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MessaggioInviato: mar gen 14, 2014 3:21 pm 
Maxetto ha scritto:
Quello che dici è più che vero!
Però non si può escludere che tecnici Fiat e VM stiano lavorando insieme su nuovi motori per Alfa, sia benzina che diesel.
Ovviamente io non so se tutto quello che dice l'articolo sia vero.

No Maxetto, per il futuro non si può escludere nulla, ma proprio nulla. Però quando si discute tra persone ragionevoli e mature, nonchè minimamente ferrate in una certa materia, non è il caso di parlare facendo passare come probabili cose che sono possibili giusto in virtù del futuro, ma che realisticamente risultano decisamente improbabili. E' come se io parlassi della mia vecchiaia e dicessi che non si può escludere che viva sino a 180 anni... Tu lo puoi escludere? No... ma avendo un pò idea di quali siano le aspettative di vita attuali nonchè lo stato dell'arte della ricerca sulla longevità, penso che un interlocutore mi prenderebbe per un imbecille se andassi dicendo che potrei vivere 180anni mettendo la cosa sul piano del possibile, solo perchè mi piacerebbe tanto ma tanto ma tanto che possa accadere.
Quindi come dicevo prima, meno seghe... che si vive meglio giusto per quella mezzora dopo. :wink:


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MessaggioInviato: mar gen 14, 2014 4:29 pm 
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Mezz'ora??? Davvero a voi dura così tanto il senso di benessere?

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MessaggioInviato: mar gen 14, 2014 4:44 pm 
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è che fede discende dai suini

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MessaggioInviato: mar gen 14, 2014 4:52 pm 
KriegsmarineIII ha scritto:
è che fede discende dai suini

Fede si presenta sempre dicendo che ce l'ha piccolo, che viene subito e che poi ci mette delle ore a tornar dritto.
Così son preparate e quel che migliora diventa grasso che cola. :sdentato


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MessaggioInviato: mar gen 14, 2014 6:43 pm 
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modus72 ha scritto:
Maxetto ha scritto:
Quello che dici è più che vero!
Però non si può escludere che tecnici Fiat e VM stiano lavorando insieme su nuovi motori per Alfa, sia benzina che diesel.
Ovviamente io non so se tutto quello che dice l'articolo sia vero.

No Maxetto, per il futuro non si può escludere nulla, ma proprio nulla. Però quando si discute tra persone ragionevoli e mature, nonchè minimamente ferrate in una certa materia, non è il caso di parlare facendo passare come probabili cose che sono possibili giusto in virtù del futuro, ma che realisticamente risultano decisamente improbabili. E' come se io parlassi della mia vecchiaia e dicessi che non si può escludere che viva sino a 180 anni... Tu lo puoi escludere? No... ma avendo un pò idea di quali siano le aspettative di vita attuali nonchè lo stato dell'arte della ricerca sulla longevità, penso che un interlocutore mi prenderebbe per un imbecille se andassi dicendo che potrei vivere 180anni mettendo la cosa sul piano del possibile, solo perchè mi piacerebbe tanto ma tanto ma tanto che possa accadere.
Quindi come dicevo prima, meno seghe... che si vive meglio giusto per quella mezzora dopo. :wink:

E' inutile: i paragoni non sono il tuo forte.
Cosa c'entra il tuo esempio? E' ovvio che non si potrà ma vivere 180 anni, semplicemente perchè non siamo nati con le caratteristiche necessarie.
Ma un'azienda al 100% di Fiat come VM può vedere la cooperazione tra i suoi tecnici e quelli Fiat per dei motori.
Parlo di futuro per forza visto che non si tratta del presente.
Con questo non stò dicendo che si realizzerà tutto, ma potrebbe.
Non sarà così? Pazienza, me ne farò una ragione.


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MessaggioInviato: mar gen 14, 2014 6:59 pm 
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Tyreal_Reloaded ha scritto:
Sono i motori fantasma costruiti con monoblocchi segreti e che usciranno nel 2009.
John Titor is back! :mrgreen:
Maxetto ha scritto:
Ma un'azienda al 100% di Fiat come VM può vedere la cooperazione tra i suoi tecnici e quelli Fiat per dei motori.
Quei poveri disgraziati di FPT sono già diventati matti per togliere le vibrazioni del V6 VM, che li vuoi morti? :allegria


