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MessaggioInviato: lun nov 04, 2019 2:05 pm 
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Iscritto il: ven apr 28, 2006 6:03 pm
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The PSA Group and Changan Automobile will put an end to their struggling joint venture in China aimed at producing and selling DS models.
According to a PSA spokesman, the French carmaker will continue to produce and sell DS cars in China, just not with Changan. As far as PSA is concerned, they also have a second, larger joint venture deal in the world’s largest car market with Dongfeng Motor, as reported by Autonews Europe.

“We would like to thank Changan for their support over the past eight years and confirm that DS brand will continue its presence and development in China,” said the automaker in an official statement. “DS Brand will deploy a new strategic approach to develop our business in this strategic market. Psa Group is fully committed to China.”

Related: DS 9 Fastback Uncovered In China As Rebadged, Luxed-Up Peugeot 508 L

Meanwhile, a Chinese outlet dubbed Yicai Global reported that Changan was seeking to sell its half of the venture, which had lost almost $700 million in the past six years as per the Chongqing United Assets and Equity Exchange. These assets are to be listed on November 22.

PSA’s sales in China have declined from more than 700,000 units in 2014 to just 94,000 in the first nine months of 2019. Even more shocking though were DS’ sales in China and Southeast Asia, with just 311 units sold in Q3 of this year.

The PSA-Changan joint venture received a 500 million euro ($558 million) boost in 2017 to improve utilization rates at the Chongqing factory, which has an annual capacity of 200,000 units, yet has produced just one-tenth of that number in recent years.

Psa ha sciolto la joint venture con Changan per la produzione locale delle DS. I risultati sono stati semplicemente disastrosi, speravano di vendere 250.000 DS all’anno e al massimo sono arrivati a 20.000 nonostante 6 modelli in gamma. Ds non verrà ritirata dal mercato cinese.


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MessaggioInviato: lun nov 04, 2019 2:10 pm 
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Iscritto il: mar set 26, 2006 4:08 pm
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daimlerchrysler ha scritto:

1)Grandland X ibrida plug in
2) Corsa elettrica
3) Astra elettrica
4) Mokka II elettrica
5) Vivaro elettrico
6) Combo elettrico
7) Zafira live elettrica


Astra elettrica sulla base di quella attuale o la prossima?

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"Scusi, ma lei ha preso la patente di guida veloce?"


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MessaggioInviato: lun nov 04, 2019 2:12 pm 
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Iscritto il: ven apr 28, 2006 6:03 pm
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La prossima che sarà lanciata nel 2021 ed avrà una nuova piattaforma comune anche alla prossima generazione di 308, 3008, C5 aircross etc....
L’astra attuale è ancora su pianale Gm che non permette l’elettrificazione.


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MessaggioInviato: lun nov 04, 2019 2:22 pm 
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:ok

non credevo mancasse così poco alla nuova generazione, per quello ero rimasto perplesso :sdentato

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MessaggioInviato: lun nov 04, 2019 2:40 pm 
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Iscritto il: ven apr 28, 2006 6:03 pm
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La nuova Opel Astra sarà disponibile a partire dalla metà del 2021. La sua presentazione ufficiale potrebbe avvenire al salone di Ginevra 2021, con commercializzazione entro l’estate dello stesso anno. La sesta generazione della segmento C tedesca si baserà in tutto e per tutto sulla piattaforma EMP2 che l’auto condividerà con la nuova Peugeot 308 2020. L’immagine che abbiamo riportato in copertina dell’articolo non è ufficiale. Si tratta di un render pubblicato dal sito tedesco Auto Bild. Inseriamo il link alla pagina per questioni di correttezza:

https://www.autobild.de/artikel/opel-as ... 83883.html



La nuova Opel Astra avrà, probabilmente, dimensioni leggermente inferiori rispetto alla generazione attuale. La lunghezza dovrebbe toccare i 435 cm, potrebbe aumentare leggermente la larghezza fino a 183 cm. Calerà l’altezza a tutto favore del coefficiente aerodinamico. Cambierà tutto anche sotto l’aspetto motoristico: tutti i propulsori saranno made in PSA.

Probabilmente la nuova Opel Astra darà l’addio definitivo alla motorizzazione bi-fuel benzina/metano. Questa, infatti, non sembra essere nei piani di sviluppo del gruppo francese. Quasi certamente, però, anche per l’Opel Astra (dopo quanto visto per la Corsa) dovrebbe arrivare sin da subito la variante totalmente elettrica.

Allo studio, infatti, c’è un motore da circa 150-180 CV con autonomia superiore ai 450 km grazie ad un pacco batterie da circa 60 kWh. Questa versione sarà lanciata anche sui futuri suv medio grandi sia di Opel che di Peugeot.

La nuova Opel Astra sarà disponibile anche con motori a benzina ed a gasolio. Per i primi prevediamo l’introduzione dei PureTech. Come base si dovrebbe partire da 1.2 da 101 CV, per poi salire alle versioni da 130 e da 155 CV. L’eventuale variante GSi potrebbe avere il 1.6 litri turbo PureTech da 180 CV. Grazie ad una diminuzione di massa totale (circa – 50 kg di media), la nuova Opel Astra sarà più efficiente e performante.



Non sappiamo ancora se sarà ripristinata la versione OPC, tralasciata nel modello attuale. A gasolio ci saranno i BlueHDi 1.5 da 130 CV e forse un’inedita versione più potente con circa 150-160 CV. In un secondo momento, entro la fine del 2021, potrebbe arrivare anche la versione ibrida plug-in. Questa Opel Astra potrebbe adottare il 1.6 da 150 CV unito ad un motore elettrico con circa 80-100 CV. Completerebbe il tutto una batteria da circa 15 kWh capace di garantire alla vettura oltre 60 km di autonomia in modalità elettrica.

