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 Oggetto del messaggio: Marchionne intervistato da Repubblica
MessaggioInviato: ven gen 10, 2014 10:34 am 
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La promessa di Sergio Marchionne
"Fiat riattiverà gli impianti italiani"

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L'ad del lingotto parla a "Repubblica" dopo l'acquisizione di Chrysler. "Con questa operazione basi più forti. Adesso puntiamo sui nuovi modelli dell'Alfa". E rivela: "Via dal mercato di massa"

08:20 - Per la prima volta dopo la chiusura dell'affare Chrysler, l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, parla per commentare l'operazione e delineare il futuro dell'azienda. "Ho realizzato un sogno - dice a "Repubblica" -. Grazie a questa operazione possiamo ripartire con basi più forti. Adesso puntiamo alla fascia premium con Alfa e Maserati. Gli impianti italiani? Saranno riattivati tutti in pieno".
La promessa di Sergio Marchionne "Fiat riattiverà gli impianti italiani"

La soddisfazione che trasuda dalle parole di Marchionne è evidente, e l'ottimismo sul futuro non è da meno. Tutto merito di un'operazione importante, che ha sollevato anche critiche ma che invece l'ad considera strategica e decisiva per il rilancio dell'azienda e affatto dannosa per l'Italia, come qualcuno ha paventato.

Un'operazione che si è resa possibile grazie alla grande apertura degli americani al cambiamento. "Se porti un'idea nuova, in Italia trovi subito dieci obiezioni" spiega. "In America nello stesso tempo trovi dieci soluzioni a possibili problemi. E poi è arrivato Obama". Il presidente statunitense è stato decisivo affinché sogno e realtà trovassero un punto di contatto. "Aveva l'obiettivo di salvare quelle aziende. La nostra fortuna è stata di poter trattare direttamente con la sua task force e non con i creditori di Chrysler come voleva la vecchia logica".

Ma il tempo di chiudere questa operazione e già bisogna guardare al futuro. A chi contesta che questa deriva americana dell'industria torinese sarà negativa per l'Italia, Marchionne risponde con i progetti in cantieri e con un rilancio sul fronte occupazionale interno. "Mi impegno - afferma - . Quando il piano sarà a regime la rete industriale italiana sarà piena. Se non crolla un'altra volta il mercato, col tempo rientreranno tutti i lavoratori in cassa integrazione". Ma qual è il piano a cui fa riferimento? "La nostra strategia è uscire dal 'mass market', dove i clienti sono pochi e i concorrenti tanti" dice. "Puntiamo alla fascia Premium, prodotti di alta qualità, con concorrenza ridotta e margini più larghi. Abbiamo marchi fantastici e per definizione Premium, come Maserati e Alfa. Perché non reinventarli?".

"La società avrà un nome nuovo - "Ci quoteremo dove c'è un accesso più facile ai capitali. La sede verrà decisa anche in base alla scelta di Borsa, ma avrà un valore solo simbolico. La società avrà un nome nuovo". Marchionne annuncia poi l'uscita dal mass market, dove ci sono pochi clienti e tanti concorrenti, per andare nella fascia alta con Alfa e Maserati. Squadre di nostri uomini stanno preparando i modelli".

"A Pomigliano le Panda, a Cassino l'Alfa" - La preoccupazione maggiore rimane sempre il destino degli impianti italiani. "A Mirafiori-Grugliasco si faranno le Maserati. A Melfi le 500 X e piccole Jeep. A Pomigliano le Panda. A Cassino il rilancio dell'Alfa. Mi impegno: saranno riattivati in pieno tutti gli impianti italiani", rassicura l'ad.

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Sai che cosa diceva quel tale? In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos' hanno prodotto? Gli orologi a cucù.( O.Welles)


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MessaggioInviato: ven gen 10, 2014 10:37 am 
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Lancia solo in Italia con Y...


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MessaggioInviato: ven gen 10, 2014 11:01 am 
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preferisco si salvi alfa piuttosto che lancia....

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Al secolo BlackBlizzard
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"compra i nostri italijanski ispageti e di duro non avrai solo il grano!"


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MessaggioInviato: ven gen 10, 2014 11:07 am 
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KriegsmarineIII ha scritto:
preferisco si salvi alfa piuttosto che lancia....


