenza specificamente attribuita al regolamento e quest'ultimo non può disciplinare materie che fuoriescano da tale sfera. In alcuni ordinamenti, ad esempio quello francese, i regolamenti parlamentari sono invece subordinati alla legge.

Generalmente le camere hanno specifiche commissioni incaricate di sottoporre all'assemblea i regolamenti da approvare e le eventuali modifiche agli stessi, nonché della loro interpretazione.

Funzioni di indirizzo politico [modifica]
In tutti i sistemi democratici il parlamento svolge funzioni di indirizzo politico la cui incisività, tuttavia, varia con la forma di governo adottata: i sistemi parlamentari e semi-presidenziali, infatti, sono caratterizzati dal rapporto fiduciario esistente tra governo e parlamento, mentre nella repubblica presidenziale e nella monarchia costituzionale tale rapporto non sussiste. Oltre al rapporto fiduciario con il governo in tutti i sistemi, compresi quelli presidenziali, il parlamento dispone di una serie di strumenti per incidere sull'indirizzo politico: tra questi rientra la stessa funzione legislativa, visto che la legge, nello stato di diritto, ispirato al principio di legalità, può vincolare l'attività degli altri poteri dello stato. Anche i poteri di controllo sul governo, di cui dispongono tutti i parlamenti democratici, possono essere considerati uno strumento attraverso il quale il parlamento partecipa alla definizione dell'indirizzo politico.

Rapporto fiduciario con il governo [modifica]
Nei sistemi parlamentari e semipresidenziali il governo deve avere la fiducia del parlamento. In alcuni ordinamenti (tra cui quello italiano) questo comporta che il primo ministro, nominato dal capo dello stato, deve sottoporre il proprio programma di governo al voto di fiducia del parlamento e, nel caso non lo ottenga, si deve dimettere. In molti altri ordinamenti, invece, la fiducia al momento della nomina è presunta, sicché non è necessario un voto di fiducia preliminare; in altri ancora, infine, il voto di fiducia è sostituito da un voto d'investitura del parlamento prima della nomina da parte del capo dello stato o, addirittura, è prevista l'elezione del primo ministro da parte del parlamento.

In tutti i sistemi parlamentari e semi-presidenziali il venir meno della fiducia del parlamento, che si manifesta nel voto di sfiducia (o, più esattamente, nel voto favorevole su di una mozione di sfiducia proposta da membri del parlamento[5] o nel voto sfavorevole su una questione di fiducia posta dallo stesso governo) comporta l'obbligo di dimissioni del governo (la cosiddetta crisi di governo). Va aggiunto che di solito il governo si dimette già nel momento in cui, essendo venuto a mancare l'appoggio di uno o più partiti della sua coalizione, ritiene di aver perso la maggioranza in parlamento, evitando così di sottoporsi al voto di sfiducia (si parla, in questo caso, di crisi di governo extraparlamentare).

In alcuni ordinamenti (ad esempio quello tedesco), il rapporto di fiducia intercorre tra primo ministro e parlamento mentre in altri, più numerosi (ad esempio quello italiano), intercorre tra l'intero governo e il parlamento: la prima soluzione, ovviamente, tende ad accentuare la posizione di preminenza del primo ministro, poiché in questo modo i ministri dipendono direttamente solo da lui; la seconda soluzione, invece, accentua la collegialità del governo. Un'altra variabile riguarda quali camere nei parlamenti bicamerali sono coinvolte nel rapporto fiduciario: in alcuni ordinamenti (ad esempio quello britannico) è richiesta la fiducia della sola camera bassa, in altri (ad esempio quello italiano) la fiducia di entrambe le camere.

La necessità che il primo ministro abbia la fiducia del parlamento limita considerevolmente l'effettivo margine di scelta del capo dello stato al momento della nomina. In particolare, nei sistemi bipartitici o bipolari il capo dello stato non può far altro che nominare primo ministro il leader del partito o della coalizione che, avendo vinto le elezioni, ha la maggioranza in parlamento. Nei sistemi multipartitici, invece, il capo dello stato mantiene un più ampio margine di scelta, soprattutto quando non si delinea in parlamento una coalizione di maggioranza in grado di sostenere il governo.