Sulla nuova Opel Astra PSA dovrebbe rendere disponibile anche il nuovo cambio automatico ad 8 rapporti. Per quanto riguarda i fari, ci sarà anche la possibilità di avere la tecnologia Matrix LED. Confermato l’addio definitivo alla variante a tre porte, entro un anno dal lancio della berlina a 5 porte, arriverà la famigliare, lunga circa 470 cm. Il prezzo d’attacco della nuova Opel Astra potrebbe partire da circa 20.500 €.

Qualche informazione da autobild tradotta in italiano


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MessaggioInviato: lun nov 04, 2019 4:22 pm 
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Iscritto il: lun mar 13, 2006 8:29 pm
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Poi ci dovranno spiegare cosa hanno sviluppato a fare gli attuali motori a benzina a 3 cilindri di merda (1.3 145cv 3cil col cvt è improponibile dai, manco i giapponesi), se tra 1 anno e mezzo cambiano tutto.
Tanto valeva tirare a campare coi precedenti, che mi sembravano pure molto migliori, o utilizzare i PSA.

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MessaggioInviato: mar nov 05, 2019 7:39 am 
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Iscritto il: mer ott 03, 2012 10:51 am
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Multiplone ha scritto:
Poi ci dovranno spiegare cosa hanno sviluppato a fare gli attuali motori a benzina a 3 cilindri di merda (1.3 145cv 3cil col cvt è improponibile dai, manco i giapponesi), se tra 1 anno e mezzo cambiano tutto.
Tanto valeva tirare a campare coi precedenti, che mi sembravano pure molto migliori, o utilizzare i PSA.

Ma alla fine erano 3 cilindri :D :D :D
Vero chissà il perchè della scelta una gamma motori che dura un anno e mezzo, non è roba da Tavares, sarà che GM per questo anno e mezzo non dava più motori a opel mah...

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MessaggioInviato: mer nov 20, 2019 11:19 am 
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Iscritto il: ven apr 28, 2006 6:03 pm
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München PSA -Chef Carlos Tavares hat schon zwei Mal schier Unmögliches vollbracht. Erst rettete der Automanager das jahrhundertealte Peugeot-Erbe vor dem Untergang, dann sanierte er die chronisch defizitäre deutsche Tochter Opel im Rekordtempo. Was der gebürtige Portugiese jetzt vorhat, sprengt aber endgültig die Vorstellungskraft vieler Experten in der Fahrzeugindustrie.
Tavares will die französische PSA-Gruppe mit dem italienisch-amerikanischen Fiat-Chrysler -Konzern zum viertgrößten Autobauer der Welt fusionieren und dabei Synergien von 3,7 Milliarden Euro pro Jahr heben, ohne ein einziges der 120 Werke zu schließen oder eine der 14 Marken zu opfern. Angesichts der hohen Überkapazitäten, die die Konzerne schon heute in ihren Produktionsstätten ausweisen, stellt sich die Frage: Wie soll das funktionieren?
Eine trickreiche Antwort darauf liefert Tavares gerade im polnischen Gliwice (Gleiwitz). Dort baut Opel seit mehr als zwei Jahrzehnten den Astra. Doch 2021 endet die Produktion des Kleinwagens in Schlesien, das Nachfolgemodell wird am Opel-Stammsitz in Rüsselsheim montiert. In Polen sollen stattdessen mit Finanzhilfen der Landesregierung in zwei Jahren bis zu 100.000 Transporter per annum vom Band rollen, wie PSA im Mai bekanntgab.
Eigentlich eine gute Nachricht für die Opel-Beschäftigten. Doch die Sache hat einen Haken. Tavares‘ Truppe investiert in Schlesien nämlich nicht in die bestehende Gesellschaft (Opel Manufacturing Poland), sondern baut offenbar über die Firma PSA Manufacturing Poland eine neue Fabrik auf der bestehenden Werksfläche in Gliwice auf. Die Folge: Wollen die Opel-Beschäftigten auch künftig Fahrzeuge montieren, müssen sie in die neue Gesellschaft wechseln – und sich dort mit deutlich schlechteren Konditionen abfinden.
„Mit der Schaffung des Transporter-Werks beabsichtigt PSA, nur einen Bruchteil der ehemaligen Arbeitnehmer des aktuellen Opel-Werks auf Basis von neuen Arbeitsverträgen mit ungünstigeren Bedingungen zu beschäftigten“, heißt es in einer Resolution des Europäischen Betriebsrats von Opel, die dem Handelsblatt vorliegt.
Die Arbeitnehmervertreter werfen PSA vor, in der neuen Firma bereits Entgeltgrenzen festgelegt zu haben, ohne die Gewerkschaften zu konsultieren. „Keine der aktuellen Tarif- und Betriebsvereinbarungen aus dem Opel-Werk werden im PSA-Werk gültig sein, obwohl es sich an der gleichen Adresse befindet“, wettern die Betriebsräte. Zudem verletzte PSA die gesetzlichen Vorgaben im Zuge eines Betriebsübergangs und habe den „sozialen Dialog“ mit den polnischen Gewerkschaften „eingestellt“.
Die Grenzen des Machbaren
Ein Opel-Sprecher entgegnet: „Selbstverständlich halten wir uns auch in Gliwice an die gesetzlichen Vorschriften und informieren die Mitarbeiter und deren Vertreter laufend über die Umsetzung entsprechend den Gegebenheiten des neuen Werkes.“ Der Standort in Schlesien sei langfristig gesichert. Über die Sicherheit der Jobs vor Ort verliert das Unternehmen dagegen kein Wort.
Gewieft lotet Tavares die Grenzen des Machbaren aus – auch auf arbeitsrechtlicher Ebene. Über die Gründung neuer Gesellschaften bestehende Konditionen und die gewerkschaftliche Mitbestimmung zu umgehen sei dabei nur „ein Element seiner Trickkiste“, konstatiert Ferdinand Dudenhöffer. Der Leiter des Center Automotive Research (CAR) bescheinigt dem PSA-Frontmann einen Hang zu kreativen Denkansätzen, um die Personalkosten zu reduzieren: „Die Franzosen halten sich an die Buchstaben, also den Wortlaut von Vereinbarungen, aber nicht unbedingt an den von der Gegenseite damit beabsichtigten Inhalt.“
So versprach Tavares etwa nach der Übernahme von Opel im Sommer 2017, dass die Marke mit dem Blitz eigenständig bleibe, kein Werk geschlossen wird und alle Mitarbeiter bis 2023 vor betriebsbedingten Kündigungen geschützt sind. An alle Punkte hat sich der Manager bis dato gehalten. Dennoch zurrte er die deutsche Tochter über Matrixorganisationen in Entwicklung, Produktion oder Personalwesen eng an die PSA-Zentrale in Rueil-Malmaison nahe Paris. Der Entscheidungsspielraum des Opel-Managements ist dadurch äußerst limitiert. Eigenständig sind die Rüsselsheimer maximal auf dem Papier.
Über Auslagerungen, Abfindungen, Vorruhestand oder Altersteilzeit hat Tavares zudem den Abbau von fast 7000 Stellen bei Opel in Deutschland erwirkt. Auch in Polen lässt er jetzt auf freiwilliger Basis massiv Mitarbeiter abbauen – alleine in diesem Jahr fallen 800 von 2000 Stellen weg. Das geht aus der Betriebsratsresolution hervor und wird in Unternehmenskreisen bestätigt. Hintergrund der Personalreduktion um 40 Prozent ist eine drastische Drosselung der Fertigung.
Alles hängt am Astra
Bereits im vergangenen Jahr wurde in Gliwice eine von drei Produktionsschichten gestrichen, heißt es in Unternehmenskreisen. 2020 droht nun sogar die Umstellung auf einen Einschichtbetrieb. Denn derzeit laufen bei Opel in Polen statt 40 nur 27 Astra pro Stunde vom Band. „Viel fehlt nicht mehr, dann wird auch die zweite Schicht obsolet“, fürchtet ein Insider.
Alles hängt am künftigen Absatz des Astra. Seit Jahren schrumpfen die Volumina des Kleinwagens erheblich. Verkaufte Opel einst noch mehrere Hunderttausend Stück seines Klassikers im Kompaktsegment, waren es 2018 nicht einmal mehr 182.000 Einheiten. Schlimmer noch: In den ersten neun Monaten 2019 konnte die Marke mit dem Blitz nur rund 116.000 Astra weltweit ausliefern. Das ist ein Minus von fast 16 Prozent im Vergleich zum Vorjahr. Ein Ende des Absatzschwundes ist nicht absehbar.
Andere Manager würden in solch einer Situation versuchen, den Überkapazitäten mit der Stilllegung von Fabriken zu begegnen. Nicht so Tavares. Der Manager geht subtiler vor, meidet so den obligatorischen Aufschrei in der Öffentlichkeit. Er weiß genau: Um eine Megafusion wie jene von PSA mit Fiat Chrysler durchzuziehen, braucht er zunächst die Unterstützung von Arbeitnehmern und Politik. Und das Versprechen, alle Fabriken zu erhalten, könnte Tavares mit ein wenig Raffinesse durchaus erfüllen, glaubt Branchenkenner Dudenhöffer: „Er könnte beispielsweise Werke verkaufen oder Teilbereiche auslagern.“ Eine Fabrik zu veräußern sei schließlich etwas völlig anderes, als sie zu schließen.