Assolutamente... ma giraro i maroni lo stesso. (se si conosce il marchio Lancia oltre il deltone)


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MessaggioInviato: ven gen 10, 2014 11:08 am 
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all'estero lo conoscono solo come un marchio che arrugginiva, quindi poco importa, cinicamente parlando...

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MessaggioInviato: ven gen 10, 2014 11:12 am 
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Iscritto il: dom mar 12, 2006 2:41 pm
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KriegsmarineIII ha scritto:
all'estero lo conoscono solo come un marchio che arrugginiva, quindi poco importa, cinicamente parlando...


Anche no.. però è inutile andare avanti. Torniamo alle dichiarazioni di marchionne.


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MessaggioInviato: ven gen 10, 2014 12:01 pm 
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uno che promette di riattivare gli impianti in italia potrebbe almeno avere la decenza di mettere i marchi italiani sul pannello alle sue spalle... :natale

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non posso aspettar l'Ateca... :mrgreen:


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MessaggioInviato: ven gen 10, 2014 12:22 pm 
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Parole, parole, parole, col solito lessico che trasuda incompetenza e soprattutto non passione del settore auto...sembra che parli di sanitari o peggio che quando parla di ste cose stia per andare in bagno :D :D
Cmq speriamo che dopo 4-5 anni di parole, grazie ai soldi veba, anche per alfa nel 2016-17 (quando la casa attuale sarà virtualmente morta) arrivi un rilancio, cmq al canadese bisognerebbe spiegare che anche nel premiummm la concorrenza c'è...eccome se c'è.
La morte di lancia non è solo colpo del canadese....penso che con l'arrivo di 500 5 porte anche la stessa ypsilon (che penso nel 2014 sarà pur su numeri bassi la seconda auto più venduta in Italia dopo panda) a fine serie non verrà più sostituita.

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ALFA ROMEO GIULIETTA jtdm-2 20 170cv- distinctive-pack premium-pack sport 18 - Luglio 2010 -superati i 313.333KM!!!


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MessaggioInviato: ven gen 10, 2014 12:33 pm 
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Daimler-Chrysler Merger Endorsed

Published: September 19, 1998


WILMINGTON, Del., Sept. 18— The shareholders of the Chrysler Corporation today strongly endorsed forming a huge new international auto maker by merging with Daimler-Benz A.G. of Germany.
Following their lead, Daimler-Benz's shareholders, meeting at night in Stuttgart, Germany, overwhelmingly approved the combination.
Chrysler's chairman, Robert J. Eaton, told the 150 shareholders gathered at a special meeting here that the new DaimlerChrysler A.G. ''stands a very good chance of becoming the No. 1 transportation company in the world.''
Preliminary results showed 97.5 percent of the voted Chrysler shares were cast in favor of the deal. The deal was worth $38 billion when it was announced in May, but has slipped to $31 billion as Daimler stock has fallen.
In Stuttgart, thousands of shareholders attended the Daimler meeting. German law requires shareholders to vote in person.

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Sai che cosa diceva quel tale? In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos' hanno prodotto? Gli orologi a cucù.( O.Welles)


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MessaggioInviato: ven gen 10, 2014 12:44 pm 
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sic transit gloria mundi


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MessaggioInviato: ven gen 10, 2014 2:20 pm 
Preferisco commentare i fatti nella speranza che stavolta non siano disgiunti dalle parole.
Comunque ha già messo avanti le mani... riassumeremo tutti A PATTO CHE la crisi finisca..


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MessaggioInviato: ven gen 10, 2014 2:44 pm 
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Marchionne desta molto le critiche su tutti i forum, segno che sta facendo bene. 8)


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MessaggioInviato: ven gen 10, 2014 2:47 pm 
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Iscritto il: ven apr 28, 2006 6:03 pm
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DOTTOR MARCHIONNE, la settimana scorsa la Fiat si è comprata tutta la Chrysler, ha cambiato dimensione e identità e lei non ha ancora detto una parola. Cosa succede?
"Quel che dovevo dire l'ho scritto il giorno dopo la firma ai 300 mila dipendenti del gruppo, insieme con John Elkann. Adesso dobbiamo soltanto lavorare perché questo sogno che abbiamo realizzato, e che io inseguivo dal 2009, si metta a camminare, anzi a correre, e produca i suoi effetti".