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MessaggioInviato: mar gen 14, 2014 7:16 pm 
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mauro65 ha scritto:
Tyreal_Reloaded ha scritto:
Sono i motori fantasma costruiti con monoblocchi segreti e che usciranno nel 2009.
John Titor is back! :mrgreen:
Maxetto ha scritto:
Ma un'azienda al 100% di Fiat come VM può vedere la cooperazione tra i suoi tecnici e quelli Fiat per dei motori.
Quei poveri disgraziati di FPT sono già diventati matti per togliere le vibrazioni del V6 VM, che li vuoi morti? :allegria

Chi s rivede? :briaco3


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MessaggioInviato: mer gen 15, 2014 8:09 am 
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KriegsmarineIII ha scritto:
è che fede discende dai suini


Questa l'abbiamo capita solo noi due ( e manco a farlo apposta proprio ieri ho mandato ad un conoscente la storiella del maiale e dell'orgasmo che dura mezz'ora :D )


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MessaggioInviato: mer gen 15, 2014 8:56 am 
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Località: Ovunque ci sia una birra ghiacciata
:D
(perchè il maiale? Non è giusto)


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MessaggioInviato: mer gen 15, 2014 8:57 am 
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pensavo fosse di più vasta diffusione.

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MessaggioInviato: mer gen 15, 2014 9:50 am 
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Veramente, credo che la sappiano anche le piastrelle del mio bagno. :ridi

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MessaggioInviato: mer gen 15, 2014 10:13 am 
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DiGiNeX ha scritto:
Veramente, credo che la sappiano anche le piastrelle del mio bagno. :ridi


Credo anche io......
:sdentato

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Sai che cosa diceva quel tale? In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos' hanno prodotto? Gli orologi a cucù.( O.Welles)


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MessaggioInviato: mer gen 15, 2014 10:44 am 
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e allora :ridi

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MessaggioInviato: mer mar 05, 2014 9:23 am 
GINEVRA, 4 marzo (Reuters) - La produzione dei marchi Fiat , Alfa Romeo, Ferrari e Maserati, rimarrà in Italia.

Lo ha detto l'AD Sergio Marchionne in una conferenza stampa al salone dell'auto di Ginevra, aggiungendo che prevede di raggiungere l'utile in Europa a "metà del decennio".

"La produzione di Alfa Romeo rimarrà in Italia", ha detto Marchionne. "Non e' una questione nazionalistica, penso ci siano dei luoghi a cui appartieni, per Alfa Romeo è l'Italia, come per Ferrari e Maserati".

Per quanto riguarda gli investimenti in Canada, dove Fiat ha trattato con il governo la possibilita' di incentivi, la decisione sara' annunciata nelle prossime 24-48 ore.


http://borsaitaliana.it.reuters.com/art ... W020140304

Bene, produzione Fiat tutta in Italia.
Si prevedono quindi trasferimenti delle linee produttive di 500, 500L, 500XL, Doblò, Palio, Idea et alter...


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MessaggioInviato: mer mar 05, 2014 9:57 am 
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Iscritto il: lun mar 13, 2006 11:56 pm
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Ha detto Alfa, non Fiat. Per il resto, solito fumo. Intanto il destino del museo Alfa è affidato ai tribunali, gli unici risultati dei suoi discorsi.


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MessaggioInviato: mer mar 05, 2014 12:50 pm 
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Iscritto il: ven apr 28, 2006 6:03 pm
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Tra l'altro ha detto che la roadster su base Mazda non sarà un' Alfa Romeo ma una Abarth.
Bah :?

In Canada invece Marchionne ha subito una bella sconfitta, aveva cercato con arroganza 800 milioni di dollari canadesi ( di fronte a offerte governative pari a 200) per la produzione dei nuovi minivan. Il governo del' Ontario ha tenuto il punto e ha scoperto il bluff, Marchionne minacciava di trasferire i minivan in Messico ma anche i messicani si sono rifiutati di soddisfare le sue richieste.


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MessaggioInviato: mer mar 05, 2014 1:26 pm 
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Iscritto il: gio set 23, 2010 4:26 pm
Messaggi: 5402
daimlerchrysler ha scritto:
Tra l'altro ha detto che la roadster su base Mazda non sarà un' Alfa Romeo ma una Abarth.
Bah :?

Magari è la volta buona che fanno un'abarth come cristo comanda.

Ma allo stesso tempo questa è la conferma che Alfa Romeo non ha più futuro...

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Dopo 3 anni di quadrilatero adesso passo all'integrale...


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MessaggioInviato: mer mar 05, 2014 1:31 pm 
Strosek ha scritto:
Ha detto Alfa, non Fiat.

GINEVRA, 4 marzo (Reuters) - La produzione dei marchi Fiat , Alfa Romeo, Ferrari e Maserati, rimarrà in Italia.
Svista giornalistica?


