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MessaggioInviato: sab mar 17, 2018 1:39 pm 
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Iscritto il: ven apr 28, 2006 6:03 pm
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Daimler will anhand neuer Fertigungsstätten seine Kapazitäten deutlich ausbauen. In Werke im Ausland werden drei Milliarden Euro investiert.
Von Michael Gerster

Motorenproduktion im Werk von Beijing-Benz in China. Der Konzern plant eine deutliche Erhöhung seiner Kapazitäten schon bis 2020. (Foto: Daimler)

Der Daimler-Konzern will mit neuen Fertigungsstätten seine Pkw-Produktion deutlich ausweiten. "Die Werke in unserem weltweiten Produktionsnetzwerk sind hoch ausgelastet. Deshalb bauen wir unsere Kapazitäten marktnah weiter aus und gehen in Richtung drei Millionen Einheiten", sagte Mercedes-Produktionschef Markus Schäfer der Branchen- und Wirtschaftszeitung Automobilwoche.
Hintergrund ist auch die Ausweitung des Portfolios auf 40 Modelle. Allein bis zum Ende des Jahrzehnts sollen laut Schäfer drei große Werke in Betrieb genommen werden. Im mexikanischen Aguascalientes werden vom dritten Quartal 2018 an Fahrzeuge der neuen Kompaktklasse vom Band laufen. Das Gemeinschaftswerk mit Nissan hat eine Kapazität von rund 230.000 Einheiten.
Im ungarischen Kecskemét entsteht bis Ende 2019 ein zweites Mercedes-Werk in ähnlicher Größe, in dem Autos mit Front- und Heckantrieb produziert werden können. Das Unternehmen hatte zudem angekündigt, in Peking einen zweiten Standort eröffnen zu wollen. "In der ersten Ausbaustufe können wir hier 150.000 bis 200.000 Einheiten produzieren", sagte Schäfer der Automobilwoche.
Daten und Fakten
Zu diesem Beitrag empfiehlt die Redaktion:
Daimler-Bilanz 2017

Deutliches Absatz-Plus

Von der A-Klasse bis zum Elektroauto sei alles möglich, die Modelle noch nicht entschieden. Das bereits bestehende Werk des chinesischen Partners BAIC soll für 1,5 Milliarden Euro umgebaut werden. Insgesamt investiert Daimler in die neuen Fertigungen im Ausland mehr als drei Milliarden Euro.
Im Jahr 2017 hatte Daimler rund 2,4 Millionen Pkw der Marken Mercedes und Smart abgesetzt, ein Plus gegenüber dem Vorjahr von 8,8 Prozent. Im Januar und Februar 2018 kletterte der Absatz mit knapp 375.000 Fahrzeugen um 6,6 Prozent gegenüber dem Vorjahreszeitraum.

Nel mezzo delle grosse difficoltà strategiche dovute alla separazione dei trucks dal settore veicoli passeggeri e all’ indesiderato ingresso di Geely Daimler spinge sull’acceleratore dell’ aumento della capacità produttiva. Negli ultimi anni sono state aperte fabbriche in Polonia ( motori), Romania ( trasmissioni), Messico ( joint venture per auto compatte con Nissan. Mercedes ha annunciato il raddoppio dell’impianto di Keksmet ( dove produrranno anche veicoli a trazione posteriore), l’ampliamento della fabbrica di Pechino e l’apertura con BYAD di una fabbrica esclusivamente per le elettriche in Cina. Entro il 2022 Mercedes punta a 3 milioni di veicoli l’anno ( adesso è a 2,6).


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MessaggioInviato: sab mar 17, 2018 2:26 pm 
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Iscritto il: ven mag 26, 2006 12:04 pm
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Località: Bra (CN)
daimlerchrysler ha scritto:

Nel mezzo delle grosse difficoltà strategiche dovute alla separazione dei trucks dal settore veicoli passeggeri e all’ indesiderato ingresso di Geely Daimler spinge sull’acceleratore dell’ aumento della capacità produttiva. Negli ultimi anni sono state aperte fabbriche in Polonia ( motori), Romania ( trasmissioni), Messico ( joint venture per auto compatte con Nissan. Mercedes ha annunciato il raddoppio dell’impianto di Keksmet ( dove produrranno anche veicoli a trazione posteriore), l’ampliamento della fabbrica di Pechino e l’apertura con BYAD di una fabbrica esclusivamente per le elettriche in Cina. Entro il 2022 Mercedes punta a 3 milioni di veicoli l’anno ( adesso è a 2,6).


