La Ami 6 era una autovettura prodotta dal costruttore francese Citroën derivata direttamente dalla 2CV, che si propose come sua variante.
Storia
La Ami 6 nacque nel 1961 come variante della 2CV, per contrastare l'avvento della Renault 4 ma anche per colmare il vuoto lasciato nella gamma tra la piccola 2CV e l'ammiraglia DS, nate in precedenza. La Citroën, che già all'epoca era da tempo famosa per le sue innovazioni e per il suo stile decisamente anticonformista di creare automobili, stavolta si superò creando un oggetto talmente insolito da suscitare un mare di perplessità. La linea della vettura era in effetti qualcosa di veramente non convenzionale per l'epoca: alle linee di fiancata ammorbidite con le classiche ruote posteriori dotate di carenature meglio raccordate con i parafanghi si contrapponeva la spigolosità della coda e del curioso lunotto inclinato al contrario, simile solo alla contemporanea Ford Anglia e a nessun altra auto dell'epoca. I fari anteriori erano enormi e il cofano motore era caratterizzato da un profondo incavo che arrivava fino alla calandra, andando a dividere così i due gruppi ottici.
Vista della particolare linea di fiancata di una Ami 6
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... erline.jpg
Le dimensioni della Ami 6 erano superiori rispetto a quelle della 2CV e ciò la poneva di fatto leggermente sopra alla 2CV stessa, andando ad avvicinarla di più ad una berlina medio bassa che non ad una utilitaria. In effetti, l'obiettivo commerciale della Ami 6, come già spiegato in precedenza, era quello di andare a interporsi tra la 2CV e la DS, in modo da completare la gamma. La Ami 6 incontrò un moderato successo, poiché se era vero che in molti le si affezionarono, era anche vero che non pochi furono i detrattori. Del resto una linea così particolare non lasciava spazio a mezze misure: o la si amava o la si odiava. In ogni caso, i dati di vendita non furono certo allarmanti, anzi, gettarono i presupposti per il lancio della versione break, ossia la familiare. Quest'ultima versione incontrò molti più favori della berlina, sia per la linea più convenzionale, sia per il fatto che una coda dalla linea così particolare come quella della berlina creava un effetto aerodinamico indesiderato che disturbava la vettura durante la marcia e che di fatto fu eliminato proprio con la versione Break.
Ami break
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... B-PA69.jpg
Anche la Ami 6, come la 2CV era caratterizzata dall'equipaggiamento molto essenziale e spartano. Il segreto del suo successo fu il fatto di poter ottenre una berlina spaziosa e sufficientemente confortevole ad un prezzo più che concorrenziale.
A partire dal 1966, la Ami 6 fu sottoposta ad un lieve ma evidente restyling ed una variazione nella gamma, nella quale fu introdotta la versione Club, meglio rifinita.
Ami 6 seconda serie
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... n_ami6.jpg
Le versioni Club adottarono anche i doppi fari tondi in luogo dei precedenti enormi fari ellissoidali. Nel 1969 vi fu il lancio della Renault 6, a sua volta variante della Renault 4 e principale concorrente della Ami 6. Per fronteggiare la concorrente, la Citroën studiò una possibile sostituta della Ami 6. Lo stesso anno fu pronta al debutto, con il nome di Ami 8. Per poco più di un anno le due Citroën convissero nello stesso listino. Poi, nel 1971, la Ami 6 cedette definitavamente il passo alla Ami 8.
Meccanica
Le affinità della Ami 6 con la 2CV si avevano nel telaio, che era il medesimo. Solo il motore era nuovo: la Ami 6 fu infatti la prima vettura a montare il bicilindrico boxer da 602 cc raffreddato ad aria che sarebbe poi stato montato anche sulla 2CV stessa. Il motore inizialmente disponeva di 22 CV, saliti poi a 25 nel 1964 e addirittura a 35 nel 1967. La Ami 6 disponeva di freni a tamburo sulle 4 ruote e di cambio a 4 marce, con la prima non sincronizzata. Naturalmente, come le sue cugine 2CV, ID e DS, anche la Ami 6 era a trazione anteriore Per quanto riguarda le prestazioni, le prime versioni da 22 CV già consentivano un allungo massimo di 105 km/h, che arrivava anche a 115 km/h nelle versioni più potenti. Merito anche del peso contenuto, che a secco era di 805 kg.
