Cento giorni: questo era l’obiettivo di tempo per la presentazione del piano futuro per la Opel dopo il closing dell'acquisizione da parte del gruppo PSA. "Abbiamo lavorato duramente per presentarlo in tempi record”, ha dichiarato l’ad Michael Lohscheller di fronte alla stampa internazionale. "Il nostro obiettivo è non chiudere fabbriche e non licenziare, ma migliorare l’efficienza interna e raggiungere i profitti. Pace" - questo è il nome del piano per il nuovo corso - "è il nostro nuovo approccio, e indica la nostra rinnovata volontà di seguire i programmi. La situazione alla Opel", ha aggiunto il ceo "è difficile. E mantenere lo status quo non è un’opzione. Dal 1999", ha proseguito Lohscheller "non facciamo profitti, e oggi abbiamo delle sfide enormi davanti. Quando c’è stato il closing", ha poi ammesso "non eravamo pronti ai nuovi obiettivi di CO2. La notizia buona è che con il nuovo piano saremo in grado di rispettarli".
Valorizzare le competenze. “Non è un compito facile quello che ci attende", ha incalzato Lohscheller, "ma le risorse le abbiamo in casa. Il piano è stato costruito sulla base delle competenze del nostro personale. Ma nel mio ruolo di amministratore delegato non posso essere portatore di sole buone notizie. La riduzione dei costi, anche sul fronte del lavoro, sarà parte dei piani. Ma la attueremo in maniera responsabile, senza esuberi né chiusure, in accordo con PSA e con il sindacato IG Metall, con cui siamo già pronti a trattare sui prepensionamenti".
Break even ridotto a 800.000 unità. Già oggi, con Opel al suo interno, il gruppo PSA è quello che ama definirsi "un campione europeo", con 4,3 milioni di auto vendute l’anno e 55 miliardi di fatturato. "Ma abbiamo obiettivi più ambiziosi", ha annunciato Lohscheller. Ufficializzando gli obiettivi di margine operativo, pari al "2% annuo per il 2020 e al 6% nel 2026. Un target che verrà raggiunto abbassando il break even point a 800 mila unità. I piani", ha precisato il dirigente tedesco "prevedono anche una crescita in termini di volumi, ma non senza limiti: "Le performance finanziarie sono più importanti della dimensione industriale" gli ha fatto eco l'ad del gruppo, Carlos Tavares.
Arriva la Corsa elettrica. La strategia per il risanamento passa attraverso quattro punti fondamentali. "Abbiamo quattro pilastri su cui basarci. Il primo è l’elettrificazione: abbiamo una roadmap concreta verso i nuovi limiti di 95 g/km di CO2, grazie alla tecnologia PSA. Avremo quattro modelli elettrificati entro il 2020, compresa la Grandland X e la Corsa elettrica. La gamma sarà tutta elettrificata entro il 2024.
Meno complessità, più sinergie. Il secondo pilastro sarà la riduzione della complessità e l’incremento delle sinergie interne, che raggiungeranno gli 1,1 miliardi l'anno nel 2020 e gli 1,7 miliardi nel 2026. Entro il 2024 scenderemo da nove architetture a due, e da dieci a quattro famiglie powertrain. "Una semplificazione drastica, che riguarderà in egual misura anche i sistemi di trasmissione", secondo quanto illustrato dalla dirigenza della Opel in conferenza stampa.
Centro di innovazione globale. All'interno di un costruttore dalla dimensione sempre più transnazionale, la Opel manterrà la sua natura di marchio tedesco. E lo farà mantenendo, presso la storica sede di Rüsselsheim tutto l’engineering dei modelli. "Investiremo il 7-8% del fatturato in ricerca e sviluppo e costituiremo un polo di eccellenza per il gruppo PSA su temi quali l'automazione della guida, le fuel cell, il testing e la validazione software".
Produzione più efficiente. Spazio anche alla razionalizzazione dei processi di progetto e produzione: "Entro il 2020", ha spiegato Lohscheller "ridurremo il costo delle nostre auto di 400 euro per unità e riorganizzeremo la rete produttiva, per esempio portando in Europa modelli che attualmente sono prodotti in Corea. Per ogni impianto stiamo delineando strategie per l'incremento dell'efficienza. Tra le iniziative più rilevanti, l'introduzione delle linee della piattaforma Emp2 ad Eisenach, dove dal 2019 nascerà una Suv (che avrà una variante elettrificata, ha precisato Lohscheller), e a Rüsselsheim, dove avrà luogo la produzione di una vettura di segmento D.
