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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
MessaggioInviato: gio gen 23, 2025 4:39 pm 
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Località: Ovunque ci sia una birra ghiacciata
mauro65 ha scritto:
Parli forse della Cina che sta bruciando carbone e greggio come se non ci fosse un domani?



E che sta invesdtendo nelle rinnovabili come se il mondo finisse stasera?


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
MessaggioInviato: gio gen 23, 2025 4:42 pm 
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Iscritto il: ven gen 11, 2019 2:47 pm
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cometa rossa ha scritto:
mauro65 ha scritto:
Parli forse della Cina che sta bruciando carbone e greggio come se non ci fosse un domani?



E che sta invesdtendo nelle rinnovabili come se il mondo finisse stasera?

Investe su tutte le fonti di energia, non solo sulle rinnovabili.


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
MessaggioInviato: gio gen 23, 2025 4:45 pm 
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mjazz ha scritto:
cometa rossa ha scritto:
mauro65 ha scritto:
Parli forse della Cina che sta bruciando carbone e greggio come se non ci fosse un domani?



E che sta invesdtendo nelle rinnovabili come se il mondo finisse stasera?

Investe su tutte le fonti di energia, non solo sulle rinnovabili.


Vero. Ma sulle fossili, gas a parte, ha tirato discretamente il freno, su nucleare e rinnovabili va a manetta (non so se c'entri la figuraccia delle olimpiadi 2008 e lo smog nelle città, ma è da li che hanno cominciato ad elettrificare l'elettrificabile e a produre energia anche da fonti rinnovabili)


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
MessaggioInviato: gio gen 23, 2025 4:46 pm 
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Si, tirano tanto sul fotovoltaico, anche perchè i pannelli li producono in casa.


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
MessaggioInviato: gio gen 23, 2025 5:52 pm 
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E devono ripagarsi tutti gli investimenti in Africa per le terre rare.
Essendo molto opportunisti, dal punto di vista commerciale, si tengono aperte tutte le porte future più promettenti


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
MessaggioInviato: gio gen 23, 2025 5:58 pm 
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nel 2035 non succederà nulla cit.


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
MessaggioInviato: lun gen 27, 2025 10:58 am 
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Iscritto il: ven apr 28, 2006 6:03 pm
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French ministers are calling for the European Commission to immediately suspend standards for car emissions on the grounds that the regulation benefits Chinese automakers and Tesla.

Implementing the regulation “would be a political error that would damage the credibility of our Union and its industrial strategy,” three ministers including minister of Europe Benjamin Haddad, industry and energy minister Marc Ferracci and ecology chief Agnes Pannier-Runacher said in an op-ed published Jan. 24 in Les Echos.

“A rigid stance,” the op-ed read, “would result in billions transferred to Chinese manufacturers, some of whom have conquered their European market share through unfair trade practices, or to Tesla, whose CEO Elon Musk is openly attacking European regulations and values.”

European automakers have long complained that 2025 emissions targets could cost billions of euros to comply with in the midst of slowing demand for electric vehicles.

Sign up for the Automotive News Europe Daily to get the top news of the day in Europe every business weekday.

Earlier this week, Germany’s Volkswagen Group estimated that the EU emissions standards would cost the company €1.5 billion ($1.6 billion) this year.

France’s Renault similarly may need to pay fines or compensate an EV maker for help with hitting the targets.

The French government separately has called for a “massive” regulatory pause, starting with ESG rules, and reducing the scope of an EU regulation that requires companies to provide transparency on their environmental impact.

The three ministers refer to a “sword of Damocles” imperiling an industry that employs some 3.5 million Europeans. They praise EU Commission President Ursula von der Leyen for opening a dialogue on the future of the auto industry but say the fines must first be suspended.

They suggest allowing European carmakers to smooth out the targets to be reached over three to five years, by 2030.