Ammazza che roba.
Per fortuna sono nostri affezzionati (anche troppo) clienti.
Ci stanno facendo morire
:sdentato

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Alla guida di una KIA SPORTAGE 1.6 Turbo Benza Ibrida
Guidavo una Stelvio senza Apple CarPlay
Guidavo una sorprendente svedese - V90 D4
Guidavo una bella A6 SW TDI Grigio Floret. Veloce Comoda Bella Anonima
Guidavo una anonima e puzzolente 320d Touring MSport...
Guidavo una splendida Range Rover Evoque... Si, si girano tutti al semaforo...
Guidavo una fantastica A5 Sportback S-Line, 2.0 TDI 170cv...


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MessaggioInviato: gio apr 19, 2018 6:55 pm 
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FRANKFURT -- Daimler is open to supplying Volvo with engines and could even take a small stake in the Swedish automaker, Manager Magazin said, raising the possibility of increased cooperation between Mercedes-Benz and Volvo's China owner Geely.

Daimler could buy "a couple of percent" in Volvo Cars, the report said on Thursday, without citing sources.

Volvo declined to comment and a Daimler spokesman said: "This is pure speculation which we will not comment on."

Geely Chairman Li Shufu bought a $9 billion stake in Daimler, seeking to forge an alliance with the German automaker as a way to counter the threat from new competitors such as Tesla, Google and Uber.

Daimler CEO Dieter Zetsche has welcomed Li as a new shareholder and said any industrial alliance with Geely will depend on whether current China partner BAIC agrees.


Daimler dopo aver rifiutato sdegnosamente Geely si è ritrovata i cinesi con quasi il 10% nel capitale. Adesso il management fa meno lo schizzinoso e potrebbe andare incontro alle richieste di Li Shufu ad esempio potrebbe comprare una quota di Volvo Cars e cooperare con gli svedesi nello sviluppo di auto elettriche.


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MessaggioInviato: sab giu 23, 2018 8:02 am 
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Today, due to current developments, Daimler AG has made a new assessment of the earnings potential for the year 2018. From today's perspective, the decisive factor is that, at Mercedes-Benz Cars, fewer than expected SUV sales and higher than expected costs - not completely passed on to the customers - must be assumed because of increased import tariffs for US vehicles into the Chinese market. This effect cannot be fully compensated by the reallocation of vehicles to other markets. As another decisive factor, a negative effect on earnings is to be expected in the second half of the year in connection with the new certification process WLTP (Worldwide Harmonized Light Vehicles Test Procedure). Furthermore, earnings at Mercedes-Benz Vans are affected in connection with the recall of diesel vehicles. Additionally, earnings at Daimler Buses are negatively affected by the declining demand in Latin America.

As a result, Daimler has now the following expectations for EBIT in the year 2018:

Mercedes-Benz Cars: slightly below the previous year,
Mercedes-Benz Vans: significantly below the previous year's level,
Daimler Buses: in the magnitude of the previous year and
Daimler Group: slightly below the previous year's level.

The operating result EBIT represents earnings before interest and taxes.

Daimler ha dovuto rivedere al ribasso le stime per l’anno corrente, le vendite sono ancora robuste ma i venti contrari sono numerosi. Naturalmente il problema principale risiede nelle politiche schizofreniche del cerebroleso di Washington. Solo una parte delle minacce dell’idiota della casa bianca sono diventate realtà ma in un modo complesso e interconnesso come quello dell’automobile stanno già avendo importanti effetti. Il disastro potrebbe arrivare se arriveranno le tariffe del 20% sulle auto extra USA che colpirebbero tutti portando alla fine del NAFTA e a perdite consistenti per tutti, per le stesse Big3. In Italia i geni leghisti dell’economia ridono sotto i baffi pensando ad un indebolimento della Germania ma non si rendono conto che sarà più difficile esportare le Renegade verso gli USA. La settimana scorsa Volvo ha aperto la sua nuova fabbrica per la S60 in Nord America. Da questa fabbrica le S60 verranno esportate in tutto il mondo ma con le risposte contro le politiche dell’orango americano le S60 rischiano di rimanere in un bel parcheggio gigante in North Carolina.