Obiettivo qualità. Il terzo pilastro della crescita sarà costituito dal riposizionamento del marchio, in termini di prezzi, e dal miglioramento sul fronte della qualità percepita. "I tre marchi francesi", ha riconosciuto l'ad "sono già ben distinti tra loro e noi avremo una posizione a sua volta ben definita. La Grandland X mostra la strada che prenderemo: è enormemente diversa dalla Peugeot 3008. Il design rimarrà un fattore distintivo. L’altro tema sarà quello del posizionamento: entro il 2021 vogliamo raggiungere il 40% di vendite con le Suv e tagliare i rami secchi, i modelli che non rendono. Introdurremo anche l’allestimento al top di gamma Ultimate e ridurremo così di quattro punti percentuali il divario rispetto alla media dei principali marchi europei".
Espansione di gamma e mercati. Il quarto cardine dei nuovi piani sarà rappresentato dalla strategia di crescita vera e propria: nuovi modelli, nuovi mercati e una maggiore attenzione allo sviluppo del ramo veicoli commerciali. "Nove saranno i nuovi lanci entro il 2020, ma oltre alle vetture per passeggeri, i veicoli commerciali beneficeranno grandemente delle sinergie con quello che è l'attuale leader europeo", ha dichiarato Lohscheller "in un segmento dove siamo sottorappresentati. Il primo passo sarà il lancio del nuovo Combo nel 2020, che ci permetterà di incrementare i volumi e di entrare sul mercato turco. Globalmente", ha concluso il manager "l’obiettivo è quello di entrare in 20 nuovi mercati entro il 2022 e raddoppiare le esportazioni entro il 2020. Opel, finalmente, diventerà un marchio globale, superando il 10% delle vendite dai mercati stranieri".
Le parole di Tavares. Alla presentazione del piano ha parlato anche il numero uno del gruppo PSA, Carlos Tavares. "Questo piano non è un trucco, non è un piano demagogico. È un programma robusto, credibile e onesto. Ed è stato fatto dai dipendenti della Opel per i dipendenti della Opel", ha sentenziato il timoniere. "Michael (Lohscheller, ndr) l’ha detto: un piano è un piano. Ma un piano è solo il cinque per cento del lavoro da fare. Ora resta l’implementazione, che rappresenta il resto. Dobbiamo tenerlo in mente: se guardiamo a cos’è successo a quest’azienda negli ultimi quindici anni, è chiaro che non ci siamo preparati per il futuro. Non solo sui limiti delle emissioni, ma anche sui conti: abbiamo perso oltre 10 miliardi di dollari, tagliato oltre trentamila posti di lavoro e perso tre punti percentuali di quota in Europa. È da questa situazione drammatica che partiamo e non c’è tempo da perdere".
Gli errori del passato e le prospettive. "Noi abbiamo l’opportunità di salvare la Opel e stiamo lavorando per dare una soluzione ai dipendenti della Opel", prosegue Tavares. "Negli ultimi quindici anni non gliel’abbiamo data e loro aspettano che la dirigenza costruisca un futuro sostenibile per l’azienda. La dirigenza deve dirigere, con responsabilità e senza paura, perché i leader impopolari di oggi sono gli eroi di domani. Ma dobbiamo anche ricordare che le persone della Opel non sono il problema, ma la soluzione".
La forza in Europa, una base di partenza. Tavares ha riservato le considerazioni finali a quanti, da più parti, hanno espresso scetticismo sull'eccessiva dipendenza del gruppo dai mercati europei. "Vendere tre milioni di auto in Europa è la base per crescere all’estero. Non si può essere un leader mondiale se non si è un leader sul proprio mercato. La nostra forza in Europa rappresenta le fondamenta per crescere nel resto del mondo e per cogliere altre opportunità. Come abbiamo fatto quando abbiamo comprato la Opel".
Opel ha presentato il piano di ristrutturazione, il primo sotto l’egida di PSA. Gli obbiettivi sono piuttosto ambiziosi.
1) Ritorno ad un margine positivo del 2% nel 2020 e creazione di flusso di cassa positiva.
2) Passaggio a tappe forzate da tecnologia GM a quella PSA. Sono stati bloccati tutti prodotti già pronti su base GM ( Mokka II e Monza suv) che saranno convertiti su base PSA. Stranamente arriveranno in tempo. La nuova Corsa arriverà nel 2019 e avrà una versione elettrica Opel passerà da 9 piattaforme a 2.
3) Non ci saranno tagli al personale ma prepensionamenti.
4) Tavares vuole assolutamente ridurre in maniera pesante le km 0 in cui Opel è sempre tra i maggiori player in Europa. È probabile prevedere importanti perdite di quote di mercato.
5) Opel sbarcherà in mercati minori centro nel 2020 mentre dopo il 2022 è possibile l’ ingresso in Cina e Brasile.
Opel ha perso quasi 10 miliardi di dollari in 15 anni, non sarà facile per Tavares.
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