-------------------------------------------------------------
Ami 8
La Ami 8 era una vettura berlina di classe medio-bassa prodotta dalla Casa francese Citroën e nata per sostituire la Citroën Ami 6 e competere con una concorrenza sempre più agguerrita.
Storia
Nel 1969, la Renault, da sempre una delle principali concorrenti della Citroën, lanciò la Renault 6, una vettura di classe medio bassa, che si propose come alternativa alla Renault 4 e che doveva rubare clienti alla Citroën Ami 6. Alla Citroën, visto il lancio imminente della vettura, non stettero a guardare, ma studiarono una nuova vettura, dal design rinfrescato che potesse contrastare l'arrivo della Renault 6 stessa. Tale vettura avrebbe dapprima affiancato e poi definitivamente sostituito la Ami 6.
La vettura definitiva prese il nome di Ami 8, e fu pronta al lancio commerciale prima della fine del 1969 stesso e riprese pari pari le stesse caratteristiche di gamma della Ami 6. Quindi stesso telaio e stesso motore, vale a dire il bicilindrico boxer raffreddato ad aria da 602 cc. Sempre per quanto riguarda la tecnica, l'Ami 8 beneficiò dell'introduzione dei freni a disco anteriori e della barra antirollio. Il cambio rimase lo stesso a 4 marce già montato sulla Ami 6, con le migliorie apportate sulle ultime versioni. Per quanto riguarda le versioni, anche per l'Ami 8 vi fu una versione Club, più riccamente allestita e rifinita. In più fu introdotta anche la versione Break, praticamente identica alla Ami 6 Break, tranne che per il frontale e pochissimi altri piccoli particolari. Dal punto di vista della linea, mentre quella della Ami 6 era opera dell'estroso Flaminio Bertoni, quella della Ami 8 era rivista dallo stilista Robert Opron, che avrebbe disegnato le Citroën degli anni Settanta. Le differenze si ebbero nella parte posteriore, che perse il lunotto rovesciato tipico della Ami 6 in favore di uno più convenzionale, piuttosto inclinato e che diede alla coda un profilo sfuggente. Cambiarono anche i fari posteriori, piccoli e rettangolari. Altre differenze si ebbero nel frontale, che fu ridisegnato. Ad ogni modo, la maggior parte della componentistica rimase la stessa della Ami 6 ed anche la linea, nonostante la nuova rivisitazione, non ne uscì stravolta. Rimasero pertanto le classiche carenature posteriori tipiche del design di Bertoni (e che sarebbero rimaste ancora a lungo come elemento caratterizzante delle successive Citroën) e le nervature lungo le fiancate.
La Ami 8 riscosse anch'essa un buon successo, anche se non sarebbe mai stato eccezionale come lo furono la 2CV o la DS. In ogni caso non si rivelò di certo un fiasco. La berlina fu prodotta fino al 1978, mentre la Break le sopravvisse di un anno e fu pensionata quindi nel 1979.
Versioni speciali
Vi furono almeno due versioni speciali della Ami 8: la prima era nota con il nome di Ami Super e non era altro che una Ami 8 con il più grintoso motore della contemporanea e più grande Citroën GS, ossia un 4 cilindri raffreddato ad aria da 1015 cc, in grado di svilluppare una potenza massima di 55 CV. Un'altra caratteristica furono i fari allo iodio, montati solo in questo particolare tipo di Ami 8. In questo modo, la Ami 8 acquistò in brillantezza nelle prestazioni, arrivando ad una velocità massima di 140 km/h. Il grosso difetto di quest'auto era il prezzo, decisamente troppo elevato, il che limitò la sua produzione a soli 42.000 esemplari. La seconda versione speciale fu la M35, una Citroën Ami 8 con carrozzeria coupé a 2 porte equipaggiata con un motore rotativo Wankel da 995 cc. La potenza massima era di 49 CV a 5500 giri/min. In realtà la M35 non fu una vera e propria versione ufficialmente in listino, ma piuttosto una versione prodotta in serie molto limitata e destinata ad alcuni clienti che ne potessero saggiare le doti e testare la vettura. L'esperimento si rivelò in questo caso un fiasco: il Wankel era ancora lontano dall'essere perfezionato e peccava di scarsa affidabilità ed eccessivo consumo. Inoltre la M35 costava veramente molto, praticamente come una contemporanea ID, perciò, dopo aver prodotto 267 esemplari, la M35 fu tolta di produzione e l'esperimento fu interrotto.