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MessaggioInviato: sab giu 23, 2018 8:32 am 
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Argomento interessante. Per il momento le misure protezionistiche sono state abbastanza blande, soprattutto quelle europee in risposta a quelle americane, nonostante questo hanno già colpito alcuni settori come quello dei motori marini: non si parla di "billions and billions" ma costruttori non esattamente di secondo piano come Evinrude, Mercury e Mercruiser praticamente sono stati messi fuori mercato, tutto a favore dei giapponesi peraltro. Qualcuno ha fatto stime su quanto e chi verrebbe coinvolto da una guerra sui dazi sulle auto tra Europa e America? A naso direi che sarebbe un colpo quasi mortale per i costruttori tedeschi, meno per noi. Si tornerebbe alle fabbriche cacciavite?


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MessaggioInviato: sab giu 23, 2018 10:39 am 
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Almeno 20 miliardi di export di auto dalla Germania sarebbero danneggiati, l’ Italia verrebbe colpita eccome. Se un aumento di 20.000 dollari non spaventa un cliente Ferrari, 10.000 su un cliente Alfa la differenza la fanno, eccome, anche su Maserati. Ovviamente le ritorsioni che Cina ed Europa faranno come risposta causeranno il calo delle vendite di auto prodotte negli States (X3, GLE, Volvo S60) verso il resto del mondo. Tutti i repubblicani sono contrari a queste misure eppure hanno paura del truffatore e bancarottiere seriale che siede nell’ oval Office.
Se queste tariffe passassero l’industria canadese dell’auto (già in precarie condizioni di salute) morirebbe subito mentre quella messicana inizierebbe a perdere una montagna di soldi. I repubblicani hanno tentato di strappare a Trump il potere di imporre tariffe per decreto ma il falsificatore (ascoltatevi le telefonate in cui Trump sosteneva di chiamarsi Barron e implorava i giornali di aumentare i propri redditi per ottenere i fidi delle banche) ha posto il veto presidenziale.
Si deve solo sperare in una disfatta storica alle elezioni di mid term e comunque Trump sarebbe in grado di nuocere a lungo.


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MessaggioInviato: sab giu 23, 2018 11:47 am 
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Il motivo profondo per cui ora c’è Trump è delicato, OT e non approfondibile qui, ma, in ogni caso, a mio modesto modo di vedere è figlio dei comportamenti degli stessi ceti (intesi come categoria generale) che ora lo esecrano e si stracciano le vesti. Magari, se di interesse, si può discuterne nella parte riservata a ciò.

Tornando a tema, dubito che l’amministrazione di Washington non sappia che molti modelli europei (tedeschi e non) vengono prodotti in USA. Evidentemente pensano di fare all’Europa ed alla Germania in particolare (il loro vero “nemico”) più male di quanto non si faranno loro.


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MessaggioInviato: sab giu 23, 2018 12:19 pm 
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Relativamente al solo settore auto, penso che gli USA abbiano potenzialmente solo da guadagnare da una guerra commerciale. Sicuramente i costruttori non USA sarebbero costretti a spostare le fabbriche da Messico e Canada in USA, oppure a rassegnarsi a vendere a prezzi maggiori con guadagni ridotti all'osso. In compenso i cassoni che producono in loco difficilmente varcano l'oceano in questa direzione. Le soluzioni ci sono, i giapponesi decenni addietro hanno usato l'Inghilterra come cavallo di troia per penetrare nel contingentato mercato europeo, sta a fare un bilancio tra costi e benefici in un'operazione del genere.
Al momento la contromossa Ue è stata abbastanza leggera, probabilmente (almeno mi auguro) la prossima sarà meno accomodante. Gente come Trump va affrontata a muso duro, diversamente saranno sempre loro ad averla vinta.


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MessaggioInviato: sab giu 23, 2018 12:34 pm 
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Per rifletterci sopra

http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/20 ... d=AE1cFreB

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza- ... d=AEXlrZXC


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MessaggioInviato: sab giu 23, 2018 1:28 pm 
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Ma i dazi sulle q5, ovvio non solo le q5..., messicane ci sono già in usa?
Cmq sta storia per quel poco che rimane di fabbriche FCA è dura, vorrà dire che dovranno ancora pensare ad auto per noi "poveri" italiani...

