Riprendo il post per copiaincollarvi un sensazionale racconto di Jackie Stewart a proposito della Tyrrel P34, la famosa 6 ruote, dal quale si intuisce uno dei motivi del fallimento di questo strano quanto ambizioso progetto: "La Elf Tyrrell Project 34 sei ruote era stata provata al Ricard il giorno prima del mio arrivo sia da Patrick Depailler che dal nuovo pilota del team, Didier Pironi. Si trattava della prima uscita di Pironi al volante di una macchina di Formula 1 e dopo poco girava in tempi superiori di soli due decimi a quelli di Patrick. Questo era molto impressionante e tutti erano contenti della sua prestazione. Quando sono arrivato era freddo e il vento soffiava. Francois Guiter della Elf aveva portato con sé diversi uomini della compagnia ed avevamo in programma di montare una camera televisiva sul rollbar della sei ruote. Avevo fatto in modo di fare una visita al team Tyrrell nella sua sedia Ripley, nel Surrey, per provare il sedile della prima del mio viaggio al Ricard. il team stava lavorando sodo sulla 008 a quattro ruote e così non c'era molto tempo per aggiustare il sedile, ma alla fine abbiamo trovato la giusta posizione di guida per me, perché volevo essere sicuro di poter guardare fuori dalla macchina senza difficoltà, mentre la macchina era in terra. È estremamente importante sistemare la parte superiore della carrozzeria per essere sicuri di riuscire a guardare sopra il parabrezza in modo che si veda qualcosa della pista. È forte la tentazione di mettersi al volante di queste macchine quando sono sui carrelli, e di provare lo schienale del sedile e le posizione dei pedali. Abbiamo usato il sedile di Ronnie Peterson e la sistemazione dei pedali di Patrick con l'aggiunta di distanziatori sotto il volante, perché Ronnie ha braccia più lunghe. La posizione di guida si è rivelata poi veramente molto comoda. Prima di farmi legare al sedile della macchina, Ken mi diede molti avvertimenti, come quello di andare piano per riscaldare l'olio, per le basse temperature esterne. Ho fatto due giri molto lenti, sono tornato ai box e poi sono uscito di nuovo facendo qualche giro leggermente più veloce. Dopo circa cinque giri avvertivo qualcosa di insolito, giù per il rettifilo posteriore. Quando correvo avevo una specie di sistema di allarme che si accendeva prima ancora che qualcosa accadesse. Era qualcosa che si potrebbe chiamare un presentimento su qualcosa che sarebbe accaduto. Lungo il rettifilo posteriore avvertivo questa spiacevole sensazione per qualche motivo, nonostante non avessi niente di concreto su cui basare la mia sensazione. Mi ero completamente dimenticato del mio sistema di preallarme e devo dire che ero piuttosto contento che esistesse ancora. Mi trovavo alla fine del rettifilo, stavo appena per affrontare la veloce curva a destra che si prende in quinta, e alzavo il piede del gas. Quando ho raggiunto una posizione in curva dove non avrei avuto dei problemi se ci fosse stata qualche difficoltà con la macchina, spinsi normalmente l'acceleratore e la macchina si comportava veramente molto male. Si spostava lungo la pista e sembrava estremamente instabile. Ho toccato la frizione, ho messo la macchina in folle e mi sono fermato lungo la pista. Quando la sei ruote si è finalmente fermata c'è voluto un po' di tempo prima che i commissari mi raggiungessero. Di fatto non ne avevo bisogno, ma se ne avessi avuto bisogno di aiuto sarebbe stato un po' imbarazzante. La prima persona che mi ha raggiunto fu Didier Pironi, che aveva seguito la mia prova da una delle curve. Poi è arrivato Ken Tyrrell insieme a Roger il il capo meccanico, che hanno contribuito con il loro aiuto a tutti e tre i miei titoli mondiali. Ritengo che qualcosa fosse andato male con la trasmissione. Era come se si fosse rotto un semiasse o se un montante fosse mezzo crollato. Hanno riportato la macchina al garage e i meccanici hanno scoperto che un ingranaggio planetario si era staccato e per qualche ragione tutte le otto viti si erano spezzate. Nessuno si poteva ricordare che una cosa simile fosse mai accaduta prima. Un altro primato di Jackie Stewart! C'era un