FOTO La storia di un manager

Si ricorda come è incominciato tutto?
"Sì. Avevamo un accordo tecnologico con Chrysler, un'intesa di minima, e mi sono accorto che non serviva a niente, perché non produceva risultati di qualche rilievo né per Fiat né per gli americani. È stato allora che l'idea ha cominciato a ronzarmi per la testa. Un'idea, non un progetto. Diceva così: o tutto o niente. O posso entrare nella gestione e prendermi la responsabilità delle due aziende, oppure perdiamo tempo".

FOTO Le strategie fino all'acquisizione della Chrysler

E poi?
"Poi è arrivato il piano. La chiami
fortuna, istinto, visione, quel che vuole. Resta il fatto che in quel momento di crisi spaventosa abbiamo visto nei rottami dell'industria automobilistica americana la possibilità di far rinascere una grande azienda in forma completamente diversa. E l'America ha creduto nelle nostre idee e ci ha aperto le porte".

Vuol dire che soltanto in America sarebbe stata possibile un'operazione di questo tipo?
"Dico che per tante ragioni storiche e culturali noi europei siamo condizionati dal passato, l'idea di chiuderlo per far nascere una cosa nuova ci spaventa. Da loro no: c'è una disponibilità quasi naturale verso il cambiamento, la voglia di ripartire".

FOTO I modelli del rilancio / Marchionne, pensieri e parole

Meno vincoli e meno dubbi?
"Se porti un'idea nuova, in Italia trovi subito dieci obiezioni. In America nello stesso tempo trovi dieci soluzioni a possibili problemi. E poi è arrivato Obama".

Che ha creduto subito al suo progetto?
"Aveva l'obiettivo di salvare quelle aziende. La nostra fortuna è stata di poter trattare direttamente con il Tesoro, con la task force del Presidente, non con i creditori di Chrysler, come voleva la vecchia logica. Se no, oggi non saremmo qui".

L'amministrazione vi ha sempre sostenuti?
"Abbiamo scoperto che il nostro piano era più prudente del loro. Ma la seconda fortuna è stata che il mercato è ripartito prima del previsto, gli Usa oggi sono tornati a produrre 15 milioni di veicoli, la cura che abbiamo fatto a Chrysler funziona, noi ci siamo, tanto che la Jeep non ha mai venduto tante macchine come nel 2013, cioè 730 mila".

Questo basta per mettere Chrysler al riparo?
"Guardi che in America il mercato c'è ma è difficile, la competizione è durissima. Ma nelle vendite retail lo scorso anno Chrysler è cresciuta negli Usa più degli altri due big, Ford e Gm. Siamo il quarto produttore americano, perché in mezzo si è infilata Toyota. Quindi c'è molta strada ancora da fare, ma siamo in cammino. E meno male che l'istinto aveva visto giusto nel 2009, perché un'occasione così si presenta una volta sola nella vita: non accadrà mai più".

Un piccolo non potrà mai più comprare un grande grazie alla crisi?
"Abbiamo sfruttato condizioni irripetibili. È vero che normalmente il sistema americano è capace a digerire la bancarotta e a assicurarti le condizioni finanziarie per ripartire, perché il Chapter 11 negli Usa ti lava la macchia del fallimento. Ma quando siamo arrivati noi il sistema digestivo delle banche si era bloccato, ed ecco che abbiamo potuto negoziare direttamente con il governo, cosa mai accaduta prima".

Un negoziatore più facile perché politicamente interessato al risanamento aziendale?
"Mica tanto facile. Continuavano a dirmi che la Fiat doveva metterci la pelle, cioè i soldi. Ho avuto la faccia tosta all'inizio di dire no. Avevamo studiato bene le ceneri dell'automobile americana, sapevamo che il rischio era altissimo. Se vuoi, rispondevo, metto in gioco la mia pelle, vale a dire reputazione e carriera, ma la Fiat no. Nemmeno un euro".

Perché hanno accettato?
"Tenga conto che stiamo parlando della tragedia del 2009, quando i manager uscivano per strada con gli scatoloni perché le aziende chiudevano, quando la quota di mercato di Chrysler era precipitata al 6 per cento, non so se mi spiego. Certo, ogni tanto mi arrivava un messaggio dal mio partner al Tesoro: secondo te, questa rotta si sta invertendo? Bene, si è invertita. Abbiamo restituito al governo Usa tutti i soldi che aveva messo in Chrysler, 7 miliardi e mezzo di dollari, abbiamo ripagato tutti e dopo l'accordo con Veba non dobbiamo più niente a nessuno. A questo punto, ci siamo comprati il resto dell'azienda. Chrysler ha trovato un partner".