Posto questo articolo in tedesco come vademecum per quello che potremmo vedere alla Fiat una volta che Tavares prenderà le redini della società.
Dopo l’annuncio dell’acquisto di Opel Tavares promise che non sarebbe stata chiusa nessuna fabbrica della casa tedesca, formalmente ha mantenuto la sua promessa, però la forza lavoro Opel è calata del 30%.
Il centro tecnico di Opel di Rüsselsheim sviluppava le basi per il 50% della produzione mondiale di Gm ed aveva circa 7.500 ingegneri e tecnici. Prima Tavares ne ha mandato a casa 2.000, poi altri 2.500 sono stati spostati alla società Segula la cui stabilità finanziaria è alquanto dubbiosa. Era noto a tutti che PSA non aveva bisogno di tutti questi ingegneri, le Opel avrebbero utilizzato basi Peugeot.
Kaiserlautern (fabbrica di motori Opel) entro 2 anni verrà consegnata ad un consorzio per la produzione di batterie elettriche.
Quando le fabbriche francesi sono sovrautilizzate si sposta la produzione in Germania (Grandland X spostata da Sochaux a Eisanch) ma Opel è stata privata della Mokka che verrà prodotta in Francia.
L’ultima notizia colpisce la fabbrica di Gliwice dove ora si produce l’ Astra. Opel ha venduto questa fabbrica a PSA che ha tagliato 800 posti su 2.000 e ha creato una nuova società che affitterà la fabbrica e offrirà un contratto lavorativo ben peggiore di quello di Opel. In cambio PSA offre ai lavoratori polacchi la sopravvivenza dell’impianto che produrrà LCV.
Tavares in tal modo è riuscito a trasformare quel pozzo nero di Opel in una società redditizia, l’equivalente automobilistico di Lourdes e del mistero di Fatima nel mondo cattolico.
Ricordiamoci di queste modalità perché le prossime vittime saranno le fabbriche italiane dove per tagliare i costi c’è una prateria.


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MessaggioInviato: ven dic 06, 2019 1:51 pm 
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Iscritto il: ven apr 28, 2006 6:03 pm
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HONG KONG/PARIS -- China's Dongfeng Motor will likely trim its stake in PSA Group after hiring banks to study options, people close to the matter said, in a move that could ease PSA's planned merger with Fiat Chrysler Automobiles.

Dongfeng has a 12.2 percent equity stake in the French automaker, and would have about half of that in the combined entity formed by FCA and PSA, which announced in October a tie-up to create the world's fourth-biggest automaker.

A smaller Dongfeng holding would likely help get the deal past U.S. regulators amid trade tensions between Washington and Beijing, an issue which has raised questions about the Chinese automaker's next move since the PSA-FCA merger was announced.