Il governo francese sta esercitando una forte pressione per limitare oppure eventualmente cancellare completamente le multe per le immissioni previste per il 2025. Ovviamente il governo fa il gioco dei costruttori nazionali però i ministri stanno dicendo una sacrosanta verità, che con il sistema attuale l’Europa sta facendo un favore enorme a Tesla e ai costruttori cinesi.
I profitti di Tesla vengono gonfiati in modo significativo grazie al pooling delle emissioni, mentre le case cinesi vengono ulteriormente aiutate nel conquistare quote di mercato.
Onestamente vedo una fortissima rigidità da parte delle istituzioni europee, che al massimo sono disposte a fare minimi ritocchi. Il 2025 sarà un anno molto pesante.


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
MessaggioInviato: lun gen 27, 2025 5:13 pm 
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Località: Ovunque ci sia una birra ghiacciata
Bmw (assieme a Tesla, Saic, Byd e Geely) ha fatto ricorso contro i dazi europei sulle auto elettriche cinesi
https://www.ansa.it/canale_motori/notiz ... WZ3uZqhdyQ

Quanto è bello quando ci prendono per il didietro


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
MessaggioInviato: lun gen 27, 2025 5:28 pm 
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cometa rossa ha scritto:
Bmw (assieme a Tesla, Saic, Byd e Geely) ha fatto ricorso contro i dazi europei sulle auto elettriche cinesi
https://www.ansa.it/canale_motori/notiz ... WZ3uZqhdyQ

Quanto è bello quando ci prendono per il didietro
Bmw importa qualcosa dalla Cina?


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
MessaggioInviato: lun gen 27, 2025 5:31 pm 
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Iscritto il: ven apr 28, 2006 6:03 pm
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Ovvio, per sperare (speranza vana) di continuare a guadagnare sul mercato cinese (sicuramente molto di meno rispetto a prima) i costruttori tedeschi si mettono agli ordini dei desiderata di Pechino, tagliando il ramo su cui sono seduti dato che al massimo entro 5 anni i cinesi attaccheranno nel settore del lusso (nel mercato locale lo stanno già facendo adesso).
Storicamente quando i tedeschi vedono l'occasione di fare un errore strategico mostruoso corrono a più non posso verso di esso.
Tra la furia protezionistica di Trump e il dumping industriale di Pechino noi europei saremo il vaso di coccio.


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
MessaggioInviato: lun gen 27, 2025 5:31 pm 
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La X3 elettrica e non poche Mini.


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
MessaggioInviato: lun gen 27, 2025 6:03 pm 
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daimlerchrysler ha scritto:
Ovvio, per sperare (speranza vana) di continuare a guadagnare sul mercato cinese (sicuramente molto di meno rispetto a prima) i costruttori tedeschi si mettono agli ordini dei desiderata di Pechino, tagliando il ramo su cui sono seduti dato che al massimo entro 5 anni i cinesi attaccheranno nel settore del lusso (nel mercato locale lo stanno già facendo adesso).
Storicamente quando i tedeschi vedono l'occasione di fare un errore strategico mostruoso corrono a più non posso verso di esso.
Tra la furia protezionistica di Trump e il dumping industriale di Pechino noi europei saremo il vaso di coccio.
Purtroppo, di solito tu la imbrocchi giusta :piangi

I teutonici amano marciare compatti verso il burrone, lo sappiamo. Eppure la storia qualcosa dovrebbe insegnare. L’unica potenziale difesa sarebbe il design (diciamocela tutta, le auto cinesi fanno schifo al pene del cane), ma mi aspetto che Pechino acquisti in blocco qualche studio europeo di design. Ci sarebbe anche la questione ricambi e manutenzione, ma visti i costi folli delle reti europee, capace che BYD & C. qualcosa si inventino. A proposito, mi consta che la manodopera BMW nelle grandi città tedesche avesse superato i 150 euro orati già diversi anni fa, ti risulta?