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MessaggioInviato: sab giu 23, 2018 1:36 pm 
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Non sposti una fabbrica dal Messico agli Usa con lo schioccare delle dita. Si possono fare minimi aggiustamenti ma non miracoli, ecco perché gran parte dei costruttori tenteranno di limitare i danni sperando in un altro presidente meno psicotico.
Trump parla di problemi di reciprocità citando il fatto che le auto americane hanno tariffe del 10% quando vengono esportate in Europa mentre dal vecchio continente al nuovo c’ è un aumento del 2,5%. Naturalmente il very stable genius dimentica due argomenti grandi come una casa:

1) le auto americane sono per il 95% dei casi invendibili in Europa. Vuoi per i consumi esagerati, dimensioni, arretatrezza tecnologica, etc....

2) Gm l’anno scorso se n’ è scappata dall’Europa, Ford ci sta pensando, veramente pensa che adesso come in un miracolo si apriranno autostrade di successo?

Non ci scordiamo anche che i più grandi sostenitori del libero scambio sono stati i repubblicani, ben foraggiati da industrie domestiche (leggetevi cosa ottenne Walmart sotto l’amministrazione Bush) più che desiderose di poter sbarcare in Cina.


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MessaggioInviato: sab giu 23, 2018 1:42 pm 
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Stefano_M ha scritto:
Ma i dazi sulle q5, ovvio non solo le q5..., messicane ci sono già in usa?
Cmq sta storia per quel poco che rimane di fabbriche FCA è dura, vorrà dire che dovranno ancora pensare ad auto per noi "poveri" italiani...



I dazi minacciati riguardano anche Messico e Canada, saranno fregati Vw (Jetta, Golf e Tiguan), Audi (Q5), Bmw (serie 3 dal 2019), Honda (Civic e HRV), Mazda (3 e CX3), Daimler (GLB, kl. A sedan), Nissan (Sentra e molti altri modelli) Toyota (Corolla, Camry), FCA (Ram, Compass, Journey, 500), Gm (Sonic, Cruze, Cadillac SRX), Ford (Fusion, Fiesta)
E la lista è ancora lunga.


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MessaggioInviato: sab giu 23, 2018 2:14 pm 
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Cmq aldilà della simpatia/antipatia per il personaggio..
I cinesi hanno fatto o no soldi nell'auto grazie al fatto che obbligano, ora pare un po' meno, a produrre la solo con joint venture con fabbriche locali e tra l'altro 'rubando" anche le competenze? In japan ci sono ancora dazi 20/30% almeno, su auto non japan?
Prima di criticare sempre gli "ignorantoni" populisti, che tra l'altro io non non votato qui e non lo farei neanche in usa, magari sarebbe bello spiegare cosa hanno fatto/stanno facendo altri da decenni.

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MessaggioInviato: sab giu 23, 2018 3:25 pm 
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Guarda, il discorso sarebbe troppo complicato per essere affrontato. Io sono l'ultima persona al mondo favorevole al libero mercato, ma sono anche l'ultima persona al quadrato che si sognerebbe di votare Trump o uno qualsiasi di quella banda... Certo fa ridere che voglia imporre dazi doganali e poi si incazza se gli altri fanno altrettanto. Vabbè, il personaggio è quello che è...
Comunque, se non erro, da poco UE e Giappone abbiano firmato un accordo di libero scambio. L'economia mondiale ormai si sta organizzando su scala mondiale, toccare questi meccanismi ha conseguenze molto più complesse ed intricate. Per dire, l'azienda per cui lavoro esporta il 90% di quello che produce nel mercato Europeo. La proprietà, quindi i guadagni (ahahha guadagni) sono tedeschi. Se la Germania imponesse dazi su quel prodotto, chi avrebbe la peggio? Noi che ci lavoriamo o la proprietà tedesca? O le fonderie francesi da cui prendiamo l'acciaio? O i fornitori di componenti cinesi che montiamo? O i consumatori tedeschi che si troverebbero un prodotto progettato da un ingegnere e prodotto da un operaio che costano il 40% più di me?
E magari finisce che l'industria tedesca nemmeno esporta più il prodotto che prima faceva usando i miei componenti, guadagnandoci peraltro il doppio.
Sia chiaro, se importi tutto alla fine ci potresti guadagnare anche... Pagando però i beni a prezzi nettamente superiori.