In alcuni sistemi (tipicamente quelli che seguono il cosiddetto sistema Westminster) il primo ministro, come del resto gli altri ministri, deve essere membro del parlamento; in altri (tra i quali quello italiano) può esserlo o meno, ma di fatto normalmente lo è; infine, in alcuni sistemi (tra i quali quello francese e molte altre repubbliche semi-presidenziali) il primo ministro non può essere membro del parlamento e, se lo è, deve dimettersi al momento della nomina.

Funzioni di controllo [modifica]
Approvazione del bilancio dello stato [modifica]
Lo strumento a disposizione del Parlamento per controllare l'attività di spesa e di entrata del Governo è l'approvazione del bilancio preventivo che il Governo stesso redige (entro il 31 dicembre di ogni anno, secondo l'art. 81 della Costituzione italiana).

Tutte le spese e le entrate debbono essere infatti preventivamente autorizzate dal Parlamento, in base al principio no taxation without representation.

Altre funzioni di controllo [modifica]
L'autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali compete in buona parte ai Parlamenti, quando non si tratti di accordi stipulati dall'Esecutivo in forma semplificata per la loro rilevanza minore. Storicamente, lo scopo della previsione era evitare che si eludesse il potere legislativo negoziando tra Esecutivi materie rientranti nelle competenze dei rispettivi Legislativi, per poi darvi ingresso nei rispettivi ordinamenti giuridici senza passare per il voto parlamentare.

In molti Parlamenti s'è estesa la previsione di sedi consultive su atti del governo, originariamente prevista al Senato statunitense per le nomine di componenti dell'Esecutivo ed alti funzionari pubblici (ambasciatori, ecc.).

Funzioni giurisdizionali [modifica]
In alcuni ordinamenti costituzionali è prevista la natura giudicante del Parlamento, che svolge un ruolo (di propulsione dell'accusa o addirittura di decisione finale) in ordine ai processi nei confronti delle altre cariche dello Stato (es. impeachment nei regimi anglosassoni ovvero messa in istato d'accusa del Capo dello Stato in quelli continentali).

Una diversa forma di giurisdizione è quella - riservata alle Camere in alcuni ordinamenti, come quello italiano (art. 66 della locale Costituzione) - di verifica dei poteri, per accertare la legittimità delle proclamazioni operate dagli uffici elettorali.

Rilevanza mediatica [modifica]
Al centro della vita istituzionale sia delle monarchie costituzionali che delle repubbliche presidenziali - oltre, ovviamente, alle repubbliche parlamentari - il Parlamento è anche il luogo in cui la conflittualità politica incontra la sua massima visibilità.

Poiché l'accesso all'aula è vietato agli estranei all'istituzione parlamentare, alcuni degli eventi più traumatici per le democrazie sono passati per l'ingresso di armati nell'emiciclo:

5 gennaio 1918: la Guardia rossa Železnjakov entra nella sede dell'Assemblea costituente russa e ne fa cessare i lavori pronunciando le parole: "la guardia è stanca";
23 febbraio 1981: il colonnello Tejero entra nella sede delle Cortes spagnole[6];
27 ottobre 1999: sparatoria nella sede del parlamento armeno[7].
Anche i tumulti in aula e gli scontri non solo verbali tra parlamentari fanno spesso parte della storia di un Paese, e senz'altro appartengono alla cronaca eventi come:

gli incidenti nella Duma russa sui risultati elettorali, il 30 marzo 2005[8];
gli incidenti nel Parlamento georgiano del 1º luglio 2005 sull'arresto di alcuni campioni sportivi per estorsione[9].
gli incidenti nel Parlamento di Taiwan il 18 marzo 2006 (oratore schiaffeggiato alla tribuna)[10] e 19 gennaio 2007 (lancio di scarpa contro la Presidenza)[11];
gli scontri nel Parlamento boliviano il 28 agosto 2007 sulla nomina dei giudici costituzionali[12];
l'alterco Cusumano-Barbato[13] e l'esultanza Strano[14] nel Senato italiano in occasione della caduta del governo Prodi il 25 gennaio 2008;
gli incidenti nel Parlamento ucraino il 26 aprile 2008 in occasione dell'elezione del presidente dell'assemblea[15];
gli incidenti nel Parlamento sud-coreano il 22 luglio 2009 quando la maggioranza cercò con la forza di concludere l'ostruzionismo sulla legge sulla stampa[16];
gli incidenti nel Parlamento ucraino in occasione della proroga della concessione dell'utilizzo della base navale di Sebastopoli alla Russia, il 26 aprile 2010[17].
Note [modifica]
1.^ Filippo Di Giacomo, Le radici Cristiane dell'Europa, in Il Mulino, Numero 6, novembre-dicembre 2003, p. 1007
2.^ Il più recente esempio di parlamento multicamerale è quello tricamerale previsto dalla costituzione sudafricana del 1983, esistito dal 1984 al 1994 quando, con l'approvazione della nuova costituzione ebbe fine il regime dell'apartheid
3.^ In questi stati i senatori sono nominati dal governatore generale, in parte (maggioritaria) su proposta del primo ministro, in parte su proposta del leader dell'opposizione e in parte di propria iniziativa
4.^ In Italia le proposte di legge d'iniziativa governativa sono tradizionalmente denominate disegni di legge, differenziandole così dai progetti di legge di diversa iniziativa
5.^ Certe costituzioni, ad esempio quella tedesca e quella spagnola, prevedono che la mozione di sfiducia indichi anche il nome di chi viene proposto come primo ministro al posto di quello in carica (cosiddetta sfiducia costruttiva): è questa una soluzione finalizzata a rafforzare la stabilità della funzione di governo.
6.^ ((http://www.youtube.com/watch?v=Z7HAHsCNKPI))
7.^ ((http://www.youtube.com/watch?v=9xEIWyMy3gE))
8.^ ((http://www.spike.com/video/fight-in-russian/2667885))
9.^ ((http://www.cbsnews.com/video/watch/?id=705816n))
10.^ ((http://www.metacafe.com/watch/88688/parliament_brawl/))
11.^ ((http://www.youtube.com/watch?v=1xCn3ZYTU0Y))
12.^ ((http://www.youtube.com/watch?v=LjMeQoIq36c))
13.^ ((http://www.youtube.com/watch?v=zY7mJNMd ... re=related))
14.^ ((http://www.youtube.com/watch?v=D-3fzrJf ... re=related))
15.^ ((http://www.youtube.com/watch?v=cD0XZlxKuig))
16.^ ((http://www.metacafe.com/watch/3086103/b ... 00tv_news/))
17.^ ((http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/8645847.stm))
Voci correlate [modifica]
Articolo 67 della Costituzione italiana
Assemblea Regionale Siciliana
Bicameralismo
Lista dei parlamenti nazionali
Monocameralismo
Parlamento europeo
Parlamento francese
Parlamento italiano
Potere legislativo
AgenParl
Prorogatio

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Sì comunque leviamo questa discussione dalla sezione auto d'epoca: giá di suo non lo è la 403 (semplicemente "VECCHIA"), figuriamoci il resto... :ridi

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Meo Abbracciavacca
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« Amore amaro, a morte m' hai feruto:
tuo servo son, non ti fi' onor s'i' pèro.
Ver è, ma vedi ben che l' ha voluto,
quella da cui son nato e per cui fero. »

(Meo Abbracciavacca, Amore amaro, a morte m' hai feruto )

Bartolomeo Abbracciavacca detto Meo (... – 1313) è stato un poeta italiano del XIII secolo.

Biografia [modifica]

Forse nativo di Pistoia, fu figlio di un Abbracciavacca di Guidotto, della famiglia pistoiese dei Ranghiatici, un cambiavalute ghibellino.

Appartenne, come Guittone D'Arezzo, alla corrente dei poeti toscani che precede il «dolce stil nuovo», continuatrice della poetica provenzale, dal linguaggio spesso oscuro e artificioso e dalla severità ragionativa sui temi affrontati nelle opere. Di lui si conoscono tre canzoni d'argomento amoroso e nove sonetti, uno amoroso e gli altri su temi morali e dottrinali, accompagnati per lo più da una lettera di dedica, indirizzati a Guittone, a Dotto Reali, a Bindo d'Alessio Donati e a Monte Andrea.

