gruppo PSA si prepara alla fusione con la Fiat Chrysler con il miglior bilancio della sua storia. A dispetto del calo delle consegne a livello globale, il costruttore transalpino ha registrato non solo ricavi in crescita, ma anche un miglioramento della redditività ai massimi storici, in particolare sul fronte delle attività automobilistiche.
Ricavi in crescita. Nello specifico i volumi di vendita, pari a 3.488.930 unità, hanno subito l'anno scorso una flessione del 10% a causa per lo più della debolezza delle performance commerciali in Cina, Medio Oriente e Africa. Eppure i ricavi non ne hanno risentito: sono cresciuti dell'1% arrivando a 74,73 miliardi di euro con la sola componente auto di 58,94 miliardi in miglioramento dello 0,7%. Il gruppo francese ha beneficiato di una crescita del mix sia di prodotto (+4,3%) sia di prezzo (+1,2%) e ha così annullato alcuni effetti sfavorevoli come la contrazione delle vendite ai partner (-1,7%), l'impatto negativo dei tassi di cambio (-0,5%) e il peggior mix geografico (-2,4%).
Salgono gli utili. Di riflesso, la redditività, che già negli anni scorsi ha ricevuto una spinta decisiva dalle misure di ristrutturazione varate dall'amministratore delegato Carlos Tavares per rimettere in carreggiata prima i soli marchi francesi Peugeot e Citroën e poi la tedesca Opel, si è attestata su nuovi massimi storici. L'utile operativo adjusted, ossia depurato dalle componenti straordinarie, è cresciuto dell'11,2% arrivando a 6,33 miliardi di euro, con il contributo delle sole attività automotive in salita del 12,8% a 5,04 miliardi. Il margine operativo è quindi migliorato per il gruppo dal 7,7% all’8,5% e per le attività automobilistiche dal 7,6% all’8,5%, quasi il doppio rispetto al target minimo del 4,5% indicato nel piano industriale "Push To Pass", nonché il dato più alto registrato da un costruttore automobilistico come PSA, fortemente esposto all'Europa e ai segmenti del mass-market. L'utile netto, anche grazie alla continua riduzione delle spese e degli oneri finanziari, è quindi salito di 374 milioni raggiungendo i 3,2 miliardi e annullando gli effetti negativi di una svalutazione da 700 milioni operata sugli asset cinesi.
La crescita di Opel. I vertici aziendali, capaci già l'anno scorso di riportare la Opel in utile dopo 17 anni di tentativi fallimentari da parte dell'ex proprietario General Motors, sono riusciti a migliorare ulteriormente il contributo della Casa di Rüsselsheim. L’anno scorso il costruttore tedesco ha visto l’utile operativo adjusted salire da 859 milioni a 1,1 miliardi e il margine dal 4,7% al 6,5%. Grazie alle misure di efficientamento delle attività tedesche e alle iniziative di espansione sui mercati internazionali, la Opel non solo ha già raggiunto nel 2019 i target al 2026 del piano “Pace!” ma non rappresenta più un peso insostenibile come avvenuto in passato per la GM. Lo dimostra l’andamento della generazione di cassa, rimasta positiva per quanto in calo: i flussi operativi delle attività Automotive del gruppo sono scesi dai 3,5 miliardi del 2018 a 2,74 miliardi. Ciononostante la posizione finanziaria netta mostra un miglioramento da 8,87 miliardi a 10,6 miliardi.
Aumentano i dividendi. Per questo motivo, i vertici aziendali sono riusciti a rispettare la promessa di incrementare ulteriormente la remunerazione degli azionisti. Alla prossima assemblea, sarà proposta la distribuzione di un dividendo di 1,23 euro per azione, contro i 78 centesimi pagati l'anno scorso. Si tratta di un pay-out, ossia di un rapporto rispetto all’utile, pari al 34%, in linea con quanto deciso dalla Fiat Chrysler. Del resto, nell’accordo preliminare siglato lo scorso dicembre, le due aziende hanno concordato di distribuire ai propri soci cedole ordinarie per un ammontare totale di 1,1 miliardi. In aumento risultano anche i bonus per i dipendenti, in particolare per quelli con compensi bassi. Tavares ha, infatti, annunciato il pagamento di un premio di 4.100 euro, contro i 3.810 dell'anno scorso.
La questione FCA. Nel futuro del gruppo transalpino la questione principale rimane, comunque, la fusione con la Fiat Chrysler. "Nel 2019 abbiamo raggiunto risultati record, guidati dal nostro approccio agile, orientato al cliente e socialmente responsabile", ha commentato Tavares. "Siamo pronti per la transizione energetica e tutti i team sono concentrati per offrire una mobilità pulita, sicura e conveniente per i clienti. Sulla base del nostro modello di business e sul nostro spirito combattivo che si è dimostrato efficiente, siamo impazienti di entrare in una nuova era con la prospettata fusione con la FCA". Il manager portoghese ha quindi ribadito quanto va dicendo ormai da diversi mesi, soprattutto sugli effetti dell'integrazione per la forza lavoro o la rete produttiva. "Non siamo nelle condizioni in cui erano la Fiat e la Chrysler all'epoca della loro fusione". Pertanto "non vedo la necessità di effettuare una ristrutturazione, le due società sono in un'eccellente situazione finanziaria", ha sottolineato Tavares. "Non è una fusione di crisi e non ci saranno costi di ristrutturazione. Se cambieranno le cose, ci adatteremo ma non vedo il bisogno di una ristrutturazione. C'è piuttosto impazienza per il nuovo progetto".
Nessun problema sulle emissioni. Il nuovo piano scatterà ufficialmente solo dopo aver completato alcuni passaggi tecnici, a partite dalle autorizzazioni normative: "Abbiamo risposto a 14 delle 24 domande presentate dalle autorità per avere il via libera alla fusione. Per il momento nessuna risposta. Si tratta di un processo molto lungo, che durerà in tutto 12-14 mesi. Abbiamo un approccio aperto e siamo pronti ad apportate le modifiche necessarie ma non crediamo che ci saranno problemi". Nessun problema neanche per il percorso verso il rispetto delle nuove normative sulle emissioni. "Siamo convinti di raggiungere gli obiettivi stabiliti dalla Commissione Europea" e "nulla ci farà distrarre dal nostro obiettivo di voler migliorare. La fusione non sarà una minaccia ma un'opportunità per migliorare tutti i marchi", ha concluso Tavares sottolineando come "anche FCA abbia le sue tecnologie" per ridurre le emissioni.
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I recenti dati annuali di PSA dimostrano perché Tavares sia l'idolo della comunità finanziaria. Molto costruttori hanno dovuto tagliare le stime annuali (Bmw, Daimler, Nissan, Renault, Mitsubishi, Honda, Subaru, Mazda, Geely,...) eppure PSA super concentrata in Europa è riuscita ad ottenere una redditività dell'8,5% nonostante le perdite mostruose in Cina. Opel ha registrato un utile di 1,1 miliardi nonostante il forte calo del fatturato. Tavares ha parlato anche della fusione con FCa, non sarebbero previste grosse ristrutturazioni. Vedremo se manterrà la parola.
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