Direi un padrone, no?
"Direbbe male. La nostra non è una conquista, è la costruzione di un insieme. Ho scritto una lettera riservata al Gec, il Group Executive Council, cioè gli uomini che gestiscono il Gruppo, e ho detto che quello di Fiat-Chrysler è per me un sogno di cooperazione industriale a livello mondiale, ma soprattutto un sogno di integrazione culturale tra due mondi".

Non vi sentite padroni di Chrysler, dunque?
"Qualcosa di più, di meglio. Abbiamo creato una cosa nuova. E da oggi il ragazzo americano che lavora in Chrysler quando vede una Ferrari per strada può dire: è nostra. Poi, certo, se quando sono arrivato qui mi avessero detto che saremmo diventati il settimo costruttore del mondo, mi sarei messo a ridere. Capisco anche che in questi anni qualcuno ci abbia preso per pazzi. Per fortuna gli azionisti hanno creduto nel progetto e lo hanno appoggiato. John è venuto subito a Detroit, ha capito il potenziale dell'operazione e l'ha sostenuta fino in fondo".

Lei sa che su questo successo americano c'è il sospetto che sia stato costruito a danno dell'Italia, delle sue fabbriche e dei suoi operai. Cosa risponde?
"Che è vero il contrario. Questa operazione ha riparato Fiat e i suoi lavoratori dalla tempesta della crisi italiana ed europea, che non è affatto finita. Non solo: ha dato la possibilità di sopravvivere all'industria automobilistica italiana in un mercato dimezzato. Altrimenti non ce l'avremmo più. E invece potrà ripartire con basi, dimensioni e reti più forti".

Lei dopo la firma è ottimista, ma proprio oggi il Financial Times le fa notare che 4,4 milioni di vetture prodotte da Fiat- Chrysler sono appena la metà di Toyota, e l'accusa di essere un abile negoziatore ma non un costruttore, un uomo d'automobili. Come si difende?
"Se adesso che ho Chrysler valgo mezza Toyota, quale sarebbe il mio valore senza l'America? Quanto alle automobili, al salone di Detroit 2011 abbiamo presentato 16 nuovi modelli tutti insieme. E aspettiamo il nuovo piano Alfa Romeo, per favore, prima di parlare".

Però Moody's non ha aspettato, e ha già minacciato il downgrade Fiat per i troppi debiti e la poca liquidità dopo l'acquisto di Chrysler. Chi ha ragione?
"Capisco il loro ragionamento, ma ricordo che nel 2007 arrivammo a zero debiti, prima che scoppiasse quel bordello nei mercati. Bisognerà vedere con il piano di aprile dei nuovi modelli dove si posizionerà il debito. Io non sono preoccupato, proprio no".

Ma la strada maestra nelle vostre condizioni non sarebbe un aumento di capitale?
"Sarebbe una distruzione di valore. Ci sono metodi, modelli diversi e innovativi per finanziare gli investimenti".

Come il convertendo da un miliardo e mezzo di cui si parla?
"Lasci stare le cifre. Ma il convertendo potrebbe essere una misura adatta".

In un passato recente con il convertendo i banchieri italiani si sentivano già padroni della Fiat, non ricorda?
"Ricordo, anche perché quando venivano al Lingotto mancava solo che prendessero la misura delle sedie. Invece la verità è che siamo qui, pronti a ripartire, ma abbiamo bisogno di soldi per finanziare la ripartenza. Le sembra un discorso troppo esplicito, troppo poco italiano?"

No, se lei però mi dice dove quoterete la nuova società.
"Fiat è quotata a Milano. Poi, andremo dove ci sono i soldi. Mi spiego: dove c'è un accesso più facile ai capitali. Non c'è dubbio che il mercato più fluido è quello americano, quello di New York, ma deciderà il Consiglio di amministrazione. Io sono pronto anche ad andare a Honk Kong per finanziare lo sforzo di Fiat-Chrysler".

Come si chiamerà la nuova società?
"Avrà un nome nuovo".

Quando avverrà la fusione?
"Spero subito, con l'approvazione del Consiglio al dividendo Chrysler di 1,9 miliardi. A quel punto il processo è chiuso, si può partire".

