Ho appena preso l'ultimo 4r.
Due spunti veloci da due articoli, tra loro correlati nel senso ( in merito alla transizione ecologica)
Il primo è l'editoriale di Gian Luca Pellegrini, con cui non sono d'accordo su molti passaggi, ma ci sta. Però c'è una parte che reputo interessantissima, e fa capire come mai i costruttori europei non siano poi così scettici sull'auto elettrica "Le case stanno rivoluzionando il modello di business, e l'elettrico è funzionale a tale cambiamento. La transizione consentirà di spostare la priorità sui margini ( e non più sui volumi), di alzare i prezzi medi, di rivedere le dinamiche distributive (passando alla rappresentanza d'agenzia, che riporta alla marca parte dei ricavi finora lasciati ai dealer), di monetizzare paradigmi di mobilità legati all'uso e non al possesso del bene e di ridimensionare impronte industriali destinate a diventare pletoriche. Non solo. Con l'all in nel mondo delle emissioni zero, i produttori avranno la chance di dire la loro nella fiorente finanza green."
Il secondo è di Massimo Nascimbenbe e parla del mercato dell'auto in Cina, dell'auto elettrica, dei costruttori locali e degli schiaffoni a 5 dita che prendono i costrutotri europei. "Queste in Cina ( le auto elettriche) si stanno diffondendo rapidamente, con una quota di mercato che ha ormai superato il 15% (da noi non arriviamo ancora al 4%). Guradando invece alla graduatoria della vendita delle sole bev, nella classifica dei primi mesi di quest'anno troviamo appena un costruttore occidentale, Tesla, terza alle spalle di Byd e Saic (nel mercato delle termiche compaiono invece due soli costruttori cinesi, nei primi 10). Segue un nugolo di star up locali, tutte o quasi perfette sconosciute in occidente, figlie di costruttori che nenanche arrivano ai 10 anni di vita, ma che riescono a dar la paga ai prestigiosi marchi di casa nostra. Basti dire che VW, a dispetto del prestigioso lancio della famiglia id, non va oltre un modesto quindicesimo posto. I motivi sono presto detti: agli acquirenti cinesi importa poco o nulla della qualità esecutiva, e ancor meno di doti dinamiche perfettamente inutili dove il traffico viaggia a ritmo di lumaca. Per loro, a cominciare dai più giovani, l'auto dev'essere uno smartphone ambulante, dove l'infotelematica di bordo provvede a tutto: aprire i vetri, cambiare musica, trovare posteggio. E da questo punto di vista le star up cinesi, nate digitali per nativi digitali, risultano decisamente più avanti dei costruttori di casa nostra"
La parte che ho evidenziato in grassetto è un po' quella di cui parlavamo io ed UGII poche settimane fa, guardando i nostri figli. Ai giovani non ancora patentati o neo ptentati fotte una sega del quadrilatero alto, del mac person evoluto, del differenziale meccanico od elettronica, della pelle primo fiore. Interessa che il processore che governa il sistema multimediale dell'auto sia veloce e non si impalli, che il telefono si colleghi in fretta, che l'auto vada da sola, che gli aggiornamenti siano ota e stabili. Non il 100% è così, ma la maggior parte già ragiona così. Alcuni mercati ed alcune case lo hanno capito, altri sono più restii; chi arriverà dopo, probabilmente scomparirà o rischierà di farlo Ma il fatto che la transizione porti un bel po' di soldi extra in tasca ai costruttori lascia intendere che molti abbiano versato lacrime di coccodrillo alla decisione della commissione europea
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