La Lancia Thema è stata l'ammiraglia simbolo degli anni ottanta della casa automobilistica Lancia, presentata nel novembre 1984 al Salone dell'automobile di Torino. Si trattava di una berlina dallo stile classico e moderno caratterizzato da grande semplicità ed eleganza al tempo stesso; la linea, opera dello studio di Giorgetto Giugiaro, era piuttosto tradizionale onde evitare l'insuccesso causato dall'eccessiva originalità della Lancia Gamma.
La carrozzeria era la classica 3 volumi, con le 3 parti equilibratissime fra loro, frontale e coda imponenti ma sportivi, come si addiceva al segmento, ottima abitabilità e qualità delle finiture, un particolare che piacque molto erano i finestrini a filo con la carrozzeria bordati da una cornice cromata che li facevano assomigliare a quelli di una vetrina di preziosi. La Thema è il frutto di un progetto chiamato TIPO4 che prevedeva la realizzazione di 4 vetture di segmento alto basate su un pianale comune; le altre vetture del progetto TIPO4 sono Fiat Croma, Saab 9000 e in seguito anche Alfa Romeo 164, vetture con le quali la Thema condivideva molta componentistica e parti dei lamierati della scocca come le porte che erano le stesse della Fiat Croma e della Saab 9000.
Vista del frontale di una Thema V6Nuove tecniche di saldatura e lavorazione delle lamiere permisero di realizzare portiere avvolgenti ed evitare particolari antiestetici come il gocciolatoi, oltre che ottenere grande pulizia stilistica e un cx 0.32 di tutto rispetto. A stonare erano forse solo le ruote da 14 pollici, troppo piccole in rapporto alla carrozzeria. Internamente era realizzata con materiali di alta qualità come il velluto e l'Alcantara ma non solo, perché la Thema fu la prima automobile ad essere arricchita da interni rivestiti della famosa pelle Poltrona Frau. Poteva essere dotata di ogni comfort dell'epoca, compresi i sedili (anteriori e posteriori) regolabili e riscaldabili elettricamente che in futuro avrebbero avuto anche 3 memorie di posizione, telefono veicolare integrato nel poggiabraccio, sospensioni a smorzamento controllato AUTO/SPORT (accessorio di serie solo nella versione 8.32 e nella seconda serie anche per allestimento LX) e due tipi di impianti di climatizzazione automatici.
Il primo, l'"automatic heating system", eredità di precedente componentistica (con grafica a diodi elettroluminescenti verdi, non in grado di raffreddare l'aria) e il secondo, quello che equipaggiò quasi tutte le Thema, moltissime Croma, altrettante 164 e 9000, che si distingue fino ai giorni nostri per la grande semplicità d'uso, raffinatezza tecnica ed efficienza termica, l'"Automatic Climate System", realizzato con componenti Veglia-Borletti e Bosch come il quadro di comando con display luminoso per impostare la temperatura e led per indicare lo stato della potenza e distribuzione dei flussi d'aria impostabili anche manualmente.
Vista posteriore della station wagonLa Thema ottenne un grande successo in Italia: fu l'icona dell'auto blu e un consolidato status-symbol per un decennio, ambita da rampanti ed affermati, si distinse quale auto di grande comfort unito a inaspettate prestazioni, dotata di motori ad iniezione elettronica, aspirati e sovralimentati tecnologicamente superiori a molta della concorrenza, basti pensare che la Thema turbodiesel era l'auto a gasolio più veloce del mondo quando uscì.