E dove sarà la sede della nuova società?
"Lo decideremo, anche in base alla scelta di Borsa, ma mi lasci dire che è una questione che ha un valore puramente simbolico, emotivo. La sede di Cnh Industrial si è spostata in Olanda, ma la produzione che era qui è rimasta qui".

Lei dovrebbe capire dove nascono certe preoccupazioni. Quando è arrivato in Fiat si producevano un milione di auto in Italia, due milioni dieci anni prima, oggi appena 370 mila su un totale di 1,5 milioni di auto vostre. Come si può aver fiducia nel futuro dell'auto italiana in queste condizioni?
"Se ritorniamo al punto in cui Fiat doveva investire in controtendenza in questi anni di mercato calante, io non ci sto, perché se posso scegliere preferisco evitare la bancarotta. Peugeot ha investito, e oggi si vede che i soldi sono usciti, ma il mercato non c'è. In più bisogna tener conto che le auto invecchiano, e un modello lanciato (e non comprato) durante la crisi sarà vecchio a crisi finita, quando i consumi possono ripartire. No, la strada è un'altra".

Quale, dopo le promesse mancate di Fabbrica Italia?
"Ecco un'altra differenza tra Italia e America. Là quando cambiano le carte si cambia gioco, tutti d'accordo, qui avrei dovuto mantenere gli investimenti anche quando il mercato è sparito. No, la nostra strategia è uscire dal mass market, dove i clienti sono pochi, i concorrenti sono tanti, i margini sono bassi e il futuro è complicato".

Uscire dal mercato tradizionale Fiat per andare dove?
"Nella fascia Premium, prodotti di alta qualità, con concorrenza ridotta, clienti più attenti, margini più larghi. In fondo abbiamo marchi fantastici e per definizione Premium, come l'Alfa Romeo e la Maserati. Perché non reinventarli?".

E perché non lo avete fatto?
"E lei, mi scusi, che ne sa? Sa della Maserati a Grugliasco, dove lavora gente in guanti bianchi a scegliere le rifiniture in pelle per andare sui mercati del mondo. Ma non sa che in capannoni-fantasma, mimetizzati in giro per l'Italia, squadre di uomini nostri stanno preparando i nuovi modelli Alfa Romeo che annunceremo ad aprile e cambieranno l'immagine del marchio, riportandolo all'eccellenza assoluta".

Allora perché non lo avete fatto prima?
"Mi servivano due cose: la capacità finanziaria, e oggi finalmente Chrysler come utili e come cassa mi copre le spalle, e un accesso al mercato mondiale. Oggi se mi presento con l'Alfa negli Usa ho una rete mia di 2.300 concessionari capaci di portare quelle auto dovunque in America, rispettandone il dna italiano".

Dunque mi pare di capire che non venderà l'Alfa Romeo ai tedeschi, è così?
"Se la possono sognare. E credo che la sognino, infatti. L'Alfa è centrale nella nostra nuova strategia. Ma come la Jeep è venduta in tutto il mondo ma è americana fino al midollo, così il dna dell'Alfa dev'essere autenticamente tutto italiano, sempre, non potrà mai diventare americano. Basta anche coi motori Fiat nell'Alfa Romeo. Così come sarebbe stato un errore produrre il suv Maserati a Detroit: e infatti resterà a casa".

E cosa sarà degli altri marchi?
"Fiat andrà nella parte alta del mass market, con le famiglie Panda e Cinquecento, e uscirà dal segmento basso e intermedio. Lancia diventerà un marchio soltanto per il mercato italiano, nella linea Y. Come vede la vera scommessa è utilizzare tutta la rete industriale per produrre il nuovo sviluppo dell'Alfa, rilanciandola come eccellenza italiana".

Lei parla di modelli, parliamo di lavoro. Questa strategia come si calerà negli impianti che oggi sono fermi, o girano con la cassa integrazione, aumentando l'incertezza italiana nel futuro?
"Senza una rete di vendita nei mercati che tirano, far la Maserati ad esempio non servirebbe a nulla. Adesso Chrysler ci ha completato gran parte del puzzle, soprattutto nell'area cruciale Usa-Canada-Messico, dove oggi possiamo entrare con gli stivali mentre ieri dovevamo presentarci con le scarpe da ballerina".

Non è che nell'acquisto Chrysler c'è per caso una clausola di protezione dell'occupazione e della produzione americana?
"Neanche per sogno, sarebbe una cosa tipicamente italiana, che là non è venuta in mente a nessuno".