Dongfeng, a long-standing partner of PSA, had sent banks a request for proposals to explore options for the stake several weeks ago, according to the sources. The company is now aiming to present its board of directors a share sale plan in the coming days, one of them said.

PSA declined to comment while Dongfeng did not immediately respond to a request for comment.

Dongfeng is looking to reduce its holding in the merged entity of PSA and FCA to a level that would be acceptable to The Committee on Foreign Investment in the United States (CFIUS), three people close to the situation said.

CFIUS reviews deals by foreign acquirers for potential national security risks and has tightened its oversight of deals involving Chinese entities as Beijing and Washington remain locked in a heated trade and technology dispute.


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As two of the most asset-heavy industries in Europe, manufacturing and transport are facing strong headwinds thanks to growing operational costs and competitive pressures coming from within the European continent and beyond.
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Having a stake of over 5 percent in the merged FCA-PSA company could entitle Dongfeng to a seat on the board of the new company, one of the sources familiar with the matter said.

PSA and FCA hope to sign a binding agreement in December to create the $50 billion group, seeking scale to cope with costly new technologies and slowing global demand through a 50-50 share merger.

Under the terms of the preliminary deal reached between the companies, PSA CEO Carlos Tavares would take the helm as CEO and FCA's John Elkann would become chairman.

Dongfeng came to PSA's rescue in 2014 by buying a stake in the automaker which was struggling financially but has since undergone a turnaround under Tavares. It still has a 19.5 percent voting stake in PSA.

Dongfeng and PSA also have a joint venture in China, which the automakers are trying to reboot by slashing costs amid mounting losses as the market there loses steam.

The joint venture sold just over 100,000 units in the first ten months, down 55 percent from a year earlier.

Dongfeng possiede attualmente il 12% di Psa e avrebbe in teoria il 6% della nuova società italofrancese, i cinesi sarebbero pronti a cedere parte del pacchetto azionario soprattutto per calmare le autorità americane che si sono dichiarate preoccupate per l’influenza dei cinesi.


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MessaggioInviato: lun gen 13, 2020 10:41 pm 
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Iscritto il: ven apr 28, 2006 6:03 pm
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https://m.manager-magazin.de/unternehme ... 04074.html

Opel ha annunciato nuovi 3.100 tagli entro il 2022, da quando PSA ha comprato la divisione europea di Gm la forza di lavoro è passata da 38.000 a 29.000. In più a causa della cancellazione di Adam, Karl, Zafira, Mokka nel 2019 le vendite sono destinate a crollare.


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MessaggioInviato: lun gen 13, 2020 11:03 pm 
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:shock: Ha segato la Mokka???


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MessaggioInviato: lun gen 13, 2020 11:10 pm 
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Iscritto il: mer ott 03, 2012 10:51 am
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Poi ho visto che il già flop insignia come my 2020 viene proposta con diesel improponibili....e alla fine opel si reggeva molto anche sulla vecchia corsa stra scontata che ora non c'è più ... Eppure dicono che psa l'avrebbe risanata non so sinceramente in che senso:-):-)

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MessaggioInviato: mar gen 14, 2020 6:09 am 
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mjazz ha scritto:
:shock: Ha segato la Mokka???


Non la si può più ordinare. Aspettano l'arrivo della nuova generazione a fine anno.


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MessaggioInviato: mar gen 14, 2020 8:25 am 
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Ah ok, pensavo avesse bloccato pure quella.


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MessaggioInviato: mar gen 14, 2020 5:48 pm 
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Stefano_M ha scritto:
Poi ho visto che il già flop insignia come my 2020 viene proposta con diesel improponibili....e alla fine opel si reggeva molto anche sulla vecchia corsa stra scontata che ora non c'è più ... Eppure dicono che psa l'avrebbe risanata non so sinceramente in che senso:-):-)



Nel 2018 e nel 2019 Opel è stata in attivo e non di poco, 5% nel 2018 e 7 nella prima metà del 2019.
La gamma è stata tagliata un pó come fece tavares con Citroen e Peugeot nel 2014.


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MessaggioInviato: mer gen 15, 2020 4:07 pm 
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daimlerchrysler ha scritto:
https://m.manager-magazin.de/unternehmen/autoindustrie/opel-will-mehr-jobs-abbauen-und-zugleich-kuendigungsschutz-verlaengern-a-1304074.html

Opel ha annunciato nuovi 3.100 tagli entro il 2022, da quando PSA ha comprato la divisione europea di Gm la forza di lavoro è passata da 38.000 a 29.000. In più a causa della cancellazione di Adam, Karl, Zafira, Mokka nel 2019 le vendite sono destinate a crollare.

2100 nei prossimi 5 anni, per arrivare forse a 4100 nei prossimi 9.
https://www.formulapassion.it/automoto/ ... 76091.html


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MessaggioInviato: mer gen 15, 2020 4:34 pm 
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Opel in Germania aveva 18.000 dipendenti prima dell’acquisizione da parte di PSA, in 2 anni tra prepensionamenti e spostamento di dipendenti ad altre società se ne sono andate 6.400 persone. Kaiserslautern verrà trasformata in una fabbrica per componenti elettriche quindi scorporata da Opel. Ricordiamoci i tempi di Gm quando Opel rischiava alla grande.

Intanto Tavares ha nominato un nuovo capo di Citroen.

PSA Group named Vincent Cobee, a former Renault-Nissan alliance executive, as CEO of the Citroen brand, replacing Linda Jackson, who will take on a strategic role within the group.

PSA also said Wednesday that Beatrice Foucher, another former Renault-Nissan alliance executive, will be the CEO of its DS Automobiles upscale brand, replacing Yves Bonnefont.

Jackson, who had led Citroen since 2014 and also oversaw PSA's low-emissions vehicle business unit, will lead a study "to clarify and support differentiation" of PSA's brands, and will report to CEO Carlos Tavares. PSA last month signed a memorandum of understanding to merge with Fiat Chrysler Automobiles. The merged PSA-FCA will have more than a dozen brands.