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MessaggioInviato: mer mar 05, 2014 1:48 pm 
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Iscritto il: lun mar 13, 2006 11:56 pm
Messaggi: 12351
Sfumature. Nella frase lui voleva dire che alcuni marchi del gruppo Fiat, e di seguito elenca quali, saranno prodotti solo in Italia. Ma Fiat non fà parte dell'elenco.


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MessaggioInviato: mer mar 05, 2014 2:39 pm 
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Iscritto il: mar ott 04, 2011 3:58 pm
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Abarth o Alfa fottesega, basta che sia bella e che sia il prodotto che ci si aspetta

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MessaggioInviato: mer mar 05, 2014 3:36 pm 
Tyreal_Reloaded ha scritto:
Scusate, ma io l'avevo letta: "La produzione dei marchi Fiat (quali) Alfa, Ferrari e Maserati...", cioè cita i tre "marchi Fiat" che produrranno in Italia.

MA veramente ha parlato di Mx5 con Abarth? Io ero rimasto al "non abbiamo definito il marchio"

Beh sì, è leggibile anche così...
Penso che sia meglio rimanere al "non abbiamo definito il marchio"; perlomeno finchè non arriverà il ferro in negozio...


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MessaggioInviato: mer mar 05, 2014 6:30 pm 
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Iscritto il: lun lug 23, 2012 8:40 pm
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Dal sito di Quattroruote:

Il Salone di Ginevra ha nuovamente ospitato il tradizionale incontro tra Sergio Marchionne, numero uno del Gruppo FCA, e i giornalisti. Ecco cos'ha risposto il manager italo-canadese alle domande dei cronisti.

Avete presentato la Jeep Renegade a Melfi, previsioni produttive? Saturerà la fabbrica con la 500X?
I due modelli riempiranno lo stabilimento, sono modelli complessi rispetto alla Punto, quindi richiedono un impegno molto più ampio e stiamo già producendo da mesi. L'inizio ufficiale è per il 14 luglio.

Sono uscite indiscrezioni sull'accordo con la Mazda: non farete più l'Alfa Spider?
L'accordo con Mazda è per produrre un veicolo simile al loro, ma il brand sarà deciso a suo tempo, quindi nessuno ha detto che era per forza Alfa Romeo: può darsi di si o di no, lo diremo quando siamo pronti. Il progetto va avanti a livello industriale. Il lancio previsto per fine 2015.

Cosa sarà del debito Chrysler nel 2015?
Abbiamo la possibilità di distribuire fino al 50% di utile netto, grazie a questo abbiamo chiuso anche l'acquisto della quota Veba, quindi la capacità di distribuire dividendi da Chrysler a Fiat c'è. La cosa più importante è che si possono sfruttare le risorse del Gruppo: la Jeep viene prodotta in una fabbrica Fiat, per esempio, ma lo sviluppo sarà pagato da Chrysler e non da Fiat. Queste relazioni di co-sviluppo sono essenziali per la crescita del gruppo; la cassa della Chrysler è solo un asset, ci sono anche le risorse di Fiat da utilizzare. Jeep potrà costruire nella fabbrica Fiat in Brasile e in Cina, tutte cose che pagherà Chrysler ed è tutto normale all'interno degli accordi con chi ha finanziato gli americani. Non c'è urgenza di chiamare il debito, lo faremo in base alle condizioni di mercato.

Il mercato Europeo, la guerra dei prezzi, la leggera ripresa: pareri?
C'è un leggero miglioramento e si è stabilizzato ma non è cambiato niente di fondamentale, sono aumentati i volumi nei primi due mesi, ma sappiamo che non è una crescita organica su tutti i mercati nazionali e non riguarda in massima parte i privati. Per questo la crisi c'è ancora, ma almeno non sta peggiorando.

Il Centro Ricerche Fiat lavora sull'elettrico?
Non ne voglio parlare, disastro finanziario e basta, proseguiremo con i motori tradizionali, è solo una roba d'immagine per ora.

Qualche anno fa lei aveva detto che la ripresa del mercato italiano sarebbe partita nel 2016. Gli scenari sono migliorati per voi, la previsione è ancora valida?
Il problema in Italia è la mancanza di capacità di consumare del cliente privato. Gli italiani non hanno benessere finanziario, noi possiamo contribuire facendo ripartire la macchina industriale ma producendo modelli destinati al mondo, non solo nel nostro mercato. Se non ragioniamo così noi non potremmo mai contribuire alla ripresa del paese, la cosa importante è tenere la testa bassa e andare avanti, senza pensare al 2015 o al 2016. Di sicuro non quest'anno.