La gamma dei motori della Thema I serie prevedeva un 2.0 i.e. 8v aspirato da 120cv, derivato dalla versione di 1.6 litri portando la corsa a 92mm del bialbero Lampredi (dal nome dell'ex progettista Ferrari che realizzò il primo motore Fiat con distribuzione ad alberi a camme in testa). Pochissimi sanno che, in verità, furono immesse sul mercato poche decine di unità dotate del "piccolo" motore di 1.585 cm3 da 105 CV utilizzato anche dalla sorella minore Prisma; questa introduzione fu una specie di "carotaggio" per saggiare le potenzialità della cilindrata ridotta presso il pubblico ma venne presto abbandonata per lo scarsissimo interesse e soprattutto per non declassare la Thema e non far concorrenza alla cugina Croma che aveva in gamma lo stesso propulsore ma con 86 CV di potenza. Lo stesso generoso 2.0 (1995cc) in versione sovralimentata con una turbina Garrett T3 ed overboost erogava ben 165cv, potenza degna di cilindrate (e tasse) ben maggiori, con accelerazioni brucianti (0-100km/h in 7,3 secondi, 1km con partenza da fermo in 28 secondi, valori eccezionali ancora oggi per un 2.000cc) e facendo sfrecciare la "Thema i.e. turbo" a 218km/h e nei sogni degli automobilisti. Vigeva infatti l'ordinamento fiscale che penalizzava quali beni di lusso le automobili sopra i 2 litri di cilindrata; è in questo senso inquadrabile lo scarso successo in Italia delle Thema 6 cilindri di 2.8 litri alimentato a Iniezione Elettronica Bosch Le-Jetronic (2.849cc) della I serie riconoscibile per la targhetta "V6": motore realizzato da Peugeot Renault e Volvo (Motore PRV). È la stessa unità propulsiva che all'epoca equipaggiava la celebre De Lorean DMC-12, Volvo della serie 700 e Renault 25 ed Espace) erogante 150cv; vantava grande affidabilità a fronte di un rendimento sottotono. Grande successo ebbe il 2.5 turbodiesel S, da 100cv, unità moderna e affidabile, consentiva alla Thema una velocità di punta di 185km/h in gran comfort ed economia; divenendo la preferita dei grandi divoratori di chilometri.
Nel 1986 Lancia presentò la Thema Station Wagon, giardinetta di lusso disponibile unicamente in versione i.e turbo e turbo ds e realizzata negli stabilimenti della Pininfarina a Grugliasco destinati a piccoli numeri di vendita. Ottenne un buon successo di vendite e critica, divenne fenomeno di costume e consegnò l'immagine del prestigio automobilistico alle Station Wagon, precedentemente relegate ad auto prettamente professionali, grazie anche all'elegante posteriore disegnato da Pininfarina di cui porta firma nel raccordo fra montante posteriore e portellone.
Thema 8.32
Una Thema 8.32Nel maggio 1986 venne presentata la versione 8.32 denominazione che indicava il numero dei cilindri, 8, e delle valvole, 32 del potente motore capace di erogare 215 cv di stretta derivazione Ferrari 308 che la rese l'auto a trazione anteriore più potente del mondo. Da ciò il nomignolo affibbiato di Thema-Ferrari. Il motore dovette subire numerose modifiche per permetterne l'inserimento nel cofano della vettura. La 8.32 aveva interni sfarzosi per l'epoca, rivestiti interamente di radica, pelle Poltrona Frau e/o Alcantara, in modo tale che la mano del cliente non potesse toccar altro che materiali pregiati. Esclusive e distintive pure le dotazioni, dai poggiatesta posteriori a scomparsa automatica - dalla seconda serie (si sollevano se dei sensori posti sotto i sedili posteriori rilevano un peso di almeno 20 kg), alle sospensioni elettroniche con taratura automatica o sportiva selezionabili dal conducente alla plancia (sempre nella seconda serie), classica e sportiva insieme, realizzata con strumenti analogici montati su un pannello di vera radica e bocchette in stile Ferrari, all'alettone posteriore a scomparsa nel baule attivabile tramite la rotazione della leva di comando del tergicristalli. Ne vennero prodotti fra I e II serie circa 5.000 esemplari di cui una serie speciale numerata di 32 di prima e 32 di seconda serie color Rosso Ferrari. Ne fu anche realizzato un unico esemplare in versione Station Wagon destinato all'Avvocato Agnelli, di colore argento Nürburgring e interni in pelle blu (non disponibili sulla berlina). I colori disponibili erano il diffusissimo amaranto metallizzato (colore di lancio), nero metallizzato, blu elettrico metallizzato, argento (raro) e verde metallizzato (il meno diffuso) oltre alla serie speciale rosso Ferrari. Le tonalità degli interni in pelle erano 3: nero, beige e cuoio scuro.
Con questo modello Lancia si confronta con l'agguerrita concorrenza straniera, che ha sul mercato vetture come la BMW M5, e le Mercedes-Benz 500E e 190E 2.3 16V.