Cobee, a French national, left Mitsubishi in April 2019 as part of a wider shuffle among the top ranks at Nissan and Mitsubishi in the wake of the arrest of Carlos Ghosn last November. He joined Citroen as deputy CEO in October 2019, with a mission to increase international sales. He had worked for 17 years at the Renault-Nissan alliance, largely at Nissan.

Cobee's last position was as executive planning officer at Mitsubishi Motors, which he held from 2017 until April 2019. He had also led the Datsun brand and served as head of purchasing at Nissan in Europe.

Bonnefont, who has run DS since June 2014 when it became a standalone brand, will lead a study of potential synergies and cost savings across brands, PSA said. The role will include studying brand positioning "from a customer and geographic point of view," PSA said. He will also report to Tavares.

Foucher joined PSA in April 2019 as senior vice president for talent management. She held a similar role at the Renault-Nissan alliance starting in 2015.


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Foucher's other positions at the alliance included Renault program director for electric cars, where she helped to launch the Zoe; Renault's head of product planning; and director of product planning for upper range cars, studying synergies between Renault and Nissan. She started at Renault in 1990.

Under its CEO Jackson, Citroen was repositioned with the advertising tagline “Inspired by you,” as well as a shift in focus from minivans to SUVs.

She had set an ambitious sales target of 1.6 million vehicles by 2020. Citroen sold around 1.05 million vehicles in 2018, and sales in 2019 were running slightly ahead of that pace.

Growth in Europe has outpaced the market, but sales in China, Citroen’s second-largest market, have fallen sharply. The brand is planning to enter the Indian market in the coming years, first with imports then with a range of locally produced cars under the C-Cubed model designation.

DS has struggled since it was broken off from Citroen in 2014, but Bonnefont and other PSA executives have said the brand is profitable.

The first DS models were based on existing Citroen cars, and it was only in 2018 that the first model designed only for the brand, the DS 7 Crossback compact SUV appear. That was followed by the DS 3 Crossback small SUV. Four more DS models are scheduled to be launched in the next four years.

DS global sales in 2018 were up by 0.8 percent to 52,900, and through November 2019 were up by 11 percent. DS operations in China have been a particular disappointment for PSA, which set up a joint venture with Changan to produce and sell DS models. But the venture is being dissolved and the factory is being sold to Chinese conglomerate Baoneng Investment Group.


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MessaggioInviato: dom gen 19, 2020 1:09 pm 
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Nella recente riorganizzazione manageriale di PSA riguardante DS e Citroen Tavares ha nominato Bellefont a capo dell’ analisi e sviluppo strategico dei marchi della galassia. Questa nomina riguarda PSA ma non è difficile ritenere che i francesi stiano dando un’attenta occhiata alla prossima consociata FCA con la sua pletora di marchi.
Tavares ha assunto la guida del gruppo francese nel 2014, dopo 6 anni si possono tirare le somme su come i marchi francesi si siano comportati.
DS sotto Varin rimaneva una sotto marca di Citroen, Tavares ha voluto renderla indipendente. I risultati non sono affatto brillanti, in Europa nel 2019 non sono arrivati a 50.000 unità nonostante 2 modelli nuovi fiammanti nei due segmenti più vitali del mercato. In Cina stendiamo un velo pietosissimo. Tavares si è dichiarato più che soddisfatto dell’andamento di DS.
Citroen sembrava il marchio più mortificato dalla gestione Tavares ed invece grazie agli inaspettati successi di C5 aircross, C3 aircross e C3 è redditizio, si espande e ha diverse novità pronte ad essere lanciate come C5 e C4.
Peugeot è riuscita a sfondare alla grande nel segmento dei suv, realizza profitti importanti e sta per rinnovare i suoi modelli più importanti.
Giudicare l’andamento di Opel è più complicato, la casa tedesca fa parte del gruppo francese solo dal 2017. Il ritorno alla redditività è visto come quasi un miracolo ma la prova del fuoco sarà la nuova Corsa e verso fine 2020 la nuova Mokka (probabilmente cambierà nome). Nel frattempo le vendite di Opel sono destinate a crollare.
Sarà interessante vedere come Tavares riuscirà a gestire questo eccesso di marchi. Sotto la gestione di Marchionne, che dal punto di vista finanziario ha funzionato, diversi marchi sono stati avviati al camposanto sull’altare del taglio degli investimenti.


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MessaggioInviato: mar gen 21, 2020 11:49 am 
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Vauxhall is using Britain’s imminent exit from the EU as the backdrop for its boldest marketing campaign in years. The move is part of a bid to boost its UK market share for cars and vans by a third – from 7.5% to double figures – by 2022.

Managing director Stephen Norman believes Vauxhall has a unique opportunity to benefit from a possible post-election change in the UK’s social landscape. It has already begun using a challenging new strapline – ‘New Rules, Britannia’ – for a radical, all-media advertising campaign that started last month with the launch of the all-new Corsa.


Building on the successful ‘British brand since 1903’ campaign that he launched soon after his appointment two years ago, Norman intends to position Vauxhall more directly as a maker of cars and vans ‘Built in Britain’ or ‘Made exclusively for Britain’. The move will make Vauxhall one of the country’s biggest spenders on automotive advertising.

To achieve his double-digit goal, Norman admits he needs to more than double Vauxhall’s conquest sales, potentially gaining many new customers – mainly from Ford. The plan depends on four main themes: boosting retail car sales from its current 6.6% market share to double digits; doubling light commercial vehicle sales from its current 10%; making the Corsa-e the top-selling electric car in the UK; and more than halving Vauxhall’s sales to the less profitable daily rental market, which currently accounts for a fifth of volume.



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Vauxhall wants to achieve its aims with a vehicle range that Norman describes as “six plus three”: six passenger cars and three vans. Although the current range is smaller than in recent years – the unprofitable Viva and Adam have been dropped – Norman believes the far greater market appeal of the forthcoming models will more than make the difference.