Vivente ancora nel 1300, è attestato già defunto in un documento del dicembre 1313.
Opere [modifica]
Canzoni [modifica]

* Sovente aggio pensato di tacere
* Madonna, vostr'altèra canoscenza
* Considerando l'altèra valenza, rifacimento di una canzone di Panuccio del Bagno

Sonetti [modifica]

* Vacche né tora pió neente bado
* A scuro loco conven lume clero, a Dotto Reali
* Parlare scuro, dimandando, dove, a Dotto Reali, con lettera
* Vita noiosa, pena soffrir làne, a Monte Andrea
* Non volontà, ma omo fa ragione, a Bindo d'Alessio Donati, con lettera
* Amore amaro, a morte m' hai feruto, a Guittone d'Arezzo
* Se 'l filosofo dice: È necessaro, a Guittone d'Arezzo
* Poi sento ch'ogni lutto da Dio tegno, a Guittone d'Arezzo, con lettera
* Pensando ch'ogni cosa aggio da Dio, a Guittone d'Arezzo, con lettera

Bibliografia [modifica]

* G. Zaccagnini, I rimatori pistoiesi del XIII e XIV secolo, Pistoia 1907
* Rimatori siculo-toscani del Dugento, a cura di G. Zaccagnini e A. Parducci, Bari 1915

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Fiat Panda Hobby - 39 cavalli, sì, ma non per tonnellata :alastio:


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MessaggioInviato: lun ott 04, 2010 8:58 pm 
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Pollo alla birra'n'cul

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1 pollo
1 lattina di birra
Burro o olio
Sale all'aglio oppure chiodi di garofano
papricaa
Pepe a gradimento
Gusti vari a scelta

Scaldare il barbeque.
Aprire la lattina.
Bere 1/3 del contenuto.
Massaggare il pollo dentro e fuori con il burro o l'olio e le spezie sopraindicate.
infilare la lattina in cul al pollo in modo che essa stia in piedi. Usare una carota o due se la cavità è troppo larga.
Cucinare il pollo due ore a fuoco medio nel BBQ coperto ma con le feritore aperte.

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Toyota Prius XW50 (05/2022) - 1898cc/90hp (2ZR-FXE) + 60kW + 42kW - Immagine Immagine

Toyota Prius XW20 (08/2005) - 1497cc/76hp (1NZ-FXE) + 50kW - Immagine Immagine

“No one is going to pay a $15,000 premium for a car that competes with a Corolla. So there are not enough idiots who will buy it.” Johan de Nysschen, Presidente AUDI U.S.A.


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MessaggioInviato: lun ott 04, 2010 9:08 pm 
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Iscritto il: sab mag 26, 2007 3:49 pm
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Località: scer
The Tramp ha scritto:
Pollo alla birra'n'cul

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1 pollo
1 lattina di birra
Burro o olio
Sale all'aglio oppure chiodi di garofano
papricaa
Pepe a gradimento
Gusti vari a scelta

Scaldare il barbeque.
Aprire la lattina.
Bere 1/3 del contenuto.
Massaggare il pollo dentro e fuori con il burro o l'olio e le spezie sopraindicate.
infilare la lattina in cul al pollo in modo che essa stia in piedi. Usare una carota o due se la cavità è troppo larga.
Cucinare il pollo due ore a fuoco medio nel BBQ coperto ma con le feritore aperte.


Questa l'ho sentita da degli americani... il che è tutto dire.