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MessaggioInviato: sab giu 23, 2018 5:03 pm 
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Tenendo da parte l’antipatia per il soggetto e per le varie imitazioni locali.
In Giappone le case straniere hanno poco più del 5% del mercato locale a causa dei dazi, già Reagan tuonò contro queste misure. Nel frattempo le stesse case straniere hanno smesso di spingere per modifiche perché il mercato giapponese è crollato (da 9 milioni del 1990 a meno di 4,5 odierni). I tentativi di produzione locale fatti da Gm con Suzuki e da Ford con Mazda negli anni 90 furono dei distasti. Inoltre il 25% del mercato locale è composto dalle Kei cars che i costruttori non nippponici non hanno.
I coreani hanno sempre “giocato sporco” sul terreno automobilistico, adesso con l’apertura le case tedesche vendono benissimo, Mercedes è il quinto costruttore. Se investi qualche chance la hai.

La Germania non può mettere dazi su prodotti italiani e francesi, le decisioni devono essere prese a livello europeo. La Merkel lo ha dovuto spiegare 3 volte a Trump. D’altronde Bill Gates ha dovuto spiegare allo stesso che HPV e HIV non sono la stessa cosa perché quello aveva letto campagne antivax e voleva proibire il vaccino anti-HIV che ad oggi non esiste.

Concludendo il discorso gli argomenti sono delicati e soprattutto complessi. Fidarsi di chi li riduce a We win, they lose senza una minima conoscenza della materia è secondo me molto pericoloso.


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MessaggioInviato: sab giu 23, 2018 10:26 pm 
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daimlerchrysler ha scritto:
Trump parla di problemi di reciprocità citando il fatto che le auto americane hanno tariffe del 10% quando vengono esportate in Europa mentre dal vecchio continente al nuovo c’ è un aumento del 2,5%.
Fammi capire, Grand Cherokee e X3 pagano il 10% di dazio (oltre ad Iva) per venire vendute in Europa? Passi Jeep che nasce americana, ma a Bmw conveniva portare un modello “popolare” come la X3 oltre Oceano? Mercedes se non sbaglio ha portato là solo i grandi suv che qui da noi comunque vendono poco o le auto destinate al loro mercato.


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MessaggioInviato: sab giu 23, 2018 11:38 pm 
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Si’, Bmw poi è il più grande esportatore singolo di tutti gli Usa, non una Corporation yankee come GM o GE ma Bmw.
Mercedes produce a Tuscaloosa GLE, GLS, Kl. C (per il mercato nordamericano), quest’anno aprirà l’impianto con Nissan in Messico per la GLB e la Kl. A sedan. Di GLE Mercedes non ne vende molte in Europa ma in Cina sì.

C’ è una tendenza chiara nel mondo dell’automobile: se le vendite di un marchio X sono in crescita e la struttura del mercato y permetta una discreta redditività, è meglio produrre in loco. È evidente che c’ è stato un bagno di sangue occupazionale in quei stati come Ohio, Michigan ed Illinois dove le Big3 avevano le loro fabbriche però al sud prima i giapponesi, poi europei e sudcoreani hanno rilanciato l’occupazione in aree depresse. Nell’ambito del Nafta i vari costruttori hanno potuto scegliere se aprire i loro impianti in Messico, negli USA o in Canada perché non c’erano barriere.


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MessaggioInviato: mar giu 26, 2018 11:03 pm 
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Iscritto il: ven lug 13, 2007 3:17 pm
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Lo metto qui perché mi pare sua il 3d attualmente più caldo sui dazi.

http://www.lastampa.it/2018/06/26/econo ... agina.html

PAOLO BARONI - ROMA
I nuovi dazi di Trump per l’amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, sono «una cosa gestibile. Non sono la fine del mondo. Il fatto che si sia scatenato il pandemonio a livello internazionale non è una cosa positiva perché la gente è molto preoccupata». Marchionne, comunque, invita a distinguere tra i produttori italiani e francesi e quelli tedeschi, che più degli altri in questi anni hanno beneficiato delle esportazioni sul mercato nordamericano. Detto ciò, aggiunge, «capisco la posizione di Trump, politicamente la capisco. Capisco che occorre correggere le anomalie che ci sono negli scambi commerciali a livello internazionale. L’estetica del processo impaurisce perché è molto diretto, immediato. Ma credo che poi alla fine il suo obiettivo sarà un altro: si troverà una base su cui ristabilire un equilibrio. Certamente diverso da quello di adesso».


Al netto del personaggio diciamo “filogovernativo”, è la prima voce fuori dal coro che sento.


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MessaggioInviato: mer giu 27, 2018 6:30 am 
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Iscritto il: mer ott 03, 2012 10:51 am
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Filogovernativo grande definizione:-):-)
Il canadese nomina auto francesi..a quali auto francesi ci sono in usa:-)...ok PSA è da anni che dice che vorrebbe tornare la.