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
MessaggioInviato: lun gen 27, 2025 6:03 pm 
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daimlerchrysler ha scritto:
La X3 elettrica e non poche Mini.
Ah ecco


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
MessaggioInviato: lun gen 27, 2025 6:12 pm 
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Il design te lo riesci a comprare, altro aspetto preoccupante è che i costruttori europei adesso tentano di copiare i cinesi come linee stilistiche.
Una cosa era creare auto bling bling per far compiacere ai cinesi (l’era delle griglie giganti era stata fatta per sfondare negli States), un’ altra è copiare proprio loro.

Ho letto che i costi orari a Wolfsburg sono pari a 85 euro all’ora e secondo le stime sono i più alti in Germania.
BMW storicamente ha una produzione più flessibile di Mercedes e soprattutto di Vw.
Lessi circa 50 euro l’ora per Regensburg.
Il problema in Germania sono i costi del lavoratore che crescono senza limiti e i costi dell’energia, in grandissima parte per colpa delle politiche dei Verdi.


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
MessaggioInviato: mer gen 29, 2025 9:01 am 
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as they struggle to ramp up EV sales.

Much of Hyundai’s increase in EV sales in Europe for 2025 will come from the newly launched low-cost Inster electric minicar. The Inster starts at €23,900 ($25,000) in Germany for the entry model with a 42-kilowatt-hour battery.

Hyundai is currently offering the car to German customers for €199 a month with no down payment.

Hyundai has also said it will offer the newly launched Ioniq 9 large electric SUV in Europe this year.

The car was unveiled at the Los Angeles auto show in November with a 110 kWh battery.

The Ioniq 9 is a sister model to the Kia EV9, which sold over 10,000 units in Europe last year. Hyundai said the Ioniq 9 would have a WLTP-measured range of 620 km (385 miles).

Hyundai is also expected to reveal a compact model potentially called Ioniq 3 in 2025 that would follow the Kia EV3, which launched in 2024.

Hyundai’s biggest selling electric model in Europe last year was the Kona small SUV, accounting for just over half of the brand’s European EV total at 36,526, according to figures from Dataforce.

The Ioniq 5 midsize SUV was the next best-selling EV at 22,830. The Ioniq 6 sedan was a relatively niche model with 8,731 sales.

Hyundai also includes Genesis sales in its European figures. Last year the premium brand sold 1,383 electric models in Europe and this year will drop all combustion-engine variants in a move that will help lower Hyundai’s overall CO2 figures.

Hyundai-Kia punta a raddoppiare le vendite dei propri modelli Bev in Europa nel 2025 in modo da poter evitare le multe. È una sfida difficilissima ma almeno i coreani stanno offrendo modelli a prezzi più contenuti come la EV3 e la Ineos. Se i costruttori non si danno una mossa a lanciare elettriche a prezzi non osceni forse la situazione non sarebbe così disastrosa come adesso.


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
MessaggioInviato: mer gen 29, 2025 11:16 am 
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https://www.autonews.com/manufacturing/ ... china-evs/

Anche Mercedes denuncia l'unione europea per le tariffe contro le bev cinesi.
Il ceo di Mercedes è anche capo di Acea che chiede all'unione europea aiuti statali contro l' invasione cinese :?


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
MessaggioInviato: mer gen 29, 2025 12:48 pm 
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Iscritto il: mar apr 08, 2008 1:42 pm
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Località: Sardinia
L'Europa che fissa i dazi ai prodotti cinesi dopo aver messo le case europee al palo con lo stop ai termici nel 2035 è come quella bella ragazza che usciva con te e dopo avertela fatta annusare da vicinissimo poi non te la dava.

