Facciamo riferimento, salvo specifiche diverse, a motori diesel ad iniezione diretta e benzina indiretti a carica omogenea.
Il diesel in realtà dovrebbe chiamarsi motore ad accensione spontanea: il carburante viene iniettato alla fine della compressione. Una volta che è iniettato, il gasolio brucia da solo.
Il motore a benzina, invece, è un motore ad accensione comandata. In questo motore si aspira sempre una miscela di combustibile ed aria (con un rapporto aria/combustibile grossomodo fisso intorno allo stechiometrico, 14,7:1) che viene poi accesa dalla candela.
Quindi, come possiamo immaginare, nel motore diesel dobbiamo fare in modo che a fine compressione nella camera di combustione ci sia una temperatura elevata, necessaria a far evaporare e quindi bruciare il gasolio. L'opposto avviene nel motore a benzina: bisogna fare in modo che la miscela non si accenda da sola, provocando appunto la detonazione e per fare ciò ci vuole un ambiente non troppo caldo.
Sovralimentando un motore si hanno i seguenti effetti: si aumenta la massa di aria spirata, che viene anche scaldata. Ovviamente aumentarà anche la pressione nel cilindro. In termini più semplici: si butta a forza l'aria dentro il cilindro. Inoltre la fase di aspirazione viene fatta a pressioni maggiori rispetto a quella di scarico, invertendo quindi il ciclo di pompaggio che diventa positivo: lavoro "gratis" durante l'aspirazione, invece che doverlo fornire noi.
Quindi alla fine della compressione si ha una pressione e temperatura dell'aria ancora maggiore.
Diesel. Avendo l'aria più calda, il gasolio evapora meglio e brucia più rapidamente, Inoltre si ha molta più aria, quindi posso iniettare più gasolio ottenendo maggior potenza senza il problema del fumo nero allo scarico. Posso anche aumentare l'aria non tanto per avere più potenza, ma per raffreddare la valvola di scarico e la turbina. Posso anche lavare meglio la camera di scoppio durante la fase di incrocio. Le temperature allo scarico non troppo alte consentono di usare turbine a geometria variabile. Inoltre il diesel soffre meno il turbolag perché quando rilascio l'acceleratore, non essendoci valvola a farfalla, il motore aspira ancora molta aria che, sebbene non "vitaminizzata" dalla combustione, può ancora avere energia sufficiente per far muovere la turbina che quindi fornirà una discreta sovralimentazione nella successiva fase di accelerazione. I diesel diretti hanno bisogno di molta più aria rispetto a quelli a precamera (il limite per la fumosità è 20:1 nei primi mentre scende a 17-18:1 nei secondi che quindi hanno bisogno dimeno aria pere bruciare la stessa quantità di combustibile, quindi a parità di potenza), uno dei tanti motivi per cui tutti i diesel odierni ad iniezione diretta sono turbo (e nessuno usa compressori volumetrici, inadatti a garantire portate di aria così alte) mentre i diesel aspirati a precamera erano molto diffusi. Aumentando ilnoltre la pressione di alimentazione, il ciclo di pompaggio diventava sempre più positivo, cioé dava lavoro invece che assorbirne, aumentando ancora il rendimento del motore.
Nei benzina la maggior temperatura comporta la tendenza alla detonazione della miscela (non solo aria) aspirata, quindi si deve scendere col RDC dai classici 10,5: a 9:1 anche meno se si sovralimenta moltissimo (nei motori con oltre 200cv/litro si scende a quasi 8:1), causando un crollo del rendimento del motore. Per evitare che il motore detoni e per abbassare le temperature allo scarico,nel passato spesso si è ricorsi all'arricchimento della miscela (anche il 30% della benzina veniva "buttato" allo scarico), causando quindi consumi elevati e inquinamento. Le temperature elevate allo scarico rendono complessa l'uso della geometria variabile (solo ora Porsche sembra aver trovato una soluzione) rendendo quindi ancora più evidente il lag. Infatti nel benzina quindo si rilascia l'acceleratore si strozza il motore, quindi la turbina non avrà più gas sufficienti a muoversi, tendendo quindi a fermarsi. Non si può usare l'eccesso d'aria per raffreddare, quindi si devono usare materiali più costosi per una parte dei componenti, accettandone quindi i limiti di durata. Non si può sfruttare l'eccesso d'aria fornito perché il motore deve bruciare una miscela stechiometrica e non si deve avere ossigeno libero allo scarico, altrimenti la marmitta non tratta gli NOx.