“The new Corsa is a terrific car,” he said, “and when the new Mokka arrives, it will double our small-car appeal. The new Astra, which we’ll start selling in 2021, offers improvements that are almost exponential compared with its predecessor. Our other models will provide important support but these three will be the brand drivers we’ll need to more than double our conquest sales.

“Then, if our existing brand loyalty holds up, which it should, we’ll get to double figures. Of course, then the big job will be to keep it.”

By 2022, Vauxhall will be selling electric versions of the Corsa and new Mokka (due at the end of 2020) and it will have launched a plug-in hybrid version of the new Astra (mid-2021) to sell alongside the existing Grandland X PHEV.

Vauxhall’s sporting VXR brand will return as e-VXR and be applied to the Corsa, Vivaro and Mokka, giving a clue to these models’ driving characteristics. Although Norman believes the Corsa-e will become Britain’s best-selling electric car, he says Tesla will probably be Britain’s best-selling electric marque.

The ‘New Rules’ marketing campaign dates from last September and a fateful conversation about business growth between Norman and PSA Group CEO Carlos Tavares. “He asked me when we expected to achieve a double-digit market share,” Norman said, “and I had to say we hadn’t exactly planned for that. We were looking at less than that. Give me a few weeks, I said, and we’ll have a plan…”



Norman confirmed the Insignia flagship will be replaced, adding that cars of its size still play an important flagship role. Vauxhall-Opel’s new role as part of the big PSA Group – soon to be further enlarged by a merger with Fiat Chrysler Automobiles – may well improve the business case for a model that is its class’s top seller by a significant margin.

Will the next-generation Astra be built in UK?

Vauxhall MD Stephen Norman has said a decision whether to build the next-generation Astra at Ellesmere Port has not yet been reached, but he agreed it must be close and the Ellesmere workforce has made “enormous” efforts to promote a continuation of production. “I can’t say for certain that the Astra will stay in the UK,” he said, “but there are absolutely no signs that it won’t.”


Vauxhall rimane per me un affascinante punto interrogativo nel mondo dell’auto. E’ completamente integrata in Opel, non ha alcuna differenza rispetto alla divisione tedesca, perde quote di mercato e soldi, ha un’immagine pessima. Vauxhall ha due fabbriche che in caso di hard Brexit sarebbero solo da buttare. Spesso i manager Vauxhall sostengono che le Opel vengano riadattate per il mercato britannico, in tutto a Rüsselsheim ci sono 6 ingegneri britannici a controllare, figuratevi un po’.
Eppure siamo in una fase di neonazionalismo. A fine mese Johnson festeggerà la liberazione dall’ Unione Europea, tutti ci ricordiamo il brutale regime di occupazione guidato da Juncker e l’epoca lotta di liberazione contro la BCE, tutto sostenuto dalla nazione che ha dichiarato guerra a tutto il globo.
Vauxhall punta a rinascere sotto il moniker “new rules, Britannia" per convincere i consumatori britannici che nel frattempo hanno reso Vw secondo marchio più venduto.
Normann (ex RNM, manager molto vicino a Tavares) punta ad aumentare le quote di mercato del 30% dopo i recenti crolli. Fondamentali saranno la nuova Corsa (storicamente la Vauxhall più venduta) che dovrebbe anche diventare l’auto elettrica più venduta nel Regno Unito.
Aspettative altissime riguardano la nuova Mokka, sarà la prima ad avere il nuovo stile Opel e deve essere un successo.
Astra arriverà nel 2021 e sarà un notevole miglioramento rispetto all’attuale.
A sorpresa Normann rivela che l’Insignia avrà un erede anche se non c’è la conferma che sarà di nuovo una berlina.


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MessaggioInviato: mar gen 21, 2020 1:59 pm 
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Che splendore!

L'auto tedesca fatta coi pezzi francesi potrebbe essere la vettura nazionalist-popolare degli inglesi.
Praticamente la Lada Zhiguli britannica :ridi
Che poi, a veder bene, potrebbe anche avere qualche pezzo di Fiat :briaco

_________________
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MessaggioInviato: gio gen 30, 2020 8:51 pm 
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Opel will build a battery cell factory in Kaiserslautern, CEO Michael Lohscheller said on Thursday.

The plant will create 2,000 jobs at a site which currently builds 4-cylinder diesel engines for Opel/Vauxhall, according to Automotive News Europe's Guide to Powertrains.

"We will build the largest plant for battery cells in Germany in Kaiserslautern. Together with our Partner Saft we are making an investment in the billion-euro range that will lead to the creation of 2,000 jobs. By doing so, we are building a true giga factory," Lohscheller said.

"This marks the start of the transition to a future-proof e-mobility site."

Opel ha annunciato che produrrà batterie a Kaiserslautern con i soldi provenienti dall’ Unione Europea. Un altro modo utile per ridurre la manodopera.


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MessaggioInviato: mer feb 26, 2020 1:06 pm 
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gruppo PSA si prepara alla fusione con la Fiat Chrysler con il miglior bilancio della sua storia. A dispetto del calo delle consegne a livello globale, il costruttore transalpino ha registrato non solo ricavi in crescita, ma anche un miglioramento della redditività ai massimi storici, in particolare sul fronte delle attività automobilistiche.

Ricavi in crescita. Nello specifico i volumi di vendita, pari a 3.488.930 unità, hanno subito l'anno scorso una flessione del 10% a causa per lo più della debolezza delle performance commerciali in Cina, Medio Oriente e Africa. Eppure i ricavi non ne hanno risentito: sono cresciuti dell'1% arrivando a 74,73 miliardi di euro con la sola componente auto di 58,94 miliardi in miglioramento dello 0,7%. Il gruppo francese ha beneficiato di una crescita del mix sia di prodotto (+4,3%) sia di prezzo (+1,2%) e ha così annullato alcuni effetti sfavorevoli come la contrazione delle vendite ai partner (-1,7%), l'impatto negativo dei tassi di cambio (-0,5%) e il peggior mix geografico (-2,4%). 