_________________
-- LE IENE PORTANO BENE --
- Renault New Laguna Sportour 4Control 2.0 dCi 150cv - 06/2010 -
- Suzuki GSR 600 K6 - 04/2006 -
- Ford Transit VII T350L 2.2 Tdci 140 cv - 06/2008
- [New entry] Lancia Delta Oro 1.4 T-Jet GPL 120 cv - 09/2008


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
MessaggioInviato: gio gen 30, 2025 8:11 am 
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Località: La città con l'acca nel nome
Articolo moolto critico di Startmag:

«L’economia tedesca è a pezzi e nessuno ha un piano B». È il titolo che campeggia in prima pagina sul Wall Street Journal di martedì. Si parla della parabola discendente della città bavarese di Ingolstadt, quartier generale dell’Audi, nelle cui casse oggi c’è un ammanco di entrate per tasse locali pari a circa 100 milioni di euro, che il gruppo Volkswagen era solito versare annualmente. Col risultato che il sindaco della città non sa come far quadrare i conti.

Profitti in calo del 91% nel terzo trimestre 2024, migliaia di posti tagliati e all’improvviso a Ingolstadt si parla di «effetto Detroit». Quella che una volta era la punta di diamante dell’industria tedesca, che aveva costruito la sua supremazia sulla crescente domanda dell’immenso mercato cinese, ora si ritrova, contemporaneamente, a subire la concorrenza dei produttori cinesi e il contraccolpo della domanda del Dragone che non cresce più ai ritmi del primo decennio.
Se a questo ci aggiungiamo la crisi dei prezzi energetici (via abbandono delle centrali nucleari e cessazione delle forniture di gas russo), i dazi della prima presidenza Trump, l’ossessiva regolamentazione della Ue, il risultato finale è che il PIL tedesco nel 2025 rischia di chiudere in calo per il terzo anno consecutivo. Qualcosa che non accadeva dal 1951. Produrre in Germania costa dieci volte di più che produrre in Texas.

Il problema ancora più grave è che non ci sono idee per ripartire. Infatti sono venute meno le condizioni esterne che consentirono alla Germania, agli inizi del primo decennio, di portare la quota dell’export fino al 43% del PIL. Fino a raggiungere l’eccezionale risultato di esportare i due terzi delle auto prodotte nel Paese. Allora fu relativamente facile imporre la moderazione salariale, tagliare il welfare e affrontare con il vento in poppa dei mercati mondiali che domandavano prodotti tedeschi. Una sorta di svalutazione competitiva interna. Svalutarono il lavoro, anziché la moneta, non più sotto il loro controllo. Oggi, la Cina non ha più quei tassi di crescita a doppia cifra e ha imparato a costruire prodotti tecnologicamente comparabili, se non migliori, a quelli tedeschi. Inoltre il commercio mondiale è in frenata. In sostanza la Germania ha perso i clienti. Vengono così a galla tutte le magagne di un ventennio che si credeva “glorioso”, ma che è stato soltanto il risultato di una politica miope che ora sta presentando il conto. Quando si privilegia sistematicamente il risparmio agli investimenti, soprattutto in infrastrutture pubbliche chiave (trasporti, reti informatiche, ecc…) si erode alla base la competitività di un Paese. Si registra una mancanza di idee perché solo da pochi mesi il grande pubblico tedesco ha capito che non si tratta di una crisi passeggera, risolvibile con qualche aggiustamento tattico, ma di qualcosa di più profondo e strutturale e Olaf Scholz è diventato il Cancelliere più impopolare dal 1949, con elezioni tra poche settimane dall’esito molto incerto.

La reazione dei consumatori tedeschi è stata quella di aumentare ancor più il tasso di risparmio, contribuendo così ad un ulteriore stagnazione della domanda.

Se questa è la fotografia attuale. Non possiamo dimenticare che la crisi del settore automobilistico tedesco è in buona parte autoinflitta. Si tratta, puramente e semplicemente, di errori strategici (ben due in poco meno di 10 anni) con i quali si è trascinata dietro buona parte del resto dell’industria del continente.