Edit: infatti le immagini vengono da li :D

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Don't blindfold your eyes,
so loneliness becomes the law of a senseless life
Follow your steps and you will find
The unknown ways are on your mind


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MessaggioInviato: lun ott 04, 2010 10:16 pm 
Il mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino 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mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha l'oro in boccaIl mattino ha 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MessaggioInviato: mar ott 05, 2010 12:13 am 
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Voi siete folgorati.. :ridi

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MessaggioInviato: mar ott 05, 2010 1:05 am 
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:mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :diablo :diablo :diablo
:Diavolo5 :maram :maram :maram :bazoo2 :bazoo2 :sign7

C.....zzo .., mi sono rimasti ancora dieci volumi dell'enciclopedia dell'automobile.... :alastio: :diablo :allegria

Vi presento la mia città... :piangi2 :diablo :allegria
Zakopane (wikipedia) è una città della Polonia meridionale di circa 28.000 abitanti (2004), situata nel Voivodato della Piccola Polonia dal 1999. La città, chiamata la Capitale invernale polacca, sorge nella parte meridionale della Monti Tatra, l'unica catena montuosa (ad eccetto dei monti Karkonosze) che presenta caratteri alpini nell'Europa centrale.
La città sorge in una grande valle tra i Monti Tatra e la Collina Gubalówka. Zakopane è il più importante centro polacco di scalate in montagna e di sci, ed è visitata da circa due milioni di turisti all'anno. Le più importanti stazioni sciistiche sono Kasprowy Wierch e Nosal.
Zakopane è la città più alta di tutta la Polonia; nel comune c'è una variazione di 750-1000 metri di altitudine. Il centro della città sta all'incrocio delle vie Krupowki e Kosciuszki.
I più recenti documenti che citano Zakopane sono del XVII secolo, e descrivono una vallata chiamata Zakopisko. La storia fu poi legata allo sviluppo delle industrie minierarie e della metallurgia nella regione, e poi con il progresso del turismo. La crescita della città è sempre stata costante: da piccolo villaggio si è trasformato il centro di benessere.
Stazione sciistica, Zakopane ha ospitato numerose competizioni internazionali (tra le maggiori, i Mondiali di sci nordico nel 1929, 1939, 1962; i Mondiali di sci alpino nel 1939; i Mondiali di biathlon nel 1969), oltre a numerose gare di Coppa del mondo di diversi sport invernali (sci alpino, salto con gli sci, combinata nordica). Zakopane ha anche partecipato alla selezione della città organizzatrice dei XX Giochi olimpici invernali del 2006, senza successo.
Karol Szymanowski compositore
Kornel Makuszyński scrittore per bambini
Jan Kasprowicz poeta, commediografo
Tytus Chalubinski - medico Jan Krzeptowski Sabala- musicista e un insolito personaggio Helena Modrzejewska - attrice, ha fondato una scuola per le fanciulle a Zakopane Stanislaw Witkiewicz - architetto, inventore di "Stile di Zakopane" Stanislaw Ignacy Witkiewicz (figlio) - poeta, drammaturgo, pittore.

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Carpe diem!


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MessaggioInviato: mar ott 05, 2010 4:44 am 
Fica
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Fica e figa sono termini volgari della lingua italiana di uso comune impiegati per indicare una parte dell'apparato genitale femminile, ossia la vulva e, per estensione, anche la stessa vagina. Come il termine cazzo, non si tratta di semplici sinonimi del termine anatomico, bensì rappresentano una forma dell'espressività letteraria e popolare.

Il corrispettivo usato nei Paesi anglosassoni è quello di cunt mentre in francese si usa con (dal latino cunnus).

Il termine[1] viene dal tardo latino fica "frutto del fico" come femminile di ficus, "l'albero del fico" (Ficus carica). Il significato osceno era già presente nella parola greca (συκον) sykon[2] che appunto significa fico e fu usato inizialmente da Aristofane [3] nelle proprie commedie. Si tratterebbe quindi di un calco che dal greco è passato alla lingua italiana tramite il tardo latino. In latino venne usato per sostituire il più volgare cunnus[4] (in italiano conno, termine poco usato[5]) e viene descritto come una ferita in locis uericundioribus, ovvero nei posti più vergognosi. La rapida specializzazione semantica del termine con questo valore osceno ha fatto sì che il nome del frutto venisse assunto dal maschile fico, contrariamente a quella che è la regola in italiano (mela frutto del melo, pera frutto del pero ecc.). Nei dialetti e nelle lingue in cui fica non ha assunto il senso primario di "vulva", il frutto è rimasto al femminile (ad esempio francese la figue, nella lingua napoletana, nel dialetto reggino e nel salentino la fica ecc. Nella lingua piemontese, in cui il significato osceno è coperto da altri termini (neira, ciorgna) coesistono per il frutto il maschile, più diffuso, "un fi" e il femminile "'na fia", soprattutto fuori dell'ambito della variante torinese, in specie nel nord del Piemonte.)

