Cita:
Non manca certo l'audacia alla famiglia Martinelli - padre e due figli, Viviana e Guido - e forse anche un pizzico d'incoscienza: gli imprenditori di Rozzano, alle porte di Milano, sono stati tanto audaci, e tanto incoscienti, da imbarcarsi in un duello con un gigante come Mercedes, a colpi di sentenze e di avvocati. Ma, a sorpresa, hanno vinto loro. Da settembre metteranno sul mercato la loro citycar di costruzione cinese, la Martin Motors Bubble, che, per la sua somiglianza con la Smart, aveva suscitato le ire di Stoccarda: la Mercedes, nel 2007, scomodando i tribunali di mezza Europa, riuscì a bloccarne le vendite e persino l'esposizione del prototipo al Salone dell'auto di Francoforte del 2007. La Martin Motors nel frattempo ha fatto alcune modifiche all'auto, tra cui l'adozione di un supporto per l'esposizione a vista della ruota di scorta, dietro il portellone. E hanno citato per danni il colosso tedesco. Morale della favola, intesa extragiudiziale che mette tutti d'accordo: richiesta danni nel cestino e via libera alla Bubble modificata, che ora somiglia meno alla Smart.
In Italia tra settembre e ottobre. Arriva in autunno sul mercato a un prezzo che supera di poco gli undicimila euro, per l'esattezza 11.400. Audaci, sì. Non c'è dubbio. "Non volevamo svalutare il prodotto con un prezzo troppo basso", spiega Guido Martinelli, general manager della società. Comprensibile, ma la Bubble – pur ben accessoriata, con climatizzatore (manuale), fendinebbia, cerchi di lega, alzacristalli e retrovisori esterni a regolazione elettrica, impianto stereo – resta un'auto cinese, con una qualità degli assemblaggi che difficilmente sarà drasticamente diversa da quella a cui ci hanno abituati finora i prodotti della Repubblica Popolare. Con un prezzo simile, pare un po' velleitario l'obiettivo di vendere 3.500 pezzi in Italia nel primo anno (il 2011) e 5.000 nel secondo, fino a raggiungere i 10 mila in tutta Europa. Per esprimere un giudizio definitivo, comunque, ci toccherà aspettare settembre, quando sarà pronta la versione definitiva della Bubble, ora in fase di omologazione.
Pare la Smart, ma è una "tutt'avanti". Per ora ci siamo dovuti accontentare di un assaggio: una breve guida dei prototipi. Com'è fatta e come va, dunque, questa macchinetta che ha fatto tanta paura alla Smart? Beh, va detto che è un progetto completamente diverso. Tanto per cominciare, e neppure alla Martin Motors ne fanno mistero, non ha la sofisticatezza tecnologica della piccola tedesca. La Bubble poggia su una meccanica di derivazione Suzuki, non ha la ormai famosa cellula Tridion di protezione dell'abitacolo della Smart e, soprattutto ha il motore davanti e la trazione pure. Inoltre è un po' più grande, con i suoi 3 metri e 27 di lunghezza (di cui oltre una ventina sono presi dalla ruota di scorta e il suo telaio di supporto) e il metro e 65 di larghezza e di altezza.
Due posti... più due. Con queste dimensioni, può ospitare due passeggeri posteriori. Ma va detto subito che - come del resto sull'altra proposta simile, la Toyota iQ - i posti posteriori sono soltanto d'emergenza. A dire il vero, lo spazio per le gambe ci sarebbe (sempre che i sedili anteriori non siano molto arretrati) ma la testa di chi siede dietro tocca il padiglione, che - in quel punto - è rivestito di plastica dura. Perlomeno così è sul prototipo guidato. La versione di serie avrà anche i due sedili sdoppiati e abbattibili separatamente, in luogo del divanetto fisso e privo di poggiatesta della vettura che abbiamo guidato.
Su strada niente sorprese. Le sospensioni posteriori non saranno all'ultimo grido - con un bel ponte rigido - ma fanno lo stesso il loro lavoro e va riconosciuto che l'impostazione generale dell'auto è "sana", perlomeno alle velocità consentite dal breve test effettuato: niente reazioni strane ai bruschi cambi di direzione in fase di rilascio, la coda non si scompone e semmai una lieve tendenza ad allargare con il muso è facilmente ripresa agendo sullo sterzo e togliendo un filo di gas. Anche lo sterzo è piacevole e le ruote ne seguono prontamente i suggerimenti. Il cambio ha con innesti gommosi, imprecisi e non poche impuntature, ma alla Martin Motors assicurano che ci stanno lavorando. Nonostante la corsa del pedale un po' lunga (ma "anche a questo si porrà rimedio", dice ancora Martinelli), i quattro freni a disco fanno il loro lavoro nel fermare la Bubble in spazi accettabili. Inesistente il bagagliaio, ma del resto lo è anche sulla ben più blasonata Toyota iQ.
Motore benzina e Gpl. Il 1100 di origine Suzuki - omologato Euro 5 - non è un fulmine, ma con i suoi 67 CV, garantisce una guida piacevole in città, con consumi che la Casa dichiara attorno ai 6 litri per 100 km. Sarà fornito di serie con un impianto bi-fuel: benzina e Gpl. Alla fine le incognite maggiori per la Bubble restano la qualità costruttiva e il prezzo. A noi pare un po' velleitario per un prodotto cinese, per quanto onesto e simpatico nel design. Ma per sciogliere la riserva bisognerà aspettare la versione di serie, quest'autunno.
Roberto Lo Vecchio ( By Quattroruote)
Non sapevo dell'esistenza di si tale scempio... che poi 11000 euro chi li spende per una Smart cinese?