Infatti bisogna andare indietro con la memoria alla primavera del 2014. Con l’esplosione del Dieselgate negli USA – in sintesi, le emissioni su strada di alcune auto Volkswagen erano nettamente superiori a quelle registrate durante i test sui banchi di prova – cominciò il declino dell’auto e del manifatturiero tedesco. Milioni di vetture coinvolte (5 milioni solo quelle del gruppo Volkswagen) richiami, repentini cambi di management, un vero e proprio terremoto che dopo pochi mesi arrivò in Europa e contribuì a peggiorare il quadro.

Da quella crisi, originò la svolta “green”. Una precisa e deliberata scelta strategica, quella di affrancarsi dalla trazione con combustibili fossili per passare a quella elettrica, nella convinzione che, ancora una volta avrebbe prevalso l’eccellenza tecnologica tedesca. Ma quella scelta è già oggetto di insegnamento nelle business school come esempio di una madornale sottovalutazione dell’assenza di fattori distintivi, critici per il successo: la disponibilità della filiera produttiva a monte (soprattutto quella di produzione delle batterie e delle relative materie prime) e l’avanzamento tecnologico. In entrambi i casi, i più grandi competitor cinesi e USA erano molto più avanti, anche perché disponevano di un mercato interno in cui era facile conseguire importanti economie di scala.

Fino alla crisi Covid la Germania era riuscita a tenere testa ai concorrenti, ma dal 2020 è iniziato un lento declino delle esportazioni di auto. Oggi la Cina esporta oltre 6 milioni di auto e la Germania circa 3,5 milioni. Il motore del manifatturiero tedesco si è piantato.

E qui arriva il Green Deal europeo. Che è l’infruttuoso tentativo della Germania – per reagire allo smacco del Dieselgate – di imporre una svolta tecnologica all’intera manifattura europea, nell’egoistico obiettivo di riconvertire con successo buona parte della sua base produttiva alle nuove esigenze di mercato, imposta dirigisticamente dalla Commissione. Alla quale del clima interessava giusto il minimo, perché l’obiettivo era salvare l’industria tedesca. Ma, per gli stessi motivi specificamente indicati per l’automotive, la costruzione di pannelli solari, batterie, turbine per pale eoliche, è diventata una interminabile sequenza di fallimenti. Troppo il divario da recuperare con gli altri competitor mondiali, soprattutto, anche in questo caso cinesi. È bene sempre ripetere che il Green Deal è la risposta – strategicamente fallimentare – al Dieselgate. Il Green Deal è (o meglio è stata) la ricerca (fallita) di un’opportunità di affari. Ci credevano, ma è andata male e ora correggere la rotta è ancora più costoso e doloroso.

L’aggravante è che tutto ciò è avvenuto anche a spese degli altri Stati membri. Lungo due direttrici: dirottando risorse del bilancio della Ue a favore di sussidi nazionali e imponendo ampie deroghe al divieto di aiuti di Stato, con l’effetto di distorcere pesantemente la concorrenza nel mercato unico.

Ma, come spesso accade, se qualcosa può andare male, lo farà. E così la seconda presidenza Trump con la minaccia di dazi, l’abbandono degli accordi di Parigi, lo stop alla corsa alle auto elettriche e il rinnovato stimolo alla produzione di fonti energetiche fossili, ha nuovamente scompaginato lo scenario strategico. Nelle case automobilistiche tedesche, all’improvviso, i business plan di qualche settimana fa sono diventati carta straccia.

Perché finora era stata propria l’amministrazione Biden, che aveva sostanzialmente sposato la filosofia del Green Deal e aveva fatto credere alla Germania e alla Ue di essere sulla strada giusta, sia pure da inseguitori e senza la baldanza dei primi anni ’20.

Dopo gli ordini esecutivi del 20 gennaio, Trump ha dichiarato che il “Re è nudo”, ha rilanciato la politica dei dazi all’importazione già attuata nel precedente mandato presidenziale, costringendo i tedeschi ad un radicale ripensamento degli investimenti eseguiti e programmati lungo tutta la filiera dell’automotive.