Salgono gli utili. Di riflesso, la redditività, che già negli anni scorsi ha ricevuto una spinta decisiva dalle misure di ristrutturazione varate dall'amministratore delegato Carlos Tavares per rimettere in carreggiata prima i soli marchi francesi Peugeot e Citroën e poi la tedesca Opel, si è attestata su nuovi massimi storici. L'utile operativo adjusted, ossia depurato dalle componenti straordinarie, è cresciuto dell'11,2% arrivando a 6,33 miliardi di euro, con il contributo delle sole attività automotive in salita del 12,8% a 5,04 miliardi. Il margine operativo è quindi migliorato per il gruppo dal 7,7% all’8,5% e per le attività automobilistiche dal 7,6% all’8,5%, quasi il doppio rispetto al target minimo del 4,5% indicato nel piano industriale "Push To Pass", nonché il dato più alto registrato da un costruttore automobilistico come PSA, fortemente esposto all'Europa e ai segmenti del mass-market. L'utile netto, anche grazie alla continua riduzione delle spese e degli oneri finanziari, è quindi salito di 374 milioni raggiungendo i 3,2 miliardi e annullando gli effetti negativi di una svalutazione da 700 milioni operata sugli asset cinesi. 

La crescita di Opel. I vertici aziendali, capaci già l'anno scorso di riportare la Opel in utile dopo 17 anni di tentativi fallimentari da parte dell'ex proprietario General Motors, sono riusciti a migliorare ulteriormente il contributo della Casa di Rüsselsheim. L’anno scorso il costruttore tedesco ha visto l’utile operativo adjusted salire da 859 milioni a 1,1 miliardi e il margine dal 4,7% al 6,5%. Grazie alle misure di efficientamento delle attività tedesche e alle iniziative di espansione sui mercati internazionali, la Opel non solo ha già raggiunto nel 2019 i target al 2026 del piano “Pace!” ma non rappresenta più un peso insostenibile come avvenuto in passato per la GM. Lo dimostra l’andamento della generazione di cassa, rimasta positiva per quanto in calo: i flussi operativi delle attività Automotive del gruppo sono scesi dai 3,5 miliardi del 2018 a 2,74 miliardi. Ciononostante la posizione finanziaria netta mostra un miglioramento da 8,87 miliardi a 10,6 miliardi.

Aumentano i dividendi. Per questo motivo, i vertici aziendali sono riusciti a rispettare la promessa di incrementare ulteriormente la remunerazione degli azionisti. Alla prossima assemblea, sarà proposta la distribuzione di un dividendo di 1,23 euro per azione, contro i 78 centesimi pagati l'anno scorso. Si tratta di un pay-out, ossia di un rapporto rispetto all’utile, pari al 34%, in linea con quanto deciso dalla Fiat Chrysler. Del resto, nell’accordo preliminare siglato lo scorso dicembre, le due aziende hanno concordato di distribuire ai propri soci cedole ordinarie per un ammontare totale di 1,1 miliardi. In aumento risultano anche i bonus per i dipendenti, in particolare per quelli con compensi bassi. Tavares ha, infatti, annunciato il pagamento di un premio di 4.100 euro, contro i 3.810 dell'anno scorso. 

La questione FCA. Nel futuro del gruppo transalpino la questione principale rimane, comunque, la fusione con la Fiat Chrysler. "Nel 2019 abbiamo raggiunto risultati record, guidati dal nostro approccio agile, orientato al cliente e socialmente responsabile", ha commentato Tavares. "Siamo pronti per la transizione energetica e tutti i team sono concentrati per offrire una mobilità pulita, sicura e conveniente per i clienti. Sulla base del nostro modello di business e sul nostro spirito combattivo che si è dimostrato efficiente, siamo impazienti di entrare in una nuova era con la prospettata fusione con la FCA". Il manager portoghese ha quindi ribadito quanto va dicendo ormai da diversi mesi, soprattutto sugli effetti dell'integrazione per la forza lavoro o la rete produttiva. "Non siamo nelle condizioni in cui erano la Fiat e la Chrysler all'epoca della loro fusione". Pertanto "non vedo la necessità di effettuare una ristrutturazione, le due società sono in un'eccellente situazione finanziaria", ha sottolineato Tavares. "Non è una fusione di crisi e non ci saranno costi di ristrutturazione. Se cambieranno le cose, ci adatteremo ma non vedo il bisogno di una ristrutturazione. C'è piuttosto impazienza per il nuovo progetto".  

Nessun problema sulle emissioni. Il nuovo piano scatterà ufficialmente solo dopo aver completato alcuni passaggi tecnici, a partite dalle autorizzazioni normative: "Abbiamo risposto a 14 delle 24 domande presentate dalle autorità per avere il via libera alla fusione. Per il momento nessuna risposta. Si tratta di un processo molto lungo, che durerà in tutto 12-14 mesi. Abbiamo un approccio aperto e siamo pronti ad apportate le modifiche necessarie ma non crediamo che ci saranno problemi". Nessun problema neanche per il percorso verso il rispetto delle nuove normative sulle emissioni. "Siamo convinti di raggiungere gli obiettivi stabiliti dalla Commissione Europea" e "nulla ci farà distrarre dal nostro obiettivo di voler migliorare. La fusione non sarà una minaccia ma un'opportunità per migliorare tutti i marchi", ha concluso Tavares sottolineando come "anche FCA abbia le sue tecnologie" per ridurre le emissioni.  

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I recenti dati annuali di PSA dimostrano perché Tavares sia l'idolo della comunità finanziaria. Molto costruttori hanno dovuto tagliare le stime annuali (Bmw, Daimler, Nissan, Renault, Mitsubishi, Honda, Subaru, Mazda, Geely,...) eppure PSA super concentrata in Europa è riuscita ad ottenere una redditività dell'8,5% nonostante le perdite mostruose in Cina.
Opel ha registrato un utile di 1,1 miliardi nonostante il forte calo del fatturato.
Tavares ha parlato anche della fusione con FCa, non sarebbero previste grosse ristrutturazioni. Vedremo se manterrà la parola.