In alcuni dialetti si usano termini direttamente derivanti dal lemma latino cunnus. Ad esempio cunno o cunnu nel dialetto catanzarese viene utilizzato sia nel significato di "apparato genitale femminile" che come offesa per l'interlocutore. Nell'accezione dispregiativa vuole indicare la scarsa intelligenza della persona apostrofata con questo termine, nei significati di fesso, bonaccione, tonto, imbecille. Nella variante campidanese della Lingua sarda, invece, il termine cunnu indica esclusivamente l'apparato genitale e viene usato anche, nel gergo giovanile cagliaritano, il termine "cunnata", con cui si intende una cosa bella, gradevole, come nell'equivalente italiano "figata".

Il termine fa parte di uno dei filoni principali della letteratura - a volte anche alta - e dello scrivere tipico della goliardia.
Indice
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* 1 La letteratura
* 2 L'uso come sineddoche e il cambio di genere
* 3 Lessico
o 3.1 A
o 3.2 B
o 3.3 C
o 3.4 D
o 3.5 E
o 3.6 F
o 3.7 G
o 3.8 I
o 3.9 L
o 3.10 M
o 3.11 N
o 3.12 O
o 3.13 P
o 3.14 R
o 3.15 S
o 3.16 T
o 3.17 U
o 3.18 V
o 3.19 Z
* 4 Bibliografia
* 5 Note
* 6 Voci correlate
* 7 Altri progetti

La letteratura

Il termine appare in letteratura sin dal Medioevo, sia nella forma fica sia in quella figa. Franco Sacchetti, scrittore e mercante fiorentino anche se nato nella Repubblica di Ragusa usò il termine nella raccolta Trecentonovelle scritta in Toscana intorno al 1390.
Nella forma più diffusa, il primo uso è dovuto probabilmente a Pietro Aretino che lo adottò nella commedia Il Marescalco del 1533. Il termine fu usato da Pedante alla fine del terzo atto.
"L'origine del mondo" (cm. 46 x 55) celebre quadro del 1866 opera del pittore francese Gustave Courbet, custodito al Museo d'Orsay di Parigi.

Dante apre il venticinquesimo canto della Divina commedia (Inferno, versi 1-3[6]) con i seguenti versi:
« Al fine de le sue parole il ladro / le mani alzò con amendue le fiche, /gridando: "Togli, Dio, ch'a te le squadro!". »


riferendosi al gesto del "far la fica" o "far le fiche", atto di scherno o di spregio ancora utilizzato in alcune culture che prevede la chiusura del pugno con il pollice frapposto tra indice e medio, ad imitare appunto l'aspetto di una vulva e indirizzata ad una persona oppure al cielo in segno di bestemmia[7] (come nel caso della citazione dantesca).

Un grande utilizzatore del termine fu il poeta e scrittore vernacolare Giuseppe Gioachino Belli, dove la terzina più nota è la finale del sonetto Er Lavore:
« Va' in paradiso si cce so mminchioni!' / Le sante sce se gratteno la fica, /E li santi l'uscello e li cojjoni. »


Sempre di Belli è un altro sonetto assai noto, "La madre de le Sante", datato 6 dicembre 1832 (il sonetto fa il paio con l'analogo "Er padre de li santi", steso nella medesima data) nel quale, della fica, sono goliardicamente riportati diversi sinonimi e circonlocuzioni utilizzati nel dialetto romanesco dell'epoca (alcuni scomparsi dall'uso ed alcuni sopravvissuti come termini volgari, con piccole varianti, anche nella terminologia attuale).

Come un licenzioso, ma non per questo meno affascinante, Cirano impegnato in una delle sue celebri tirate, recita Belli:
« Chi vvò cchiede la monna a Ccaterina,

Pe ffasse intenne da la ggente dotta
Je toccherebbe a ddí vvurva, vaccina
E ddà ggiú co la cunna e cco la potta.