Capita anche ai più bravi di sbagliare strategia (infilarsi nel business dell’auto elettrica da inseguitori) ma sbagliare due volte (credere che gli Usa avrebbero continuato a credere nella favola “green”, spalleggiando la Ue, quando erano chiari i segnali della forte opposizione interna alle politiche di Joe Biden, prima ancora dell’avvento di Trump), è diabolico.

Ora la Germania (e la UE) è davanti a un bivio. Prendere atto che il Green – nelle forme “talebane” di questi ultimi anni – è morto e che non si può prosperare in eterno sulla domanda estera, oppure schiantare definitivamente l’automotive e il manifatturiero.

Nel 1945 fu necessario far entrare i carri sovietici del maresciallo Zukov a Berlino per far terminare la guerra. Speriamo che 80 anni dopo i tedeschi abbiano imparato la lezione e si fermino prima.


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
MessaggioInviato: gio gen 30, 2025 9:12 am 
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basta vedere come è programmato SAP per capire che non ci arriveranno mai. Quando ci renderemo conto che i tedeschi non sono un esempio da seguire (innanzitutto noi italiani, ma poi anche tutti gli altri europei) sarà sempre troppo tardi.

Ecco, magari poi evitiamo di seguire i francesi :sweatdrop:

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"Scusi, ma lei ha preso la patente di guida veloce?"


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
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ste79 ha scritto:
basta vedere come è programmato SAP per capire che non ci arriveranno mai.


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
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ste79 ha scritto:
basta vedere come è programmato SAP per capire che non ci arriveranno mai. Quando ci renderemo conto che i tedeschi non sono un esempio da seguire (innanzitutto noi italiani, ma poi anche tutti gli altri europei) sarà sempre troppo tardi.

Ecco, magari poi evitiamo di seguire i francesi :sweatdrop:

Per fortuna i teteski di Siemens ci hanno lasciati indipendenti e la maggior parte degli sviluppi è comandata dagli USA e fatta in USA, Italia, UK, Israele, India e Cina

_________________
Alla guida di una KIA SPORTAGE 1.6 Turbo Benza Ibrida
Guidavo una Stelvio senza Apple CarPlay
Guidavo una sorprendente svedese - V90 D4
Guidavo una bella A6 SW TDI Grigio Floret. Veloce Comoda Bella Anonima
Guidavo una anonima e puzzolente 320d Touring MSport...
Guidavo una splendida Range Rover Evoque... Si, si girano tutti al semaforo...
Guidavo una fantastica A5 Sportback S-Line, 2.0 TDI 170cv...


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
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UGII ha scritto:
ste79 ha scritto:
basta vedere come è programmato SAP per capire che non ci arriveranno mai. Quando ci renderemo conto che i tedeschi non sono un esempio da seguire (innanzitutto noi italiani, ma poi anche tutti gli altri europei) sarà sempre troppo tardi.

Ecco, magari poi evitiamo di seguire i francesi :sweatdrop:

Per fortuna i teteski di Siemens ci hanno lasciati indipendenti e la maggior parte degli sviluppi è comandata dagli USA e fatta in USA, Italia, UK, Israele, India e Cina


UK e India.
COSA MAI POTRA' ANDARE STORTO?


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
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L’articolo dice quasi al 100% la verità, la Germania si trova di fronte alla necessità di prendere decisioni impopolari che assolutamente non vuole prendere.
Da mesi la Confindustria tedesca sta cercando di introdurre nel dibattito pubblico la necessità di lavorare di più e a costi inferiori, non vi dico le risposte delle associazioni sindacali.
Temo che la possibilità di abbandonare il Green deal non ci sia più, c’è un irrigidimento da parte dei verdi che non vogliono assolutamente compromessi, ti dico apertamente che è meglio una crisi economica prolungata che tentare il rilancio.
La strategia a breve termine delle case tedesche è enormemente a rischio, in Cina perdono massicciamente terreno a favore dei costruttori locali, in Europa non riescono a imporre i modelli elettrici e sono costretti a venderli, mentre in America Trump imporrà dazi che danneggeranno mostruosamente la redditività.
Non è un caso che fornitori enormi come Bosch e Continental siano in crisi nera.