Parliamo allora delle fabbriche italiane. Quando e come ripartiranno?
"Ecco il quadro. Nel polo Mirafiori-Grugliasco si faranno le Maserati, compreso un nuovo suv e qualcos'altro che non le dico. A Melfi la 500 X e la piccola Jeep, a Pomigliano la Panda e forse una seconda vettura. Rimane Cassino, che strutturalmente e per capacità produttiva è lo stabilimento più adatto al rilancio Alfa Romeo. Mi impegno: quando il piano sarà a regime la rete industriale italiana sarà piena, naturalmente mercato permettendo".

Sta dicendo che finirà la cassa integrazione eterna per i lavoratori Fiat?
"Sì, dico che col tempo - se non crolla un'altra volta il mercato - rientreranno tutti".

Scommettendo sull'Alfa e sulle auto Premium lei scommette sul dna italiano dell'auto: ma ha ancora corso nel mondo, con la crisi del nostro Paese?
"La capacità italiana di produrre sostanza e qualità, di inventare, di costruire è enormemente più apprezzata all'estero che da noi. Il carattere dell'automobile italiana esiste, eccome. Tutto ciò è una ricchezza da cui ripartire. Noi siamo pronti. Ma se continuiamo a martellarci i piedi, invece di puntare al meglio, finirà anche questa storia".

Ma cos'è il meglio, in un Paese che perdendo il lavoro sta perdendo anche la coscienza delle sue potenzialità, dei doveri e dei diritti?
"È aprirsi al mondo, trovarsi spazio nel mondo, non chiudersi in casa, soprattutto quando intorno c'è tempesta. Fiat ci prova. Ho scritto ai miei che possiamo concorrere a dare forma e significato alla società del futuro. Anche per me arriverà il giorno di lasciare. Ma intanto, dieci anni dopo, è una bella partita".

Riporto l'intervista integrale.
Mettendo da parte i giudizi noto che nessun ceo tedesco del settore auto parlerebbe con la franchezza ( spudorataggine?) di Marchionne.
Il linguaggio in Germania e' molto più ovattato, anche ipocrita, attento ai sindacati, partiti, ex dirigenti.
Uno come Marchionne in Germania non potrebbe proprio esistere. D'altronde anche Berlusconi e' improponibile in qualsiasi ruolo in terra tedesca.


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MessaggioInviato: ven gen 10, 2014 2:57 pm 
Maxetto ha scritto:
Marchionne desta molto le critiche su tutti i forum, segno che sta facendo bene. 8)

HAHAHAHAHA Maxetto... e quest'equazione da dove l'hai ricavata?


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MessaggioInviato: ven gen 10, 2014 3:00 pm 
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Tyreal_Reloaded ha scritto:
i "capannoni-fantasma, mimetizzati in giro per l'Italia"?!?

E' lì che la marmotta fantasma incarta (mimeticamente) la cioccolata???



ahahahah!!!

ho comprato repubblica dopo anni per leggermi l'intervista


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MessaggioInviato: ven gen 10, 2014 3:00 pm 
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Fiat-Chrysler avrà un nuovo nome.
Voi cosa proponete?
:allegria


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modus72 ha scritto:
Maxetto ha scritto:
Marchionne desta molto le critiche su tutti i forum, segno che sta facendo bene. 8)

HAHAHAHAHA Maxetto... e quest'equazione da dove l'hai ricavata?

Mi pare evidente.............. :wink:


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MessaggioInviato: ven gen 10, 2014 3:14 pm 
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MessaggioInviato: ven gen 10, 2014 3:26 pm 
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daimlerchrysler ha scritto:
Fiat-Chrysler avrà un nuovo nome.
Voi cosa proponete?
:allegria


Piuttosto sei tu che dovresti cambiare Nick.....da mo persino!!!! :sdentato

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Tyreal_Reloaded ha scritto:
i "capannoni-fantasma, mimetizzati in giro per l'Italia"?!?

E' lì che la marmotta fantasma incarta (mimeticamente) la cioccolata???

Comunque a Marchionne è sempre mancata la capacità comunicativa: le sue interviste sembrano discorsi da bar, danno l'idea di essere fin troppo emotive e poco studiate.