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MessaggioInviato: mer giu 27, 2018 9:08 am 
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Località: Ovunque ci sia una birra ghiacciata
mauro65 ha scritto:
Al netto del personaggio diciamo “filogovernativo”, è la prima voce fuori dal coro che sento.


Anche perchè, in realtà, i dazi ci sono su un sacco di prodotti da sempre e nessuno se n'è mai lamentato. Vuoi per un discorso antidumping, in certi casi, vuoi per proteggere le industrie europee, i dazi ci sono. Ad esempio se compro acciaio inox a Taiwan io pago un dazio dal 3,9% al 6%. Ma siccome nel prodotto finito i dazi non si vedono, che tanto li paga il consumatore pagando il prodotto, la gente è convinta che non ce ne siano o non ce ne siano mai stati


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MessaggioInviato: mer giu 27, 2018 10:30 am 
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Vero ma qui si parla non del 5%, ma del 25%.
Peraltro io ho acquistato talvolta dagli usa e i dazi mi ho sempre pagati, solitamente intorno al 10% (più Iva, solitamente calcolavo il 30% in più del costo totale inclusa spedizione e con tasso di cambio ignoto).


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MessaggioInviato: mer giu 27, 2018 10:45 am 
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Località: Ovunque ci sia una birra ghiacciata
Certo, il 25% è sicuramente alto. Però io dal 2009 al 2015 non ho più potuto comprare bulloni in Cina perchè da un giorno all'altro la comunità europea ha messo dazi dal 65% all'80% (perchè si sospettavano e si sono "dimostrate" pratiche commerciali scorrette, quindi si è invocata la legge antidumping. Si sono dimostrate queste pratiche scorrette così bene, che nel 2015 il dazio è stato tolto su ricorso della Cina, quindi le prove, tanto evidenti, non erano).
Questo solo per dire che i dazi sulla materia prima si usano da sempre. Sono i dazi sul prodotto finito che sono molto più delicati da gestire, questa di Trump in effetti è una forzatura perchè in molti casi ( auto, ad esempio) riguarda prodotti finiti

Ad esempio, nel 2017, prima della svolta di Trump, la EU metteva dazi sull'acciaio contro Brasile, Russia, Iran ed Ucraina. Considerando che una ton di acciaio viene circa 580 euro, quei dazi in certi casi sfiorano il 18%
Ripeto, un conto è il can can mediatico dei media per far veder equanto sia bello o brutto Trump, ma la realtà è che i dazi si usano da sempre. Ed è pure normale, altrimenti domani ti arriva il pakistano che inquina l'inquinabile, sfrutta la manodopera minorile senza tutele, se ne frega della sicurezza dei lavoratori e ti vende la materia prima al 25% in meno degli altri. Se non ci fossero i dazi si incentiverebbero comportamenti scorretti dal punto di vista produttivo. Poi va da sè che questa è la scusa, in realtà si parte dalla scusa e si mettono i dazi per tutelare l'industria locale o agevolare importazioni quando serve, abbassandoli.
L'anomalia di Trump è il concetto di prodotto finito complesso. Io commercio più in materie prime o prodotti finiti semplici, quindi di quello ho consocenza. Ma non mi stupirei per nulla se qualcuno che invece commercia prodotti complessi mi evidenziasse che i dazi ci sono da un pezzo pure li, magari in percentuali più basse del 25% e simili al 10% che hai pagato tu. Ma, ripeto, ci sono semrpe stati ed è uno strumento sempre usato, talvolta a ragione, talvolta a sproposito ( imho, quelli sull'agricolutra che sono elevatissimi per me sono sacrosanti, altri, magari, non lo sono)


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Le Subaru vendute in Eu e fatte in Japan pagano 10% di dazio più 22% sul dazio stesso


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Località: Ovunque ci sia una birra ghiacciata
E dire che, nella mia ignoranza, pensavo che i dazi sulle auto giap fossero stati tolti


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MILAN -- Fiat Chrysler Automobiles would take big hit if President Donald Trump imposes tariffs on cars exported to the U.S. from global markets.

A 25 percent tariff on imports would reduce Fiat Chrysler's profits by up to 743 million euros ($866 million) annually, according to analysts Evercore ISI.

This figure is the worst-case scenario following Trump’s threat to impose tariffs on vehicle imports on national security grounds.