In che modo la crisi in Crimea potrebbe incidere sui piani in Russia?
Potrebbe impattare nel senso che se persiste potremmo non fare qualcosa di importante in Russia nei prossimi 12 mesi. Non ho risposte né un progetto pronto oggi, abbiamo ancora alternative da valutare.

I concorrenti parlano del plug-in, cosa ne pensa?
Metà del 2016 ce l'avremo negli Stati Uniti.

Con le nuove piattaforme condivise si faranno modelli di nicchia che fanno guadagnare, lei è d'accordo?
Sarebbe una idea brillante se uno riuscisse a contenere i costi di sviluppo, ma per noi è un costo enorme. Il mass-market è ancora basato su volumi, non sono convinto che quell'approccio sia vincente. Magari tra 10 anni, ma per ora non ci conterei molto, se non in ambito Premium.

Quando inizierete a guadagnare con Renegade e 500X?
Dal primo giorno! Dal 14 Luglio, alla consegna del primo esemplare. L'affare è immediato, sono modelli importantissimi per tutto il mondo. La 500X andrà anche in USA insieme alla Renegade, ci aspettiamo molto da questi modelli anche come guadagno.

Problemi in Sud America, i target sono raggiungibili?
Ci aspettiamo che il Brasile mantenga almeno il livello di redditività nel 2013, il mercato non è in perfette condizioni anche a causa del cambio della valuta. La strategia del nuovo stabilimento è stata pensata bene nel 2009 e sarà essenziale quando partirà la produzione a inizio 2015 con la Jeep Renegade. E' impossibile importare in Europa causa dogane, dobbiamo utilizzare tutte le fabbriche del gruppo per ottenere i migliori risultati. Nel 2016 produrremo anche in Cina allo stesso modo la Jeep. In Brasile abbiamo il più grande stabilimento di auto del mondo (Betim), la differenza di redditività è tale che anche se l'anno cala ci va sempre meglio rispetto alla concorrenza, è una sicurezza che ci garantisce. Lo sviluppo della fascia alta del mercato è iniziato anni fa e ora il mercato ci dà ragione. Nel 2017, primo anno di piena produzione di Pernabuco, torneremo a profitti in doppia cifra.

Fiat è generalista, modelli freschi Panda e 500, estenderete la gamma?
Ne riparleremo a maggio a Detroit con il piano industriale Fiat, Olivier per ora non può parlare.

Belle Suv, belle crossover, è una moda che proseguirà?
Con i marchi giusti sì. La complessità di gestione dei nostri marchi sarà spiegata a maggio, dobbiamo essere bravi a non confondere i marchi rispetto ai mercati. Il lavoro fatto su Maserati, la nuova strategia dell'Alfa, sono cose che non dipendono dal mercato di massa. 500X e Jeep Renegade condividono l'architettura, ma hanno capacità molto diverse per scelte tecniche precise e per mantenere disciplina e identità, è essenziale conservare queste cose per non inquinare il Dna dei brand. Jeep è l'esempio lampante.

Come giudicate il cambio di governo, quali benefici per FCA?
Non voglio parlare della opportunità del cambio, siamo filo governativi in maniera assoluta. Se possiamo appoggiamo chiunque sia al governo, il paese deve riacquisire credibilità internazionale e stabilità.

FCA debutta a Ginevra, è soddisfatto?
Sono molto più che soddisfatto, quello che ha visto sugli stand, considerando quando sono arrivato nel 2004, è impressionante. Oggi ci rendiamo conto che FCA riesce a occupare tutti gli spazi per essere rispettato a livello globale. Ne è esempio il successo mondiale di Maserati, sono segnali fondamentali. È rimasto il tassello di presentare di nuovo un'Alfa Romeo degna della sua storia, stiamo lavorando silenziosamente e ne parleremo in una maniera visibile nel 2015. Elkann: sono orgoglioso di vedere FCA per la prima volta a un Salone, poter appartenere del Gruppo mi rende fiero, abbiamo un enorme potenziale.

Tre anni fa si parlava di integrare Chrysler e Lancia. Ci saranno modelli Chrysler in Europa?
La risposta è si, ma ne parleremo a Maggio. Per ora non posso dirle altro.

Che cosa ne pensa dell'accordo PSA-Dongfeng in relazione all'Europa?
Nel breve termine non cambierà nulla in Europa, l'accordo serve a dare stabilità finanziaria a PSA, gli auguro tutto il bene possibile. C'è una sovracapacità produttiva in Europa, il problema resta.

da Ginevra, Lorenzo Corsani


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MessaggioInviato: gio mar 06, 2014 8:26 am 
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Tyreal_Reloaded ha scritto:
Cioè... l'elettrico è solo immagine, ma il plugin sarà pronto nel 2016?
Comunque tornerà il marchio Chrysler in Europa, come previsto.