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
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https://www.corriere.it/motori/news/25_ ... 9qAMUscpRA


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
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Una plug in costa dai 6.000 ai 10.000 euro in più della termica pura.


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
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cometa rossa ha scritto:
Una plug in costa dai 6.000 ai 10.000 euro in più della termica pura.
inizio a pensare che si arriverà ad aprire alle HEV. Meglio pagare dazio a Toyota che farci incaprettare da Pechino.


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
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mauro65 ha scritto:
cometa rossa ha scritto:
Una plug in costa dai 6.000 ai 10.000 euro in più della termica pura.
inizio a pensare che si arriverà ad aprire alle HEV. Meglio pagare dazio a Toyota che farci incaprettare da Pechino.

Ho dei dubbi su questo, mi pare già una grossa concessione, che però è meglio di niente per chi comunque non troverebbe nulla di confacente fra le BEV.


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
MessaggioInviato: gio feb 06, 2025 4:46 pm 
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mauro65 ha scritto:
cometa rossa ha scritto:
Una plug in costa dai 6.000 ai 10.000 euro in più della termica pura.
inizio a pensare che si arriverà ad aprire alle HEV. Meglio pagare dazio a Toyota che farci incaprettare da Pechino.


Guarda che Pechino non c'entra nulla, ma proprio nulla. Il settore dell'auto, oggi, è in crisi nera e mica c'è obbligo di comprare a batteria. Si sono semplicemente richiusi (i costruttori) in un mondo autoreferenziale, dove bastava sparare un prezzo qualsiasi, tanto poi arrivava la finanziaria con anticipo, minirate per 3 anni, maxirata e la gente le comprava lo stesso. Il problema non è stato Pechino, è stata la Lagarde. Ed il giocattolo si è rotto. E quegli scappati di casa, adesso, invece di far eun bel mea culpa su modelli e relativo posizionamento, danno la colpa ad altri.
Ps; imho, ovviamente, ma se aprono alle HEV, tra 20 anni sono tutti morti; perchè quando il clima obbligherà a dismettere i combustibili fossili ( perchè il clima se ne sbatte dei nostri ragionamenti economici o geopolitici), o a limitarli fortemente, i cinesi non avranno più 10 anni di vantaggio competitivo, sui modelli a batteria, ne avranno 25: e si papperanno tutto il mercato


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
MessaggioInviato: gio feb 06, 2025 5:16 pm 
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cometa rossa ha scritto:
mauro65 ha scritto:
cometa rossa ha scritto:
Una plug in costa dai 6.000 ai 10.000 euro in più della termica pura.
inizio a pensare che si arriverà ad aprire alle HEV. Meglio pagare dazio a Toyota che farci incaprettare da Pechino.
Guarda che Pechino non c'entra nulla, ma proprio nulla. Il settore dell'auto, oggi, è in crisi nera e mica c'è obbligo di comprare a batteria. Si sono semplicemente richiusi (i costruttori) in un mondo autoreferenziale, dove bastava sparare un prezzo qualsiasi, tanto poi arrivava la finanziaria con anticipo, minirate per 3 anni, maxirata e la gente le comprava lo stesso. Il problema non è stato Pechino, è stata la Lagarde. Ed il giocattolo si è rotto. E quegli scappati di casa, adesso, invece di far eun bel mea culpa su modelli e relativo posizionamento, danno la colpa ad altri.
Ps; imho, ovviamente, ma se aprono alle HEV, tra 20 anni sono tutti morti; perchè quando il clima obbligherà a dismettere i combustibili fossili ( perchè il clima se ne sbatte dei nostri ragionamenti economici o geopolitici), o a limitarli fortemente, i cinesi non avranno più 10 anni di vantaggio competitivo, sui modelli a batteria, ne avranno 25: e si papperanno tutto il mercato
Imho Pechino c'entra perché hanno il controllo completo dell'intera filiera. O troviamo noi una nuova tecnologia di batteria (e nel frattempo andiamo avanti a petrolio) o, se insistiamo a forzare i BEV (e siamo solo noi in tutto il mondo a farlo in questa maniera, perfino in Cina con una marea di colonnine pubbliche e con il kWh a prezzo politico di circa 7 centesimi i BEV non vanno oltre il 30% del mercato) siamo fottuti comunque.
Poi ti dò non ragione, ma cento volte ragione sulla miopia commerciale dei nostri produttori e sulle responsabilità della Lagarde. Ma i 5.000/6.000 euro medi di sanzione sulle termiche pure non li hanno voluti né Lagarde né i produttori.
Quanto alla dismissione dei fossili imposta dal clima tra n-anni (forse anche prima dei 20 che esemplifichi tu), pensi davvero che l'energia elettrica sarà prodotta 100% dalle rinnovabili neiu pasei più energivori?