Ma nnoantri fijjacci de miggnotta
Dimo scella, patacca, passerina,
Fessa, spacco, fissura, bbuscia, grotta,
Freggna, fica, sciavatta, chitarrina,

Sorca, vaschetta, fodero, frittella,
Ciscia, sporta, perucca, varpelosa,
Chiavica, gattarola, finestrella,

Fischiarola, quer-fatto, quela-cosa
Urinale, fracosscio, ciumachella,
La-gabbia-der-pipino, e la-bbrodosa.

E ssi vvòi la scimosa,
Chi la chiama vergoggna, e cchi nnatura,
Chi cciufèca, tajjola, e ssepportura. »


Nel sonetto 426, Un indovinarello, il Belli dà voce alla convinzione diffusa per cui gli interessi economici e l'attrazione sessuale sarebbero le forze che realmente governerebbero la società umana, più dei monarchi o dei capi religiosi.
(IT) (ROM)
« Sonetto 426. Un indovinarello


Sori dottori, chi ssa ddimme prima
come se chiama chi ggoverna er monno?
Cuello che mmanna tanta ggente in cima,
cuello che mmanna tanta ggente in fonno?

Er Papa? er Re? - De cazzi, io ve risponno:
sete cojjoni, e vve lo dico in rima.
Er pelo e er priffe è cquer che ppiú se stima
pe cquanto è llargo e llongo er mappamonno.

Er priffe e ’r pelo sò ddu’ cose uguale,
der pelo e 'r priffe sò ttutti l'inchini,
p'er priffe e 'r pelo se fa er bene e 'r male.

E una cosa dell'antra è tanta amica
cuanto la fica tira li cudrini,
e li cudrini tireno la fica. »
(IT)
« Sonetto 426. Un indovinello


Signori dottori, chi sa dirmi prima
come si chiama chi governa il mondo?
Quello che manda tanta gente in cima,
Quello che manda tanta gente in fondo?

Il Papa? Il Re? - Sto cazzo![8], io vi rispondo:
siete dei coglioni, e ve lo dico in rima.
La fica e il denaro è quel che più si stima
per quanto è largo e lungo il mappamondo.

I soldi e la fica sono due cose uguali,
per la fica e per i soldi sono tutti gli inchini,
per i soldi e per la fica si fa il bene e il male.

E una cosa dell'altra è tanto amica
quanto la fica attira i quattrini,
e i quattrini attirano la fica. »
(Giuseppe Gioachino Belli, sonetto n. 426, Un indovinarello, 8 novembre 1832)

Anche Cesare Zavattini ha scritto una poesia che ne parla in dialetto mantovano, per la precisione luzzarese, dal titolo "Diu"
« antologia “Poesia erotica italiana del novecento” a cura di Carlo Villa – Newton Compton, 1981

Diu

Diu al ghè
S’a ghè la figa al ghè
Sul lò al pudeva inventà
na roba acsè
cla pias a toti a toti
in ogni luogo,
ag pansom anca s’an s’ag pensa mia,
appena ca t’la tochi a combiòn facia.
Che mument! long o curt al saiòm gnanca.
La fa anc di miracui,
par ciamala
an mot
a ghè turnà la vus.
Ah s’a pudès spiegaram ma
l’è difficil
cme parlà del nasar e dal murir.
»



Traduzione:
DIO.

Dio c'è.
Se c'è la fica c'è.
Solo lui poteva inventare
una cosa così
che piace a tutti
in ogni luogo,
ci pensiamo anche se non ci pensi,
appena tu la tocchi cambi faccia.
Che momento! Lungo o corto non si sa.
Fa anche dei miracoli,
per chiamarla
a un muto
gli è tornata la voce.
Ah se potessi spiegarmi ma
è difficile
come parlare del nascere e del morire.
L'uso come sineddoche e il cambio di genere

Il termine nasce nelle parlate calabro-sicule, tardivamente latinizzate, nelle quali il frutto del fico è femminile, per l'appunto fica. Il riferimento preciso è al frutto della qualità nera detta mulingiana che quando è maturo e leggermente spaccato fa intravedere il rosso dell'interno e quindi somiglia perfettamente alla vulva femminile incorniciata da peli.