Secondo me ha raqione, nel senso che (ipotizzo) con plug in intenda un ibrido con possibilità di ricarica esterna. Se è così sono assolutamente d'accordo. Il problema però, con Marchionne, è: è così? O intendeva tutt'altra cosa?


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MessaggioInviato: gio ott 09, 2014 8:44 am 
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Marchionne on Espressos Rebuilds Fiat-Chrysler at 200 MPH
By David Rocks and Tommaso Ebhardt Oct 9, 2014 1:00 AM GMT+0200 0 Comments Email Print



Fiat CEO Marchionne says his expanded company will boost sales by 60 percent by 2018.... Read More
Sergio Marchionne likes to move fast. The chief executive officer of Fiat SpA and Chrysler Group LLC owns a half-dozen Ferraris, has homes in three countries, and spends much of his time on a private jet shuttling between Detroit, Fiat’s hometown of Turin, and other outposts of his growing empire.

Fueled by a dozen espressos a day and packs of Muratti cigarettes, he stormed into Fiat a decade ago and fired most of the top management, then did the same at Chrysler in 2009, installing a dozen newcomers on his second day.

And on a recent gray Tuesday morning, Marchionne took one of his Ferraris -- a black Enzo -- around Fiat’s high-speed test track near the town of Balocco, 40 miles east of Turin. “When you’re pissed off,” he said, stamping on the accelerator and pushing the car from a comfortable 120 miles per hour to something over 200, “there’s nothing better than this.”

As he and Fiat Chairman John Elkann prepare to ring the closing bell at the New York Stock Exchange on Oct. 13 to mark a new listing, Fiat Chrysler Automobiles, Marchionne is racing to create a lineup of cars that will lure buyers into showrooms worldwide.

By 2018, the combined company plans to spend about $60 billion adding more than 30 models, from subcompacts to a Maserati sport utility vehicle. That, he predicts, will help the new company boost sales 60 percent to 7 million cars and churn out a profit of 5 billion euros ($6.3 billion). “We’re moving as fast as we possibly can,” Marchionne said after his spin around the circuit’s

Marchionne would be the first to tell you speed can be dangerous. “In the car business, sometimes you crash,” he said. He should know: In 2007, he smashed up a $350,000 Ferrari on a highway in Switzerland. Yet he argues that moving any slower would be even riskier. Fiat Chrysler is the world’s No. 7 automaking group by deliveries, and Marchionne has long said there’s room for just a half-dozen or fewer major players.

The transatlantic marriage of two struggling regional carmakers will probably be the capstone of Marchionne’s career. He says he’s only committed to staying at Fiat through 2018. So how quickly he gets the new company on its feet during these last laps may well determine his legacy.

“The idea of revitalizing an American company was particularly appealing to him, and you can see it in how he’s built up Chrysler,” said Ron Bloom, a member of President Obama’s auto-industry bailout team who recalls sharing cigarette breaks with Marchionne on a Treasury Department balcony overlooking the White House.
Dreaming Peanuts

Marchionne’s plan has legions of doubters. Half of the analysts who cover Fiat recommend investors sell the shares, saying the CEO’s sales goals are unrealistic and its 10 billion euros in debt is too high. Researcher IHS forecasts the company will fall short of its 2018 targets by about 1.8 million cars.

“Are they really going to launch all those models?” said IHS analyst Ian Fletcher. “And to develop new models is one thing; to attract customers is another.”

Sipping espresso on the veranda of the 19th-century farmhouse at the center of the Balocco track, Marchionne said: “I’m used to incredulity.” He sets ambitious targets, he said, because aiming lower would be “to establish mediocrity as a benchmark of the house. If you dream of peanuts, you get monkeys.”

Cash Settlement

A poker fanatic who insists that passengers on the Fiat corporate jet play cards with him deep into the night, Marchionne has a record more as a dealmaker than an automaker. In the past decade, he has pulled both Fiat and Chrysler back from the edge of bankruptcy. In 2005 he played a game of chicken with General Motors Co., threatening to enforce a contract that would have required the struggling American company to buy even-dodgier Fiat; he walked away with a $2 billion cash settlement.

Four years later, he took over Chrysler, ultimately spending only about 10 percent of the $36 billion Germany’s Daimler AG paid for the company in 1998.