Insomma, mentre il diesel trae solo benefici, nel benzina la maggiore potenza, o coppia, disponibile si paga come minimo con un minor RDC del motore, quindi rendimenti inferiori. A ciò si aggiungono costi elevati (la turbina, componenti più pregiati), una progressione meno lineare del motore (causata dal turbolag), ragion per cui in passato il turbo venne usato per ottenere alte potenze specifiche (pazienza per i consumi) o per motivi fiscali* (ricordate per esempio l'IVa al 38% sulle auto oltre i 20cv fiscali? Era meno costoso un 2000 turbo con 200cv che un 3000cc) o per ottenere facili incrementi di potenza da motori preesistenti (uno dei motivi per cui la Porsche 911 usa il turbo: avendo il motore a sbalzo, non possono avere più di 6 cilindri, fatto che limite de facto anche la cilindrata entro certi limiti). Saab, invece, sposava la filosifia della sovralimentazione "soft": sopratutto coppia più che potenza. Questo consentiva di evitare alcuni problemi tipici dei turbo. Anche Citroen usò questo tipo di soluzione, nei motori detti infatti CT: costant torque.
Come ha giustamente detto anche Maurikkio, nei diesel il turbo è quasi una necessità, mentre i benzina ne potevano anche fare a meno.
Le cose cambiano usando l'iniezione diretta di benzina. Come detto, si raffredda di più la miscela consentndo quindi di aumentare il RDC a livelli ragionevoli, almeno 10:1 (negli aspirati diretti si passa a quasi 12:1). Il motore 3600cc V8 biturbo usato da Audi a LeMans aveva oltre 180cv/litro e un RDC maggiore di 11:1(!!!!!). Questo è particolarmente importante perché l'influenza del RDC sul rendimento non è lineare, ma segue una curva che tende a diminuire la propria pendenza all'aumentare del RDC. In altre parole, passando da un RDC di 4:1 ad uno di 6:1 il rendimento (teorico e limite del ciclo) passa dal 40 al 50%, mentre passando da 13:1 a 15:1 il rendimento aumenta di meno di cinque punti percentuali (intorno al 65%). Quindi aumentare il RDC da 9:1 a 10,5:1 dà benefici più sensibili che portarlo da 11:1 a 12:1 sopratutto considerando che il motore è sovralimentato. Essendo minore rischio di detonazione, non c'è bisogno di arricchire la miscela in condizioni di carico massimo come si faceva prima.
Inoltre, se il sistema di iniezione (ci vogliono iniettori piezoelettrici) e di fasatura (variabile) lo permettono, possiamo fare un giochino molto molto interessante. A bassi regimi di rotazione e carico massimo, il motore tenderebbe a detonare cosa che causa una riduzione della coppia disponibile e un minor anticipo di accensione. Inoltre vorrei avere un ridotto turbolag per avere la massima quantità di aria possibile. Cosa faccio? In queste condizioni, faccio una lunga fase di incrocio durante la quale aspiro solo aria che, essendo sovralimentata quindi a maggior pressione dello scarico, tenderà ad uscire allo scarico. La successiva combustione viene fatta ricca, avendo un duplice vantaggio: 1) maggior raffreddamento della carica, quindi minor tendenza alla detonazione, quindi maggior coppia e regolazione dell'anticipo migliore oltre che potenza massima del motore a quel regime 2) produco molto CO e HC che una volta che vanno nello scarico, trovano l'aria fresca uscita prima, dando luogo ad una reazione esotermica, una specie di postcombustione, che causa un notevole incremento di temperatura, pressione e velocità dei gas che vanno ad azionare la turbina, quindi turbolag ridottissimo! E' vero, consumo un pochino, ma è fatto giusto per portare in rotazione la turbina, pochi secondi, poi si smette.
Il futuro è nell'uso massiccio della sovralimentazione anche nei benzina. Consentirà anche il downsizing, ovvero la riduzione della cilindrata, come fatto da VW nell'ottimo 1,4 TSI a doppia sovralimentazione che sostituisce il 2.0 FSI aspirato a carica stratificata avendo molta più coppia e consumi inferiori.
*In Francia le tasse automobilistiche si calcolavano (non so se è ancora così) anche in base ai rapporti del cambio e al regime di potenza massima: erano favoriti i turbo a 2 valvole per cilindro invece che i motori plurivalvole perché avevano rapporti più lunghi e regimi di potenza massima inferiori. Invece in Germania il problema era costituito dagli scaglioni assicurativi che si basavano solo sulla potenza del motore. Ecco così spiegato perché la Golf aveva, ad esempio, 1600cc con soli 75cv. Da noi prima l'unico parametro era la cilindrata, sia per il bollo che per l'assicurazione. Pertanto era conveniente un motore "tirato" anche se meno corposo in basso, l'opposto.
** Il primo motore diesel automobilistico a nascere solo sovralimentato è stato il 2000cc 4cilindri VM montato sull'Alfetta. Quelli citati giustamente da Leolito, invece, nescevano da motori aspirati.
|