po' di ironia nel fatto che quella trasmissione aveva portato Patrick al terzo posto in occasione del Gran Premio del Giappone che aveva concluso la stagione 1977. Da allora la macchina aveva effettuato pochissimi giri. Dal mio punto di vista era un po' deludente che la macchina avesse ceduto, ma se fossi andato un po' più veloce e se non avessi alzato il piede dal gas, avrebbe potuto creparsi del tutto, causando un vero dramma in mezzo ad una curva 200 km all'ora. Questo decretava la fine delle mie prove di quel giorno e mentre aspettavamo che la trasmissione venisse sostituita rimanevo con il sottotuta e la pesante tuta da corsa addosso, ed era la prima volta che preferivo restare così per quanto riesca a ricordare. Ci trovavamo nel sud della Francia, ma il pomeriggio era estremamente freddo. Il giorno successivo sono arrivato sul circuito presto, nella mattinata. Abbiamo fatto alcuni giri con la cinepresa sulla sei ruote poi sono uscito nuovamente con la vettura in assetto da corsa. La mia immediata sensazione era che la Project 34 fosse una macchina difficile da pilotare, sembrava come se ci fossero due macchine, la parte anteriore aveva certamente un carattere diverso da quella posteriore, sembrava che le quattro piccole gomme anteriori si riscaldassero molto più velocemente delle gomme posteriori, e perciò ad un certo punto avevo del grip anteriore, mentre dietro era molto poco stabile. Era una sensazione spiacevole e non volevo che si creasse sovrasterzo, perché sarebbe stato molto, troppo brusco. Dovrò aver fatto dieci giri per avere temperatura al punto in cui mi sembravano buone. Sono sceso a un tempo di 1 11 8 e poi sono tornato ai box per parlare con il team. Era interessante parlare con Ken della macchina e particolarmente discutere sulla vettura con Patrick. Egli si è fatto una enorme esperienza con la sei ruote dal programma di collaudo iniziale del 1975 dopo l'annuncio, e ho scoperto che avevo le stesse reazioni che Patrick aveva sperimentato. Sono sceso di nuovo in pista con la macchina, ma più giri facevo, più aumentava il sottosterzo. L'aderenza anteriore cominciava a diminuire, man mano che la temperatura delle gomme posteriori aumentava, dando più grip. Quando la macchina cominciava a sottosterzare sempre di più, ritenevo di aver raggiunto il punto in cui la vettura aveva raggiunto il suo tempo migliore e che stesse per diventare più lenta per l'aumento del sottosterzo. Anche i rapporti non sembravano giusti per il circuito corto del Ricard. La sei ruote richiedeva una forza frenante molto maggiore sul pedale rispetto a una macchina a quattro ruote, ma questo c'era da aspettarselo, perché essa aveva freni su tutte e sei le ruote. Nondimeno era un pedale duro e non esattamente sensibile come io desidero che sia il pedale del freno di una macchina di Formula 1. Non sembrava comportarsi molto bene sulla superficie accidentata. In altre parole quando ero in curva con un certo grado di rollio e la macchina passava sopra un dosso o un punto ondulato, diventava molto instabile, molto nervosa e sembrava cambiare il suo comportamento molto bruscamente. Era quella specie di macchina che si deve persuadere a fare certe cose. Alcune delle sue brutte abitudini erano molto spiacevoli e avevano la tendenza a far sentire il pilota molto insicuro di sé stesso, un aspetto non buono per una macchina da corsa. Penso che aiuta anche a spiegare il modo in cui Ronnie Peterson ha pilotato la macchina durante il 1977. Ronnie ha sempre guidato con uno stile in cui faceva slittare la parte posteriore e mi sono accorto che quando si fa slittare le ruote, e la si mette in sovrasterzo, questo elimina molti dei suoi punti negativi. Ma naturalmente quando si faceva si perdeva aderenza e tenuta anteriore così come laterale. Questo era particolarmente evidente nella curva che mette sul rettifilo principale. Quando attaccavo quella curva in modo aggressivo, lo si avvertiva chiaramente nei tempi realizzati, registrati da Norah Tyrrell con il dispositivo di rilievo della velocità. Le velocità raggiunte sul rettilineo erano relativamente basse, circa 250 km all'ora, ma