He’s been less successful with cars. Marchionne ditched the storied Italian brand Lancia after trying to rebadge Chrysler models as Lancias for sale in Europe. He was late to China. And despite initial promises of bringing Alfa Romeo back to the U.S. as early as 2011, the sporty luxury brand won’t get there until 2016, with the exception of a two-seater introduced this year that won’t sell more than 1,000 cars.

Marchionne acknowledges that he was new to the auto industry when he took over Fiat, but points out that he’s now the longest serving CEO of any major European automaker.

Car Addiction

“I’m a car freak,” he said, looking over the lineup of Maseratis and Ferraris under the portico of a converted stable at Balocco. “But my survival instinct is stronger than my addiction to cars.”

That survival instinct has led him to largely abandon the mass market in Europe, which he says is too crowded to offer a significant profit. Instead, he wants to transform Fiat’s under-utilized Italian plants into export machines for more expensive cars. In 2000, Fiat made 1.4 million vehicles in Italy. By 2013, its Italian output had dropped below 400,000 as Fiat wound down models that compete directly with best-sellers like Volkswagen AG’s Golf. “We did a lot of soul-searching to try to see how best to utilize what we had in Italy,” said Marchionne’s boss, Elkann, the great-great-grandson of Giovanni Agnelli, who founded Fiat in 1899.

Unlikely Team

The two make an unlikely team. While Marchionne is always ready with a quick riposte sprinkled with profanity, the gangly, 38-year-old Elkann speaks slowly, as if every word has been squeezed through a filter.

At Balocco he’s wearing a pin-striped suit with a red sweater vest and blue tie; he rarely appears in public with an open collar, a sharp contrast to Marchionne’s trademark black sweater and dark blue slacks. As the scion of the Agnelli family, Elkann is almost like royalty in Italy and a constant focus of the tabloid press. He drinks tea instead of coffee. He doesn’t smoke. And he owns just a single Ferrari.

Despite their different temperaments -- and their 24-year age difference -- Elkann and Marchionne have “a very easy relationship,” said Bill Ford, the grandson of Ford Motor Co. founder Henry Ford, whose family has known the Agnelli clan for more than 50 years. “It can be awkward when you’re the boss of someone much older,” said Ford, who hosted the pair at a dinner at his house along with then-Ford CEO Alan Mulally. “I’ve been impressed that that’s not true with those two.”

BlackBerry Messages

Elkann and Marchionne say they fire off dozens of BlackBerry BBM text messages to each other daily -- mostly in English, despite their shared Italian heritage. Elkann, who took over management of the family’s holdings at age 28, says Marchionne has taught him to be flexible.

“You can’t plan everything,” said Elkann. “We’ve learned that serendipity is real,” Marchionne echoes in his gravelly voice punctuated by a smokers cough. “S**t will happen.” Some executives who know both men say that they have something of a father-son relationship, but Marchionne said, “he’s more like a kid brother.”

The brawny Jeep brand is central to their plan. Marchionne plans to start building the Cherokee SUV in China by 2016 as he seeks to double sales to more than 1.9 million vehicles, largely by quintupling deliveries in the world’s most populous nation. The Jeep name, Marchionne says, “is credible, and is understood by everybody.” And he expects Alfa Romeo and Maserati to steal buyers from BMW, Mercedes, and Audi.

The Germans’ reputation as makers of higher-quality cars than the Italians “is just crap,” Marchionne said, stubbing his cigarette into an ashtray.

Namesake Brands

What’s important is to ensure each brand stands for something. That’s easy with Ferrari: Really fast cars that can cost more than the average worker earns in a decade. And it’s not tough with Alfa, Maserati, Jeep, or even Dodge, which is being refocused around the muscle-car roots of sportsters like the Charger and Challenger. Most troubled are the company’s namesake brands. “Fiat is the toughest nut in Europe and Chrysler is the toughest in the U.S.,” Marchionne said.

Chrysler, which previous management had sought to position as a near-luxury nameplate, is being shifted downmarket. A new sedan called the 200 -- best known as the car driven by rapper Eminem in a 2011 Super Bowl ad with the tag-line “Imported From Detroit” -- has been well-received. But the brand has only three models, and U.S. sales have dropped 6 percent this year.

Fiat is buffing up its image in the U.S. and Europe as the maker of the retro-hip 500, intended as an answer to BMW’s Mini range. The problem is that the identity is muddled elsewhere. Brazil, for instance, now builds more Fiats than any other country, so “when a Brazilian goes to New York and sees a Fiat, he says, ‘‘Hey, there’s a Brazilian car,’” Marchionne said.