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MessaggioInviato: sab mar 07, 2020 8:39 am 
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Carlos Tavares impiegherà "un po' di tempo" per definire il piano industriale del gruppo che nascerà dalla fusione tra PSA e FCA. Lo ha affermato lo stesso amministratore delegato del costruttore transalpino nel corso di un incontro con l'Associazione francese dei giornalisti economici e finanziari, sottolineando come la data di presentazione del nuovo business plan sarà annunciata solo dopo il perfezionamento dell'operazione tra i due costruttori.

Timori solo per la concorrenza. "Mi prenderò un po' di tempo perché ci sono delle ovvie asimmetrie nella mia conoscenza delle due società", ha spiegato Tavares, annunciando la sua intenzione di organizzare "una buona visita" dei siti, degli uffici e tra le persone della Fiat Chrysler per identificare "i talenti" che probabilmente contribuiranno alla redazione del piano. La fusione, ha quindi fatto intendere il manager portoghese, non avrà alcun impatto sull'attuale forza lavoro e pertanto gli impiegati non dovranno temere conseguenze negative. "Voglio elaborare un piano tale per cui la fusione sia temuta solo da una categoria di persone: i nostri concorrenti". Nel piano ci saranno nuove disposizioni per rilanciare uno dei grandi problemi di entrambe le società, ossia la presenza sul mercato cinese. Una volta perfezionata l'integrazione, le due aziende dovranno condividere le rispettive esperienze tratte dai fallimenti in Cina per "trovare una formula vincente" nel Paese asiatico. Dunque, ha rimarcato Tavares, "non abbiamo intenzione di rinunciare alla Cina".

Nessun ritardo. Il progetto di fusione, intanto, procede senza ritardi e nel rispetto dei tempi originariamente programmati. Il perfezionamento è previsto tra la fine dell'anno e l'inizio del 2021. Del resto, come affermato dal manager pochi giorni fa, si tratta di un "processo complesso", che richiede il disbrigo di tutta una serie di pratiche amministrative e burocratiche con parti terze indirettamente coinvolte, tra cui "almeno 24 Stati". "Tra la firma e la chiusura non possiamo andare più veloci, perché dobbiamo attendere le risposte da parte di tutte queste entità e autorità", ha sottolineato Tavares, esprimendo ancora una volta il proprio entusiasmo e ottimismo sul buon esito dell'operazione.

La questione coronavirus. Al momento il grande problema, non solo per i francesi ma per l'intero settore dell’auto, è, invece, rappresentato dall'epidemia del coronavirus. "Al momento non vediamo alcun problema con la domanda", ha affermato Tavares, aggiungendo che il suo gruppo è stato "fortunato ad avere un portafoglio ordini ben fornito" grazie al recente lancio di diversi nuovi modelli. Non è stata riscontrata alcuna criticità neanche sul lato dell'offerta. Il costruttore francese è riuscito finora a gestire in modo adeguato la propria catena di approvvigionamento e le fabbriche in Europa stanno attualmente operando a pieno ritmo. La situazione non è comunque semplice da gestire: "Stiamo affrontando una battaglia quotidiana". Tavares ha infine confermato per l'11 marzo la riapertura delle tre fabbriche possedute dalla joint venture con Dongfeng nella provincia dell''Hubei, epicentro dell'epidemia e maggior polo automobilistico dell'intera Cina.

Tavares parla già come il padrone della ferriera. Per la prima volta ammette che ci vorrà tempo per presentare un piano e che saranno necessari dei cambiamenti.
Il problema più importante sarà il mercato cinese dove entrambe i costruttori hanno ampiamente fallito i loro target.
Io vedo come sfida principale quella di risolvere il groviglio di marchi, sono troppi sia in Europa che in Nord America e molti sono praticamente in coma (Dodge, Chrysler, Lancia). Tavares ha tagliato brutalmente le gamme dei marchi PSA però è riuscito a mantenerli in vita e dare loro un futuro.
Ds vende poco però ha una gamma in crescita, ovviamente dopo il disastro in Cina non sarà mai un vero marchio premium.
Opel/Vauxhall è tornata in nero ma le vendite continuano a crollare, soprattutto perché la gamma è stata purgata degli elementi GM.


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MessaggioInviato: sab mar 07, 2020 1:32 pm 
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Tavares ha tagliato brutalmente la gamma.. Per fca ci avevano già pensato....

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MessaggioInviato: sab mar 07, 2020 7:03 pm 
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E secondo me adesso tocca alle case tedesche, è ormai ora.


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MessaggioInviato: lun apr 20, 2020 8:09 pm 
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Secondo Tavares con questi numeri DS realizza eccellenti profitti, sarà :?


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MessaggioInviato: mer apr 22, 2020 6:55 am 
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Siamo sicuri che è compresa anche Cina? La ds ha in listino altri 2/3 modelli

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MessaggioInviato: mer apr 22, 2020 8:57 am 
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Sì è compresa e i dati sono disastrosi.


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MessaggioInviato: mer apr 22, 2020 10:12 am 
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daimlerchrysler ha scritto:
Sì è compresa e i dati sono disastrosi.

Ma sul siro cinese ds, l'ho aperto voglio farmi male:-), ci sono anche a listino la ds6, ds5L, ds4s e li non sono conteggiate.
Penso che la somma totale cambi poco:-)
In Italia ds q5 alla fine un po' si vede in giro, l'ha presa anche un mio amico che prende a rent per la sua azienda sempre D con rate basse, nonostante sua moglie lavora in renault:-)

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MessaggioInviato: mer apr 22, 2020 10:57 am 
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Intanto il direttore finanziario di PSA ha ammesso pubblicamente che i termini dell'accordo tra FCA e PSA dovranno essere cambiati.
Con la crisi di liquidità attuale regalare 5 miliardi agli azionisti di FCA è difficilmente immaginabile.


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