Il sostantivo trae origine da questa somiglianza fisica tra il frutto e l'organo. Così come avviene per altri sostantivi ad es, gnocca per la sua somiglianza all'organo genitale femminile.

Usato per secoli questo sostantivo per indicare la vulva, da qualche tempo è diventato una sineddoche per indicare una donna molto appetibile dal punto di vista sessuale come abbreviazione dell'apprezzamento riferito a quel tipo di donna che viene qualificata come un pezzo di fica che abbreviato diventa fica, indicando la parte per il tutto. Quindi fica non è altro che un'abbreviazione che ha un preciso riferimento all'organo genitale femminile.

Soprattutto nel gergo giovanile, il termine figa[9] e il suo accrescitivo strafiga o figona sono spesso usati come sineddoche per indicare una donna sessualmente attraente.

Con analogo significato è usata anche la forma maschile, figo o fico, ovvero ragazzo/uomo attraente.

Da notare anche l'uso del diminutivo fighetto o addirittura fighetta (con articolo maschile)[10] con significato di damerino, ragazzo dai modi e dall'abbigliamento marcatamente curati allo scopo di piacere, con connotazione ironica o spregiativa.

Il termine e la sua corrispondente forma maschile sono stati usati nel gergo giovanile a partire dagli anni Settanta (Antonello Venditti sostiene di aver utilizzato per primo il termine in questa accezione) come aggettivi e interiezioni col significato neutro di bello:

* La tua moto è fighissima! (qui il parlante intende rivolgere all'interlocutore un forte apprezzamento per la sua moto);
* Figo! (dove la i è spesso prolungata a piacere del parlante; qui si intende apprezzare un fatto appena accaduto o sentito o un oggetto appena visto o di cui si è appena sentito parlare).

Se ne registra inoltre l'utilizzo come intercalare in varie parti d'Italia, tra cui le zone di Milano, Cremona, Brescia, Lodi, Bergamo, Pavia, Piacenza e Parma.

Esistono inoltre diverse forme derivate, sia comuni sia artistiche:

* figata (cosa figa o bella trovata);
* figoso (che rende fighi o che è figo);
* Bella Figheira è stato un personaggio interpretato da Anna Marchesini nella parodia de I promessi sposi fatta insieme a Massimo Lopez e Tullio Solenghi.

Altro termine derivato che, avendo ormai perso quasi tutta la carica originaria di volgarità, è entrato nel gergo comune, tanto da essere usato da persone di tutte le età, è sfiga, col significato di sfortuna. La parola figa in lingua portoghese ha esattamente il significato di fortuna. Tant'è che il simulacro (di legno, osso, avorio o altro) del gesto che Dante attribuisce a Vanni Fucci è detto "a figa brasileira" e viene indossato come amuleto o portafortuna.

È interessante notare come in questo caso la s privativa iniziale (sfiga significa letteralmente mancanza di figa) mentre da un lato ribadisce l'accezione positiva del termine base, assimilato ai concetti di fortuna, abbondanza, fertilità, con l'implicita deduzione che chi non ha un partner femminile è una persona sfortunata, sfigata, dall'altro, poiché, almeno in teoria, si potrebbe attribuire solo a maschi, sottintende una visione culturale maschilista dei rapporti fra i due sessi.

Da sottolineare che il termine con la c, da fico (la foglia con cui si coprì Adamo alla cacciata dall'Eden), ed il genere femminile sono utilizzati per indicare i genitali, mentre la sostituzione della c con la g (figo e figa) ha assunto, col tempo, il significato di bello, attraente e desiderabile (così come è indesiderabile la sfiga).


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MessaggioInviato: mar ott 05, 2010 6:22 am 
ecco, il colpo di grazia :palm:


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MessaggioInviato: mar ott 05, 2010 7:28 am 
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Iscritto il: lun mar 13, 2006 8:29 pm
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ragazzi meno male che ci siete voi che conoscete tutte queste cose interessanti :allegria

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