Italian Cousin

At the Balocco test track, Marchionne and Elkann are eager to show the cross-pollination of their brands. In the farmhouse courtyard a Jeep Renegade sits next to its Italian cousin, the 500X, both to be built at a Fiat factory in Melfi, 100 miles east of Naples. “This is a real SUV,” Marchionne said, slapping the tailgate of the diminutive blue Renegade. “It’ll take you anywhere.”

In industry jargon, the two vehicles share a “platform,” which means most of the stuff you can’t see -- engine, axles, air-conditioning ducts, window-winders. Roughly speaking, it costs $1 billion to take a car from designer’s sketch pad to dealer’s showroom. Adapting a platform for a new model can be done for less than $300 million, Marchionne says.

Though the two cars look nothing alike, Fiat says they share about 40 percent of their components. The Renegade is boxy and muscular, with a wide stance and six-pillared Jeep grille that make it look like it just forded an Idaho stream even if it’s on a crowded Shanghai street.

Dolce Vita

The 500X, while also featuring four-wheel-drive and the higher profile of an SUV, has the seductive curves of the original Fiat 500 and is intended to ooze Dolce Vita insouciance whether at a mall in Chicago or on the Via Veneto in Rome. “This is urban, civilized,” Marchionne said, running his hands across the cream-colored five-seater. “It’s Italy at its best.”

Marchionne has a deep understanding of the cultural barriers that separate the Italians and their American partners. He was born in Chieti, a hill town about two hours east of Rome (in a Fiat 500; maybe half that in a Ferrari with Marchionne at the wheel). At age 14, his parents uprooted the family and moved to Toronto, where Marchionne learned English from a standstill.

After studying philosophy, law, and business, he worked as an accountant in Canada. Marchionne consolidated his reputation at SGS SA, a Swiss product testing company, where he doubled profits by cutting costs and eliminating several layers of management.

Coffee, Grappa

SGS was controlled by Elkann, known as Jaki to most of the 100 members of the Agnelli clan whose billions he oversees. In 2004 Elkann was looking for new leadership at Fiat, which had lost more than 6 billion euros over the previous two years, and he took note of Marchionne’s success at SGS. That May, he met Marchionne for dinner at Geneva’s lakeside Hotel de L’Angleterre.

Over coffee and grappa, Elkann floated the idea of Marchionne running Fiat. “He never asked me to work for him,” Marchionne said. “He asked me if I could lend a hand, and that’s why I said yes.”

Though the new company will trade in New York, it will be registered in the Netherlands and its headquarters will be three floors of a 1960s tower on St. James’s Street in London. Fiat opted to make one of the world’s most expensive neighborhoods its official home to save money: The U.K.’s corporate tax rate is slated to fall to 20 percent next year, while Italy’s corporate rate is 31.4 percent and in the U.S. it’s about 40 percent.

Supercharged Vote

The Dutch registration lets Elkann take advantage of rules that supercharge the vote of a controlling shareholder. Exor, the Agnelli vehicle that owns 30 percent of Fiat, will have about 40 percent of the new company’s voting rights.

Elkann must shoulder significant historical weight as he oversees Marchionne’s shift away from Italy. Fiat’s name, after all, is an acronym for Fabbrica Italiana Automobili Torino, or Italian Auto Factory Turin. And Elkann occupies an office inherited from his grandfather, Gianni Agnelli, a swashbuckling legend of European society pages known to virtually everyone in Italy as “L’Avoccato” -- The Lawyer -- more than a decade after his death.

The country’s biggest union, CGIL, has criticized Marchionne’s plan as an abandonment of Fiat’s Italian roots and the workers who made the company strong. Diego Della Valle, chairman of shoemaker Tod’s SpA, has long said Marchionne seeks only to enrich himself at the expense of workers.

Offensive Language

He reiterated those criticisms on “Otto e Mezzo,” a popular evening TV talk show, on Sept. 26 just as Marchionne was holding a press conference with Italian Prime Minister Matteo Renzi six time-zones away near Detroit. Della Valle called the Fiat chief a “sola” (a Roman curse that in polite company might be translated as “liar”) who “doesn’t respect any commitment.”

Marchionne’s response: “I found it offensive. The problem with this country is that everybody is an expert.”

Marchionne has support at the highest levels in Italy. Former Prime Minister Mario Monti helped him inaugurate the production lines that will make the Renegade and the 500X. And Renzi on Sept. 26 spent the afternoon with Marchionne at Chrysler headquarters. After a tour of the facility, Renzi said Marchionne’s turnaround of Fiat could serve as a model for all of Italian industry. “The most important thing is not the headquarters and where they hold their annual meeting,” Renzi said, “it’s the strategy of making investments in the country.”