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrificazione
MessaggioInviato: ven feb 07, 2025 11:04 am 
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Hanno il controllo completo dell'intera filiera perchè sanno perfettamente che, tra poco tempo, si andrà necessariamente su quel tipo di alimentazione ( poco tempo può voler dire anche 20 anni, nelle menti dei cinesi). Si sono mossi prima degli altri, mia mica per colpa loro; sono semplicemente stati più lungimiranti ed attenti; nel mentre il loro mercato, dati stimati, nel 2024 raggiungerà i 24 milioni di veicoli, e nel 2023 l'elettrico era al 50% (non al 30%). Significa 12 milioni di veicoli elettrici venduti sul solo mercato cinese. Una cifra che equivale a quasi tutto il mercato europeo. E ci chiediamo perchè la triade è contro i dazi? Perchè lo sanno perfettamente che il futuro, del mercato dell'auto è li, e senza elettrico non venderai nulla. E da li si espanderà in tutto il sud est asiatico, perchè la Cina, volenti o nolenti, è la potenza dominante dell'area. E noi stiamo qui a disquisire su qualcosa che, in Europa, avverrà tra 10 anni, quando il resto del mondo, che automobilsiticamente conta, sta già andando in quella direzione da un pezzo; adesso gli Usa, grazie ad uno di 79 anni, hanno deciso di fare marcia indietro. Vediamo per quanto, perchè, ribadisco, l'accumolo di co2 nell'atmosfera se ne sbatte delle puttanate di Trump, va avanti, e presenta il conto in continuazione.
In merito alla mobilità elettrica, è abbastanza plausibile che, nei primi anni, una buona parte dell'energia deriverà ancora da fonti fossili, finchè il nucleare non riprenderà piede. Ma o il processo lo si comincia o non si va da nessuna parte. I cinesi lo hanno cominciato da un pezzo, ed avranno un vantaggio competitivo che l'industria europea, probabilmente, non raggiungerà più; ma, ripeto, la colpa è solo ed esclusivamente nostra.
E se i costruttori cominciano a prendere calci nel culo anche sui modelli termici, è sempre un discorso di completo cannamento di strategie di posizionamento e di sviluppo modelli.
In merito alle multe, c'è un articolo su un 4r di qualche mese fa, chi compra la rivista lo può trovare facilmente, che nel 2023 i costruttori europei hanno venduto pochissimo, e, nonostante le multe, hanno fatto il botto di utli, dividendi, marginalità e liquidità. Questo, in soldoni, significa che hanno pompato tutte le componenti dei listini, dal prezzo dei modelli, a quello dei ricambi, alla manodopera, a livelli folli. Poi si lamentano che non vendono più per colpa della commissione europea.


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