Secondo me invece il canadese è un buon comunicatore e molto schietto, ovvio che però quando "sterza" sul prodotto non può fare più che discorsi da bar...se va un po' oltre quelli diventa ancora più palese la sua incompetenze e il suo disamore per l'auto.
Cmq ormai questa solfa ce la sta ripetendo in questo modo da un paio d'anni (prima del 2012 diceva cose diverse) poche auto, premiumm, marchi che gli altri sognano di notte, ora ok ci sono ancora i soldi Veba ma continua coi suoi SE...forse per farsi dare ancora CIG o qualche soldo dalla stato italiano.
Si spera che se farà nuove auto non ricicli le porte....non solo il giroporta:D :D
Cmq la storia dei capannoni fantasma più che del berlusca e degni di un bossi ai "tempi d'oro" quando parlava di milioni di fucili pronti per la secessione :D :D

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Quella dei capannoni è veramente comica...
Qualcosa di interessante nell'intervista c'è, effettivamente hanno sfruttato alla grande un'occasione più unica che rara, quella di prendere il controllo di un'azienda enorme in un momento di tremenda difficoltà, rischiando ovviamente l'osso del collo, ma hanno sicuramente fatto bene da questo punto di vista.
Per il resto ci sono le solite parole ed una certezza: muore Lancia, anche Lancia...
Vorrei anche capire come pensa di lasciare il segmento di massa per entrare nel premium (ammesso e non concesso che ci riesca) cancellando modelli e marchi mantenendo nel contempo la stessa forza produttiva.
Io mi chiedo più che altro perché ancora rifletto sulle sue parole...


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Strosek ha scritto:
Quella dei capannoni è veramente comica...
Qualcosa di interessante nell'intervista c'è, effettivamente hanno sfruttato alla grande un'occasione più unica che rara, quella di prendere il controllo di un'azienda enorme in un momento di tremenda difficoltà, rischiando ovviamente l'osso del collo, ma hanno sicuramente fatto bene da questo punto di vista.
Per il resto ci sono le solite parole ed una certezza: muore Lancia, anche Lancia...
Vorrei anche capire come pensa di lasciare il segmento di massa per entrare nel premium (ammesso e non concesso che ci riesca) cancellando modelli e marchi mantenendo nel contempo la stessa forza produttiva.
Io mi chiedo più che altro perché ancora rifletto sulle sue parole...


Anche a me fa sorridere la storia dei capannoni-fantasma, speriamo sia vero. Ha anche detto che non ci saranno più motori Fiat sulle AR, quindi faranno motori solo per AR?

Per quanto riguarda la storia del premium, spero corrisponda a verità quanto ha scritto alcuni giorni fa il direttore di 4R circa le sue previsioni sulle auto probabili regine per il 2014 (Quashqai a parte). Cita Citroen Cactus, Mercedes GLA e Mini Jeep e, a proposito di quest'ultima, scrive: "Mini Jeep. Il nome non ha senso, ma non so come chiamare il nuovo modello della Jeep che si vedrà al Salone di Ginevra e che verrà costruito a Melfi in parallelo alla Fiat 500X. Chi ha potuto vederne i primi esemplari è rimasto a bocca aperta, parlandone come di una piccola Evoque. Finiture straordinarie, linea accattivante, qualità percepita di una vera Jeep. Un prodotto premium, ma davvero premium, ad un prezzo presumibilmente accessibile. Siccome conosco bene chi me ne ha parlato, non posso non fidarmi. In più Jeep ha un mercato mondiale e il suo successo sarà garanzia di lavoro per le maestranze di Melfi. Pertanto ci credo, e ci spero a prescindere"


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MessaggioInviato: ven gen 10, 2014 5:35 pm 
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regà.... ma di cosa stiamo parlando???
Fiat nel 2007 era MORTA, PRONTA A CHIUDERE.

Marchionne oltre ad aver salvato la baracca si è comprato la chrysler.. presente?? Non stiamo parlando della salcazzo associati.. ma della chrysler!!
Io non metto in dubbio le vostre doti manageriali... ma se Obama gli ha prestato 7 miliardi e mezzo di euro proprio così coglione come lo dipingete non è!

Gli si contesta che non è uomo-prodotto ma almeno ora il prodotto Fiat non viene perculato per la pessima qualità, tipica di quando al comando c'erano uomini prodotto o presunti tali.


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MessaggioInviato: ven gen 10, 2014 5:51 pm 
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Lui non è di certo coglione. Non penso che questo sia in discussione. Lo è l'attendibilità delle sue promesse, casomai.