Toyota Slayer

While Marchionne said Fiat can manage his investment plan on its own, he would consider another alliance if the right opportunity arises. Without identifying potential partners, he said he sees the possibility of a merger that would create a company larger than Toyota Motor Corp., the world’s biggest carmaker. “The industry needs it,” Marchionne said. “This is still a very fragmented industry for the level of capital you have to invest.”

If such a deal happens, Marchionne doesn’t expect to stick around beyond 2018 to make it a success. He says he’s grooming several members of his team for the top job since Elkann says he’s not interested in combining the chairman and CEO titles.

“You’re asking me if there are other things I like to do apart from this? Phenomenally, yes,” Marchionne said, lighting another Muratti. “I like to be able to think, and that’s not always possible in this job.”



Ottimo articolo di bloomberg sulla fusione Fiat-Chrysler.


Ultima modifica di daimlerchrysler il gio ott 09, 2014 9:47 am, modificato 1 volta in totale.

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Per me e´un articolo scritto in modo molto accurato, tiene conto del forte sostegno che Marchionne gode negli Uniti ma anche dello scetticismo in Europa e da parte degli analisti finanziari.
Puo´sembrare strano che la figura del ceo di FCA sia cosi´polarizzata tra le due sponde dell´atlantico eppure in America il rilancio di Chrysler dopo la bancarotta ha quasi un´aurea leggendaria.
Io stesso dubitavo non poco sulle chances di sopravvivenza di Chrysler. L´impresa sembrava impossibile: Daimler e Cerberus avevano lasciato i cassetti (quasi) vuoti, solo Obama e l´UAW pensavano che valesse la pena concedere i prestiti statali, la produzione era crollata da 3 milioni di Auto del 2004 a meno di 900.000 nel 2009.La situazione era cosi´nera che fino a meta´del 2010 neanche la meta´delle fabbriche Chrysler un anno dopo la fuoriuscita dalla bancarotta funzionavano e il 60% della produzione andava alle flotte.
Adess Chrysler puo´giocarsi un futuro, non ha raggiunto alcuni degli obbiettivi posti da Marchionne per il 2014, guadagna molto di meno rispetto a Gm e Ford pero´e´ancora in piedi.

In Europa invece i detrattori puntano il dito sul fatto che l maglionato di Auto non capisce nulla. " A poker fanatic who insists that passengers on the Fiat corporate jet play cards with him deep into the night, Marchionne has a record more as a dealmaker than an automaker. In the past decade, he has pulled both Fiat and Chrysler back from the edge of bankruptcy. In 2005 he played a game of chicken with General Motors Co., threatening to enforce a contract that would have required the struggling American company to buy even-dodgier Fiat; he walked away with a $2 billion cash settlement.

Four years later, he took over Chrysler, ultimately spending only about 10 percent of the $36 billion Germany’s Daimler AG paid for the company in 1998.

He’s been less successful with cars. Marchionne ditched the storied Italian brand Lancia after trying to rebadge Chrysler models as Lancias for sale in Europe. He was late to China. And despite initial promises of bringing Alfa Romeo back to the U.S. as early as 2011, the sporty luxury brand won’t get there until 2016, with the exception of a two-seater introduced this year that won’t sell more than 1,000 cars."
In pratica la salvezza di Fiat e´dovuta a giochi d´equilibrio finanziari e non a veri successi sul mercato.

In 2000, Fiat made 1.4 million vehicles in Italy. By 2013, its Italian output had dropped below 400,000 as Fiat wound down models that compete directly with best-sellers like Volkswagen AG’s Golf.

Questo passaggio fa capire anche agli americani perche´Marchionne non e´considerato in Italia un salvatore della patria come da loro.

La notizia che dal 2018 ci sara´un altro al posto di Marchionne ha poco significato, in 4 anni molto puo´succedere.
Un momento cruciale potrebbe essere l´assemblea di fine ottobre quando FCA potrebbe decidere un aumento di capitale o strumenti analoghi per rafforzarsi.


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Tyreal_Reloaded ha scritto:
Intanto è saltato anche l'imminente Milano Auto Show...


non doveva essere il sostituto del Motor Show?


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Bon.. il fatto che Marchionne capisca di automobili persin meno di me è stranoto.. D'altra parte però è un manager da muso duro che alla fine ottiene molto solo giocando a tetris coi vari pezzetti delle ditte.

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daimlerchrysler ha scritto:
He’s been less successful with cars.


come dargli torto. a parte la 500 tutti i lanci in era marchionne sono stati dei disastri, panda compresa.
per non citare bravo, delta, mito, giulietta....

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