A 20 percent tariff on cars built in the European Union, which was also suggested by Trump, would see FCA profits decline by up to 526 million euros ($613 million), according to calculations by Evercore and Automotive News Europe.

Last year, FCA exported to the U.S. 158,553 cars and trucks from outside of the NAFTA area, up 3.7 percent from 2016, according to the Automotive News sales database. Sales rose 2.8 to 66,735 in the first five months compared with the same period in 2017.

Deliveries of Jeep Renegade small SUVs built in Melfi, Italy, account for nearly two-thirds of the total—103,434 in 2017.

All Alfa Romeo and Maserati nameplates sold in the U.S. are also made in Italy, as is the Fiat 500X crossover, which is built in the same plant as the Renegade.

If a high tariff is imposed on Renegades, “FCA will be examining a variety of options,” said George Galliers, an Evercore analyst. “These could include a push to upsell consumers into NAFTA-sourced vehicles, including the Compass and Cherokee models; keeping the European-sourced Renegade in the market but focusing on higher-specification versions; and looking to source Renegades for the U.S. market from Brazil, where it is also produced, or potentially localizing it in the U.S.”

In 2017, FCA exported 136,827 vehicles to the U.S. from the EU — all from Italy — up 4.2 percent from 2016.

According to figures from the U.S. Commerce Department, last year the U.S. imported $4.8 billion worth of passenger vehicles from Italy. That nation was the third-biggest EU exporter of cars to the U.S. after Germany ($20.2 billion) and the UK ($8.6 billion).

FCA also exports vehicles to the U.S. from non-EU markets. These are the 500L minivan built in Serbia, the Ram Promaster City small van produced in Turkey and the Fiat 124 Spider roadster from Japan, where it is built by Mazda alongside the Mazda Mx-5.

About 9 percent of FCA’s unit sales in the U.S. are vehicles imported into the U.S. from outside of the NAFTA area, according to Evercore ISI, a higher figure than 6 percent for General Motors and 4 percent for Ford. With an estimated average revenue per vehicle of 22,000 euros, FCA imports generate 3.3 billion euro revenues A YEAR?, Evercore ISI said, with a profit margin of 3.5 percent and 116 million euro earnings before interest and taxes (EBIT).

Assuming the same revenue per vehicle of 22,000 euros, revenues from FCA vehicles imported from the EU were 3 billion euros in 2017; according to Automotive News Europe calculations. If the U.S. government raises import tariffs on cars imported from the EU to 20 percent from the current 2.5 percent, this would reduce the automaker’s EBIT by 526 million euros.

These calculations assume sales prices remain unchanged. FCA, like all competitors, could decide to raise prices and have the customers shoulder part of the burden. This option likely would lead to a large decline in vehicle sales.

FCA’s smaller vehicles are most exposed to the tariffs. Jeep Renegade prices in the U.S. start at $18,445 before sales tax, according to the company’s U.S. website. The additional tariff would have an impact of more than $3,000, pushing the crossover’s price above that of the Mexico-produced Jeep Compass, which starts at $21,095 in the U.S.

Italy jobs fears

Imposing a 25 percent import tariff on auto imports would pretty much destroy the business of importing cars from Europe/China to the U.S., Evercore ISI said in a note to investors.

FCA’s Melfi plant, 150 km east of Naples, would be badly hit. Last year the plant built 177,352 Renegades, according to the Federation of Italian Metalworkers (FCA does not release production numbers). U.S. exports accounted for 58 percent of Renegade production.

“We are worried by the possible impact on the Melfi plant, which is already facing the end of the Punto production this year,” said Michele De Palma, head of Italy's biggest metal workers union FIOM.

The United States already imposes a 25 percent on some vehicles imported into the country, the so-called "Chicken Tax." This applies to commercial vehicles and pick-ups, so vehicles such as the Renegade, as well as Alfa Romeo and Maserati vehicles sold in the U.S. are not impacted, said Evercore ISI’s Galliers.

You can reach Andrea Malan at amalan@autonews.com

Gli analisti dimostrano che i dazi di Trump colpirebbero duramente anche FCA.


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MessaggioInviato: gio giu 28, 2018 12:38 pm 
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Colpirebbero la FCA fatte in Italia per gli usa che a parte Renegade, che ha stabilimento anche in Brazil, fanno poco numeri, se stanno in piedi e' grazie a RAM e alle jeep fatte in usa.
I dazi più che FCA stessa farebbero più male a noi italiani con quel poco che rimane di prodotto qui, poi non è detto che sia tutto un male...magari torneranno a sviluppare auto per "noi" piuttosto che per gli usa.

