Strosek ha scritto:
cometa rossa ha scritto:
A quanto pare l'unico paese in cui si fa finta di nulla è l'Italia
Perché, al di fuori degli USA chi starebbe facendo qualcosa?
In Germania
Continuano gli strascichi dello scandalo emissioni diesel: l’ultimo caso in ordine di tempo arriva da Monaco di Baviera, dove la Procura – che già indaga su Audi – ha avviato nuove perquisizioni negli uffici della sede centrale di BMW e nel relativo centro di ricerca e sviluppo. L’operazione, a cui hanno preso parte un centinaio di uomini, ha interessato anche la fabbrica austriaca dove vengono prodotti i turbodiesel della casa bavarese.
La marca è sospettata di aver truccato i sistemi di contenimento delle emissioni inquinanti di oltre 11 mila auto vendute in Germania: la multinazionale si è difesa attribuendo il “disguido” a un errore tecnico non intenzionale, relativo all’installazione del software che controlla i sistemi che abbattono le emissioni nocive. Tuttavia le rassicurazioni fornite non hanno fermato i segugi dell’autorità federale dei trasporti (Kba) e della Procura, anche se al momento le indagini sono solo a un livello preliminare.
Perquisizioni anche per gli uffici della Volkswagen, avvenute all’inizio del mese a Wolfsburg, dove ha sede VW: sono le ennesime per il gigante tedesco dell’automobile, a cui l’affare dieselgate è già costato 22 miliardi di euro. E le spese, incluse quelle per le cause civili non sembrano affatto essere finite. Stavolta l’accusa sarebbe di aver condizionato il mercato, diramando informazioni false.
VW avrebbe infatti ritoccato al ribasso il numero delle auto coinvolte nello scandalo iniziato nel 2015 – da 800 mila ad appena 36 mila – e il costo delle spese da sostenere per richiamarle in officina e rimetterle a norma. Dati oggettivamente falsi e diffusi per tranquillizzare gli investitori, in barba agli obblighi sulla trasparenza che imporrebbero alle aziende quotate in borsa di trasmettere al mercato informazioni veritiere.
In Francia
Truccava i modelli per superare i test sulle emissioni dei suoi veicoli diesel. Questa l'accusa che, nell'ambito dell'inchiesta Dieselgate in Francia, pende sulla testa di Fiat Chrysler Automobiles (Fca), che rischierebbe una multa che potrebbe raggiungere i 9,62 miliardi di euro. È quanto riporta Le Monde, sottolineando che la somma figurerebbe nel verbale di infrazione della Direzione generale concorrenza e repressione frodi al quale il quotidiano francese ha avuto accesso.
"Fca ritiene che le accuse riportate dalla stampa siano prive di fondamento e deplora il fatto che informazioni legate all'indagine siano rese pubbliche anche prima che Fca abbia la possibilità di accedere al dossier", spiega in una nota il gruppo automobilistico, "che si riserva tutte le azioni per tutelare i propri diritti in questo ambito". Fca ricorda di "aver già fornito dimostrazione dettagliata" alle autorità francesi che "i risultati di alcuni test condotti non corrispondono a quelli degli esami fatti non solo da Fca ma anche dal Ministero italiano dei Trasporti"
Secondo il quotidiano, nel "capitolo francese" del dieselgate, Fca "rischia ancora più di Psa", cioè Peugeot-Citroen. "Se il gruppo francese rischia 5 miliardi di euro di multa, sul costruttore italo-americano pesa la minaccia da 9,62 miliardi".
Korea
Audi Volkswagen Korea,
che ha ripreso le vendite in Corea del Sud quest'anno dopo una sospensione di due anni per la manomissione dei livelli di emissioni, si è scusata formalmente con i consumatori in un incontro del 6 aprile con i giornalisti in un hotel nel distretto di Yongsan a Seoul
Spagna
Ma ora una sentenza storica in Spagna, a Valladolid, potrebbe rappresentare una sorta di causa pilota, la prima di una lunga serie. Infatti, nel Paese iberico, un aderente all’Apdef (Associazione europea per la difesa dei diritti dei consumatori) ha ottenuto un risarcimento. Il giudice ha condannato la Volkswagen a pagare il 10% del valore del veicolo nuovo (ossia 5.006 euro), più le spese giudiziarie.
Inghilterra
Car owners in England and Wales wishing to sue Volkswagen for diesel emissions fraud have seven months to join the case at London’s High Court, which on Thursday appointed law firms Leigh Day and Slater & Gordon as joint leads to take on the German carmaker.
Degli UsA, dove un manager è già in galera, sappiamo già