erano sullo stesso livello delle velocità registrate da Patrick e di Didier. Quando ero arrivato alla fine della mia sessione di prove con quella macchina avevo realizzato un giro in 1 11 3, il che era un tempo abbastanza buono per la mescola delle gomme che usavamo. Pironi è sceso in pista con la vettura e ha registrato 1 11 7. Perciò forse, c'è ancora un po' di vita in questo vecchietto. Didier è un giovane pilota estremamente promettente, potrà farsi un enorme esperienza e conoscenza stando con il team Tyrrell Elf. Egli ha il grosso vantaggio di non dover provare niente a nessuno e può impiegare tutto il tempo che vuole e non deve dare grosse prestazioni nel 1978. Giovani piloti sentono spesso di doversi far valere ed essere riconosciuti immediatamente, ma questo non è il caso. Francois Cevert ha iniziato nel 1970 ed ha avuto delle difficoltà a qualificarsi per il Gran Premio d'Olanda. Ha dovuto infilarsi dietro la mia macchina per ottenere un tempo da qualificazione e spesso era più di due secondi fuori tempo. Ma ha imparato nel modo giusto, gradualmente. La differenza tra le sue prestazioni tra il '70 e '73 era incredibile e alla fine della stagione '73 Francois era veloce quanto me, se non più veloce in molte occasioni. Didier Pironi avrà quel vantaggio del tempo per imparare, e basandomi sulle sue prestazioni nel passato e sulle prime uscite con la F1 ritengo che abbia il talento necessario. È maturo ed intelligente per la sua età. La sei ruote era una delle macchine più rivoluzionarie della Formula 1, dall'avvento dei motori posteriori. Sembrava promettere molto bene nella prima stagione '76, e forse con un po' meno pressione in certi campi la macchina avrebbe potuto avere successo. Forse è rimasto qualcosa su cui i progettisti possano riflettere in futuro. Nel frattempo la Tyrrell si è dedicata a costruire una macchina a quattro ruote progettata da Maurice Philippe, e questa era la successiva macchina che avevo l'occasione di provare. La 008 era una macchina dalle linee molto lisce e un aspetto esterno molto diverso. In passato le macchine di Ken Tyrrell sono state generalmente grosse, robuste, ma la 008 è diversa. Sembra fragile in certi punti, il che può essere ingannevole perché dipende piuttosto dai punti in cui le sollecitazioni vengono applicate. Mi sono seduto al volante della 008 senza molte difficoltà, usando le posizioni del sedile, pedali e sterzo di Patrick, ma le mie gambe erano leggermente sacrificate, dato che lui è leggermente più basso di me. Bisogna ricordare che si trattava solo della terza giornata in cui la macchina si trovava su un circuito, perciò non mi era possibile poter tentare una vera valutazione della sua prestazione futura in corsa. Ci sono sempre dei problemi di raffreddamento, di circolazione e aspirazione del carburante in una nuova macchina e la 008 non era un'eccezione. Ci vuole del tempo per far funzionare correttamente una macchina e più tempo ancora per portarla ad uno stato in cui valga la pena di farla correre. È come un bambino appena nato. Bisogna assicurarsi che tutto funzioni bene prima di allinearsi alla partenza. La macchina accusava noie di alimentazione nelle curve a bassa velocità, e più ero impegnato alla guida, più aumentavano i singhiozzi della macchina. il team si era reso conto del problema e poi ho continuato a girare con i serbatoi pieni. Il team non effettuava ancora regolazioni al telaio per quelle noie di alimentazioni e avevo un notevole sottosterzo, ma sono stato lo stesso in grado di registrare un tempo che mi sembrava abbastanza rispettabile prima che Patrick prendesse il volante per continuare con il lavoro di sviluppo. Ho molto apprezzato che Ken mi ha dato l'occasione di guidare la nuova macchina e sono convinto che la 008 possa dare al team Tyrrell quel successo a cui erano abituati nel passato e dalle prime prove dell'anno sembra possano riuscirci. Per Maurice Philippe si tratta di una grossa sfida, per Patrick Depailler è una nuova occasione e per Didier Pironi è un inizio meraviglioso della sua carriera di Gp."
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