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MessaggioInviato: ven giu 29, 2018 8:30 pm 
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Il danno per FCA sarebbe fortissimo, non forte come per le case tedesche ma cmq un colpo destabilizzante. La strategia di Alfa si base molto sull'export dall'Italia, se le varie nazioni iniziano a rispondere alle provocazioni sarà uno stillicidio. Il Rubicone sarà la sorte del Nafta, se venisse completamente cancellato tutte le case avrebbero perdite micidiali.


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MessaggioInviato: ven giu 29, 2018 8:51 pm 
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daimlerchrysler ha scritto:
Il danno per FCA sarebbe fortissimo, non forte come per le case tedesche ma cmq un colpo destabilizzante. La strategia di Alfa si base molto sull'export dall'Italia, se le varie nazioni iniziano a rispondere alle provocazioni sarà uno stillicidio. Il Rubicone sarà la sorte del Nafta, se venisse completamente cancellato tutte le case avrebbero perdite micidiali.

Mah....oggi ho letto di Hyundai per FCA speriamo...dicono che sia tornato forte l'interesse dei coreani appunto per i dazi, le fabbriche usa di FCA farebbero gola a Hyundai oltre ovviamente al marchio jeep e su camion RAM.
Penso che sarebbe la soluzione ottimale per tutti anche per l'Italia, i coreani sono da sempre interessanti all'Europa, nonostante i risultati pur buoni non mi sembrano proporzionali alla mole immensa di modelli e rinnovati a ritmo forsennato secondo me anche senza senso.

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MessaggioInviato: sab giu 30, 2018 8:36 am 
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ne 29, 2018 17:41 CET

Fiat Chrysler Automobiles is developing contingency plans to adjust its manufacturing footprint should President Donald Trump’s hardball trade tactics result in higher auto tariffs or the collapse of existing trade agreements.

The Italian-American automaker has been entertaining alternative production plans since Trump was elected, said Bob Lee, the powertrain leader on CEO Sergio Marchionne’s 25-member Group Executive Council.

“It’s contingency planning on a massive scale -- supply-based planning, logistics planning, vehicle-build location planning,” Lee said in an interview Thursday. “This is not trivial, and it’s been going on for awhile.”

Trump has sent shivers through the industry by contemplating a 25 percent tariff on imported cars and parts, a move that could cost the U.S. as many as 2 million new light-vehicles sales annually, according to researcher LMC Automotive. Automakers and suppliers based outside the U.S. slammed the plan this week, warning of higher prices for consumers and hundreds of thousands of lost U.S. jobs.

Trump ordered an investigation into auto imports last month under Section 232 of the Trade Expansion Act of 1962, the same probe he used to impose tariffs on imported steel and aluminum. While some analysts discounted it as a negotiating tactic to pressure Canada and Mexico on terms of the North American Free Trade Agreement and the European Union, LMC has said the odds are increasing that tariffs will be imposed.

Truck move 

Fiat Chrysler said in January it will invest $1 billion to adapt its Warren, Michigan, factory near Detroit to take over production of heavy-duty Ram pickups that are currently made in Saltillo, Mexico, starting in 2020. Trump immediately hailed the announcement, which will create 2,500 U.S. jobs, though he has incorrectly implied on several occasions Fiat Chrysler is abandoning its Mexican plants.

The automaker forged from the 2009 bankruptcy of Chrysler LLC has three assembly plants in Mexico and two in Canada. Its six U.S. plants are at full capacity in their current form, Lee said at an event to promote the company’s 2019 model-year lineup in Chelsea, Michigan.

Some Jeep models are also made outside of North America, where the company generates 66 percent of its revenue and 83 percent of its operating income, according to data compiled by Bloomberg.

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Gli stessi alti dirigenti di FCA stanno preparando piani elaborati nel caso le minacce di Trump diventassero realtà. Importare la Compass e il vecchio ram dal Messico e le 300/Charger dal Canada sarebbe un inferno.

Non credo assolutamente ad un'alleanza FCA-Hyundai, i coreani vogliono solo comandare, poi Trump non lo permetterebbe.


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MessaggioInviato: mar ott 30, 2018 11:14 pm 
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Elenco dei nuovi modelli Mercedes per il 2019


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