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MessaggioInviato: ven gen 10, 2014 5:53 pm 
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Temprone ha scritto:

Gli si contesta che non è uomo-prodotto ma almeno ora il prodotto Fiat non viene perculato per la pessima qualità, tipica di quando al comando c'erano uomini prodotto o presunti tali.


Certo in pratica fiat non esce quasi più con nuovi prodotti....quindi come si fa a dire che sono di pessima qualità?
Io ho una giulietta (forse l'unica auto fiat degli ultimi livello o quasi della miglior concorrenza al lancio...ora no) ...ricordo i filo-canada di ap che dicevano questa non ha i quadrilateri così non fanno più rumore o la plastica un po' più dura di 147 ma questa non vibra o fatta a cassino assemblata meglio che a pomigliano....i risultati giulietta ha gli stessi identici difetti delle alfa fatte precedenti, sospensioni rumorose, assemblaggi scarsi, materiali sottototono che alcuni dicono che si usurano....io almeno questo difetto non l'ho trovato.
Cmq il canada grande uomo di loschi giri finanziaria è stato l'unico a voler "comprare" il malato terminale peggior azienda auto usa è gli è andata bene grazie al fatto che in usa la crisi è finita prima e che hanno il ram...di questo bisogna dargli atto.
Ma secondo me se ora se vogliono anche investire sull'auto (cosa non di sicuro certa) di fianco o al posto del finaziere canadese ci vuole un uomo che sappia di auto

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Ultima modifica di Stefano_M il ven gen 10, 2014 5:57 pm, modificato 1 volta in totale.

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Menech ha scritto:
Anche a me fa sorridere la storia dei capannoni-fantasma, speriamo sia vero. Ha anche detto che non ci saranno più motori Fiat sulle AR, quindi faranno motori solo per AR?

O li svilupperanno da/con Chrysler. Non penso che oggi sia proponibile lo sviluppo di una gamma di motori per una casa che non ha mai prodotto più di 200.000 auto nel complesso, tralasciando il fatto che Alfa non ha mai fatto motori diesel e che la percentuale sarà in Europa tutt'altro che irrisoria anche nei prossimi anni.


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Strosek ha scritto:
Lui non è di certo coglione. Non penso che questo sia in discussione. Lo è l'attendibilità delle sue promesse, casomai.


Gigi... ti sei accorto cosa è successo e cosa sta succedendo nel mondo?? Come sono messe le aziende rivali di Fiat (tipo peugeot??)

Sulle promesse... il problema degli italiani è che guardano sempre e soltanto il bicchiere mezzo vuoto (per quello mezzo pieno chiedere ai dipendenti maserati a modena e grugliasco).
Stefano_M ha scritto:
Temprone ha scritto:

Gli si contesta che non è uomo-prodotto ma almeno ora il prodotto Fiat non viene perculato per la pessima qualità, tipica di quando al comando c'erano uomini prodotto o presunti tali.


Certo in pratica fiat non esce quasi più con nuovi prodotti....quindi come si fa a dire che sono di pessima qualità?
Io ho una giulietta (forse l'unica auto fiat degli ultimi livello o quasi della miglior concorrenza al lancio...ora no) ...ricordo i filo-canada di ap che dicevano questa non ha i quadrilateri così non fanno più rumore o la plastica un po' più dura di 147 ma questa non vibra o fatta a cassino assemblata meglio che a pomigliano....i risultati giulietta ha gli stessi identici difetti delle alfa fatte precedenti, sospensioni rumorose, assemblaggi scarsi, materiali sottototono che alcuni dicono che si usurano....io almeno questo difetto non l'ho trovato.
Cmq il canada grande uomo di loschi giri finanziaria è stato l'unico a voler "comprare" il malato terminale peggior azienda auto usa è gli è andata bene grazie al fatto che in usa la crisi è finita prima e che hanno il ram...di questo bisogna darli atto.
Ma secondo me se ora se vogliono anche investire sull'auto (cosa non di sicuro certa) di fianco o al posto del finaziere canadese ci vuole un uomo che sappia di auto


aridaje con sta storia delle modelli...
La 500L e relativa gamma?? Nuova Panda? Il freemont che ha venduto oltre ogni aspettativa??? (e non tirate fuori la storia del rimarchiamento... fa ridere)

Cosa intendi con uomo che sappia di auto?? perchè sta frase sta diventando una barzelletta.


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